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Le fake news dell’Italia che odia l’elettrico: risponde Nicola Armaroli

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L’Italia che odia l’elettrico gioca sporco e nella sua crociata in difesa del motore a scoppio rispolvera il solito armamentario di fake news: noi abbiamo chiesto al professor Nicola Armaroli di smentircele una per una.

fake news armaroli

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Nicola Armaroli

Nicola Armaroli, ricordiamolo, è Direttore di Ricerca del CNR, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, direttore della rivista Sapere e autore di alcuni best seller sul tema dell’energia; da ultimo «Emergenza energia-Non abbiamo più tempo» (Leggi). E’ ormai un volto televisivo, più volte ospite delle principali reti Tv nazionali.

Gli abbiamo sottoposto un campionario di bufale lette sui giornali e nel Web o sentite in TV in questi giorni di furiose polemiche contro il bando alle auto termiche fissato dall’Ue a partire dal 2035. Elenchiamo nell’ordine le fake news più gettonate nell’ordine con cui le abbiamo sottoposte al professor Armaroli. Per le risposte rimandiamo invece al video in copertina: sintetizzarle in poche righe equivarrebbe a svilirle.

Eccole:

  1. Secondo autorevoli studi le auto termiche di nuova generazione, nell’intero arco di vita, emettono meno CO2 di quelle elettriche.
  2. Le fonti rinnovabili non potranno mai coprire il fabbisogno energetico dell’Umanità, tanto meno in Italia.
  3. Nelle batterie ci sono terre rare e materiali molto inquinanti che vengono estratti sfruttando anche il lavoro minorile e devastando l’abiente. Poi dopo 8 anni vanno tutti buttati.
  4. Il riscaldamento globale non è causato dalle emissioni prodotte dall’uomo, tant’è vero che Annibale duemila anni fa attraversò le Alpi con gli elefanti, quindi sicuramente non c’erano neve e ghiacciai ed era più caldo che adesso.
  5. Non avremo mai abbastanza energia green per alimentare le nostre auto, se tutte fossero elettriche. Saremmo costretti a costruire solo in Europa 26 nuove centrali nucleari.
  6. Perchè imporre l’auto elettrica quando abbiamo alternative migliori come i biocarburanti, i carburanti sintetici e l’idrogeno?
  7. L’auto elettrica è troppo costosa e non conviene: è un giocattolo per ricchi radical chic.
  8. Le auto contribuiscono per una quota insignificante al totale delle emissioni di gas serra: l’accanimento della Ue è solo ideologico.
  9.  Ridurre le emissioni in Europa e America non servirà a niente perchè i più grandi inquinatori sono i cinesi e gli indiani, che non stanno facendo nulla.
  10. L’obbligo di produrre solo auto elettriche è un favore fatto alla Cina. In Italia causerà la perdita di più di 70.000 posti di lavoro.
  11. In Europa non abbiamo le materie prime e le fabbriche per produrre batterie: diventeremo schiavi dell’Estremo Oriente, come oggi siamo schiavi del gas e del petrolio russo.

La video intervista dura in tutto 37 minuti. Concedeteveli e buon divertimento.

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Apri commenti

100 COMMENTI

  1. Non avevo mai visto l’intervistatore in video, solo letto quello che scriveva qui, sulle risposte del dottore niente da eccepire, solo alcune risposte sono previsioni su un futuro da verificare, per il resto sono considerazioni tecniche su cui c’è poco da commentare, però l’atteggiamento supponente e arrogante del signor Degli Esposti, l’utilizzo ripetuto di termini come “boiate”…che mancanza di professionalità! E poi ci si lamenta dei commenti di presunti provocatori…quanta acidità, quanta spocchia! Pare quasi che lo scontro sia cercato

    • Io non l’ho mai cercata, signor Alessandro: fino a prova contraria è lei che cerca me. Ma le assicuro che qui stiamo benissimo anche senza di lei.

  2. “Le fake news dell’Italia che odia l’elettrico: risponde Nicola Armaroli”

    Ma “Le notizie false sull’Italia che odia l’elettrico: risponde Nicola Armaroli” suona tanto male? Perché usare quei termini usciti in precedenza da altri giornalisti ignoranti che tanto amano gli inglesismi? In questo caso che senso ha? Suona meglio alla “Fake Taxi”?

  3. Ma davvero al gente interessa dei bambini del congo?
    Non gliene é mai fregato nulla a nessuno e ora che si sacrificano più che mai per le bellezze tecnologiche che ci circondano, invece di ringraziarli, vogliono togliere loro il lavoro?

    • Dicesi chiagnefottismo dello homo italicus. Abitus ampiamente documentato nella letteratura scientifica sugli stati finti come l’Italia.

      Mi lamento perché la visita medica è tra cinque mesi, non ci sono asili, le strade sono piene di buche e poi pago l’idraulico in nero e parcheggio sugli stalli per disabili.

      Se gli fai osservare che sono dei criminali incalliti, si offendono e ribattono che “si difendono”. In realtà sono dei tossici.

    • Si interessano ai bambini del Congo solo riguardo le auto elettriche ma non per tutto il resto.
      L’ha spiegato benissimo il prof. Armaroli.
      Possono tranquillamente crepare come hanno sempre fatto per il petrolio, per i diamanti, per le banane o quant’altro.
      Che poi con le batterie delle EV c’entrano poco o nulla.

  4. Cavolo che miglioramento…vale certo la pena distruggere la propria supremazia per questo risultato…e nel mentre a Lione in un vertice Ue hanno piazzato i generatori (DIESEL) per permettere la ricarica ai vari europarlamentari “green” …senza parole, non vorrei che un giorno scoprissimo non delle valigie di contanti dalla Cina, ma dei container.

  5. la risposta chiara
    per essere tale
    ha bisogno anche di un ricevitore disposto alla chiarezza.

    se TIM trasmette bene il segnale
    ma il tuo cellulare non va
    mica è colpa di TIM….

  6. dubito che i paesi in via di sviluppo come india e africa useranno auto termiche dopo il 2030 , è come pensare che debbano passare dal telefono fisso al motorola prima di arrivare all’iphone . se la tecnologia c’è passeranno direttamente a quella più nuova e competitiva. in questi paesi n sono tutti morti di fame come ci piace pensare , i paesi crescono assieme al potere di acquisto medio dei loro abitanti. per questo sono in via di sviluppo. non crediate che in africa vivano tutti in case di fango…

  7. Grazie al Prof. Armaroli e a Massimo. Di Armaroli leggo e ascolto qualsiasi pubblicazione, e mi rendo conto di quanto sia dura la battaglia di fronte a luoghi comuni radicati, sospinti da lobby ben individuate. E’ vero anche che dovremo ripensare l’uso dei mezzi di trasporto, meno auto e camion, navi e aerei in giro. E le pompe di calore in luogo delle caldaie. Ma si può fare, e si deve.

  8. Non sfuggirà che la questione della CO2 è di tipo QUANTITATIVA e GLOBALE.
    La domanda principe da porre ad Armaroli è: se domani convertissimo tutto il parco circolante europeo, quanta CO2 globalmente risparmieremo?
    La risposta attesa deve essere in % rispetto alle emissioni globali.
    Su questo punto, a mio, parere non c’è chiarezza

    • I calcoli può farli da solo: se le vetture private in Italia contribuiscono per il 16% alle emissione globali, e nel resto dei paesi sviluppati più o meno nella stessa percentuale, vorrà dire che il passaggio all’elettrico abbatterà del 16% le emissioni della medesima area. Molto meno nella aree in via di sviluppo o sottosviluppate dove circolano meno vetture, ma dove la quota di emissioni pro capite è infinitamente più bassa.

      • Quindi noi italiani, con le sole autovetture, contribuiamo al 16% delle emissioni di co2 del pianeta. Caspita moltissimo

        • O lei capisce fischi per fiaschi, oppure cerca di prenderci in giro. In entrambi i casi è inutile che le risponda.

          • Chiedo scusa, io volevo sapere l’impatto globale (del pianeta) del parco circolante europeo, sicuramente é colpa mia che mi sono spiegato male

          • Prenda il dato dell’impatto globale dell’Europa (ma direi di tutto il mondo sviluppato, quindi anche Giappone, Stati Uniti, Australia e lo riduca del 16%.

