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L’App di ricarica non fuziona? Tutta colpa di una Sim

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app ricarica

Nunzio e Francesco lamentano pesanti disservizi delle App per la ricarica, poco aggiornate e spesso malfunzionanti. Con l’aiuto di Mattia Paoli, General manager Italia di Ace Ioot, un operatore internazionale di Iot, focalizziamo un problerma spesso sottovalutato: la connettività fra colonnine e gestori, spesso affidata ad operatori di telecomunicazioni generalisti. Inviate i quesiti a info@vaielettrico.it.

Ma gestori e colonnine sono connessi?

“Mi chiedo se le colonnine restituiscono un feedback alle aziende che le hanno installate?
Questa domanda nasce dal fatto che mi è capitato di avere segnalata una colonnina nell’app e una volta raggiunta scopro che è fuori uso anche se l’app non segnala il guasto. Ecco perché mi chiedo se le colonnine sono monitorate dai rispettivi  installatori. Nunzio Santini

“Qualcosa è andato storto”. E mi cascano le braccia

Mi è capitato più di una volta, ultimamente, che l’App di Enel X Way mi abbia piantato sul più bello con l’avviso “Qualcosa è andato storto”, oppure “Errore 401”. Personalmente questa cosa mi fa infuriare: possibile che un disservizio del genere sia comunicato così, senza un’indicazione sul da farsi? Peggio ancora quando compare la scritta “riprova più tardi”, come se la ricarica fosse un vezzo e la sosta non sottraesse tempo prezioso al viaggio ma fosse un optional da rimandarea piacimento. Mi chiedo da cosa dipendano questi frequenti malfunzionamenti delle App di ricarica e perchè un colosso come Enel X Way non contempli l’affidabiità del servizio di ricarica come un’assoluta priorità. Guido auto elettriche da anni e devo dire che questa dell’affidabilità delle colonnine è l’unica vera criticità dell’auto elettrica. Francesco

app ricarica

Anche le colonnine hanno una scheda SIM, che…

Risposta- I punti di ricarica sono tutti connessi e quindi monitorati dagli operatori. La connessione avviene attraverso una scheda SIM integrata alla colonnina che dialoga con i server degli operatori attraverso la normale rete telefonica mobile e in modalità bidirezionale M2M (machine to machine).

Se le informazioni che arrivano tramite App per la ricarica non corrispondono alla realtà o non sono aggiornate dipende quasi sempre da problemi nella rete mobile gestita dagli operatori telefonici. Esattamente come avviene per gli smartphone che a volte non si connettono correttamente o interrompono la comunicazione contringendoci a ripetere la chiamata perchè “è caduta la linea”.

Affidabilità e sicurezza i due problemi

I gestori delle colonnine sottovalutano il problema. Ognuno ha un suo contratto di fornitura con le varie  Vodafone, TIM, WindTre e Iliad e a quelle si affida per monitorare la pripria rete di colonnine. Nessuna di queste, a quanto ci risulta, offre un servizio specifico per gli impianti di ricarica in grado di garantire un livello di affidabilità pari alla criticità della funzione.

Oltre all’affidabilità, c’è anche un problema di sicurezza, visto che su queste linee passano informazioni molto sensibili come i dati fiscali e bancari degli utenti.

Ace Ioot, la soluzione made in Lussemburgo

Da qualche anno, però, è attivo anche in Italia un operatore specializzato, Ace ioot, che fa capo al gruppo Post Luxembourg. Abbiamo incontrato il General manager per l’Italia Mattia Paoli la scorsa settimana a E-Tech di Bologna dove ha presentato il servizio e sottolineato proprio la necessità di connessioni più efficienti per migliorare i servizi di ricarica. Attraverso Post Telecom Luxembourg, Ace Ioot ha una copertura worldwide del 100% e gestisce 2,5  milioni di Sim Card M2M nel mondo.

Uno specialista in  e-Charging Stations

«Le nostre soluzioni per la connettività M2M in qualità di operatore mobile – ci ha detto – forniscono servizi di connessione mobile in roaming in oltre 190 paesi e con con oltre 600 operatori.  Abbiamo come clienti i principali player del settore bancario e dei “vertical” del mondo IoT (Smart Mobility, Smart Business, Smart Management) garantendo i migliori livelli di affidabilità e sicurezza sul mercato. Assistiamo gli operatori nostri clienti h24 7 giorni su 7 garantendo l’ accesso alle nostre piattaforme di diagnostica, analisi e automazione per monitorare e gestire da remoto le SIM in tempo reale». 

