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L’Aria che tira sull’auto elettrica? Ve la spiega La7

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l'aria che tira

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Anche la trasmissione “L’aria che tira” su La7, condotta da David Parenzo, spara contro l’auto elettrica. Un lettore, Narciso, ci scrive indignato per la puntata andata in onda questa mattina (14 giugno). Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.

punto interrogativoHo da poco visto una puntata di L’aria che tira su La7, che ha dedicato una ventina di minuti alle EV
Che dire, sconcertante!
Propongono una foto della nave BYD (foto che circola da mesi e scattata in Cina al carico) dicendo che é stata a Livorno e avrebbe scaricato 3000 elettriche, peccato che detta nave mai é entrata nel mediterraneo.

Si collegano in diretta con il porto di Livorno per supportare la tesi che é piena di cinesi, ma inquadrarono solo Peugeot, Dacia Spring e furgoni, di cinesi cinesi neppure l’ombra
Ed ecco l’illuminato intervento del direttore di Quattroruote, che per me da oggi si può chiamare “Quattroruote ma solo endotermiche”.

Affermazioni avventate per sostenere il crollo delle vendite di EV senza incentivi (ovviamente dimenticando di dare i dati reali e non citando mai la Francia dove, tolti gli incentivi, le vendite stanno aumentando) arriva addirittura a dire che quando i cinesi produrranno in Europa le auto saliranno di prezzo creando inflazione!

Solo il buon Valerio Rossi Albertini ha cercato di contrastare con dati e fatti, ma resta comunque la rabbia per l’ennesima disinformazione
La puntata credo sarà a giorni visibile nel servizio streaming di La7. Narciso Cotta

l'aria che tiraUn grandissimo Valerio Rossi Albertini, tutto il resto è noia

punto interrogativoRisposta- Il video è già visibile a questo indirizzo  https://www.la7.it/rivedila7. Condividiamo nella sostanza il suo giudizio, ma non il suo stupore. Su quella rete abbiamo visto ben di peggio, solitamente ad opera del talk show serale Piazza Pulita. All’ultima puntata, in aprile, abbiamo partecipato anche noi di Vaielettrico. Abbiamo avuto un (piccolo) spazio per dire lo nostra, seppur sovrastati dai detrattori, sapientemente imbeccati  dal conduttore, anti elettrico dichiarato. E siamo stati stoppati dai titoli di coda a fine programma, quando avremmo voluto rispondere  per le rime  a un imbarazzante “servizio sul campo” con dati palesemente “taroccati”.

 

Della trasmissione di ieri non ci scandalizziamo. Anzi, vorremmo segnalare la “perla” dell’amico Valerio Rossi Albertini. E’ un’accorata denuncia dei ritardi italiani nell’abbracciare la transizione elettrica quando lui e altri scienziati la sollecitarono, nel lontano 2012. Abbiamo perso dodici anni, ha detto.  «Vogliamo perderne altri undici frenandone lo sviluppo? Sarebbe come buttare i motori per alleggerire un aereo che sta perdendo quota». Bravo Valerio.

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13 COMMENTI

  1. I soliti massm_idioti
    inutili se non deleteri per lo sviluppo del paese
    e qulache ricercatore/scienziato che prova ad arginarli con quel poco di tempo che gli riservano

  2. Sono abbonato a Quattroruote, fino alla scadenza poi basta, dovrebbe essere una rivista con la visuale sul mercato dell’auto ma ultimamente si sono persi, grazie al loro direttore, complimenti

    • Per me si sono persi già diversi anni fa, ben prima che si schierassero così fortemente a favore dell’industria fossile e sciluppassero il loro incredibile scetticismo per la mobilità elettrica.