          • I numeri se li cerchi da solo, per favore. Non sono la sua segretaria, tanto meno lo è Nicola Armaroli

          • La ringrazio per la precisazione.
            Il dato europeo è di circa il 10% (mi corregga se sbaglio), dunque la riduzione sarebbe il 16% del 10%, conferma?
            Grazie per aver completato il quadro generale

          • Carlo ha frainteso apposta, pero’ usare la parola “globali” in questo contesto effettivamente puo’ far pensare alle emissioni in tutto il mondo.

            Visto che ogni occasione di fraintendimento e’ subito colta per fare polemica, forse e’ meglio scegliere meglio le parole.

      • Forse sarebbe piú corretto dire che si ridurrebbe una quota di questa percentuale, in attesa di avere un sistema paese che produca l’energia a emissioni zero.

        • Mi pare sottinteso che il punto di arrivo sia quello. Oggi la riduzione delle emissione sarebbe fra il 50 e il 60%, domani, con il 100% di energia green, si ariverebbe ad azzerarle.

    • Mi pare di essere all’asilo.

      Maestra: “Carlo perché hai buttato la carta della caramella per terra?”
      Carlo: “Anche i miei compagni l’hanno fatto, una carta in più o in meno non fa molta differenza”

        • chiedi lumibper non accenderli.

          tra l’altro:
          come mai le tariffe delle ricariche non sono mai arrivate a 1€/kWh come pronosticavi per settembre 2022, e non ci sono arrivate né a settembre 2022 né dopo?

          non avevi il lume? 🙂

    • Questo commento insinua che a fare il cambiamento siamo solo noi “fessi” europei/italiani. Può documentarsi che in China nel 2022 su 27 milioni di immatricolazioni ben 7 milioni sono di veicoli elettrici (quindi in pratica il 25%) e conoscendo come fanno i cinesi nelle loro cose, quel 25 diventerà 100 molto prima di quanto lei pensi.

    • Non era mia intenzione insinuare nulla, ho chiesto solo un numero.
      Registro le difficoltà nel fornirlo in maniera chiara

        • Scusi Sig. Massimo, ha perso più tempo ha scrivere che lei non è la segretaria di nessuno, che i dati, come è anche giusto che sia, li possiamo anche trovare da soli online, ma visto che questo sito è stato creato per FORNIRE INFORMAZIONI su tutto quello che riguarda il passaggio al mondo elettrico, è giusto rispondere civilmente a chi che sia chieda chiarimenti. Vogliamo informare o buttarla in polemica con chi non la pensa uguale? Tanto più che fake news o meno i costruttori passeranno gradualmente ai veicoli elettrici perché seguire le normative euro 7, 8 ecc.. fino al 2035 è da FOLLI, porterebbe solo a perdite per diversi segmenti automobilistici. Il problema è che gli altri continenti non stanno tenendo il passo della politica green europea, non inquinano solo i veicoli, ma se solo l’Europa fa la sua parte la deriva ambientale continuerà la sua corsa. La Cina e l’India, da sole poco meno di 3 miliardi di persone, ci raggiungeranno nel 2050? Perché l’ambiente se ne frega se noi siamo i più virtuosi del pianeta.

          • Caro Alessandro, avrò risposto cento volte a tutte le sue osservazioni; e i dati richiesti dal lettore che lei difende li abbiamo scritti in decine di articoli, tutti visibili sul nostro sito. Io mi sono anche stufato. Rispondo a chi è interessato a capire, non a chi fa finta di non capire per provocare. A quale categoria appertiene lei?

          • “Caro Alessandro, avrò risposto cento volte a tutte le sue osservazioni..”
            Vi seguo assiduamente ma delle sue risposte ne ho perse 99, non sono l’avvocato difensore di nessuno e mi dispiace che si sia stufato a rispondere a chi, secondo lei, scrive solo per provocare ma con sole due righe di testo si evitava di rovinarsi il pomeriggio. Ognuno ha il suo punto di vista ma è ineluttabile che il futuro sarà elettrico e che all’avvicinarsi del 2035 la scelta sarà tra Supercar, per chi se le può permettere, o EV.

          • Per ora l’ho messo in biblioteca. Appena Enzo mi darà tre giorni di tregua (andrà pure a farsi un vacanza?) me lo potrò leggere.

    • Carlo provo a risponderti io. Qui vedi le emissioni globali [ https://data.worldbank.org/indicator/EN.ATM.CO2E.KT ] qui quelle europee [ https://data.worldbank.org/indicator/EN.ATM.CO2E.KT?locations=EU ]. Puoi notare 2 cose: intanto che noi europei (colpevoli di produrre troppa co2) comunque continuiamo ad abbattere efficacemente la co2 prodotta (a meno di qualche rimbalzino momentaneo) mentre il resto del mondo no e la seconda cosa è che complessivamente la co2 prodotta dall’Europa è il 7,93% del totale (dato che ottieni facendo un rapporto tra gli ultimi 2 valori disponibili della co2).

      Qui https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20180305STO99003/ridurre-le-emissioni-di-anidride-carbonica-obiettivi-e-azioni-dell-ue viene detto che auto e furgoni emettono il 15% della co2 europea. Quindi il 15% del 7.93% fa 1,19% delle emissioni globali.

      Qui https://www.eea.europa.eu//publications/co2-emissions-of-new-heavy si precisa che “Heavy-duty vehicles are responsible for approximately a quarter of CO2 emissions from road transport in the EU”. Quindi se ci limitiamo alle auto private, dobbiamo prendere il 75%. In realtà qui il dato potrebbe non essere perfetto perché sopra si parla in modo generico di “furgoni”, qui di “Heavy-duty vehicles […] road transport” e magari comprende qualcosa in più, quindi, per non essere accusati di essere faziosi, prendiamo in prestito questo altro dato [ https://www.europarl.europa.eu/resources/library/images/20220602PHT32034/20220602PHT32034-cl.jpg ] che ci dice che i furgoni pesano per il 15.36% (considerando solo furgoni e auto) e le auto per l’84.64%.

      Prendendo dunque l’84.64% otteniamo che il trasporto privato su strada delle sole automobili (quindi senza considerare furgoni e tutto il resto) pesa l’1% della co2 prodotta.

      Adesso si tratta di andare a calcolare quanta co2 si risparmia passando in massa all’elettrico, ipotizzando lo scenario “restiamo col benzina” o “passiamo tutti in elettrico” per il 2050. Questo è un calcolo complicatissimo perché occorre considerare come si costruiscono oggi le batterie e come le si costruiranno domani (2050), quanto consuma il parco circolante oggi e quanto consuma il parco circolante di domani (2050), composto da sole vetture euro 7 (e perché no, euro 8, euro 9, euro 10). Occorre considerare come produciamo l’energia elettrica oggi e come la produrremo domani e occorre considerare la co2 emessa dal diesel oggi e quella emessa dai carburanti rinnovabili domani. Occorre considerare l’efficienza dei motori a benzina attuale e quella di domani (ad esempio il 3300 diesel di Mazda ha un’efficienza certificata del 40% mentre il benzina 1.5 mild hybrid di Geely – gruppo cui appartiene Volvo, Smart, etc. – ha un’efficienza certificata superiore al 44%). E’ un calcolo molto molto sfidante.

      Quindi qua occorre dare un numero per capire nel 2050, grazie a questa legge, quanta co2 risparmiamo. Ignoriamo totalmente i progressi di benzina e diesel e dei carburanti sintetici, fingiamo di non vedere questi numeri e basiamoci solo sui numeri precedenti, ad esempio questi [ https://www.transportenvironment.org/discover/how-clean-are-electric-cars/ ] dove si dichiara che un’auto elettrica emette oltre un terzo di co2 in meno rispetto ad una vettura media europea, per la precisione lo 0,31% di emissioni. Questa conclusione inoltre non considera quanta co2 risparmieremmo se invece adottassimo tutti auto mild hybrid, full hybrid, plugin o bevx ma si limita a considerare auto “semplice” a benzina o diesel contro auto 100% elettrica.

      Concludendo: se nel 2050 tutte le autovetture private europee passassero all’elettrico, ipotizzando che non vi sia alcuna variazione da qui al 2050 sul fronte della riduzione della co2 nei 2 cicli di vita di elettrico e benzina, la co2 risparmiata a livello globale da questo switch è pari allo 0.69% di tutta lo co2 prodotta nel mondo.

