La fine degli incentivi ha imposto una nuova strategia ai produttori di auto che cominciano ad abbassare i prezzi dei modelli premium elettrici. Se verrà estesa anche nei segmenti A e B dimostrerà che l’auto elettrica ha più senso che mai. E’ la tesi del professor Alessandro Abbotto.
di Alessandro Abbotto∗
Ha ancora senso oggi acquistare un’auto elettrica elettrica? La risposta è sì, più che mai. Nonostante in Italia le vendite di auto elettriche siano ancora sotto il 4% (contro il 13% del diesel e il 30% della benzina), il mercato italiano sta dimostrando una maturità senza precedenti. Anche senza il sostegno degli incentivi statali, stanno emergendo strategie innovative e inedite che segnano una svolta significativa, sebbene rappresentino solo un primo passo.
Se si dà un’occhiata ai listini è facile rimanere perplessi. Il modello elettrico più economico della Fiat, una citycar per eccellenza, la 500e, ha un prezzo di partenza di circa 30.000 euro. Sembra dunque che la competitività con le vetture a combustione interna sia ancora lontana.
Inoltre, il recente esaurimento degli incentivi in poche ore sembra aver aggravato irrimediabilmente la situazione. Basti vedere le quote di immatricolazione prima riportate. Senza il “paracadute” degli aiuti statali e con l’incertezza su un eventuale ritorno, molti potenziali acquirenti sono rimasti scoraggiati o, al più, in prudente attesa. In effetti, è difficile sapere quando ci saranno nuovi incentivi, quanto saranno consistenti e quanto dureranno, se mesi o, nuovamente, poche ore. Un’incertezza che ha congelato il mercato elettrico, almeno per chi era già convinto di fare il grande passo.
Eppure, è proprio questa mancanza di incentivi che ha spinto le case automobilistiche, a cominciare dalle più grandi, a reagire. Di fronte alla stagnazione del mercato e al mancato ritorno di importanti investimenti, e senza poter più contare sugli aiuti statali, hanno adottato strategie commerciali aggressive, proponendo offerte estremamente vantaggiose per attirare i consumatori.
BMW e Mercedes dimostrano che la parità con le termiche non è più tanto lontana
Ad esempio, BMW, attraverso i suoi principali centri di vendita in Lombardia, propone in questo momento il suo bestseller X1 in versione elettrica (iX1) a poco più di 37.000 euro, rispetto ai circa 48.000 euro di listino (configuratore BMW). Il suo omologo superiore, iX2, si può acquistare a poco più di 40.000 euro, contro un prezzo di listino di oltre 52.000 euro. Precisiamo che stiamo parlando di vetture nuove, da ordinare.
Lo stesso vale per alcuni dei principali concessionari Mercedes (come anche pubblicizzato recentemente su Vaielettrico.it, ma la stessa promozione era disponibile anche in altri casi, come in Lombardia) che offrono i modelli elettrici EQA ed EQB a poco più di 45.000 euro, contro un prezzo di listino che parte da 57.000 euro.
Si tratta in tutti i casi di auto premium per confort e prestazioni, come dimostrano i nomi delle case e i prezzi di listino. Per fare un confronto con quello che può essere considerato il modello di riferimento del mercato, la Tesla Model Y in questo momento viene venduta a partire da 42.690 euro.
Questa è la vera rivoluzione: il mercato ha risposto all’assenza di incentivi superando di fatto l’effetto degli incentivi stessi, mettendo a disposizione modelli premium a prezzi ormai comparabili a quelli delle auto a combustione interna.
Per esempio, la BMW X1 Diesel più economica, con cambio automatico, parte, nel configuratore BMW, da un prezzo di listino di oltre 47.500 euro, paragonabile, se non superiore, alla versione elettrica in promozione.
Non stiamo più parlando solo dell’aggressiva concorrenza cinese, con la sua manodopera a basso costo e il (supposto) dumping sul mercato globale, ma anche con la sua qualità e innovazione in costante e inarrestabile crescita. Qui si tratta di colossi europei che propongono promozioni accessibili per periodi prolungati.

La nuova era è iniziata: le nuove auto elettriche saranno più convenienti, non solo per ambiente
Le grandi case automobilistiche stanno dimostrando che gli incentivi statali non sono più indispensabili per rendere competitive le auto elettriche. Questa è l’occasione per comprendere che oggi gli incentivi possono assumere una forma diversa: non più come strumenti per rendere accessibili le citycar con prezzi di listino da berlina premium, ma come un vero sostegno all’economia verde e decarbonizzata, che guarda alla salute del pianeta e alla nostra.
