Le Oasis Tesla, ricarica tutta da solare

Le Oasis Tesla diventano realtà: ha aperto in California la prima gigantesca stazione di ricarica alimentata solo dall’energia solare prodotta in loco.

Le Oasis Tesla: aperta la prima in California, con 168 colonnine

Le Oasis Tesla

Sono passati quasi dieci anni da quando, nel 2016, Elon Musk promise di implementare stazioni di ricarica off-grid, che funzionano solo grazie all’energia solare. Molta acqua è passata sotto i ponti, quel giovane imprenditore visionario è diventato l’uomo più ricco del mondo. E la sua avventura politica con Donald Trump è già malamente naufragata.

Ma proprio ora adempie a quella promessa, aprendo a Lost Hills un’enorme stazione di ricarica che combina pannelli solari, batterie stazionarie e colonnine. Tutto scollegato dalla rete elettrica. Le ricariche installate sono 168, metà delle quali già in servizio, facendo di Lost Hills una stazione tra le più grandi al mondo. Con 11 megawatt di pannelli solari e 10Tesla Megapack, per una capacità di accumulo di 39 MWh. Con possibilità di alimentare le ricariche anche senza luce solare.

Solo una dimostrazione o la prima di una serie?

I media americani riportano la notizia sottolineando che Musk conferma la sua vocazione di innovatore. Apparentemente sempre meno interessato al futuro di Tesla come casa automobilistica e sempre più preso dai grandi fronti dell’innovazione, come l’intelligenza artificiale e il futuro dell’energia.

Anche i suoi post su X sembrano testimoniare queste priorità di interessi. Resta da capire se Lost Hills resterà un progetto isolato, solo una grande vetrina di quel che si potrebbe fare. O se invece questo modello verrà replicato in tutto il mondo, con una decisa correzione di rotta nel modo di installare i Supercharger. Anche se va detto che pure per questi ultimi le nuove aperture rigiardano sempre più siti in cui si fa un ampio ricorso ad energia auto- prodotta da fotovoltaico.

– Leggi anche / La Sardegna in Tesla, il racconto di un lettore: ricariche, spesa…

le oasis Tesla

Visualizza commenti (1)
    1. Alessandro D.

      Ma se le ho detto addirittura che la trovo affasciante?
      Le capita tutti i giorni che le dicano ” We, Signor Nello! ma lo sa che è affascinante?”
      A me se mi fanno un complimento me lo porto a casa senza guardargli i denti in bocca. 🙂

  1. Alessandro D.

    Mi piace da matti l’idea delle ricarica autoprodotta degli Oasis, di cui sono da sempre grande fan, ma poi ho pensato: e se piove e il cielo è brutto?

    Allora ho chiesto a Gemini di aiutarmi a capire come potrebbe funzionare questa ricarica degli Oasis in caso di pioggia, e assieme abbiamo fatto una canzone per la quale vi metto anche il karaoke se voleste cimentarvi.

    https://youtu.be/GH5Brf0JPtA?si=2XsZsajBuIRxqqGC

    Don’t Plug In With Anger (Oasis Tesla Parody)

    Slip inside the grid of your car
    Don’t you know you won’t charge far?
    No sun in the sky!
    You said that it’s “superfast”
    But all the kilowatts will last
    Too slowly to get by

    So I’ll start a complaint right from my app
    ‘Cause you said the power flow was never gonna stop
    Step outside, the raindrops are in bloom
    Stand up beside the charger, wipe that look from off your face
    You ain’t ever gonna juice my battery out

    And so the charger can wait, it knows it’s too late as we’re queuing on by
    My power slides away, “But don’t plug in with anger,” I heard you sigh
    And so the charger can wait, it knows it’s too late as we’re queuing on by
    My power slides away, “But don’t plug in with anger,” I heard you sigh
    So the charger can wait

    But don’t plug in with anger, don’t plug in with anger
    I heard you sigh, at least not today.

    1. Nello Roscini

      Ci sono i Megapack apposta nell’impianto , ogni Megapack Tesla è un container di batterie per 4 MWh Megawattora
      CATL li fa da 6MWh 6 megawattora ,
      se poi al fotovoltaico aggiungiamo l’eolico , che è normalmente in controfase con il fotovoltaico ,
      a questo aggiungiamo che di notte e quando piove viaggia meno gente ,

      inoltre le batterie possono minimizzare il baseload sulla rete anche senza l’impianto fotovoltaico

      per fare un esempio banale mettiamo che in media la mia stazione eroga 240kwh a colonnina al giorno
      sono la ricarica da 40KWh per 6 auto al giorno ,
      in un sistema con Megapack per alimentare la colonnina non servono 240KW di potenza impegnata
      ma 10 kW che caricano il powerwall per 24ore,
      provvederà il Powerall ad alimentare la colonnina non la rete

      per i megapack e simili
      ci sono batterie , titanato di litio che potrebbero sopportare 50 anni di cicli di carica e scarica
      anche se oramai si preferiscono le più economiche all’acquisto LFP che dovrebbero durare una 20ina di anni

      1. Alessandro D.

        La sua incapacità di capire quando uno sta scherzando, di cui mi ha già dato ampia dimostrazione, essa stessa molte volte rasenta lo scherzo. Oserei fin parlare di metascherzo.
        Mi creda, trovo la cosa a suo modo affascinante.