      Ovviamente si accettano correzioni.

      • I dati sono giustissimi. A questi risparmi dovremo poi sommare quelli che stanno facendo la Cina (dove oggi il 25% di vendite di auto sono elettriche e presto saranno il 100% perchè questo è il loro obiettivo), quello degli Stati Uniti che stanno andando avanti nella stessa direzione. Poi ci sono gli altri regolamenti europei che riguardano il riscaldamento degli edifici e le emissioni dei siti produttivi, nonchè la transizione alle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Su questi ultimi temi la Cina sta facendo tantissimo. Non ho citato l’Australia e il Canada (che ad esempio prevede zero emissioni delle nuove auto entro il 2026). Ogni sta facendo la sua parte. Coraggio, non perdetevi d’animo la strada è lunga.

      • Cavolo che miglioramento…vale certo la pena distruggere la propria supremazia per questo risultato…e nel mentre a Lione in un vertice Ue hanno piazzato i generatori (DIESEL) per permettere la ricarica ai vari europarlamentari “green” …senza parole, non vorrei che un giorno scoprissimo non delle valigie di contanti dalla Cina, ma dei container.

        • Molto più facile che dalla Cina e dagli Stati Uniti arrivino auto elettriche a basso prezzo che distruggeranno la nostra economia mentre la nostra industria resta alla finestra a guardare pensando di essere ancora nel 1900.

        • In realtà ci sono azioni su vari fronti per ridurre la dipendenza dai fossili. La mobilità autoveicolistica è un solo fronte. Si parla molto di CO2 dei veicoli ma in aggiunta bisogna considerare altre emissioni che nelle metropoli sono insostenibili per la salute. Questo per via della elevata concentrazione di veicoli.
          Un altro aspetto che si percepisce poco di un veicolo elettrico è la ridottissima manutenzione. Non ci sono elementi che si usurano. Con la frenata rigenerativa le pastiglie freni durano almeno 3 volte di più. Il business della riparazione, a lungo termine, dovrà riposizionarsi. Per chi ne vuole conferma basta che legga i libretti di manutenzione delle vettura elettriche che prevedono solo “controlli”. Una forzatura commerciale perché il sistema di diagnosi è in grado di informare quasi in modo predittivo il guidatore su eventuali problemi tecnici. Il costo della manutenzione durante la vita utile del veicolo termico non è trascurabile.

      • Aggiungi Usa, Giappone, Canada, Corea del Sud, Australia, Svizzera, Israele, Brasile, Turchia, Europa non Ue e superi il 30% delle emissioni globali. In tutti questi, i motori a combustione del trasporto privato incidono per il 15%. Prova a ricalcolare lo switch a tecnolgia attuale, e quello con un mix energetico carbon zero.

        • Massimo solo l’Europa (e UK) ha previsto il ban delle auto a benzina, nel resto del mondo continueranno a produrre e a venderle, negli stati più “proibizionisti” le plugin sopravviveranno.

          Se devo modificare i dati e considerare il miglior mix energetico allora devo inserire anche i vantaggi di biocarburanti, euro 7, etc. etc. e credimi il calcolo verrebbe a sfavore delle auto elettriche. Quindi meglio evitare.

          Lo 0.69% non è un dato negativo. E’ un buon dato. Difficile spingere oltre questo. Se volessi falsificare tutti i dati per cui l’auto elettrica emette 0 grammi di co2 in tutta la LCA arriveresti a malapena all’1% e capisci che non ti cambia tantissimo. Dopotutto quella che rischi di mettere in ginocchio è solamente la prima industria europea, la principale responsabile del nostro pil. E se poi si viene a sapere (come si sa ma lo sanno in pochi) che gli allevamenti intensivi sono responsabili di molta più co2 di quanto fanno le auto (addirittura sono arrivati a stimare il 68% di tutta la co2 mondiale) il giochino vi si rompe in mano.

          Avrei da obiettare molti altri punti esposti dal prof. Armaroli (quasi tutti non sono condivisibili ed è facile anche rispondergli) ma invece, visto che oggi mi sento buonissimo e visto che, aldilà di quello che credono in molti io non ce l’ho affatto con l’auto elettrica (diversamente non sarebbe il mio prossimo progetto d’auto …), senza voler perdere il mio punto di vista sulla verità dei numeri, invito tutti coloro che vogliono la morte del motore a benzina (io non rientro tra questi) a usare la migliore arma che avete, ovvero abbandonare il discorso co2 (perché i numeri sono questi Massimo, non puoi infiocchettarli e anzi, se avessi usato i dati detti a braccio da Armaroli sarebbero venuti ancora più bassi) e pestare pesantemente sul discorso dell’inquinamento atmosferico nelle grandi città.

          Sempre perché a me non interessa vincere ma mi interessa che il confronto tra tesi diverse non sia alterato da dati truccati, riconosco (pur, lo ribadisco, non condividendo l’estremismo del provvedimento che avrà invece un effetto opposto) che voi avete quest’arma potente che state usando poco concentrandovi solo sulla co2. Smettete di parlare di riscaldamento climatico e pestate forte sull’inquinamento delle città. Lì tutte le ricerche vi danno il 100% di ragione, i numeri sono impressionanti (certo, in alcune città, non in tutte) e usate l’argomento salute: nessun “negazionista” (ma che brutti gli epiteti!) potrà opporre altri numeri o ricerche. E infatti il Prof. Armaroli l’ha fatto: a un certo punto si è giocato la carta della qualità dell’aria nelle città.

          C’è solo un piccolo problema: l’Europa sta introducendo questo stop non sul presupposto dell’inquinamento ambientale delle grandi città bensì su quello della co2. Dove il rapporto tra costi/vantaggi sono, lo dicono i numeri, quelli esposti. Pensiamo quanto ci costa costringerci tutti in elettrico nel 2050 e pensiamo che vantaggio finale misero otteniamo in termini di co2.

          • Caro Enzo, credo che sia venuto il momento di firmarti con nome e cognome. Il tuo contributo costante e indefesso a questo blog lo richiede. Specie nel momento in cui ti metti a confutare le opinioni (basate su peer review bada bene) di uno scienziato come Armaroli. Tirare il sasso e nascondere la mano suvvia non è elegante.

          • Io mi sono presentato alla redazione, che mi conosce. Se vuoi posso mettere le mie contestazioni sia in forma scritta che in un video, non ho problemi. Alcune le puoi leggere anche qui nelle risposte ai commenti degli altri amici di VaiElettrico.

          • In cinque anni l’amico Enzo ha scritto 6.330 commenti (!!). Questo è l’unico che condivido al 100%.

          • @Enzo: voglio dire: una opinione si valuta e si pesa. E’ importante quello che si dice ma anche chi lo dice. Io apprezzo i tuoi contributi, sono sempre interessanti e stimolanti. Li apprezzerei di più se avessi un’idea di chi sei. Specie come ho detto se, forse in un momento di particolare autostima, liquidi un accreditato scienziato come se abbia profferito affermazioni evanescenti (“….è facile rispondergli”).

          • Enzo, come per il COVID-19, l’obesità, il fumo, la droga, l’inquinamento, gli incidenti stradali, gli immigrati clandestini, la guerra, o l’alcool, c’è una “soglia di tolleranza culturale alle morti di massa”, per indifferenza, per disinformazione, per menefreghismo.

            Ad esempio, nell’ultima settimana consuntivata e comunicata dall’ISS

            https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_bollettini_18_fileBollettino.pdf

            risultano 244 morti, che, detti così, farebbero inorridire chiunque, visto che, al primo singolo malcapitato falciato sulle strisce pedonali il TG1 e il TG5 dedicano servizi con inviato e cameramen che riprende le strisce pedonali stesse (la qual cosa, si sa, ha grande contenuto informativo, in particolare per evitare il ripetersi dello stesso dramma). Per gli altrettanto malcapitati 244 morti “investiti dal virus” invece nemmeno quasi più un cenno grazie forse anche alle direttive di Giorgia Magna di declassare quelle morti appunto tra le tante morti di massa tollerabili.

            Ora domandati, oltre i numeri, perché è difficile bandire certe sostanze/comportamenti che, dal punto di vista medico-scientifico, sono ampiamente dimostrate essere in vari gradi e vari modi velenose/tossiche/climalteranti?