Grazie a questa evoluzione, le auto elettriche non solo sono una scelta ecologica e sostenibile, ma possono diventare più convenienti rispetto alle loro controparti a combustione interna. Una rivoluzione che nemmeno i più scettici potranno fermare.
Proprio come nel mercato dell’energia, dove oggi l’80% dei nuovi impianti sono eolici o fotovoltaici perché più efficienti e remunerativi (le centrali a carbone che chiudono ormai non si contano più). Lo stesso avverrà per il settore dei trasporti su gomma.
Si può dare, quindi, a questi segnali una nuova interpretazione, che probabilmente sta preparando la strada alla nuova era del mercato elettrico.
Il segnale dai costruttori è arrivato, ora spetta a noi consumatori coglierlo
Tuttavia, non basta. È necessario coprire anche altri segmenti. Ora che gli incentivi sono assenti, le case automobilistiche devono avere il coraggio di lanciare sul mercato i loro modelli elettrici di segmento A e B (city car e berline/SUV di piccole dimensioni) a prezzi davvero competitivi, proprio come si è già fatto per il settore premium. Questa sarà la vera mossa vincente. E ha senso farla proprio adesso, che non ci sono gli incentivi.
Questi segnali devono essere supportati. Le grandi case automobilistiche europee hanno iniziato a muoversi. Spetta ora a noi, come consumatori, rispondere e sfruttare questa opportunità, abbracciando il cambiamento fin da subito.
∗ Dipartimento di Scienza dei Materiali Università di Milano – Bicocca. Presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana
Bravo Professore! La ricarica me la fa lei a Milano centro? Colonnine?? Prezzo kw 1€? Quante APP devo avere? Vabbè le lascio l’auto alla sera e me la fa trovare lei carica al mattino. .
Buongiorno Pierpi, a Milano centro ho appena visto, consultando per pochissimi secondi un’apposita app, che ci sono circa un centinaio di colonnine pubbliche a bassa potenza dove la sera o quando si vuole si può ricaricare l’auto quando non deve essere utilizzata, questo naturalmente non serve tutti i giorni ma una volta alla settimana o anche ogni 10 giorni. Per il costo, la ricarica lenta in AC non è mai 1€/kWh ma con l’app giusta, vedi Northe o Repower, paga poco più della metà, quindi meno che col diesel (considerando i consumi cittadini). Per il numero di app necessarie ne bastano 3 o 4, nulla rispetto alle decine e decine di app che ormai tutti hanno nello smartphone, nella fattispecie Nextcharge per mappa colonnine (con lo stato aggiornato), TariffEV per le tariffe più convenienti in base al gestore della colonnina, l’app del fornitore che attua i prezzi migliori. Stop, tutto qui, semplice, fattibile, sostenibile, conveniente. Quindi le sue preoccupazioni sono in realtà totalmente infondate. Bene così
Ma scusate siamo tutti così ricchi in Italia perché vedo che parliamo di 40- 50 k come se non sapessimo che per comprare un auto di quel targhet un italiano medio dovrebbe fare un mutuo di 20 anni per ripagarla ….io ho una famiglia numerosa siete entrati in un conce a vedere cosa costa una Zafira life ?
Con una batteria al limite del decente ? Più di 70000 euro ….per farci in inverno ? 250 km ??
Dai ne avete di tempo di sparararne di utopie solo un matto compra un bidone del genere
ma quello che ha scritto l’articolo è un professore universitario mica un cameriere o un pensionato a 1000 euro al nese, non per nulla lui dice che le aziende automobilistiche dovrebbero (attenzione al condizionale) abbassare i prezzi anche sulle citycar (e magari per renderle competitive portarle a standard di autonomia da auto luxury o perlomeno a equivalenti a benzina vista la carenza di colonni e di ricarica dove servirebbero) è tutto un discorso basato sulle “buone i tenzilni” e sul buon cuore di Tavares e soci.
Per una famiglia di almeno 6 persone, come immagino sia la sua citando un van, il target non è la Dacia Sandero né tantomeno la Spring, quindi è evidente che deve mettere da conto una spesa ben più consistente, in ogni caso. Se poi la famiglia è di “sole” 5 persone va più che bene una Tesla Model Y, per esempio, che parte da 42 K€ e ha spazio abbondante per passeggeri e bagagli, vedi presenza anche di generosi frunk e pozzetto bagagliaio. Vada a vederla e provarla poi ci riporterà la sua esperienza.