Dal 2009 collabora con il Gruppo PSA, fornendo i sistemi di connessione di oltre un milione di veicoli del costruttore francese.

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Apri commenti

32 COMMENTI

  1. Da informatico e avendo lavorato anch’io in una società che si occupa(va) di telefonia, sms, reti, etc anche a me l’articolo ha fatto un po’ sorridere.

    Aldilà di tutte le spiegazioni corrette che sono state già date da Luca, Guido, etc. aggiungo solo una considerazione a margine: è ben possibile che una sim si “impalli” per cui la comunicazione verso il server di riferimento (che ne registra lo stato, ovvero libero, occupato, guasto, etc.) possa non funzionare. Succede anche al mio cellulare, ogni tanto mi trovo qualche sms di qualcuno che mi ha contattato ma nonostante ci fosse campo il mio cellulare risultava non raggiungibile.

    Esiste la sim magica che risolve il problema, che si “aggancia meglio”? No. Non so onestamente se gli operatori hanno previsto canali privilegiati ad esempio per stati d’emergenza o per i militari ma per usi industriali/civili non mi risulta nulla del genere.

    E allora, che si fa? Si fa che chi fa la colonnina deve fare le cose “a modìno”: intanto può prevedere una sim di backup di altro operatore, così se non va l’una va l’altra ma soprattutto c’è una soluzione low cost che risolve il problema alla radice (e che io avrei implementato): ping + modem reboot.
    Ovvero: la colonnina interroga con elevata frequenza (una volta ogni 30 secondi, ad esempio) il server (tramite un ping o un altro comando), se riceve risposta è sicuramente allacciata alla rete e la rete c’è. Se invece chiama il server ma non riceve risposta, le ipotesi sono 2: o il server è down (e questo si può verificare chiamando un apposito server di backup) oppure la sim è “impallata” (per qualche motivo non aggancia). Allora il software della colonnina (solo lui può farlo) deve “riavviare” il modem, quindi disattiva e riattiva i driver della periferica (una sorta di “soft reboot”) e riprova: se ancora così non va (su windows capita ma su linux/unix no), appena le è possibile, in sicurezza fa un reboot completo (più complicato chiaramente con una ricarica in corsa, ma basta disaccoppiare il modem dal resto del sistema).

    Questo è capitato anni fa ad esempio quando i primi gateway sms erano basati su modem gsm e sim e ogni tot invio di sms si impallavano: il software se ne accorgeva e faceva il reboot del modem ed era di nuovo online.

    L’unico operatore che potrebbe vantare una connettività always on con un uptime del 100% è un operatore che dovrebbe installare una sua rete ad-hoc (e non appoggiarsi a quelli degli operatori nazionali) altamente ridondata al punto da escludere al 100% la possibilità di “sovraccarico” e in grado di funzionare anche in presenza di malfunzionamento occasionale di un suo bts (la “cella” cui si agganciano i cellulari), ma ovviamente in Italia (e nel mondo) non esiste nulla del genere per cui io personalmente diffiderei di un operatore che mi garantisce un miglior “aggancio” alla rete.

    • Aggiungo per completezza: l’unico vantaggio teorico che riesco a immaginare relativamente ad una sim, oltre al supporto per il 5G, è il fatto che l’operatore possa aver stretto contratti di roaming con tutti gli operatori italiani.

      Quindi se Ace ioot avesse per assurdo un accordo con 2 o più operatori tra TIM, Wind, Vodafone e Iliad allora potrebbe offrire un piccolo aiuto in più: ovvero la sua sim ogni volta può agganciarsi ad un operatore diverso, quello che offre il segnale più forte. Certo, va visto anche l’accordo, se è un operatore straniero in roaming internazionale o se è un MVNO, ovvero quanto è “ospite privilegiato” in casa altrui.