            – idrocarburi
            – alcool
            – tabacco
            – coloranti alimentari/tessile
            – …

            La tua proposta sarebbe di tollerare le morti di massa come facciamo con tutti gli altri comportamenti/sostante “per il bene di tutti” (PIL)?

      • “ad esempio il 3300 diesel di Mazda ha un’efficienza certificata del 40% mentre il benzina 1.5 mild hybrid di Geely – gruppo cui appartiene Volvo, Smart, etc. – ha un’efficienza certificata superiore al 44%”
        Quindi, dato che un kg di gasolio consta di 10,7 kWh di energia e l’efficienza è del 40%, significa che è in grado di sfruttarla per 4,28 kWh? Io con 4,28kWh a valori WLTP percorro 30,14 km e ora immaginiamoci che l’efficienza della mia Tesla sia esattamente del 100% teorico, perchè mi piace perdere facile.. La Mazda di cui tu stai parlando, è omologata WLTP per 30,14 km, vero? OPPSSSSS!!! è omologata WLTP per 20,4 km/lt!!!
        Ma come, è peggiore del 33% del teorico? E considera che io ho supposto che Tesla avesse efficienza 100% che è ovviamente impossibile.

        Enzo, non ciurliamo nel manico, per favore. Nessun motore termico installato in una macchina che non sia una full hybrid potrà MAI eguagliare una elettrica.

        • Ciao Guido, col tuo commento mi consenti di chiarire un cortocircuito nel quale, secondo me, è caduto anche il prof. Armaroli. Lo dico col massimo rispetto per entrambi. L’efficienza del sistema motopropulsivo non è affatto importante come sia il professore che tu e tanti altri credete che sia. Anzi, quasi quasi si può dire che state prenendo un abbaglio.
          E’ molto semplice se lo si vuole capire, provo a spiegarmi in modo elementare. Auto elettrica con energia prodotta da fonti green, ad esempio fotovoltaico. Fonte primaria dell’energia: il sole. Il sole irradia la terra, tramite un pannello fotovoltaico con un’efficienza del 23% questa energia viene catturata e immessa in rete dove finisce per ricaricare, con una efficienza anche del 98% l’auto elettrica dove qui viene trasformata in moto con una efficienza del 99%.
          Auto a benzina: fai un buco nel terreno dove prendi il petrolio che è già lì, non lo devi creare, devi solo prenderlo. Poi lo lavori un po’ e poi lo porti nei distributori dove viene immesso nei serbatoi delle auto dove il gruppo motopropulsore con un’efficienza di poco inferiore al 40% lo trasforma in moto.
          Quindi come essere umani possiamo scegliere se prendere l’energia dal sole (è lì, già pronta) e trasformarla in moto o prenderla dal sottosuolo dove ci sono i giacimenti di petrolio (è lì, già pronto) e trasformarlo in moto. Con quale criterio scegliamo?
          Ebbene il criterio, che poi dipende da un mix di fattori, è totalmente svincolato dall’efficienza del gruppo motopropulsore e anche dall’efficienza di tutta la catena di trasformazione e trasporto dell’energia (in formato “puro” o come vettore energetico). Oggettivamente in tutto al mondo, inclusa la comunità scientifica, non frega niente a nessuno. A me (ma a chiunque altro) non frega niente se l’energia la prendi dal sole, dal vento, dall’acqua, dal petrolio, dal geotermico, dall’idrogeno o dal magnetismo terrestre né mi frega in tutto questo processo le perdite. E’ chiaro, lapalissiano che più il processo dalla “culla” alla “bara” o meglio in questo caso dalla fonte dell’energia al pneumatico più elevato è e meglio è ma non ha nulla a che fare col criterio con cui si sceglie la soluzione A o B.

          Le domande che ci dobbiamo porre sono ben altre, tra cui:
          – emissioni
          – disponibilità/reperibilità
          – logistica (compatibilità con le esigenze)
          – costo (di cui l’efficienza è solo una componente)

          Ipotizziamo per un attimo che le emissioni del petrolio fossero pari a zero. Tutto il mondo in modo concorde direbbe che è la migliore fonte per alimentare le auto. Perché? Perché 1 litro di benzina esentasse costa 0,769 e spostarsi a benzina costerebbe meno che spostarsi in elettrico e non ha tutti quei problemi che l’elettrico ha su logistica colonnine, autonomie, etc. Poi causa tasse e accise la benzina costa di più, a questo aggiungi l’inquinamento e quindi si usano queste 2 chiavi per convincere le persone a passare all’elettrico. Se il petrolio non inquinasse e i giacimenti fossero più abbondanti degli attuali nessuno si sognerebbe di parlare di elettrico, nonostante l’elettrico ha un motore più efficiente perché semplicemente costerebbe di più.

          Se non ti ho convinto, ti fornisco una controprova. Immaginiamo per ipotesi che la tecnologia fuel cell non esista ma che esista solo la h2ice, ovvero l’idrogeno bruciato in un normale motore a scoppio. Ebbene, hanno scoperto che la teoria di alcuni scienziati che nel mondo esistono giacimenti naturali di idrogeno è corretta (questa non è una ipotesi, è un dato di fatto). Nel primo giacimento trovato, davvero enorme, l’idrogeno è ad uno stato di purezza del 98%. Perfetto. Ora, il motore h2ice non ha un’efficienza del 100% ma, ipotizziamo, del 50%. Se questi giacimenti di idrogeno (di cui oggi nessuno conosce il numero) domani si scopre che sono ubiqui e contengono enormi quantità di idrogeno, saremmo tutti a trivellare per prelevare l’idrogeno e infilarlo nel motore h2ice fregandocene del fatto che il motore è meno efficiente. L’idrogeno è lì, devi solo allungare la mano e prenderlo.

          L’errore grave che commettete dunque sia tu che il professore è questo: se tu l’idrogeno nel pozzo non lo prendi, semplicemente lo lasci lì inutilizzato. Se tu decidi di non andare a benzina, tutto quel petrolio, ovvero tutta quella gigantesca quantità di kWh, la lasci lì, il che, per paradosso, è uno spreco maggiore che non invece utilizzarlo. Hai un’energia infinita che la natura ci ha donato, sottoterra, devi solo andarla a prenderla, raffinarla e usarla e la lasci lì, non la tocchi, solo perché il processo di conversione non è efficiente al 100%? Non ha senso.

          Ha invece senso lo schema che ho proposto io sopra. La voce costo, se vogliamo, è quella che è più impattata dall’efficienza ma a me non interessa affatto il singolo valore dell’efficienza, mi interessa tutta l’equazione e in particolare il risultato finale, ovvero il famoso costo al km. Certo è che se il risultato finale è truccato dalla tassazione e dalle accise, allora la bilancia è truccata …

          • Mamma mia…. non ho tempo per replicare a tutte le corbellerie. Solo una: il (presunto) rendimento del 40%:
            -quello è il rendimento (presunto, ho dubbi al riguardo) del solo motore, misurato a pieno carico (cioè al 100% della potenza)….. viaggi sempre con il pedale a fine corsa come a indianapolis o Monza?

          • Ora non ho tempo di debunkare il fiume di parole che hai postato.
            Leggendo in modo sparso almeno un paio di errori nel tuo ragionamento li ho già visti, e sono anche già stati spiegati in passato.
            Ora cosa vogliamo fare? Devo continuare a spiegare come si scalda l’acqua? Ho cose più interessanti da fare…

          • A Enzo basta spiegare che l’acqua si può scaldare sul fornello a gas, accendendo un fuoco, con la fiamma ossidrica. Oppure al sole, che è meno efficiente ma è infinito, gratuito e non inquina. Due righe e anche un bambino capisce che la sua indigesta pappardella non ha senso.

          • L’errore grave che commettete dunque sia tu che il professore

            Ti rendi conto? A parte metterci sullo stesso piano, significa che non hai la cognizione delle tue conoscenze. È la definizione di ignorante, colui che ignora di ignorare.

            Enzo, ti fosse sfuggito, gli idrocarburi si sono formati in centinaia di milioni di anni e tu stai dicendo che è uno spreco non liberarli tutti contemporaneamente in atmosfera in un secolo? Questo hai capito?

            E tiri fuori la tassazione?

            E non hai capito che ti stavo smentendo l’unico dato inoppugnabile perché non ho tempo e voglia di affrontare tutto il resto?