Perché secondo lei a partire da 42 k sarebbe un prezzo che una famiglia si può permettere di spendere per un auto? Incredibile, qualcuno vive in un mondo parallelo
Se molti si possono permettere di spendere ogni anno migliaia di euro per inutili e osceni tatuaggi, per dannose sigarette, per assurde scommesse/lotterie, per gli ultimi innumerevoli gadgets elettronici, per pompose e allucinanti feste per qualsiasi tipo di cerimonia, per performanti e sovradimensionate biciclette, per ogni cosa frivola che ci sia in commercio, e così via, evidentemente molti si possono permettere un’auto famigliare a partire da 42 K€, auto comunque di solito ricchissime di contenuti. È evidente anche che non sei molto aggiornato sui prezzi delle auto di segmenti C e D, purtroppo. Questo è il mondo in cui vivi
Interessante pensiero, ma dato che come diceva qualcuno di lievemente più qualificato di un qualsiasi professore universitario che ad essere magnanimi avrà forse un quarto del mio RAL ” i numeri, se torturati abbastanza ti diranno sempre quello che vuoi sentirti dire” provo a dare la mia di lettura. Nel 2010 il mercato delle utilitarie era il più combattuto, dove le case ci facevano meno guadagni. Con l’avvento delle elettriche le case hanno giustamente pensato di fare i big bux con la scusa di una nuova tecnologia. Dal 2019/20 con la scusa del 2035 hanno progressivamente tolto i modelli ICE sovrapprezzando le elettriche facendo cartello e contando sugli incentivi. I cinesi hanno dimostrato che si può produrre a meno, ma tramite dazi il prezzo resta alto. Sfortunatamente il mercato non ne vuole sapere nulla dell’ elettrico quindi stanno progressivamente reintroducendo i modelli a combustione, però a prezzi gonfiati. Il gioco e semplice: compri elettrico? Bene. Compri ICE a un PO’ MENO? Uguale, noi ci facciamo una paccata di soldi lo stesso. Sfortunatamente l’andamento del mercato gli sta dando torto, la gente non vuole astronavi a 50k vuole auto a prezzi umani che li portino da a a b. E inizia a usare mezzi alternativi. Avessero investito i soldi pubblici degli incentivi a quei bidoni elettrici da due tonnellate nel trasporto pubblico elettrico (più veloce, più performante e molto, molto meno impattante di una stupida Tesla) stareste meglio e il clima ringrazierebbe.
se non ti puoi permettere una vettura per trasportare la TUA famiglia numerosa, io un paio di domande me le porrei, prima di tutte, ma perchè hai una famiglia numerosa senza le adeguate condizioni economiche?
@Silent_srrider: eviterei solo di usare inutili e gratuiti termini offensivi. Per tutte le altre banalità inqualificabili soprassediamo
“vendite di auto elettriche siano ancora sotto il 4% (contro il 13% del diesel e il 30% della benzina” qualcosa non torna, il rimanente 53% che alimentazione hanno??
quasi tutte ibride
Mi verrebbe da dire che l’ottimismo della redazione non può morire! Io oltre sei anni fa ho preso una plugin e voi sostenevate essere una soluzione sbagliata e transitoria. Ad oggi le elettriche sono a pochi punti percentuali e l’ibrido ai massimi. Vi sfugge qualcosa? Le risposte sono semplici e lo dico da antesignano dell’elettrificazione. La tecnologia non è matura, molto semplicemente, e la si vuole imporre con la politica. Purtroppo non potrà mai funzionare. Le auto elettriche si venderanno quando avranno un modo d’uso analogo a quello delle vetture a benzina, perché questo serve all’utenza e non il viceversa. Altro punto fondamentale è la manutenibilita’: la mia batteria, ricaricata spesso e sempre secondo i criteri dei testi sacri, ha perso quasi metà della capacità e, se dovessi sostituirla ora avrei vanificato tutto il risparmio ed oltre. Questo nonostante i prezzi delle batterie siano crollati e si potrebbe tranquillamente raddoppiare la capacità oggi. Vedete, il mercato è la forza più grande che c’è e ha sempre ragione. Io oggi non credo che ricomprerei un auto a batteria per quanto detto sopra e sperimentato personalmente. Oltre alla tecnologia deve maturare anche la mentalità delle aziende. Modelli di brand premium costosi obsoleti dopo due o tre anni con valori risibili di mercato. Se l’elettrico non ha successo fatevene una ragione. Se e quando lo avrà non avremo più bisogno di parlarne, come oggi non parliamo più delle lampadine a LED. Però sono passati molti anni e le migliori elettriche fanno 350 km massimi di autonomia in autostrada. Forse è una tecnologia già superata.
