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Le batterie BYD sui moto-taxi elettrici in Africa

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Il colosso BYD si allea con l’azienda ruandese Ampersand per lo sviluppo della mobilità elettrica su due ruote in Africa Orientale. Le batterie prestazionali del produttore asiatico alimenteranno i popolari moto-taxi africani in Rwanda e Kenya.

Per ora è stato siglato un memorandum d’intesa tra le parti, ma tutto fa pensare che la collaborazione tra uno dei maggiori produttori di batterie e veicoli elettrici al mondo come BYD e una realtà pioneristica nel settore delle due ruote green in Africa orientale come Ampersand vada presto in porto.

La partnership nasce dalla volontà di Ampersand – realtà che sta facendo passi da gigante nel settore africano delle moto elettriche (ancora “giovane” ma in rampa di lancio in diversi Stati) – di cercare un alleato affidabile per ampliare la propria flotta di moto elettriche. Mezzi che vengono utilizzati ogni giorno da centinaia di migliaia di motociclisti-taxi in Rwanda e Kenia dove Ampersand opera.

Moto-taxi green in Africa?

I servizi di trasporto di questo tipo – noti localmente come “Boda Bodas” – svolgono da sempre un ruolo cruciale negli spostamenti quotidiani delle persone, in particolare nelle aree urbane dove la congestione del traffico è un problema significativo. Forniscono anche lavoro a milioni di moto-taxisti, offrendo quindi un’opportunità economica in regioni dove il tasso di disoccupazione è molto alto.

Ampersand in questo settore ha scelto di cavalcare l’onda del cambiamento fin dalla sua nascita (nel 2016), decidendo di produrre moto a zero emissioni, vedendoci una valida alternativa economica e sostenibile alle tradizionali moto con motore a combustione interna, prevalenti in tutto il continente.
Un’ambizione ha portato a risultati concreti, se è vero che Ampersand oggi è un punto di riferimento per l’industria dei moto-taxi dell’intera regione, che fa affidamento su questi veicoli per sostenersi.

Batterie BYD per crescere

BYD entra in scena quando l’azienda di Kigali decide di incrementare ulteriormente la produzione dei suoi veicoli elettrici, cercando un partner affidabile che gli procuri un elevato numero di batterie prestazionali. Da qui l’intesa con il colosso asiatico, le cui celle al litio-ferro-fosfato di ultima generazione sono considerate tra le più sicure e resistenti sul mercato.

BYD, che da tempo rifornisce di batterie diversi altri marchi, ha quindi scelto di accettare l’accordo, per provare a migliorare l’offerta di Ampersand in termini di qualità e quantità, entrando così nel mercato africano. Con evidenti tornaconti economici, certo, ma anche nell’interesse, comune, di rendersi partecipe dello sviluppo di una mobilità urbana più green in questa parte del mondo.
Un’area dal potenziale enorme, considerando che i motocicli commerciali alimentati da motori a combustione interna sono decine di milioni e c’è quindi ampio spazio per puntare sulla strada dell’elettrificazione. Dimostrandone i benefici in primis ai moto-taxisti locali, inclusi i risparmi sui costi di carburante e manutenzione. Elemento non secondario per chi vive di questo lavoro.

La collaborazione serve agli ambiziosi obiettivi di produzione di Ampersand, che intende sfruttare la tecnologia avanzata delle batterie BYD per produrre 40.000 moto elettriche entro la fine del 2026. Vale a dire, la più massiccia flotta di due ruote green dell’Africa Orientale.

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11 COMMENTI

  1. una flotta di moto BEV farebbe molto comodo anche nelle nostre grandi città …. per spostamenti rapidi anche in presenza di traffico bloccato o fortemente rallentato, oppure in certe località turistiche… (certo che occorre un modello di casco per passeggero rapidamente adattabile alle varie taglie, e retine usa/getta in carta per questioni igieniche… come d’uso con i caschetti protettivi da lavoro o zip-line 😉 )

    • Non è aumentando il numero di veicoli che si risolve il problema.
      Ma potenziando il mezzo pubblico.
      E, in minima parte, educando meglio gli autisti attuali che non hanno il minimo rispetto per gli altri ed è tutta una corsa a infilarsi per non concedere nulla agli altri!

      Se voglio fare un giro a Milano o a Bologna (per citare due città) il mio primo pensiero è il treno.
      Se voglio fare un giro a Roma il mio primo pensiero è l’auto. E desisto perchè non ho la minima intenzione di finire in quella inutile bolgia infernale.

      Ecco. Il problema non si risolve aumentando i veicoli. 🙂

      • Tu citi lo spostamento tra città (giustamente in treno o … Bus BEV magari).

        Io penso a studenti e lavoratori che devono raggiungere rapidamente altre zone Interne alle città, con un mezzo semplice, veloce, economico. Nella mia città il TPL non riesce a soddisfare le esigenze degli studenti (pur con abbonamenti pagati).
        In altre città il traffico bloccato o a lentissimo scorrimento intrappola sia i veicoli privati che quelli pubblici (in assenza di percorsi riservati completi); un mototaxi (BEV) risolverebbe tanti problemi e non dovrebbe avere licenze troppo costose (però una obbligatoria patente con esame per guida sicura ed una specifica polizza RC )

        • “Tu citi lo spostamento tra città”

          Forse mi sono spiegato male Damiano. Ho citato proprio il traffico locale definendolo senza senso.
          Ho fatto l’esempio di Milano e Bologna come città in cui puoi fare a meno dell’auto.
          E città come Roma che è l’opposto.

          Per me aumentare i taxi è la sconfitta del mezzo pubblico.

          • I taxi (A4 ruote) sono carenti in tutte le principali città italiane…ma caso strano non si riesce ad aumentare le licenze.. sennò ci sono le rivolte dei proprietari.. Al massimo possono duplicare le ore di servizio con doppia guida…

            I moto-taxi sono sicuramente diversi…più pericolosi (in assenza di piste riservate ai mezzi pubblici) e scomodi in inverno e giornate piovose. Ma avrebbero un basso costo di messa in esercizio e gestione… potrebbero colmare esigenze specifiche (per prezzo o celerità di arrivo rispetto ad un auto nel traffico). Roma è un po’ pericolosa (x guida avventurosa e strade malmesse) e Bologna adesso è molto modificata nella mobilità dall’ enorme zona 30… in cui però si scorrerebbe molto meglio con tanti piccoli mezzi (BEV) piuttosto che tanti autoveicoli con 1 o 2 sole persone a bordo.

            Il problema è che non siamo nei dinamici USA ove anche le iniziative private trovano spazio per tentare…se funziona..ha gradimento e diventa autosufficiente e abituale
            Siamo in Italia…il paese delle lobby e degli interessi degli amici dei potenti.

      • Concordo sui commenti ivi espressi… sarebbe una possibilità…ma in Italia… c’è sempre un “ma”…

  2. I mototaxi in Africa dovrebbero aprirci gli occhi e spingerci a creare un trasporto alternativo ai costosi taxi europei. Se in India e dintorni esistono tre ruote, risciò ed altri veicoli abbastanza popolari perché non approfittare delle nuove tecnologie finalizzato ad un trasporto economico pensando ad un taxi ad 1 euro a chilometro?

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