          • @Enzo: confermo quello che ho detto sopra in un’altra risposta, il tuo livello di autostima ha forse raggiunto livelli di guardia. Francamente il pistolotto qui sopra mi ha strappato più risate che riflessioni.

          • @Enzo:
            “Le domande che ci dobbiamo porre sono ben altre, tra cui:
            – emissioni”
            __________________
            Oggi e non da oggi, devi fermarti qui.
            Questo è l’enorme problema, ed è enorme tanto per l’inquinamento (che riconosci) quanto per il riscaldamento (ancora più enorme) e fingi di non riconoscere.
            Il riscaldamento cambia il clima, cambia le correnti, cambia le precipitazioni, cambia la disponibilità di acqua, cambia la vita.
            Non vi interessa nulla?
            Siete così vecchi e cinici da pensare solo al vostro conto corrente?
            Ci sono veramente depositi di idrogeno in natura? Tirateli fuori oppure prima volete distruggere l’elettrico (il sole è per ora ancora gratuito) per poi imporre l’idrogeno magari a prezzi ben superiori alla benzina?
            Quando vi farete uomini?

        • Guido non puoi confrontare i rendimenti di un motore a combustione interna con uno elettrico. Il primo usa una fonte di energia primaria, il secondo una fonte di energia secondaria. Mi stupisce che un errore così grossolano venga ripetuto continuament. Il ragionanento, che con il rendimento non c’entra nulla, sta nel risparmio di CO2. Indipendentemente dal rendimento dell’auto elettrica, che è comunque molto basso, la CO2 prodotta sarà tanto minore quanto maggiore la quota parte di rinnovabili. In Italia la produzione nazionale di energia elettrica sfiora il 70% da fonti fossili. Questo mese quasi il 20% di energia elettrica è stata importata e non è un bel dato.

          • Concordo, quindi è necessario e velocemente aumentare a dismisura l’energia da rinnovabili.
            Per fare questo è necessario investire tanto in infrastrutture, inquinando e riscaldando ora per smettere di farlo (in gran parte) nel futuro, meglio se prossimo.

      • Si parla di quanto incida il trasporto privato europeo a livello mondiale sulla co2 e il buon Enzo fornisce come al solito dati in quantità.
        Eppure, strano ma vero, all’Europa che incide relativamente, alcuni dicono che vanno aggiunti questi e quelli per arrivare al 30%.. non si stava parlando a livello europeo? Cosa c’entrano tutti i paesi menzionati poi?
        Ragionando sul fatto che il trasporto è a grandi linee un quarto del totale (assieme a industria, agricoltura e produzione elettricità/riscaldamento) di co2 prodotta, ne consegue che 1.6 x 4 = 6.4% EU. Una scoreggia: eppure siamo qui a rompere che dobbiamo cambiare paradigma noi..
        Ho letto finora solo 2 commenti interessanti e sensati: questo di Enzo e quello di Luca bosi. Velo sui capricci dei restanti

        • Cristiano, l’argomento riguardava le fake news che girano sul web e purtroppo anche alla TV sulle BEV. E tu di undici punti ti soffermi su uno solo. Ci sono in realtà innumerevoli punti a favore delle BEV. Sono capricci per te l’efficienza 4 volte maggiore? O i risparmi sull’uso? O l’affrancamento dalle importazioni di petrolio? O la grande occasione in termini di sviluppo e occupazione data dalla conversione? E tu ti soffermi su uno solo. E a mio parere sbagli pure su quello: se ascolti bene abbiamo una responsabilità storica sul riscaldamento globale, ed è vile ignorarla.

          • è tutta colpa dell’Europa..
            questo mi stai dicendo?
            quindi se da domani togliamo l’1.6% dei trasporti europei, aria e clima globale miglioreranno sensibilmente? assolutamente no
            è come chiudere l’artigiano di fianco alla grande industria da migliaia di dipendenti e pensare di aver risolto. sarebbe da fare l’esatto contrario
            l’efficienza del motore nulla ha a che vedere con il clima, così come l’affrancamento dal petrolio altrui (però compriamo elettricità dall’estero, giusto per affrancarci..) e neppure la presunta possibilità di occupazione.
            come è già stato detto, neppure la nobile ed ecologica Norvegia, così attenta al clima ecc, smette di estrarre petrolio e gas da rivendere: mi aspetterei da loro coerenza e che chiudessero tutto, però evidentemente la loro economia collasserebbe.
            nessuno gli parla di possibilità di occupazione con l’elettrico? strano.. evidentemente certe menate funzionano solo qua.

            comunque, il mio commento era in risposta/integramento a quello di Enzo, non al tema dell’articolo che trovo alquanto esilarante

          • Come dicevano i latini: “Risus abundat in ore stultorum”.
            Le faccio un breve elenco dei paesi che hanno già deliberato lo stop alle auto elettriche, così smette di ridere. Dal 2035 Austria, Azerbaigian, Belgio, Canada, Capo Verde, Cile, Cipro, Croazia, Danimarca, El Salvador, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito, California, New York. Dal 2040: Armenia, Repubblica Dominicana, Ghana, India, Kenya, Marocco, Messico, Paraguay, Ruanda, Turchia, Ucraina.

          • Massimo, ho visto che ha postato lo stesso elenco in altro commento: non si stava parlando dell’Europa? Quindi che senso ha ribadirne i paesi membri separatamente sommati ad altri tipo India o Australia?
            Così da l’impressione che siano di più?
            Mi piacerebbe (e sarebbe auspicabile) che quando si vuole trattare di argomenti complessi lo si facesse nella loro totalità affrontando TUTTI gli aspetti, politici, socioeconomici, industriali, conseguenze sul territorio e quant’altro.
            Si chiede a un professore sulle “fare news” dette in tv e molti che costantemente deridono altri (basta scorrere i commenti) pretendono serietà sull’argomento..
            Come ho già scritto, Enzo, Luca bosi e xardus hanno scritto cose sensate. Con Enzo non era d’accordo al 100%?

          • Quell’elenco smentisce chi sostiene, come Enzo, che solo l’Europa vieterà le termiche dal 2035.

          • massimo: se dai 41 da lei elencati togliamo i 27 europei (EU), ne rimangono 13, di cui 11 dal 2040.
            nel mondo di nazioni ce ne sono 193: direi che ha dimostrato l’esatto contrario di quello che voleva smentire..
            poi se vuole la ragione gliela do

          • Volevo solo dire che l’Europa non è la sola ad avere imposto il ban (per ora). Con gli altri Paesi citati copre quasi il 30% del circolante mondiale. Tutti i 193 paesi hanno firmato l’Accordo di Parigi: in qualche modo dovranno azzerare le emissioni entro il 2050.

    • Se l’impatto è il 10% siamo nel migliore delle al 16 del 10 quindi 1,6. Però questo nel migliore delle ipotesi perché ad oggi e ancora per molti anni il mix energetico è ben lontano dall’essere 100% rinnovabile e ad emissione. Quindi nel migliore dei casi parliamo dell’1% o poco più a fronte di costi economici non secondari

      • Ci sono due punti cardine però:

        1) I costi economici non secondari lo decideranno gli sceicchi, quando per loro sarà più conveniente.
        2) Si può anche ignorare cosa sta succedendo nel mondo ma quando la benzina costerà 4€ al litro cosa metterete nel serbatoio? Vedremo…

  9. Sempre chiaro e comprensibile il prof. Armaroli…anche se non sono una scienziata le cose dette si comprendono usando il buonsenso…credo che condividerò il video ad alcuni miei conoscenti che continuano a menarla con i biocarburanti👍🖖

    • Ho apprezzato lo stile divulgativo che ha tenuto, rivolto alla massa piuttosto che ai finti scienziati che poi non capiscono nulla.

  10. Gli argomenti sono condivisibili ma vorrei fare un’osservazione per fare riflettere quelli che vedono (solo) nel passaggio all’elettrico ed al favor per le rinnovabili la soluzione del problema delle emissioni di CO2 da parte delle autovetture: pensiamo a cosa cavolo succederà quando si riuscirà a motorizzare l’Africa dove in uno dei paesi più evoluti come l’Egitto i veicoli pro capite, inclusi camion, furgoni ed autobus, sono molto meno di un decimo di quelli italiani (nelle aree africane più depresse siamo a meno di 10 veicoli per 1.000 abitanti). E dati simili vi sono in Centramerica ed America latina per tacere di ampie zone dell’Asia.