Buona serata
E invece bisogna domandarsi perché la politica spinge le ev. Il motivo sta nel riscaldamento globale, che sta sempre accelerando. Il mercato ovviamente ha sempre ragione, su questo non ci piove. Ma guarda al caso del fv: l’abbiamo sovvenzionato pesantemente per anni finché non è diventata la fonte più economica e ora senza sovvenzioni vola e aiuta a raggiungere obiettivi davvero difficili.
Senza quelle sovvenzioni, staremmo qua a dirci che la tecnologia non è matura e il mercato non la vuole. Insomma un discorso mto simile al tuo per le ev.
Il legislatore deve fare ciò che serve, gli stati ci devono mettere i soldi, le decisioni e l’azione necessaria. Poi arriverà la parità di prezzo (ora per le utilitarie di parla del 2026). Ricordo che pochi anni fa 300 km di autonomia autostradale erano un’utopia.
Saluti
Qui si potrebbe aprire un altro discorso. Se si spinge e si incentiva l’auto elettrica in Svezia, dove la produzione elettrica è totalmente CO neutrale grazie anche al nucleare e c’e una capillare presenza di colonnine (in molti parcheggi aziendali a Stoccolma la metà dei posti ha le wallbox) mi viene da dire che ha un senso. In Italia siamo al 36% di rinnovabili nel 2024, nonostante la forte crescita di fotovoltaico ed eolico. Diciamo che, personalmente, forse perché ragiono da tecnico, caricare l’auto elettrica con energia prodotta con il gas non mi fa sentire ambientalista. Purtroppo la politica spesso è demagogia e dietro molti discorsi ci sono interessi economici importanti. Però stavolta con le auto elettriche non sta funzionando, vista la crisi generalizzata dell’auto europea. In questa situazione gli incentivi possono fare poco e, tra l’altro, non credo sia corretto che la collettività debba finanziare la mobilità privata. Comunque sono confidente che la tecnologia evolverà sicuramente, magari non solo nell’elettrico e, probabilmente seguirà strade diverse a seconda dei contesti. Cordialmente
Un buon inizio “da tecnico” sarebbe prendere i dati giusti: la quota di rinnovabili nel primo semestre 2024 è stata del 43,8% https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-primi-sei-mesi-2024-rinnovabili-superano-produzione-fonti-fossili#:~:text=Nei%20primi%20sei%20mesi%20del%202024%20la%20richiesta%20di%20energia,record%20storico%20su%20base%20semestrale. contro il 43% del termoelettrico (il rimanente è imporato). Il che cambia già molto del suo ragionamento. Inoltre è vero, come dice lei, che la tecnologia evolverà sicuramente. Quindi la quota di elettricità green crescerà e l’auto elettrica comprata oggi sarà ogni anno un po’ più pulita. Le strade diverse potranno anche arrivare, ma oggi nessuno sa quale sia quella buona. Di certo non è continuare a bruciare petrolio sapendo che siamo già oggi al bivio fra sostenibilità e catastrofe climatica.
ok allora aspettiamo fiduciosi im pareggio dei cisti a parità di performaces, quando cj sarà verificheremo se ci sarenno pure le colonnine vicine casa e poco costose, a quel punto non ci saranno scuse … per ora aspettiamo tranquilli e fiduciosi
Bene, bravo, stai quindi sereno e vai a scrivere altre baggianate colossali su Vaiibrido plugin.
Mauro c’è anche un 10% di GPL
Siamo tutti in attesa che i prezzi si adeguino agli stipendi poi se ne riparlerà, sempre che uno dei nodi dell’elettrico venga risolto e cioè la facilità d’uso..per tutti
i prezzi non si adegueranno mai agli stipendi, bisogna tendere al contrario
Come già scritto tante volte i prezzi (almeno negli ultimi) anni sono stati sempre molto più bassi solo che le case volevano massimizzare i profitti e non far vendere troppo l’elettrico. È estremamente più semplice meno manodopera ed ecco che si arriva al punto… Anche le segmento a e b possono scendere tranquillamente basta volerlo!!!
Ma quale perdita è il prezzo con il giusto margine e non quello gonfiato dagli incentivi.
Il tetto massimo degli incentivi dovrebbe essere 25k € così da favorire le utilitarie.
Chi vuole comprarsi la Premium se la paga.
Le utilitarie elettriche sono penalizzate a livello di margini proprio a causa dell’ utente finale che non vuole o non può spendere 40k € per una macchina.
Non è ammissibile che un’ utilitaria costi più di 20k € .
Giusto intervenire su questa fascia mettendo un tetto ai listini, il produttore se vuole vendere si adeguerà oppure si terrà le auto in magazzino.