    • Il direttore di Quattroruote, che sarei io, guida auto elettriche da anni. Ed è il felice possessore di una Kia EV9, dopo un’Audi RS e-tron GT e una BMW i3. L’apprezzamento, da esperto quale ritengo di essere, della specifica tecnologia non mi impedisce di ritenere il phase out del 2035 una stupidaggine autolesionista. Confondere il tema tecnico con le implicazioni industriali/competitive/occupazionali/geopolitiche/energetiche/infrastrutturali di un cambio di paradigma è la classica generalizzazione di chi ragiona per preconcetti.

      Quanto alle critiche alle mie affermazioni avanzate dal lettore Narciso, i dati veri sul quadrimestre Eu danno le Bev a +6%, le plugin a +9,3%, le ibride a +21,8, le altre motorizzazioni a +15,6%, i benzina a +0.3% e i diesel a -10,4%. In Francia, citata come preclaro esempio, le Bev fanno +27,7% e le ibride (con e senza spina) +41,3%: prendere un singolo dato è sempre fuorviante, esattamente come dire che gli italiani amano l’elettriche perché in poche ore sono finiti gli incentivi, dopo sei mesi di vendite a zero (il che dimostra che soltanto con gli aiuti statali queste macchine trovano un cliente). Sulla perdita di competitività delle elettriche cinesi dopo i dazi, è un dato ormai acclarato che i costruttori di Pechino abbiano un vantaggio del 30% sui costi industriali (da qui la scelta di molti marchi europei di far costruire le loro Bev là per poi riesportarle qui): se le nuove tariffe doganali, posto che vadano a regime (e non è detto), raggiungeranno l’obbiettivo di indurre i cinesi ad aprire stabilimenti in Europa (cosa che sta già accadendo), quel 30% è destinato a scomparire, facendo aumentare il prezzo delle elettriche. A meno che le Case non decidano di assorbire l’extra costo, magari con l’aiuto di un governo assai sensibile alle richieste dell’automotive locale.

      Riassumendo: l’Ue decide col Fit for 55 di imporre una tecnologia; poi si rende conto che la catena del valore di tale tecnologia è in mano all’economia più aggressiva al mondo; quando capisce di aver aperto un’autostrada a un rivale pericoloso e che i marchi nostrani faticano, alza le barriere (come gli Usa, del resto); siccome i cinesi controllano la filiera dell’elettrico, fattore che sta obbligando tutti gli europei a fare accordi con loro, e sono essenziali per la componentistica del termico, l’inevitabile conseguenza sarà un fenomeno inflattivo che si ripercuoterà sull’intero comparto. Del resto, i prezzi delle auto sono già saliti in maniera impressionante negli ultimi 5 anni: le ultime decisioni porteranno la mobilità privata a essere un privilegio, elettrico o meno.

      Quanto alla posizione di Quattroruote, trovo vano argomentare con chi ragiona per pregiudizi. Preferisco riprendere le parole di Fabrizio Longo, il capo di Audi in Italia (cioè un gruppo che sull’elettrico ha fatto l’all-in, anche se oggi sta rivalutando certe scelte): “Tempo fa, ho detto che abbiamo probabilmente commesso tutti un errore, quello di aver dato una base ideologica a un ragionamento che sarebbe dovuto essere esclusivamente tecnologico. Va dato atto a Quattroruote e il suo direttore di aver condotto una riflessione di questo tipo in tempi non sospetti e di continuare a farlo. Ritengo sia stato fatto un errore di posizionamento politico e, in generale, narrativo, perché perché abbiamo posto un tema che era di mercato su un piano completamente ideologico”.

      • Buon dì e grazie per la risposta ma non mi ha convinto, lei guiderà auto elettriche ma dai suoi articoli si percepisce una diciamo diffidenza, se non addirittura una contrarietà, verso queste.

