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L’auto “solare” da 50 mila euro arriverà dall’Olanda

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Uno schizzo della Lightyear One, in arrivo l'anno prossimo. Seguirà tra tre anni un modello da 50 mila euro, sempre con tetto solare.

L’auto “solare” da 50 mila euro arriverà dall’olandese Lightyear. Il progetto, svelato mesi fa, è stato ripresentato durante il CES di Las Vegas, dov’era esposto il primo modello dell’azienda di Eindhoven, la Lightyear One. 

L’auto “solare”, un sogno nato da una start-up di Eindhoven

Molti la consideravano una start-up in grado di produrre al massimo un modello di nicchia come la One, con un prezzo annunciato di ben 149 mila euro. E invece la Lightyear, nata come uno spin-off del TU Eindhoven, il team che partecipa alle gare per auto “solari”, ha ben altre ambizioni. Ovvero: costruire una gamma, partendo da un secondo modello molto più abbordabile.

Un modello anch’esso ricoperto di pannelli solari e in grado di auto-produrre l’energia necessaria per gli spostamenti giornalieri. Il planning è questo: consegnare dall’anno prossimo la One (946 pezzi), per poi passare al modello da 50 mila euro. E produrne ben 100 mila all’anno dal 2023. Il motto del numero uno di Lightyear, Lex Hoefsloot, è “Clean mobility for everyone, everywhere“, ovvero “Mobilità pulita per tutti e dappertutto“. Resta l’incognita dei mezzi finanziari necessari per un progetto ambizioso come quello di un auto da 100 mila pezzi all’anno (vedi i problemi della Sion, l’altra auto solare). Un round di finanziamenti è in corso anche in questo inizio 2020.

La One, più versata all’efficienza che alla potenza

Di come dovrebbe essere l’auto “solare” da 50 mila euro si sa molto poco. Mentre molto di più, ovviamente, si sa della One, già mostrata a più riprese a partire dal giugno scorso. Il team olandese per questa auto di 5 metri di lunghezza punta a parametri di efficienza mai visti. Qui sotto il video con il test aerodinamico.

Si parla addirittura di 725 km di autonomia, secondo lo standard WLTP. Con un consumo di solo 8.3 kWh per 100 km (83 Wh/km). Con una batteria molto leggera e poco ingombrante (non è stata comunicata la capacità). Senza prestazioni particolari (accelera da 0 a 100 in 10 secondi…). Lo staff di Lex Hoefsloot è convinto di avere maturato  un notevole vantaggio tecnologico rispetto alla concorrenza. E di poterlo dimostrare con un’auto che si collocherebbe nella fascia di mercato della Tesla Model 3. Aspettiamo e vedremo.

I dati dichiarati per la Lightyear One

Autonomia

725 km (WLTP)

l'auto "solare"Trazione

All 4 independently controlled. Advanced torque vectoring.

Consumo di energia

83 Wh/km (WLTP) – senza HVAC

Accelerazione

0 – 100 km/h in 10 secondi

Dimensioni (Lunghezza x altezzaX larghezza)

5057 x 1898 x 1426 mml'auto "solare"

Velocità di ricarica

(Autonomia in km per ogni ora di ricarica)

Solare: 12 km – Presa da 3.7 kW a 230v: 35 km – Colonnina da 22 kW: 209 km – Colonnina da 60 kW (Fast charging): 570 km

— Leggi anche: il tetto solare della Toyota, 56 km di autonomia!L'auto "solare"

 

 

 

 

 

 

 

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4 COMMENTI

  1. La lunghezza della vettura probabilmente è dovuta alla superficie esposta al sole per la ricarica.
    Oltre cinque metri potrebbero effettivamente risultare troppi per un uso cittadino ma, in fondo stiamo parlando di fascia alta, siamo a livello di una A6 o A8.
    Sarà ben difficile ottenere stessi risultati.con una utilitaria, anche accorciando di 200km l’autonomia.
    Le misure indicate per le dimensioni presumo siano invertite axh.
    Comunque un gran bel lavoro ed impegno per tutte quelle persone che tentano strade nuove.

