Chiatte elettriche per far sparire dalle strade migliaia di camion. E’ il progetto della compagnia olandese Port-Liner, tutto da conoscere.
Si tratta di imbarcazioni orientate ad incidere soprattutto sul contesto locale olandese, uno dei più grandi mercati al mondo di trasporti via mare. E si prevede un forte impatto a leggere i numeri: le prime 6 chiatte a batteria, ciascuna è in grado di trasportare 280 container, ogni anno dovrebbero rimuovere 23.000 camion dalle strade olandesi.
Port-Liner per raggiungere l’obiettivo di elettrificare le chiatte ha sviluppato una tecnologia basata sull’ alloggiamento delle batterie in un contenitore che può essere collocato su qualsiasi imbarcazione. Una sorta di centrale di alimentazione universale che può permettere il retrofit di chiatte esistenti e semplificare così il lavoro di conversione. In particolare il sistema prevede quattro batterie con un’autonomia di 34 ore, mentre la ricarica a terra dura 4 ore e sarà compito di Eneco, fornitore di energia senza emissioni. Ovvero solare, da mulini a vento ed altre fonti rinnovabili.
Una flotta da 5000 navi da convertire
Si tratta infatti di un’impresa gigantesca come ha spiegato l‘amministratore delegato di Port-Liner Ton van Meegen alla rivista di logistica internazionale The Loadstar: “Ci sono circa 7.300 navi in tutta Europa e oltre 5.000 di queste sono di proprietà di imprenditori in Belgio e nei Paesi Bassi. Possiamo costruirne oltre 500 all’anno, ma a tale ritmo ci vorranno circa 50 anni per convertire il settore all’energia ad emissioni zero”.
Investimento da 100 milioni di euro
Il progetto ha riscosso l’interesse dell‘Unione Europea che ha garantito un finanziamento di 7 milioni di euro sui 100 previsti per la costruzione delle chiatte e il funzionamento del sistema. Una partecipazione finanziaria arriva anche dal porto di Anversa, che ha messo a disposizione 200mila euro. L’impatto positivo sull’ambiente ma pure sulla logistica interesserà i trasporti locali tra gli scali di Amsterdam, Anversa e Rotterdam. Entro la fine del 2018 le prime chiatte saranno in navigazione lungo queste rotte.
Il progetto dimostra il forte interesse dei paesi del Nord Europa alla navigazione sostenibile, una filosofia che ancora non ha fatto presa in Italia. Anche se nel Bel Paese non mancano studi e ricerche interessanti, come quello dell’Università di Trieste di cui abbiamo scritto su Vaielettrico.it.