Le nostre Video Prove 3 – Guidiamo la prima Mazda elettrica, la MX-30, un Suv pensato con molte scelte contro-corrente. A cominciare dall’autonomia.
di Luca Palestini
La casa di Hiroshima entra nel settore dell’elettrico con un modello destinato a far discutere. Estetica di prim’ordine, autonomia da cittadina. Con 200 km dichiarati nel ciclo misto WLTP, nella realtà una manciata in più o in meno, a seconda del vostro stile di guida. Se siete degli “integralisti dell’autonomia” potete anche smettere di leggere ora e rinunciare a guardare la nostra Video Prova. Se invece siete disposti a valutare un’auto anche sotto altri aspetti, allora… buona lettura.
Le nostre Video Prove 3 / Prezzo molto competitivo
MX-30 è un’auto che eredita dalle sue antenate soluzioni uniche e peculiari del marchio Mazda. Nonché la sfrontatezza di chi non ha paura di affrontare un mondo nuovo che avanza a grandi passi: uno spirito da vera Samurai. Uno spirito che si vede già dal prezzo: decisamente aggressivo per la tipologia di auto. 34.900 euro la versione base, 39.350 euro la versione top di gamma, con tutto di serie. Prezzi ai quali detrarre sconti ed incentivi oggi disponibili, che sappiamo possono arrivare fino a 10.000 euro. Basta scorrere il nostro Listino Facile (qui)per rendersi conto che si tratta di prezzi molto competitivi. In concessionaria, poi, tra eco-bonus e sconti, il prezzo vero può scendere fino a poco più di 25 mila euro (guarda l’articolo).
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Le nostre Video Prove 3 / Mazda va controcorrente
Non è la prima volta che Mazda propone auto e soluzioni particolari. Negli anni ’70, incurante delle due crisi petrolifere (1973 e ’79), piazzò l’assetato motore rotativo a ciclo Wankel dentro i cofani della RX-3, in versione coupé, sedan e wagon. Negli anni ’80 si ridimensionò e decise di utilizzare questo particolare motore solamente nei modelli sportivi: nacque così la RX-7. Un modello destinato a diventare un’icona della cultura giapponese, con le sue linee derivate direttamente dai fumetti Manga.
Lo stesso motore Wankel si dimostrerà capace di vincere la 24 Ore di Le Mans, nel 1991, a bordo del prototipo 787b, grazie ad una stupefacente affidabilità. Gli anni ’90, per Mazda, significano una cosa sola: MX-5, la cabrio più venduta al mondo. Un’auto capace di risollevare il segmento delle piccole coupé, un tempo terreno di conquista di Alfa Romeo e di Austin. Poi Mazda celebra il nuovo millennio con la RX-8, una coupé a 4 posti, con motore rotativo e portiere posteriori ad apertura controvento.
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Linea bella e originale, le portiere dietro controvento…
Oggi la linea di MX-30 denota una personalità non comune, capace di farsi notare e di catturare gli sguardi. L’ho potuto constatare di persona nei tre giorni durante i quali l’ho avuta a disposizione. È sì un Suv/crossover della stessa taglia di una Volkswagen T-Roc, ma la sua linea è unica e non confondibile con nessun’altra auto in circolazione oggi. Personalmente apprezzo in modo particolare la vista del tre quarti anteriore. La pulizia della linea della fiancata è ottenuta eliminando la maniglia della portiera posteriore.

È questa la soluzione che caratterizza maggiormente l’estetica della MX-30: le portiere posteriori ad apertura controvento. Un’idea mutuata direttamente dalla RX-8, ma che nella pratica dell’utilizzo quotidiano si è rivelata abbastanza scomoda. Come quando ho fatto accomodare nei sedili posteriori mia mamma, non più agile come una ragazzina, ma comunque dotata di una buona mobilità. Se l’ingresso è stato difficoltoso, è l’uscita che non le è andata proprio giù: dipendere da chi è seduto davanti per aprire la portiera dietro non è una sensazione piacevole.