    Certo, motorizzare quelle regioni col ciclo otto sarebbe peggio, direte voi, ma è proprio quello che accadrà, visto che lì di “tagliole” elettriche del 2035 non se ne parla! Solo in India, dove circolano secondo dati aggiornati circa 15 auto ogni 1.000 abitanti, mi pare si sia pianificato lo stop alle termiche.

    Onestamente mi domando perché nessuno abbia fatto una simulazione di cosa accadrebbe se il tasso di motorizzazione aumentasse anche solo del 10% in quelle aree anche perché si tratterebbe con ragionevole certezza di usato termico non nuovissimo. Di sicuro nell’IPCC 2022, che ho letto un paio di volte, non ci hanno pensato e la cosa mi lascia perplesso perché la globalizzazione rende necessario vendere ovunque ed è solo questione di tempo. Si tratta di un processo già in atto. Io qualche simulazione spannometrica l’ho fatta ed i risultati sono catastrofici.

    La verità è che siamo seduti su una bomba ecologica rappresentata dall’evoluzione socio-economica dei paesi poveri e, con l’aria contrita da occidentali che si sentono sempre colpevoli di tutto ed al centro del mondo anche quando contiamo come il due di picche a briscola, ci stiamo preoccupando quasi solo delle nostre emissioni senza considerare il tasso di motorizzazione dei paesi poveri destinato certamente a mutare. D’altronde il pattern degli ultimi 25 anni è: delocalizzazione, aumento degli stipendi nell’area in cui si trasferiscono le aziende, trasformazione degli operai ed impiegati da acquirenti dei beni prodotti in loco a consumatori dei prodotti mainstream delle multinazionali, assimilazione dell’area ex povera al regime di vita occidentale (agli appassionati di Star trek saranno venuti in mente i Borg e le analogie ci sono!) nuova delocalizzazione altrove, consumi che rimangono alti almeno per qualche anno. E questi ex poveri vorranno pur comprarsi una macchinetta, chiedere alla Romania che partendo dalle vecchissime Dacia è già arrivata ad oltre metà del tasso italiano… Dinamiche simili si sono realizzate anche in alcune delle aree di influenza cinese e russa all’estero.

    Adesso in India ci sono solo 21 milioni di vetture per 1.400 milioni di persone, provate a pensare a tassi pro capite europei, che sono molte decine di volte maggiori, e vi spaventerete come ho fatto io. Fossero pure tutte elettriche e riuscissero gli indiani non si sa come ad usare solo fonti rinnovabili, le emissioni di CO2 da pareggiare per la produzioni di 950 milioni di vetture (proporzione con il tasso italiano) calcolate per difetto sarebbero ampiamente maggiori di quelle dell’intero parco termico circolante in Italia, Francia e Germania e si tratterebbe di quasi 4 volte le auto circolanti in Europa che sono solo 250 milioni.

    Spiace dirlo, ma le previsioni sulla riduzione della CO2 di fronte alle misure odierne hanno la stessa scientificità della condotta di quegli sciatori che, siccome loro sono bravi, scendono a palla facendo lo slalom tra chi li precede, considerandoli birilli che non si dovrebbero mai muovere, e regolarmente accade il disastro. Ecco, i “birilli” ovvero i paesi in evoluzione socio-economica, ci riserveranno amarissime sorprese. Anche perché molti sono incontrollabili per ragioni geopolitiche,

    Il guaio è che la visione dell’IPCC 2022 è davvero fortemente ideologizzata ed è tutta fondata sull’idea vetero positivista ed in fondo anche un po’ inconsapevolmente ed ingenuamente marxista che si possa risolvere la questione delle emissioni seguendo il “progresso”, ovvero favorendo alcune tecnologie rispetto ad altre senza minimamente prevedere contrazioni della produzione, dei consumi e delle abitudini, mentre la questione vera ed imprescindibile è che queste misure possono avere un buon grado di efficacia nell’occidente sviluppato laddove il consumismo è già radicato, ma sono semplicemente ridicole per il resto del mondo che, se andrà avanti a svilupparsi ed a consumare sempre di più (e come potremmo impedire ai poveri di cercare autonomamente il benessere che noi non vogliamo o non possiamo condividere con loro con l’attuale modello di sviluppo?) trascenderà l’efficacia dell’uso di qualsivoglia tecnologia c.d. “green”.

    Se un medico applicasse ad un paziente cardiopatico la stessa logica dell’IPCC 2022 gli direbbe di fumare, bere e mangiare ciò che preferisce perché tanto le cure saranno sempre più efficaci e di aver fiducia nel progresso perché il meglio deve ancora venire. Tutto il piacere senza conseguenze. Botte piena e moglie ubriaca. Ordine ed anarchia: facciamo la rivoluzione sottobraccio con i Carabinieri, come celiava Indro Montanelli. La fiera dell’ossimoro e della deresponsabilizzazione: ci sono centinaia di pagine dell’IPCC 2022 in cui si discetta del fatto che aumentare il verde sarebbe cosa buona per ridurre la CO2 (hai visto mai che questi sedicenti geniacci abbiano un’idea di come funziona la fotosintesi?) ma che poi disturberemmo i piccoli coltivatori e che, allora, è meglio puntare sull’elettrico e sulle fonti rinnovabili e poi ci sono pure le differenze di genere, per Diana! Viene un pochetto il dubbio che ci facciano più che esserci e, come ho già detto, il report ha natura dichiaratamente politica e di moral suasion, come si dice sovente, e non ne consiglierei la lettura nemmeno al mio peggior nemico, ma io rimango complessivamente pro elettrico ed ho dedicato qualche ora di lettura veloce e memorizzazione ad un testo che quasi tutti citano senza averlo visionato per intero.

    Quale la conclusione di questo pistolotto? Probabilmente un’infelice decrescita dei consumi da parte dell’occidente sarebbe l’unico efficace volano per diminuire la CO2 in modo strutturale ma nessuno vuole ammetterlo perché non fa fare soldi, anzi. Basterebbe poi mettere dazi qua e là in modo protezionistico o adottare la consolidata politica fiscale degli Usa sui redditi delle società americane all’estero e vedi come diminuirebbero le delocalizzazioni e la crescita dei paesi poveri. Ah, già, abbiamo firmato qualche trattato di troppo e non possiamo. E’ anche vero che ciò metterebbe in ginocchio molti paesi in via di sviluppo e creerebbe problemi alla stessa Cina ma, a mali estremi, estremi rimedi… Di sicuro, non è ciò che accadrà e, credetemi, la colpa non sarà dei petrolieri: i ricchi veri cadono quasi sempre in piedi e gli shareholders avranno già comprato le azioni di Tesla o di chi per essa, saranno giusto i benzinai a perdere l’impiego.

    Poi io sono un liberale ed il tipo di medicina sopra descritto ontologicamente mi disgusta, ma ce ne sarà un’altra efficace? Boh, mi arrendo al dubbio: dubito ergo sum electricus:)

    • Condivido anche gli spazi tra le parole, purtroppo i suoi sono temi di “poca presa”, meglio gridare per sperare di farsi ascoltare…

      • Hanno poca presa perché è praticamente impensabile motorizzare l’Africa, l’India e compagnia bella con mezzi a combustione. Se capitasse rimarremmo a piedi anche noi nel giro di pochissimo. Per cui le argomentazioni non fanno altro che confermare che lo scenario migliore non possa essere che quello di operare una transizione per ridurre l’uso dei fossili.

        • Provo a spiegarla meglio: il problema sono i miliardi di morti di fame che stanno cercando di avere qualcosa di piú di un tozzo di pane. nel momento in cui arrivano all’equivalente dei nostri anni ’60, potranno permettersi una vettura come le nostre 600 e se ne fotteranno (perdonate il francesismo) delle nostre idee. Se invece avranno auto elettriche, ricordo che al momento l’India produce la sua energia al 54% con il carbone, al 30% con il petrolio e al 8% con il gas. Trascurando la diffusione dell’uso di letame per riscaldamento e cucina..

          • Però i raggi del sole cadono anche su ogni metro quadro dell’India e anche là, salvo smentite, soffia il vento ed entrambi costano decisamente meno, visto che non li dovrebbero pagare al dittatore di turno.

