Nel bilancio Tesla l’utile comincia a sembrare quasi scontato. Tanto che i risultati del quarto trimestre del 2020 non hanno infiammato gli investitori e il titolo è addirittura sceso in Borsa. E’ il sesto trimestre consecutivo in nero, del resto, e dall’ultima trimestrale di ottobre il valore borsistico della società è raddoppiato toccando i 835 miliardi di dollari che ne fanno la regina di Wall Street. L’anno del Covid per Tesla si è chiuso con profitti netti per 721 milioni, contro perdite di 860 milioni di dollari nel 2019 (leggi).
Il bilancio Tesla 2020 è stato il primo a mostrare una vera redditività. E’ la svolta che aspettavano tutti gli azionisti che hanno creduto in Elon Musk? Cinque chiari segnali fanno pensare di sì. Vediamo perchè.
1/ Sono cresciuti i ricavi
I ricavi trimestrali sono aumentati del 46% su base annua (a 10,74 miliardidi dollari), e del 22% nell’intero anno (31,5 miliardi di dollari il fatturato 2020). Tesla ha generato cassa per quasi due miliardi e ha ora una liquiditòà vicina a 20 miliardi di dollari.
2/ Più efficienza, sale la redditività

Su ogni dollaro di fatturato il margine operativo si è attesato al 5,4% nell’intero anno e addirittura al 9,2% nell’ultimo trimestre. Dunque il bilancio Tesla certifica una redditività ai vertici del settore automobilistico. Ciò significa che Tesla ha efficientato i processi lungo tutta la filiera produttiva, dall’approvvigionamento delle materie prime alla logistica.
3/ Obiettivo 500 mila auto: centrato
Tesla aveva dichiarato che avrebbe consegnato nel 2020 500 mila auto. E’ arrivata a quota 499.550. Nell’ultimo trimestre avrebbe dovuto consegnare 181.650 veicoli per raggiungere la quota simbolica di mezzo milione di auto. Ha mancato l’obiettivo per sole 983 unità. Non era mai successo che le previsioni si avvicinassero tanto alla realtà.
4/ Ma la produzione ha superato il target

Ancor meglio è andata la produzione nelle fabbriche americane e cinese. Tesla ha prodotto 179.757 unità nel quarto trimestre ( 163.660 pezzi fra Model 3 e Y e 16.097 Model S e X). I due modelli più costosi hanno perso il 10%, ma i due più economici sono cresxciuto dell’88%. Nel complesso dalle fabbriche sono uscite 509.737 auto nel 2020, con un aumenti del 71%. Poiché si tratta di veicoli con prezzo più basso, il prezzo medio delle vetture a marchio Tesla è sceso dell’11%. La fabbrica di Shanghai è andata a regime, pèroducendo fra 3 e 5 mila veicoli a settimana, esportati anche in Europa. A Freemont è andata uguialmente bene, nonostante lo stop per il Covid, e gli aggiornamenti introdotti per produrre la Model Y e predisporre le linee per le nuove versioni di Model S e Model X.
Entro l’anno entreranno in produzione anche le Gigafactory di Berlino e di Austin in Texas. Di lì usciranno le nuove celle per comporre le batterie strutturali, un’innovazione che dovrebbe dare un grande contributo all’efficienza del processo produttivo, alla riduzione dei costi e alla competitività delle vetture.
5/ Le novità prendono forma
In prospettiva Tesla è convinta di potersi rafforzare con nuovi prodotti e nuove soluzioni tecnologiche. Nel 2021, per esempio, dovrebbero arrivare sul mercato il Cybertruck, il Roadster, il Semi truck e un misterioso “veicolo del futuro” da 25 mila dollari. Si parla anche di una terza fabbrica, che potrebbe sorgere negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Si sa però che sono previsti investimenti per 6 miliardi di dollari nei prossimi due anni. L’obiettivo è aumentare le vendite del 50%. Significherebbe consegnare la bellezza di 750 mila veicoli. La rete di Supercharger si è rafforzata con 2.564 nuove stazioni, e le installazioni di accumuli industriali, i cosidedetti Megapack, hanno raggiunto la consistenza di 3 GWh.
Beh, bisogna fare i complimenti a E. Musk. La sua visione, il suo progetto e il suo coraggio meritano rispetto. Chi ha rischiato e creduto in lui è stato premiato. Non sarà sempre così in futuro? Probabile, ma altri costruttori d’auto sono rimasti ad inseguire a parecchia lunghezze di distanza. Come italiano ho il rammarico di osservare che le case italiane non hanno fatto nulla, o quasi, in questa direzione. Gli incentivi statali? Meglio incentivare l’acquisto di auto elettriche piuttosto che sprecare miliardi in aziende decotte che dovrebbero solo essere chiuse o cedute invece che continuare ad essere “stipendifici” con i soldi dei contribuenti (Alitalia docet).
Quindi ricapitoliamo: il bilancio è in attivo grazie alla vendita di crediti ambientali (scelta della politica), e il prodotto si vondo solo dove è sovvenzionato (scelta politica). Bello.
Esatto, selte politiche per evitare di crepare soffocati dai gas di scarico e dai cambiamenti climatici.
L’ascesa di Tesla ha innescato una rivoluzione elettrica.
Ormai tutti i più importanti produttori automotive stanno inseguendo Tesla.
Toyota, Volkswagen, Daimler, BMW e Honda, i primi 5 della lista, tutti insieme non raggiungono il valore di capitalizzazione di Tesla.
Se guardiamo alle vendite, Tesla non raggiunge la metà di quelle della sola Toyota, che sull’ibrido ha intrapreso da tempo.
È evidente che l’innovazione continua paga ed ottiene consenso.
Ora il mercato più difficile per Tesla, dove dovrà affermarsi con nuovi prodotti saranno gli Stati Uniti.
Gli americani saranno propensi a dire addio ai pick-up e ai SUV V8 per Cybertruck, la nuova Model X, il più potente SUV mai realizzato e Model Y?
Previsioni convergenti ritengono che i produttori di veicoli elettrici e batterie potrebbero commercializzare vetture elettriche agli stessi costi di quelle a combustione interna già nel 2023 per arrivare definitivamente allo “ICE game over con BEV 2030″.
Altro appeal aggiunto ai veicoli elettrici sono le tecnologie digitali valorizzate da software che agiscono sui sitemi di guida autonoma e sull’home entertainment trasferito a una silenziosa e confortevole vettura sempre più ricca di funzionalità.
Non vedo motivi per non acquistare Tesla. Oggi più che mai.
Forse andrebbe anche chiarito che ai risultati positivi di Tesla contribuiscono due importanti fattori. Il primo sono i crediti ambientali che gli altri costruttori sono costretti ad acquistare per rientrare nei limiti. L’altro fattore sono gli incentivi statali (cioè i soldi delle mie tasse..) che contribuiscono sicuramente alle vendite. Quindi il successo di Tesla dipende molto dalle scelte politiche, non solo dalla bontà del prodotto.
Certo, certo. Le altre case automobilistiche non hanno mai ricevuto un soldo dallo Stato
Per Tesla l’italia non è il mercato principale, quindi delle sue tasse ha usufruito poco poco…..invece altri costruttori in passato hanno avuto di tutto di più, ma purtroppo il popolino ha la memoria del pesciolino rosso.
Vorrei sommessamente ricordarti delle vagonate di soldi pubblici nella Fiat fino a qualche anno fa
In prima fila Quattroruote.
Alla faccia dei detrattori!