      Aldilà dei voli pindarici e pensieri ipotetici, tornando sul pianeta terra fa strano notare che un operatore come Ace ioot che si rivolge al mondo iot in Italia non offra ancora la copertura 5G: fa strano perché è scontato (correggo: auspicabile) che chi installa colonnine costose da decine di migliaia di euro abbia speso 50 euro per un modem 5G con una buona copertura per tutte le diverse frequenze. Non che il 5G sia strettamente necessario, dopotutto colonnina e server si scambiano pochi dati, ma proprio in ottica di maggior copertura possibile il modem sarebbe auspicabile che sia 5G. E stando alla copertura di questo operatore aggiornata a Novembre 2022 [ https://1nce-prod.s3.amazonaws.com/cla2qgpyd000i0vpec96hdqhl/attachments/clbhwss3g004v0vms3r87grvw-2022-1nce-coverage-en.pdf ] pare non ci sia neanche il supporto a LTE-M che invece in Italia altri operatori, come Vodafone, offrono da quasi un anno [ https://www.innovationpost.it/tecnologie/telecontrollo/vodafone-lancia-la-tecnologia-cat-m-o-lte-m-per-liot-in-mobilita/ ].

      Diciamo che da consulente esterno, per le poche informazioni in mio possesso, questo operatore non sarebbe proprio la mia prima scelta …

  2. Lasciatemi dire però che questo articolo è un po’ “ingenuo”…

    Ciò che scrive Ace Ioot è puro marketing: se la colonnina comunica con i sistemi del fornitore mediante connettività mobile (3G, 4G, 5G, quel che è), che la comunicazione avvenga attraverso un contratto dati di un operatore “generalista” o che avvenga mediante un operatore virtuale o in roaming (non mi sono documentato su come operi Ace Ioot in Italia, ma ciò che è certo è che non ha ripetitori GSM di proprietà), sempre attraverso il segnale di TIM, Vodafone, Wind Tre o Iliad la comunicazione deve passare: per cui se la colonnina prende il segnale bene, se non lo prende non ci sono santi. Se il link è instabile, non ci sono alternative: o si sposta la colonnina, o si prova a cambiare operatore (con uno che abbia buona copertura su quel punto) o la comunicazione continuerà a rimanere instabile. Il claim sulla sicurezza fa un po’ ridere, onestamente: Ace Ioot non ha mai sentito parlare di TLS, VPN o quant’altro? Certo, l’utente medio no, per cui suggerire che una connessione di un operatore generalista sia “meno sicura” perché dentro ci passa di tutto fa leva sull’emotività dei non addetti ai lavori, ma fa sorridere chiunque se ne intenda un po’.