Mi pare che i soldi per pagare benefit ai manager e dividendo da capogiro ci siano anche quando dichiarano di essere in forte difficoltà, mettano quei soldi per abbassare i listini, coordinati a incentivi mirati e magicamente arriveranno i volumi anche in Italia.
Troppo bello volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Ci prendono solo per il ……..
Bah, c’e’ un passaggio che mi pare assai forzato, quello dove si paragona il prezzo di listino di una bmw diesel con col prezzo in promozione della versione elettrica … il confronto sarebbe da fare listino con listino o promozione con promozione.
Invece mi trova daccordo con l’idea di farla finita con qs incentivi all’acquisto delle auto (tutte, elettriche e non), che han contribuito piu’ che altro a gonfiare i prezzi. Quelle somme a mio avviso i governi (soprattutto quello italiano) dovrebbero deviarle su altre forme di incentivazione. Ad es azzeramento del bollo per sempre, piccole quote di ricarica gratuita e forti riduzioni dei costi di ricarica prevalentemente alle colonnine pubbliche (soprattutto per chi non puo’ ricaricare a casa) e minimamente (anche solo simbolicamente) per chi invece ricarica a casa tramite wb connesse, incentivi alle aziende, esercizi commerciali e condomini che installano punti di ricarica per dipendenti, clienti ed inquilini, sconti sulle strisce blu (es prima mezz’ora gratuita, o una piccola riduzione sul costo orario), etc
Infatti, non si tratta semplicemente di quello che vogliono chi acquista auto, se ci si basasse su questo non ci sarebbero neanche lebibride staremmo quasi tutti con auto a benzina e gasolio, si stanno programmando dei cambiamenti perché è necessario per l’ambiente. Questa mia affermazione può essere contestata, ma o è vera o è falsa. Se è falsa potremmo rimanere a gasolio e benzina se è vera è necessario ridurre co2 prodotte dal motore termico..ma le ibride cosa fanno? Da dove prendono.l’energia? La prendono dalla combustione della benzina, magari in modo più efficiente perché a basso regime usano motore elettrico, ma quando poi si scarica batteria devono usare la combustione. Quindi risolvono poco, come poi gli studi hanno dimostrato, l’energia viene comunque ottenuta dalla benzina o gasolio. Non risolvono il problema è una non soluzione.
Sono prezzi in perdita per smaltire lo stock di invenduto. L’ auto elettrica a parità di modello termico costa il 40% in più se prodotta in Europa, questione ribadita anche da ad Stellantis oggi in audizione alla Camera. Pertanto, se si abbassa il prezzo dell’elettrica portandolo a livello della termica vi è una perdita enorme che è evitabile solamente con intervento dello Stato tramite sussidi o incentivi. Tutto il resto sono chiacchiere e fumo che nasconde l’avvicinarsi del precipizio
Io mi chiedo, senza alcun intento polemico come faccia una bev a costare il 40% in più della analoga a benzina. Io faccio sempre l’esempio della mia situazione, mia figlia ha una Twingo a benzina, mia moglie lo stesso modello bev. Stesso allestimento. Il motore termico, la marmitta,il serbatoio e tutto gli annessi avranno un costo. Dalla bev togliamo tutto, ci lasciamo un motore elettrico enormemente più semplice e compatto, un po’ di elettronica (che c’è pure su quella a benzina in ogni caso) e poi la batteria. Ma quanto diamine costa sta batteria per compensare tutti i costi di cui sopra ed addirittura aumentare il prezzo dell’auto del 40%. ? Tutti i giorni leggo di calo di prezzi, ma dove? A noi costano sempre di più. A questo punto il sospetto lecito ( che poi c’è poco da sospettare, qualcuno lo ha detto chiaramente) che i produttori facciano creste esagerate ci sta tutto. Tanto poi arriva lo stato che sborsa gli incentivi et voilà
Vero è che i prezzi calano con le economie di scala e al momento i produttori europei non fanne numeri enormi.
Comunque si stima che la parità anche sui modelli di gamma medio bassa arrivi nel 2026.per quelle sui 35-40k di segmento C sono già allineate, poi o meno
la parità di costi è un ottima cosa ma da dola non vasta, se a parità di costi mi dai in auto che se vado in autostrada in inverno i 200 km ckn l’80 se li sogna e se nkn ho un box mi tocca ricaricare alle DC a prezzi di gioielleria allora la parità dj listino va a farsi benedire … per essere veramenfe competitive le BEV drvono avere tutti questi requisiti non solo il listino. Tu compreresti un cellulare che in inverno la rjcarica ti dura 2 o 3 ore poi devi cercare una presa libera e aspettare 30 – 40 minuti perchè di ricarichi al pisto di uno che la carica la tiene tutto il giorno?