Le auto elettriche raccontate dagli altri/ Così è (se vi pare)

chi inquina non paga

Leggendo random qualche articolo sulle auto elettriche uscito nel week end, ci è venuto in mente il Pirandello di “Così è (se vi pare)”.

I black out a Milano? “Colpa delle auto elettriche”

Da un articolo del sito on line MOW , per esempio, abbiamo appreso che i ripetuti black out a Milano sono da imputarsi non già agli oltre centomila condizionatori “a manetta” per via di temperature superiori ai 35 gradi (sono ormai in classe energetica A+++ ci informa MOW), bensì alle auto elettriche in ricarica. Il cui numero è vertiginosamente salito negli ultimi anni (questi i dati ufficiali, che MOW non riporta: dalle 842 immatricolate nel 2019 all’iperbolica cifra di 2.325 nel 2020).  O addirittura ai vecicoli di mobilità leggera (monopattini elettrici, e-scooter ed e-bikes), che sono alcune decine di migliaia, ma consumano ciascuno meno di un asciugacapelli domestico. “E a Milano _ aggiunge l’articolo_ persino alcuni bus sono elettrici». Quanti siano ve lo diciamo noi: 124 quelli già in servizio, che diventeranno 167 a fine 2021, su un totale di oltre 2.300 fra  Tram (1.366) e convogli della Metro (947), tutti elettrici e in circolazione da quasi cent’anni.

“E poi ci sono bus e monopattini elettrici…”

Quindi “ricercare nei condizionatori d’aria la causa dei black out milanesi, che hanno lasciato una buona fetta della città senza corrente, è indubbiamente una risposta facile ad un problema di più ampia portata” chiosa malinconicamente MOW contestando le giustificazioni del gestore milanese Unareti. Dati? Ovviamente nessuno.

Beppe Sala
Il sindaco di Milano Beppe Sala: anche l’ATM ha acquistato i bus elettrici Solaris. Colpa loro se la rete elettrica va in tilt?

Passi per MOW (Men on Whels), neonato magazine dedicato “agli uomini che vanno veloci“. Ma che Repubblica, nella sua sezione motori,  titoli “La battaglia della CO2: così la Corolla batte la Tesla” non si può proprio tollerare.

“Corolla ibrida più pulita di Tesla Model 3”

I titoli, si sa, si prestano per definizione alle forzature. E in questo caso è evidente che la forzatura mira a far rialzare le penne agli irriducibili del motore termico, ultimamente un pò frustrati dall’inarrestabile declino della loro motorizzazione preferita e dall’avanzata delle auto elettriche.

Tuttavia il titolo è il male minore. Molto peggio è il contenuto dell’articolo che riprende, per di più travisandolo, uno studio pubblicato dal periodico AutoPlus (e già citato dal nostro sito qui) sul confronto fra le emissioni di Tesla Model 3 e Toyota Corolla ibrida.

auto elettriche
Toyota Corolla ibrida
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Tesla Model 3

Già il confronto è improponibile: Corolla è un’auto ibrida di segmento C, da 122 a 153 cv (con l’ausilio del motore elettrico), mentre Tesla Model 3 è un’auto del segmento D da oltre 400 cv. Due mondi diversi, quindi.

I dati dicono il contrario, ma chi li ha visti?

E cosa dice lo studio? Dice che in fase di produzione la prima emette 5,5 milioni di grammi di CO2 e la seconda invece molti di più: 8,1. Quando però si mette in strada, Model 3 inizia la sua rincorsa ad handicap, la cui velocità dipende dal mix energetico con cui viene alimentata. Cioè da come, in ogni Paese, viene generata l’enegia elettrica utilizzata. Ebbene: in Norvegia, dove le rinnovabili coprono oltre il 50% della generazione elettrica,  la rincorsa termina a 13.500 km: dopo appena un anno, mediamente. Negli Stati Uniti il sorpasso richiede meno di due anni, con una percorrenza di 21.725 km. Perfino in Cina o Polonia, dove l’elettricità si fa a carbone, Model 3 avrà emesso meno CO2 di una Corolla dopo 127.000 km.

Ci vorranno insomma quasi 10 anni, in base alle percorrenze medie annue correnti; ma vorremmo chiedere ai colleghi di Repubblica quante auto hanno mai visto rottamate prima che il contachilometri segni almeno 150-200 mila chilometri.