    Proviamo a fare un paragone semplificativo. TIM, Vodafone, Wind Tre ed Iliad mettono a disposizione ciascuno un binario diverso (= il segnale radio). Dopodiché ti offrono anche i treni su cui caricare i tuoi dati (= la banda). Oppure ti danno la possibilità di usare i treni di altri operatori virtuali. Su ciascun treno c’è un’etichetta, che è quella dell’operatore in questione o quella di un operatore estero nel caso in cui il treno sia usato per conto di un operatore che non ha né binari né treni in Italia (= roaming). Ciò non toglie che i treni siano quelli e che TIM, Vodafone Wind Tre ed Iliad di solito riservino per sé i treni più grossi (che avranno la loro etichetta), mentre, a seconda degli accordi presi, i treni destinati a trasportare i dati degli operatori in roaming, oppure i treni concessi agli operatori virtuali, siano più piccoli (= larghezza di banda limitata) o al più di ugual grandezza; di sicuro non saranno più grandi. Ma la grandezza del treno è solo una caratteristica.
    I treni possono essere più o meno veloci (latenza garantita dal link: 3G, 4G secondo vari profili, 5G); in genere i treni più grandi trasportano più dati, per cui appaiono anche più veloci, ma se su un treno ci stipo dati di troppi utenti, ecco che trasporto pochi dati per tanti utenti, i quali vedranno quindi una comunicazione lenta.
    Il binario può essere nuovo ed affidabile, oppure essere inaffidabile, perché usurato, mal tenuto, ecc., oppure sovraccarico da troppi treni che transitano: appare chiaro quindi che, qualunque sia il treno che ci viaggia sopra (anche un TAV), se il binario è inaffidabile o sovraccarico il treno non arriverà o ci metterà un sacco di tempo ad arrivare.
    I vagoni dei treni possono essere trasparenti (= chiunque li veda passare può vedere cosa c’è dentro), oppure possono essere oscurati e chiusi a chiave (= connessione protetta mediante un protocollo sicuro, tipo TLS o VPN). Appare chiaro che la sicurezza dei dati nei vagoni non dipende dal binario, né dal treno che lo trasporta, se non in minima parte, ma è garantita soprattutto dal vagone, che nella peggiore delle ipotesi deraglierà, ma se è chiuso ermeticamente nessuno riuscirà ad aprirlo.
    Infine, i treni devono arrivare nelle stazioni (= le colonnine da una parte, i server dall’altra): le stazioni sono operate dal fornitore della colonnina, esempio: Enel X Way. Potrei avere il binario migliore di questa terra, il treno più veloce ed i vagoni più sicuri, ma se nel momento in cui il treno arriva la stazione è guasta o sovraccarica, io il carico di quel vagone non posso elaborarlo e non posso ricaricare il vagone con i dati di risposta che dovranno fare il percorso inverso.
    Tradotto: Ace Ioot al più potrà fornire all’operatore di turno l’infrastruttura software ed hardware per far funzionare le stazioni e per allestire i vagoni, ma binario e treni sicuramente verranno forniti e contrattualizzati dagli operatori “generalisti”, per forza di cose. Altrimenti Ace Ioot dovrebbe costruire il suo binario dedicato (i ripetitori) ed acquistare i suoi treni (la banda, come dicevo).
    E se i sistemi di Enel X Way continuano a fare acqua da tutte le parti e ad essere inaffidabili (vedi: dati non aggiornati sull’app, errori vari mostrati dall’app, colonnine spesso e volentieri “in manutenzione”, colonnine che vanno offline, lettori delle tessere che non funzionano, ecc. ecc.) non c’è operatore di telecomunicazioni che tenga: il sistema continuerà a funzionare male.
    Non per niente, io tutti i problemi che ho avuto ad oggi sono sempre e solo stati con colonnine Enel X Way e con una frequenza tale (parlo naturalmente in termini relativi, perché se parliamo in termini assoluti è ovvio, dato che Enel X Way possiede il maggior numero di colonnine sul territorio) da far pensare che non fosse solo una coincidenza o sfortuna. Mai avuto problemi con Tesla, con Be Charge, Ionity (una sola volta un blackout totale dell’intero sito di ricarica, ci sta) e con diversi altri operatori minori, anche all’estero rigorosamente in roaming (con operatori italiani o con fornitori “puri” tipo Chargemap). Anche perché mica ci sono problemi solo con le colonnine: vogliamo parlare dei problemi con i sistemi di fatturazione di Enel X Way? Non mi si venga a dire che anche quello dipende “dalla SIM”!!!

    Infine, per l’appunto, permettetemi di concludere proprio sul discorso SIM, che immagino sia stata un’estrapolazione in buona fede della redazione (perché perlomeno, grazie al cielo, leggendo il “comunicato stampa” di Ace Ioot non c’è scritto da nessuna parte che serva una SIM particolare, o M2M o MTM che dir si voglia, per migliorare il sistema): dire che il problema dell’affidabilità delle colonnine si risolve usando la SIM corretta (come suggerirebbe il titolo) sarebbe come dire: “non ci vedo bene alla lavagna, la colpa è dell’astuccio in cui conservo la penna che uso per scrivere”… cioè non c’azzecca nulla…
    SIM = Subscriber Identity Module, è semplicemente una card che serve per identificare il sottoscrittore del servizio, ergo l’abbonato che sta spedendo e ricevendo dati mediante il proprio dispositivo. Una volta fatta l’autenticazione sulla rete al momento dell’accensione (al più mediante “sblocco” della chiave con PIN), la SIM non fa più nulla.

    Ah, e ultimissima cosa: dato che Enel possiede la rete elettrica in quasi tutto il paese, non escludo che possa pure usare qualche protocollo basato su Powerline (o simile) per trasferire i dati lungo la rete elettrica, senza usare le reti mobili. In questo caso l’affidabilità del mezzo di trasporto è ancora meno negoziabile, perché c’è un unico operatore (che io sappia) e pure quei protocolli sono soggetti a disturbi ed interferenze che potrebbero penalizzare l’affidabilità della comunicazione. Però, ancora una volta, la Ace Ioot di turno non può farci nulla su questo, se non fornendo un medium di comunicazione diverso.

  3. spiegazione che non mi convince. di gestori ne ho girati una sfilza, da quello blu a quello rosso e a quello verde. ora sto con l’arancione. E praticamente mai, tranne quando entro in galleria, mi capita di restare senza linea dove c’è un filo di segnale.