  2. L´altezza totale dell´auto é abbastanza in linea con quella di altre berline, simile a quelle delle Model 3 e quindi non superiore come quella di altre elettriche.
    Il cx é valido, al di sotto dello 0,2 ma ottenuto utlizzando cofano e coda molto pronunciati, ció puó non andare eccessivamente a scapito dell´abitabilitá data la lunghezza molto pronunciata ma puó facilmente aumentare le difficoltá a trovare parcheggio o di entrare in quelli privati, un impronta a terra cosí elevata soparttutto in cittá europee in cui lo spazio occupato dal traffico e parcheggi sono critici, in cui non mancano svicoli stretti sono trade-off importanti anche se diminuendo la resistenza aerodinamica ottenendo buone rese chilometriche laddove le auto elettriche sono attualmente piú deboli, ovvero in autostrada.
    Ottimo il perseguimento di una elevata efficienza e percorrenza ma avrei preferito fosse stato ottenuto su un auto molto piú piccola e quindi piú leggera, senza sbalzi all´anteriore per incremenatre l´abitabilitá, comunque con una forma a goccia aerodinamica ma non cosí bassa al posteriore che ne diminuisce la fruibilitá ed eventualmente un aerodinamica attiva al posteriore per migliorare il cx di una coda tronca soprattutto al crescere delle velocitá. Cero non facile ma singole proposte interessanti si sono viste in ciascuno degli ambiti citati

  3. Non è proprio l’utilitaria per il popolo che stavamo aspettando, 5 metri! Però non è neppure l’ennesimo inutile SUV.

  4. Questa non è un’auto.

    È un’Utopia.

    Questi universitari con la supervisione dei loro docenti, hanno da tempo raccolto una sfida affascinante basata sulla completa sostenibilità dei veicoli che autoproducono l’energia che serve nella gara.

    Un campo di sperimentazione dove i risultati conseguiti potranno essere impiegati in tutte le competizioni e soprattutto nelle auto destinate a noi.

    Nuove teorie, ricerche, sperimentazione e sviluppo proseguono grazie a questi giovani impegnati a realizzare auto ad energia solare sempre più aerodinamiche e veloci ed alle industrie che credono nelle loro capacità, investendo prima risorse nella corsa più ecologica e scientifica al mondo: “The World Solar Challenge”, poi nella produzione in serie di questa Utopia che tutti vorremmo.

    Questi ragazzi hanno maturato una grande esperienza ed hanno accumulato nelle competizioni, un know how tecnologico che stupirebbe anche Musk.

    Pensate a quante ore di lavoro e a quante volte, per arrivare a questa Utopia da 50.000 euro, questi ragazzi hanno percorso i torridi 3022 km da Darwin fino ad Adelaide attraversando l’Australia per giorni e giorni senza sosta con il loro sogno solare, fermandosi la notte, in mezzo al traffico anche pesante, con mille imprevisti, strade asfaltate e tratti sterrati che sembrano non finire mai, in mezzo ai deserti australiani tra polvere e fuoco, attraversando città e paesi, acclamati dalla popolazione che vede finalmente realizzarsi la speranza di una mobilità per tutti senza impatti ambientali.

    Ma questa oggi, non è solo speranza: è innovazione.

    Questa Utopia a quattroruote è la sintesi di una ricerca delle prestazioni nell’efficienza, della leggerezza nella resistenza, della miglior forma nell’aerodinamica.

    Una sfida in cui anche l’Italia ha dimostrato di essere protagonista con Emilia 4 espressione tecnologica della squadra Onda Solare dell’Universita’ di Bologna che sulle Montagne Rocciose nella corsa “The American Solar Challenge” ha battuto i team delle più importanti università americane: Mit, Berkeley, Georgia tech e South California, in una gara estrema sotto ogni punto di vista.

    L’Utopia italiana Emilia 4 ha dimostrato di essere in grado di trasportare quattro persone alla velocità massima di 110 chilometri orari.

    Quando un fondo d’investimento, un gruppo industriale o un pool di banche si renderà conto della necessità di finanziare i ragazzi italiani per mettere in strada Emilia 4?

    Quando?

    Immaginiamo anche dove potrà portare la ricerca e la progettazione di veicoli alimentati esclusivamente dal sole, concepiti e realizzati dai giovani ricercatori del PoliMi, PoliTO e dell’Universita’ di Bologna, un network tecnologico italiano con l’apporto delle migliori società italiane e dei ministeri dell’Ambiente e dell’Innovazione e Sviluppo Economico.

    Immaginiamo pure, accanto alle mille competizioni automobilistiche che si svolgono in Italia, di vedere finalmente organizzata la nuova Mille Miglia per auto solari nel prossimo calendario World Solar Challenge.

    “Mille Miglia nel Sole”

    Immaginiamo il futuro. Questa volta è dietro la porta, lo dimostra Lightyear, questa Utopia olandese.

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