Si badi bene: tutti questi dati sono puntualmente riportati nell’articolo e porterebbero a una sola conclusione: pur in categorie diverse, e con prestazioni quasi doppie, Tesla Model 3 vince sulla Corolla in tutti i Paesi del mondo. Ma questo l’articolista non lo dice, e anzi lo nasconde dietro una cortina fumogena di perifrasi. Questa è l’informazione del Così è (se vi pare).

 

Visualizza commenti (13)
  1. Andrea Camba

    E’ incredibile come nelle giornate più calde la gente per preferisca ricaricare l’auto elettrica piuttosto che refrigerarsi con il climatizzatore …

  2. Io comincio a chiedermi cos’abbia fatto di concreto il PD (di cui Repubblica è il giornale) in Italia per sostenere l’auto elettrica. Mi sembra ben poco. I primi incentivi seri abbiamo cominciato a vederli quando loro non erano al governo.

  3. Da tutti questi calcoli macchinosi teorie e brillanti intuizioni, (sui quali però nessuno è daccordo con nessuno), emerge solo che al massimo un auto elettrica emette circa 9/10 volte meno co2 di una endotermica. (ammettendo una vita con 130000 km di percorrenza e il pareggio a 13000).
    Anche quando TUTTE le auto saranno così mi sembra BEN POCA COSA, se vista nell’ ambito generale: camion, treni, navi, aerei, riscaldamenti, industrie ecc.
    Proprio un ben misero successo.

    1. Comunque, i trasporti nel complesso emettono il 25% della CO2 totale e le auto da sole valgono circa la metà (più i gas inquinanti in città). Se le tagliamo di dieci volte, passiamo dal 15 all’1,5%. E’ ben poca cosa? Provi ad immaginare che il suo datore di lavoro le riducesse lo stipendio ad un decimo: direbbe lo stesso? Aggiungo: camion, navi, aerei, riscaldamenti, industrie (i treni sono già quasi tutti elettrici) dovranno fare lo stesso.

  4. Non sorprende che ci siano degli articoli così fuorvianti. La disinformazione regna sovrana, e in questo casi gli interessi del mercato convenzinale sono enormi.

  5. MOW, è il ramo clickbait del leggermente più autorevole contenitore Moto.it.
    In quanto tale è noto e ‘rinomato’ per la pubblicazione delle più grosse pu**anate immaginabili in ambito automotive. Una gara continua a chi, tra i miracolati che ci scrivono, pubblica la stupidaggine più grossa.
    Repubblica è già da un po’ di anni che non ha la minima idea di ciò di cui scrive, non solo in ambito auto, ma anche scienza, tecnologia,… la lista è lunga.
    Purtroppo non sono i soli a seminare idiozie

  6. Giusto per la precisione, in Norvegia le rinnovabili (idroelettrico) coprono il 98%, e non solo “oltre il 50%” come riportato. Mi sembra invece corretto il calcolo del pareggio a 13.500 km.

      1. Voi che questo “studio” lo avete letto, potete spiegarci come calcolano la CO2 emessa per far arrivare quella benzina nel serbatoio della corolla?
        Grazie

        1. Guardi: lo studio non l’abbiamo letto, ma ne abbiamo letti tanti altri. Quelli più rigorosi calcolano le emissioni a partire dall’estrazione del petrolio, utilizzando tabelle standard. Altrettanto fanno per calcolare le emissioni nella generazione elettrica a seconda dei diversi mix energetici. E’ chiaro che un calcolo preciso è impossibile e c’è sempre una ampio margine di approssimazione.

          1. Bene per il calcolo del carburante primario ma in questi studi nessuno prende in considerazione quelli che io chiamo i “carburanti secobdari” di un auto termica . . Mi riferisco ai kg di olio motore che un auto termica consuma nel suo intero ciclo vita, alle decine di filtri fra carburante olio aria per la combustione, i dischi delle frizioni, il cambio, le candele o gli iniettori….
            Come sappiamo queste cose ci sono solo sui termici e nell’arco della vita dell’auto si ha la matematica certezza che verranno cambiati (per la maggiirparte delle cose più e più vokte)….
            Quindi in uno studio serio dovrebbero essere messi in carico nella quota per la produzione anche il co prodotti per tutto immateriale utilizzato nei tagliandi del termico che non sono di certo ad impatto 0 ne per la produzione ne tantomeno per lo smaltimento…. perché quella roba è sicura che serve (non è una possibilità ma una certezza) quindi è a tutti gli effetti un costo di produzione semplicemente posticipato nel tempo…
            Se si facessero i conteggi così secondo me anche l’handicap iniziale dell’elettricità riguardo al costo per la produzione andrebbe a sparire comunque ad essere di valori molto ma molto più bassi…

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