    • Non si tratta del medesimo protocollo di comunicazione. Colonnine e operatori comunicano in modalità M2M (machine to machine) come scritto nell’articolo.

      • No. E’ lo stesso canale. Uguale, identico.
        M2M non significa nulla. E’ una buzzword marketing.
        E’ uguale a S2S (server to server).

        Esiste il canale di comunicazione (onde radio, cavo, ecc) e lo stack di protocolli di comunicazione che viaggiano dentro il canale di comunicazione.
        I protocolli sono a piramide come scatole cinesi fino ad arrivare al dato vero e proprio.

        M2M si riferisce all’insieme di protocolli tipicamente usati per la comunicazone server2server (o machine to machine che fa più scena ed elimina la pericolosa parola “server” per politicamente corretto…). Quali TCP/IP con sopra ad esempio API HTTPS. E la S scritta pochi caratteri fa garantisce la sicurezza dei dati in transito.

        • Può spiegarlo in modo comprensibile a noi comuni mortali? E soprattutto: perchè a suo giudizio le App sono così inaffidabili o addirittura (esperienza personale) non si ha comunicazione in prossimità di alcune colonnine?

          • Avevo messo qualche dettaglio di cosa sono le SIM M2M in un mio commento di un’ora fa, che però non è stato pubblicato… cosa non andava???

            Comunque, ci sono differenti strati/layer nei protocolli di comunicazione, a partire dal livello fisico (il cavo o l’etere in questo caso) su su fino all’applicazione. E per ogni strato c’è uno o più protocolli. E c’è un modello standard per questi livelli, detto OSI. Per intenderci, il famoso protocollo IP sta a livello 3, a TCP a livello 4.

            Quindi, già dire che il protocollo è differente non vuol dire niente, perchè di quale livello stiamo parlando?

            L1 è identico, il medium usato per trasmettere i dati delle SIM è sempre l’etere
            L2 neppure, la trasmissione in etere usa sempre uno standard, che sia GSM/GPRS, LTE e adesso 4G/5G
            L3 neppure, usiamo alla fine IP (v4 o v6) per tutti i dispositivi che devono parlare tra di loro su Internet
            L4 improbabile sia diverso, sarà quasi sicuramente TCP, potrebbe essere UDP ma è difficile in applicazioni simili

            Da qui in poi tutto può essere differente, ma le SIM operano a Livello 2, non vedo come un fornitore possa offrire servizi differenti da un altro che sta allo stesso livello, una volta stabilito che tutti usano sim di tipo M2M come altri, specie in queste applicazioni.

            PS: la prossimità in vicinanza con una colonnina non c’entra niente, il suo telefono non comunica direttamente con la colonnina, entrambe si collegano alla rete mobile, e parlano entrambi con i server del fornitore, che “triangola” la comunicazione. Più millemila apparati in mezzo che nessuno vede ma che tengono in piedi Internet.

          • Non abbiamo cancellato nessun suo commento. Quanto a cellulare e colonnine, perfino io capisco che non comunicano direttamente; ma se il mio cellulare non ha connessione, immagino che nemmeno la colonnina l’abbia. Quindi mi chiedo come sia possibile che colonnine fisse siano collocate in posizioni malamente servite dalle rete cellulare. E’ corretto?

          • Ha presente i ripetitori della rete wifi? Se li posiziona troppo lontani dalla fonte del segnale non funzionano perché non hanno la rete wifi da ripetere. Qui la stessa cosa: dove non c’è segnale o è minimo, abbiamo problemi di dialogo. Motivo per cui mi sono dotato della tessera fisica.
            Purtroppo Enel X sono almeno 5 mesi che non ripara la colonnina dove vorrei ricaricare di solito… E di ticket ne ho aperti una dozzina!!
            Guarda caso che coincidenza, c’è un disservizio momentaneo sempre quando vado io a ricaricare… La sfiga eh?

          • Ancora… Massimo, i fornitori di connettività che possiedono ponti radio propri usano le loro antenne, non quelle di altri (come Ace Ioot che non ha ponti in Italia e va solo in roaming qui da noi…). E a seconda di come un provider posiziona le antenne, quali potenze usa, e altri parametri, perfino quali prodotti usa, ci saranno aree in cui un provider ha un segnale forte a altre meno, in modo differente tra provider, nello stesso identico punto.