            Mentre carbone, petrolio, metano, uranio e sterco sono risorse che hanno origini “puntuali”: chi ha quei punti di origine nel suo territorio può fare dipendere un po’ da sé altre nazioni. Sole e vento, oltre a non ammazzare i nostri figli e nipoti, sono più equamente “distribuiti” delle fonti fossili.

            A meno che lei non voglia concedere nessuna possibilità ai “miliardi di morti di fame” lasciando che si intossichino come abbiamo fatto noi quando l’atmosfera era ancora ben più pulita di quella che loro si ritrovano incolpevolmente oggi.

            Grazie, però, per la bella immagine di Putin grande esportatore di sterco, che è nata nella mia mente leggendo la sua citazione del copro-riscaldamento domestico!

    • Se c’e’ una cosa che non manca in Egitto e’ il sole…

      E l’aumento di motorizzazione “di massa” privilegera’ soluzioni che tenga conto delle reali necessita’ piuttosto che dei desideri: se “e’ necessario” spostarsi per 20km al giorno, ma “sarebbe bello” poterne fare 800, la maggior parte degli acquisti tendera’ alle soluzioni che permettono di fare il necessario o poco piu’, piuttosto che al sogno di fare millemila chilometri tutti d’un fiato senza soste.

      E faccio notare che, almeno in Asia, i ciclomotori elettrici sono in forte crescita.

    • “Il guaio è che la visione dell’IPCC 2022 è davvero fortemente ideologizzata ed è tutta fondata sull’idea vetero positivista ed in fondo anche un po’ inconsapevolmente ed ingenuamente marxista che si possa risolvere la questione delle emissioni seguendo il “progresso””
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      vede bosi lei è “inconsapevolmente ed ingenuamente” intriso di vetusto capitalismo, di quel sistema basato su quelle imbecillità assolute note come denaro e proprietà privata cause di ogni conflitto della storia umana e freni del progresso, quelle idiozie che spingono lei ad acquistare un’auto che rimarrà ferma il 96% del tempo perché è ‘sua’ ( auto magari utilitaria ma poi una volta le servirebbe un suv per la gita in campagna, una volta un furgone perché ha comprato il frigo, una volta una rolls royce per la serata al night, ecc. ), che spingono ogni inquilino di un condominio di 100 appartamenti ad avere ognuno la ‘sua’ grattugia elettrica, il ‘suo’ frullatore, la ‘sua’ bicicletta’, il ‘suo’ motorino’, la ‘sua’ cucina
      ecco, nel futuro in cui le cose le faranno tanti Optimus le auto andranno a zonzo da sole e la distribuzione della ricchezza ‘denaro’ tramite il ‘lavoro’ (sua peculiare opera che qualcuno è disposto a retribuire) sarà impossibile perché lei non serve è presumibile avvenga un ripensamento ‘marxista’ , a lei non serve un’auto di proprietà, serve una auto che la porti dove vuole, a lei non serve la cucina serve il cibo che gradisce preparato come lei vuole, a lei non serve una stanza colma di vestiti e scarpe, lei può indossare solo un vestito e un paio di scarpe per volta, non serve possedere 1.500 appartamenti, lei ha un solo culo
      legga
      https://www.forbes.com/sites/worldeconomicforum/2016/11/10/shopping-i-cant-really-remember-what-that-is-or-how-differently-well-live-in-2030/

      • Vedi, o omonimo, io i testi sacri del marxismo li ho letti di prima mani e, credimi, sono la cosa più vicina al fanatismo religioso che si possa immaginare. Il materialismo storico, ovvero l’idea che la storia abbia una direzione in cui andare in modo idefettibile è la negazione del libero arbitrio. Per chi ne ha nozione, è molto simile al pecca fortiter dei protestanti, perché tanto la salvezza dipende là dalla volontà della divinità, mentre nel marxismo dalla circostanza fortuita di trovarsi dalla parte giusta della storia. Anche quando non ci sono cartelli che indichino da che parte mettersi.

        I neo o vetero marxisti dicono sempre che c’è da distinguere tra socialismo reale e socialismo ideale, ma semplicemente non hanno capito nulla del marxismo “filosofico” perché, senza capire Hegel, non si capisce un accidenti di Marx e, se arrivasse un regime che mettesse in atto i “sacri testi” alla lettera, farebbe né più né meno ciò che fece Lenin. Attento se sei dalla parte dei kulaki.

        A me gli unici comunisti simpatici sono quelli come i miei nonni o come quelli che facevano le salamelle alla festa dell’Unità. Gente semplice che vedeva il marxismo come la riscossa dei poveri e sbagliava simpaticamente i congiuntivi: persone deliziose da frequentare. Quando uno ha studiato e continua a credere nel marxismo (peggio ancora se crede nelle altre derive hegeliane come fascismo o nazismo che hanno succhiato dalle stesse mammelle) allora vuol dire che ha studiato poco, male e non ha capito nulla.

        Detto questo, visto che mi dai dell’imbecille, posso alzare lievemente i toni e ti suggerisco di non credere alla dicotomia da fessacchiotti tra comunismo e capitalismo. Non credere neppure a quelli di sinistra che, per criticare nazioni formalmente socialiste, le accusano di fascismo (quand’ero bimbo parlavano di “compagni che sbagliano”).

        Sono tutte bubbole: l’unica distinzione, dall’età della pietra, è la disposizione d’animo di chi brandisce la clava, Laddove il cavernicolo è magnanimo, sorge la democrazia e spesso attecchisce, quando è più incazzoso o più stupido ed avido, abbiamo la dittatura, Il potere è fondato sulla paura, vedi il Leviatano di Hobbes, ed il consenso nasce dal conformismo, che è un corollario della paura.

        Il capitalismo, inteso come un veramente libero mercato, non è mai esistito e la mano invisibile ad Adam Smith l’hanno tagliata in culla perché l’economia non parte mai da una tabula rasa e le informazioni non sono mai disponibili per tutti, sicché il mercato è truccato come la roulette ed il banco vince sempre. La Cina è, di converso, la dimostrazione della vittoria del capitalismo inteso come convenienza per il potere del fatto che il popolo abbia un minimo di libertà economica, anche quando quella politica è minima. La libertà economica è come la speranza. Marx ci aveva quasi azzeccato quando disse che la religione è l’oppio dei popoli, ma sarebbe più proprio dire che lo è la speranza: un popolo senza speranza fa spesso la rivoluzione.

        Il sistema economico globale, con tutti i suoi accordi ridicoli che vincolano solo i paesi che non sono militarmente attrezzati, è un vuoto simulacro. Tecnicamente si chiama patto leonino.

        Io sono perfettamente conscio, perché ho fatto i calcoli già dai tempi del liceo, che si potrebbe lavorare due o tre ore al giorno e garantire (in termini di PIL pro capite) un tetto sulla testa e la cena in tavola a tutto l’orbe terracqueo ma questo non avverrà mai, perché la molla che spinge l’umanità è l’egoismo e le basi sono biologiche, non socio-culturali. Perciò non ci sarà un Eldorado ecologico con la gente in spiaggia a bersi l’Oransoda o, per i nostalgici dell’URSS, l’aranciata Morango, mentre gli automi lavorano. Non ne sono contento, anzi, ma così è e sarà. Non so nemmeno se mi piacerebbe una vita da castori (come Mazzini definì l’idea marxista) ma è difficile da dire, perché siamo comunque condizionati dall’ambiente e nemmeno noi possiamo fare tabula rasa. Di sicuro, io non sono mai stato spinto dai soldi dei quali, pur non avendone moltissimi, me ne sono sempre signorilmente fottuto come se fossi nato principe regnante. Punto.

        Di conseguenza, il tono un po’ saccente e sprezzante della risposta non trova terreno fertile. Di intellettualmente vetusto non ho proprio nulla, io sono post-post moderno perché non mi bevo nessuna ideologia: la differenza tra me e la maggioranza delle persone è che le mie conoscenze non sono limitate alla mia professione ma a vari campi della conoscenza e spesso sono molto approfondite e, pertanto, è difficile mettermi in difficoltà con un paio di link a caso. Laddove sono ignorante, taccio, ascolto ed apprendo. Quando faccio un’affermazione di 3 righe è perché ne ho lette almeno 36.000, perché detesto l’improvvisazione dei miei simili che spesso parlano senza cognizione di causa.

