L’assurda guerra dei ciclisti all’elettrico

L’assurda guerra dei ciclisti all’elettrico è l’ennesima dimostrazione che questo Paese ha perso ormai la bussola. Tra complotti immaginari e leggi demenziali, è nata una contrapposizione che non avrebbe ragione di esistere. Anzi…

La premessa logica sarebbe: le nostre città stanno morendo strangolate dal traffico. Ergo: cerchiamo tutti assieme di favorire le forme di mobilità che hanno il minor impatto ambientale. Combattendo allo stesso tempo la congestione. Le bici in primis, dunque. Con più piste ciclabili. Ma è pensabile eliminare completamente le auto (tranne che nelle zone pedonali, giustamente off limits)? Viviamo in Italia o sulla luna? La risposta è no. Ne consegue che dobbiamo tentare almeno di avere in circolazione auto, bus e scooter a emissioni zero. Facendo sì che, con servizi come il car-sharing e lo scooter sharing, i veicoli in circolazione siano il minor numero possibile. Non più una macchina per ciascuno di noi, ma agili citycar condivise da tante persone. Con una mobilità, l’elettrico appunto, più dolce e rispettosa degli utenti deboli. E silenziosa. Invece no: sembra sul punto di scoppiare una guerra di religione. Assurda.,

La norma sciagurata apre le porte alle ZTL

Prima questione: una norma sciagurata approvata a fine anno con la Legge di bilancio apre le porte delle ZTL alle auto elettriche e ibride. Siamo stati tra i primi (qui l’articolo) a criticare questa decisone senza capo né coda. Anche perché equipara le elettriche (ancora pochissime in circolazione) alle ibride, che invece sono decine e decine di migliaia. Eppure tra i ciclisti c’è chi ci ha visto la manovra di una sedicente “lobby dell’elettrico”, minacciando di emulare i gilet gialli che stanno mettendo a ferro e fuoco Parigi. In realtà dietro c’è solo la stupidità di chi scrive certe norme con i piedi. Avanti così, facciamoci del male.

Quella BMW i3 nel salotto di Napoli

Foto da Twitter

Altro episodio, tra i tanti: all’interno del Café dell’Opera del Teatro San Carlo di Napoli compare una BMW i3, elettrica. È un’iniziativa pubblicitaria del concessionario locale, una come tante. Ma ecco che cosa scrive Manuel Massimo su Bikeitalia.it (qui tutto l’articolo)“...io temo invece che dietro a questa attenzione spasmodica per la riconquista degli spazi urbani e conviviali di socialità ci sia una strategia ben precisa. L’automotive, dopo decenni di dominio incontrastato, ha via via dovuto cedere il passo e ritirarsi da larghe zone di pregio delle città, che sono state pedonalizzate o protette da telecamere con accessi contingentati. Ma per aggirare le temute Ztl, zone a traffico limitato, il Cavallo di Troia è l’auto elettrica. Silenziosa e sedicente “a zero emissioni” rappresenta il veicolo ideale con cui l’industria dell’auto mira a riprendersi quegli spazi da cui le quattro ruote a combustibili fossili sono state via via allontanate…le auto elettriche vogliono parcheggiare in salotto, possibilmente gratis”.

IL NOSTRO PARERE. Sta accadendo con la mobilità elettrica quel che è già successo con le rinnovabili. Al grido “le pale eoliche deturpano” e i pannelli solari pure, stiamo riuscendo a bloccare la graduale uscita dalla dipendenza dei combustibili fossili proprio nel Paese più dotato di acqua, vento e sole. Il risultato è sempre quello: restare fermi al carbone e al petrolio. Certo, le installazioni vanno fatte con criterio, neppure noi vorremmo vedere palo eoliche davanti a Portofino. Ma vedere chissà quale complotto dietro l’auto elettrica è una follia che rischiamo di pagare cara. Pensiamoci, prima di dare la caccia a immaginari Cavalli di Troia, in un’assurda guerra dei ciclisti all’elettrico.

 

Visualizza commenti (4)
  1. Pur senza generalizzare, troppi ciclisti mancano di obiettività, ma non di presunzione e maleducazione, a totale discapito del confronto civile. E’ una battaglia persa. Ed è un peccato. Sul Blog ho avuto parecchi “scontri” verbali assolutamente inutili e dato che anche l’attività sul web genera emissioni 😉 se polemizzassero meno, con poche battute si potrebbe fare uno scambio di idee costruttivo. D’altro canto in questa italietta lo scontro fra categorie è sempre dietro l’angolo.

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