  2. Nello Roscini

    Mi sa che non avete capito il senso dll’Oasis Tesla ( forse non l’ha capito nemmeno Tesla )
    IMHO è una centrale elettrica con punti di ricarica per EV
    penso che quel numero esorbitante di punti di ricarica per ora siano li solo per pubblicità , anche in USA
    forse tra 20 anni saranno utilizzati adeguatamente
    per i prossimi 10 sarà una centrale di rinnovabili che carica anche EV
    sarebbe bello che tutti i puti di ricarica in autostrada fossero così , con il campo fotovoltaico ai margini dellìautostrada per parecchi km

  3. Se questo è il futuro…ora voglio sentire tutto quelli che dicono che il battery swap richiederebbe il doppio di batterie. E qui?

    Almeno da questo articolo viene fuori chiaro che una stazione di ricarica, specie ultrafast, ha un impatto enorme sulla rete che viene spesso sottovalutato.

    “ma un domani ricaricheremo le auto in 10 minuti” si vero e tecnicamente fattibile ma con che infrastruttura elettrica? Moltiplichiamo il tutto per milioni di auto e facciamoci un po’ di conti.

    Noteremo che il battery swap assume tutta un’altra valenza e forse forse vien fuori che ha un costo globale (auto+batterie+infrastruttura di ricarica+infrastruttura di rete) minore

    1. Non so, così a naso, con un sistema universale di battery swap, servirebbero almeno il doppio di batterie? Quelle montate sulle auto e quelle in ricarica nelle stazioni.
      Al cambiare della chimica nelle batterie, i tempi di ricarica saranno sempre più brevi, riducendo sempre più il senso di cambiarla.
      Per quanto riguarda questa oasi, è indipendente dalla rete, ma non scollegata.
      La sua potenza di produzione e stoccaggio, potrebbe essere utilizzata come centrale di produzione, e utile a stabilizzare la locale rete inadeguata, cosa che col battery swap, se non utilizzi le batterie in carica, non puoi fare

      1. Il battery swap richiede si e no il 10-15% in più di batterie di quelle scambiate, inoltre fornisce tranquillamente i servizi di rete che hai descritto, vedi qua https://www.nio.com/news/20240926001
        Sarebbe appunto interessante confrontare costo e quantità di batterie necessarie a parità di auto servite tra un stazione Oasis e una di battery swap

    2. Mah, la media di percorrenza italiana è di circa 30 km al giorno, che equivale, stando larghi, a 6 kWh al giorno. Ricaricando di notte, quando i consumi sono bassi, parliamo di una potenza applicata di meno di 1Kw…come accendere un forno.
      Non mi sembra sto gran stress sulla rete.

      1. Si tratta di un mega charger in una zona dove la rete fa pena. Le colonnine sono le V4 fino a 500 kW.
        Tesla è stata costretta a questa scelta a causa proprio della rete penosa.

        1. Ho commentato sopra senza leggere il tuo… È proprio il nocciolo della discussione: auspichiamo tante colonnine possibilmente fast e superfast ma non facciamo i conti con la rete.
          Servirebbe fare delle scelte ora tra i vari modelli possibili, tra cui anche questo quasi “a isola” di Tesla. Se non si ragiona in maniera olistica tra EV, rinnovabili e rete non si va molto lontano

      2. Purtroppo nel mondo elettrico (ma in generale delle infrastrutture) non progetti sulla media ma sul picco.
        E una stazione da 10 supercharger V3 significa una connessione da 2,5 MW, non eclatante ma quando cominci ad averne tante il peso di vede. E oltre alla connessione c’è da garantire quella quota potenza in ogni momento.
        Ripeto, se il futuro dell’elettrico, come molti sperano, sono tante colonnine fast, c’è da farsi seriamente i conti di quanto costerà adeguare la rete…sia di alta tensione ma soprattutto la distribuzione che già va in sofferenza con qualche giorno di caldo

        1. La rete è in continua evoluzione. Sta subendo un accelerata, come potenziamento, obbligata dall’aumento delle Fer, quindi queste stazioni di ricarica, con annesse bess, sarebbero ben integrate.
          L’unico dubbio che mi viene con lo swap, è la standardizzazione profonda delle Ev. Perché non è solo la compatibilità hardware il problema, ma credo serva anche una compatibilità software, cosa che potrebbe essere un ostacolo importante. Ma magari mi sfugge qualcosa e mi sto sbagliando.
          Tornando a questa oasi, la sua potenza a me suggerisce anche la possibilità di vendita di energia alla rete. Poi è un modello realizzato per quella tipologia di zona, non replicabile dalle nostre parti.

          1. Questa oasi è sicuramente il non plus ultra in termini di stazioni di ricarica ma avrà un costo non indifferente. Quante se ne possono fare così? Che costo al kWh dovrò far pagare per rientrare nell’investimento? O verrà operata in perdita perché Tesla fa i soldi altrove?
            In sostanza come dici tu non so se si tratti di un modello economicamente sostenibile e replicabile.
            Il battery swap mi sembra più facile da adottare su grandi volumi.. Quello dello standard si risolverà quando un marchio andrà 2 avanti e gli altri seguiranno

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