        Su quelli che hanno redatto l’IPCC 2022 io so moltissimo ed ho anche verificato le fondazioni che sostengono il loro gruppo e mi spiego perfettamente quello che scrivono per entrambe le ragioni e non sono tutte motivazioni nobili. Detto da uno come me per cui gli esseri umani hanno tutti la stessa dignità ed i medesimi diritti a prescindere da sesso, religione, capacità economia, etnia, orientamenti di qualunque tipo etc., questi sono dei fanatici. Non sono tutti scienziati, ci sono moltissimi sociologi e filosofi e uomini politici e ci sono molti estensori che fanno parte di quel movimento di pensiero (sic!) che ha partorito la cancel culture, che usa lo schwa, che paragona gli USA di oggi ai tempi di Missisipi burning, che fa finta di non vedere che non solo c’è stato un (secondo me buon) presidente nero come Obama, ma che il Gen. Colin Powell fu segretario di stato già con il “fascista” Bush nel 2001 e pure lui era nero (ed anche in gamba, forse anche più tosto di Obama per essere emerso in ambito militare). Sono parte dello stesso movimento che, applicando il metodo Cencelli (cerchino i più giovani) in film e fiction debbono inserire necessarimente un nero, un “fluido” ed un rappresentante di qualche etnia o categoria asseritamente discriminata anche quando con la trama non ci azzeccano nulla. E questo non perché provino empatia per quelle categorie, ma solo per marketing e conformismo. Stiamo per avere una sirenetta nera ambientata nella Danimarca di Andersen, a quando un Thor con le trecce da rasta? La confusione mentale di questa gente è tale che diversi professori universitari portavoce della autoproclamata black culture (il grande Ralph Waldo Emerson si rotolerà nella tomba) si lamentano del fatto che Cleopatra sia stata rappresentata come bianca e non nera…. Accidenti, ma i Tolomei erano dominatori macedoni discendenti di Alessandro Magno, perché caspita Cleopatra avrebbe dovuto essere nera? Certo, dalle monete risultava piuttosto bruttina e con un nasone importante, ma di chiare fattezze europee.

        L’IPCC 2022 ha matrice culturale californiana e la California, da sempre lo stato più liberal degli USA, è tuttavia la stessa che fece strame dei propri connazionali che là si riversarono dopo la crisi del ’29 in cerca di un tozzo di pane: visto l’odio che promanano verso l’occidente in genere (quando le elite californiane sono tra le più privilegiate del mondo) non mi sorprende che, a loro modo di vedere, il cilicio lo debbano indossare prima di tutti gli Europei che sono i dominatori cattivi arrivati sul suolo americano a conquistare e schiavizzare. La conoscenza della storia indurrebbe a verificare cosa facevano, nello stesso lasso di tempo, gli stessi africani a casa loro, ma sarebbe chiedere troppa coerenza.

        A scanso di equivoci, il riscaldamento globale, da metà anni ’80, è oggettivo, probabilmente è dovuto all’effetto collaterale della riduzione dell’SO2 che bilanciava la CO2 emessa dalla catena industriale, tant’è che in 130 anni di rivoluzione industriale la temperatura non era aumentata se non durante la seconda guerra mondiale per poi scendere repentinamente negli anni ’50, ed è giusto e sacrosanto cercare di fare qualcosa.

        Dove mi trovo in netto disaccordo è il “liberi tutti, inquinate quando cavolo di pare perché voi siete buoni e siete delle vittime” ai non occidentali e “stiamo schisci perché è solo colpa nostra ed il maggiore sforzo dobbiamo farlo solo noi” ad Europa ed USA.

        Non fila perché non è razionale in termini di numeri e la logica dovrebbe essere l’unico motivo delle decisioni politiche, non certo l’ideologia. Certo, se fare i conti e guardare i numeri è vetusto, allora lo rivendico come trademark.

        • Lei ha scritto due romanzi (ben scritti, per la verità); ma la conclusione, in quattro righe per favore, non ce la vuol dare? Pensa che il suo contributo alla discussione si risolva con l’emblematico “Boh, mi arrendo al dubbio: dubito ergo sum electricus:)” che chiude il primo dei suoi due saggi? A me sembra poco per chi sommerge di letame duemila anni di scienza, filosofia, sociologia, dottrine economiche. Insomma, se ci dice cosa farebbe lei, proveremo ad illuminare del suo sapere la prossima Cop 28 di Dubai. Fosse mai…

          • Credevo fosse implicita: all’auto elettrica mi accosterò nel febbraio 2025 a fine dell’attuale noleggio anche con un certo entusiasmo e perfino con spirito di adattamento. Sarà poco, ma sempre meglio di niente.

            Quanto alle cose che ho scritto in materia socio-economica, in realtà non sono neppure così originali e non mi pare che sia gettar letame, piuttosto mettere insieme tematiche argomentate anche da autori molto noti in una mia personale elaborazione giusto un tantino enfatica.

            Poi lo so che da Hegel è venuto fuori anche il liberale Croce, ma c’è sempre qualche eccezione alla regola. Forse se Hegel si fosse dedicato ad altro non avremmo avuto neppure la seconda guerra mondiale, l’olocausto etc.. Ci sono interessanti romanzi distopici sulle realtà alternative ed anche Pascal mi pare si fosse concentrato sul nasino di Cleopatra.

            In ogni caso, se ha un aggancio per farmi partecipare alla redazione del prossimo IPCC, perché no? Mi lincerebbero in 10 minuti e non romperei più le scatole qui!

            Tornando serio, penso che stiamo facendo poco o nulla per ridurre la CO2 a livello globale e che, per un’azione efficace e non velleitaria, ci vorrebbe un’intesa tra tutte le nazioni che, allo stato, sarebbe un’utopia. Non riusciamo a stoppare la guerra in Ucraina che è indifendibile, a bloccare la produzione di droga, ad impedire il terrorismo e gli abusi sulla popolazione in vaste aree del mondo, figuriamoci a mettere a stecchetto le emissioni in tutte le nazioni. L’unica cosa che potremmo fare e che forse sarebbe parzialmente efficace, visto e considerato che il consumo è cosa soprattutto dell’occidente e che la produzione delocalizzata alimenta principalmente il nostro consumo, sarebbe cambiare le nostre abitudini in modo radicale, ma mi sembra impresa più agevole porre fine a guerre, droga ed abusi piuttosto che convincere l’occidentale medio che il telefonino nuovo ogni 6 mesi è un’idiozia e che le vacanze non è necessario farle prendendo l’aereo, che la spesa a 300 metri da casa si può farla a piedi, che il tram non è solo per i barboni etc.. Però provare a suggerirlo non costa nulla.

            E, ringraziando che ritenga i miei romanzi ben scritti, è vero che lei è sintetico, ma non mi pare di essere l’unico a debordare in questo sito…

          • Debordi quanto vuole: nel web, diversamente dai giornali nei quali ho lavorato per 40 anni, lo spazio è infinito. Rammento sommessamente che di accordi internazionali se ne contano almeno due: il Protocollo di Kyoto (Cop 3, 1997) e l’Accordo di Parigi (Cop 21, 2015) ribadito a Glasgow (Cop 27). L’IPCC è solo l’organo scientifico che supporta l’UNFCCC (organismo ONU sui cambiamenti climatici, 197 Paesi aderenti). Basteranno a salvare il mondo? Forse no, ma in mancanza di alternative io a quelli mi atterrei.

        • Wow, applausi. Dopodichè mi chiedo come è arrivato qui. Il suo posto è altrove. Qui si fa, come in tutti i blog, una domanda alla volta, su singoli argomenti. La netiquette mi scusi va rispettata. Pubblichi qualcosa se trova un editore e magari la leggiamo. Ma non qui, ci sopravvaluta, qui ci sono persone semplici (me compreso) che mettono insieme con fatica due o tre periodi. E per inciso lei che legge due volte, si rilegga il post del suo omonimo. Non le ha dato dell’imbecille, ma inconsapevole figlio di una cultura appunto imbecille.

    • I paesi del terzo mondo sono/sarebbero i maggiori indicati al passaggio direttamente alle rinnovabili.
      Ma si capisce da quanto scrivete che per voi questa è una situazione terrorizzante.
      Non fate prima a confessare i vostri inconfessabili interessi sulla sporcizia dei motori termici?

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