      • Mi permetto sommessamente di fare presente che i cinesi, e neppure Tesla -e non solo loro – non staranno a guardare la necessità di rallentamento del vecchio mondo.
        Il rischio che corriamo a non correre – il gioco di parole è voluto – è di condannare la nostra industria all’irrilevanza.
        Ovviamente non mi aspetto di farle cambiare opinione in merito né lei potrà far cambiare la mia.
        Io resto convinto che questo inseguimento con il freno a mano tirato non ci porterà troppo lontani, e oltretutto non ho mai visto nessuno sorpassare col freno a mano tirato.

        Ne riparliamo al prossimo giro di boa

  3. A casa dei miei ( che hanno la Tv) avevo visto per caso una discussione condotta da Pareto sul famigerato e infame recente decreto agricoltura varato un mese fa,
    quello che ha vietato le consistenti installazioni che stavano per arrivare di fotovoltaico a terra, o meglio la variante agrivoltaico con pannelli bassi
    ( “consistenti” come effetti positivi ceh avrebbero avuto nel riduzione il prezzo dell’energia in italia, ma destinate ad occuapare solo una minima frazione di pascoli e prati perenni, e conservano l’utilizzo a pascolo )

    ho avuto l’impressione che tutto sommato faccia una opera di fack-checking, nonostante la formula del talk show, avendo trovato una formula reotrica efficace per poter “sbufalare” i temi del giorno senza essere accusato di essere troppo “colto” (che oggi è un insulto, invece va di moda chi mena i calci a un uomo a terra, anche in parlamento, come alla curva dello stadio):

    in apparenza Pareto fa partire la discussione pronunciando lui stesso la tesi sbagliata ma che gira molto sui media, ma la pronuncia in toni ingenui e modesti, di chi non lo sa per certo ma ripete cosa ha “sentito dire”, e chiede conferma a chi fosse più esperto tra i presenti

    poi permette agli ospiti, dando sinecramente spazio a tutti, di confutarla o sostenerla;
    e vedo anche questa volta ci sono 2 ospiti ben informati in grado di confutarla nei limiti di tempo, e dall’altra parte 2 ospiti disinformanti, di cui almeno uno si mostrerà al pubblico essere un urlatore che butta tutto in caciara, forse guadagnado qualche consenso ma magari perdendone di più

    no comment sulla deriva di 4R, azzerbinatissimi agli inserzionisti termici

  4. Purtroppo grazie alla RAI (ormai voce del governo) alla Fininvest (da sempre voce del
    cdx) e La7 non guardo più la televisione.

    Ci fosse giustizia mi esenterebbero anche dal pagamento del canone.

    • l’informazione TV mainstrain lego è scaduta molto, c’è un imbarbarimento, il poco di decente rimasto conviene e tenerselo stretto..esempi:

      ci sono già parecchi casi di giornalisti che andavano a documentare manifestazioni di dissenso con in tasca documenti e tesserino professionale, che vengono fermati per strada dalla polizia e portati in questura, perquisiti come criminali e trattenuti per ore..
      poi Piantedosi si scusa e dice che è stato un errore e che non avevano con sè i documenti.. così c’è meno copertura mediatica degli eventi sconvenienti e anche un invito agli altri a non provarci

      o intimidazioni nottire a casa di giornalisti da parte di un gruppo di poliziotti, manco fossero dei narco-trafficanti armati di mitra, con la scusa della consegna di atti di diffide/dennuncie (alle 4 di notte)

      ma poi più “banalmente” nelle sedi rai è in atto un mobbing ad altissima pressione su chi non è compiacente nel modificare le notizie, che i prossimi anni terrà impegnanti i tribunali del lavoro

      persino la rivolta dei trattori, che era contro Cordiretti e Lollobrigida, con tanto di bandiere bruciate e slogan pesanti, e solo a margine era anche contro alcuni dettagli dei provvedimenti europei, sovvenzioni abbondanti su cui in realtà gli agricoltori campano, ma che sono “gestite” da questi figuri,
      in Tv hanno credere che fosse una manifestazione contro l’europa e che il Ministro li abbia difesi risolvendo la questione

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