Un’auto perfetta da vivere in coppia, più ogni tanto…

Ad ogni modo, la sensazione per chi siede dietro è molto simile a quella che si ha a bordo di un jet di linea, con il piccolo finestrino/oblò ad incorniciare il paesaggio. Per il resto che dire: la linea è davvero gradevole, lo sguardo del frontale decisamente “cattivo”, il lunotto posteriore inclinato come su una coupé. Secondo me è una vettura perfetta da vivere in coppia, con la possibilità di accogliere degli occupanti sui sedili posteriori solo in alcune occasioni. Gli interni ripropongono la medesima pulizia delle linee esterne, e posizionano questa MX-30 su un gradino più elevato rispetto alla concorrenza. La plancia è divisa in due: il monitor superiore dedicato all’infotainment e quello inferiore che mostra i controlli dell’impianto di climatizzazione con pompa di calore.
Tutto tarato per ottenere la piacevolezza di guida
Il tunnel centrale ha un doppio volume, con un ampio vano dietro lo schermo del climatizzatore. Mentre i comandi del selettore di marcia ed il “mouse” a rotella per l’infotainment si trovano su un volume posizionato più in alto. Il che rende la posizione di guida molto naturale e comoda. In linea con la filosofia che Mazda ha ricercato per quest’auto: il Jinba Ittai, ovvero la perfetta fusione tra uomo e macchina.
E veniamo alla guida. La piccola (rispetto alle tendenze del mercato) batteria di cui è dotata la MX-30 dona all’auto il più grande pregio ed il suo più grande limite. Ovvero il piacere di guida e la ridotta autonomia. 35,5 kWh di capacità rappresentano una scelta controtendenza, ma che ha una sua logica dal punto di vista di Mazda. Batteria più piccola significa batteria più leggera, e di conseguenza meno peso che grava sulle sospensioni. Sospensioni che possono essere tarate per regalare delle soddisfazioni alla guida, anziché regolate per sostenere il peso notevole dei pacchi batterie più grandi. Basta sapere che cosa si vuole: se non si soffre di ansia da ricarica e ci si vuole divertire, a prezzo ragionevoli…
Non paragonabile con null’altro sul mercato. Scelte controtendenza che ne faranno un’auto di nicchia. Linea originalissima. Sulle porte posteriori: ma nessuno di voi ha mai avuto una auto tre porte? È un coupé non un crossover, basta entrare in questa ottica… Non può essere di sicuro una prima auto, se si cerca autonomia e comodità bisogna cercare altrove.
Fare auto oggi con meno di 40-50kWh di batteria è una ciofeca, tanto più un SUV , quella del peso è una balla , la Zoe nel passare da 22 a 52kWh utilizzabili è aumentata solo di 30-40kg. quindi non è certo un peso impossibile su auto che pesano 1500kg. si parla del 2-3% ….. avere 200km di autonomia teorica che poi di inverno sono meno , con riscaldamento o condizionamento accesi lo stesso non ha mercato, sei sempre a ricaricare …..
È tutto relativo all’uso che ne fai. Personalmente la caricherò una volta ogni 5 gg, ne faccio un uso cittadino. È una seconda auto ( bellissima), preferisco 10.000 volte lei ad una Zoe. De gustibus.
buon per te , già avuta auto con poca batteria, appena stacchi la spina devi pensare a ricaricarla, specialmente di inverno e fra un paio di anni quando comincia a perdere SOH ci fai 150km forse , 35000€ buttati….
25000.
già perchè i 10000 che eventualmente di da lo stato erano cresciuti sugli alberi 😀 😀
Non ho proprio capito che cosa stia dicendo.
Giusto una curiosità quanto l’hai pagata alla fine?
26 con rottamazione (tre toni di colore). Launch edition.
Non paragonabile con null’altro sul mercato, scelte controtendenza, ne faranno un’auto di nicchia. Linea originalissima, sulle porte posteriori: ma nessuno di voi ha mai avuto una auto tre porte? È un coupé non un crossover, basta entrare in questa ottica… Cmq vi saprò dire prestissimo se avrò l’ansia da ricarica… Mi arriverà a novembre!
Se sarà presto disponibile la versione con range extender di sicuro sarà molto più interessante, 200km per l’uso normale sono più che sufficienti, io ne faccio circa 110 al giorno, e con il rane extender ci si potrà muovere senza preoccupazioni nelle emergenze o gite varie.
A questo prezzo continuo però a preferire la peugeot e2008.
Non male peugeot, ma costa 5k in piu
Cioè ti porti dietro un motore a pistoni ?!?!? 😀 😀 grande trovata
Sulle prestazioni e il range non commento, non sono in grado di valutare se meglio o peggio di concorrenti blasonate che cominciano ad essere finalmente numerose, ma sicuramente la linea è fantastica