            Non so ogni colonnina a quale provider sia connessa, o se addirittura (è una feature del M2M) venga sfruttata la connettività multi-rete. Che una colonnina sia malamente connessa alla rete 4G/5G è una supposizione, non dimostrata, suffragata unicamente dalle illazioni (perchè fino a prova contraria, tali solo) di un loro concorrente, che ha tutto l’interesse a dire quanto ha detto, per vendere la sua alternativa.
            Che, ironia affascinante, non avendo ponti propri in Italia, usa gli stessi ponti radio che critica. La SIM infatti è giusto una memoria con dei dati a bordo, non contribuisce minimamente alla qualità della connessione, quello dipende dall’antenna e dal software di bordo. Tanto che adesso esistono le eSIM, totalmente virtuali.

          • Luca, Guido e altri si sono già profusi in dettagli. Quindi non ripeto quanto scritto da loro.
            Per i meno addetti ai lavori mi limito a dire che in una comunicazione cellulare un device si connette ad una cella (da cui… cellulare 🙂 ).
            La scelta della cella la fa il chip radio di bordo. I produttori dei chip radio non sono tanri al mondo. Tra i più diffusi possiamo citare Broadcom.
            Questo componente si chiama modulo radio.
            Il modulo radio vede i segnali di TUTTI. E’ lui insieme al suo apparato d’antenna a “prendere” il segnale.
            Ricordiamo che tutte le onde radio sono sempre presenti contemporaneamente attorno a noi. E’ il device che decide cosa decifrare, la famosa frequenza. (Sto semplificando per usare parole semplici).

            E la SIM? Il modulo radio come fa a sapere su quale frequenza (provider) concentrarsi? Lo chiede alla SIM che lo informa dei provider con cui lei può comunicare. Quindi dice “si vodafone, no tim, si wind in roaming, ecc ecc ecc”.
            Il modulo radio aggancia la cella con il segnale più forte di quel provider e comunica alla cella il seriale della SIM (e anche qualche chiave crittografica ma teniamola semplice… 🙂 ).
            La cella saprà se quella SIM è abilitata a lavorare e la autorizzerà o meno.
            Quando ci colleghiamo ad una rete WiFi facciamo la stessa cosa.. ma la SIM siamo noi umani che inseriamo utentente e password… per fare un altro esempio semplice.

            Il protocollo di comunicazione GSM/HSDPA/LTE/4G/5G è una possibilità del modulo radio. Possiamo avere un contratto per il 5G ma se non abbiamo cellulari 5G (cioè con modulo radio che conosce il protocollo 5G) non ce ne facciamo nulla.

            Sono alla colonnina e il mio cellulare prende ma la colonnina non funziona? La colonnina ci dice forse “perchè” non funziona? Ci sono mille ragioni per cui potrebbe non funzionare. Mancanza di connessione può anche voler dire che la connessione dati funziona ma non raggiunge il server per un problema di routing.
            Ma sono davvero mille le possibili ragioni.

            Mi aggancio al commento di Guido con Tesla. A me capita che il mio cellulare prenda meglio della Tesla pur essendoci dentro. O viceversa. Perchè? Perchè probabilmente la macchina è su una cella/provider diversa/o.

            Mettono le colonnine dove c’è poco segnale? Può darsi. Ma in Italia i posti con poco segnale sono rimasti davvero pochi. Io scommetto che il problema delle colonnine non sia la connettività GSM. Abbiamo tanti problemi nel nostro paese, ma la connettività mobile non lo è proprio.

      • Le SIM M2M sono le sim che una volta si sarebbero chiamate “solo dati”, non sono abilitate a comunicazioni audio, e sono progettate per avere più memoria ed essere più resistenti, visto l’uso in apparati IOT (come i pos ad esempio). E fanno cose interessanti come la riprogrammazione da remoto. Sono ottimizzate, vero, ma si collegano alle reti 4G/5G esattamente come le sim a uso personale.

        Il suggerimento è che sulle colonnine andrebbero usate queste SIM e non quelle del telefono? Verissimo! Ma chi ci dice che avviene il contrario? Uno dei concorrenti di soluzioni M2M?

        Tutti i provider telefonici italiani hanno un’offerta M2M, bastano pochi secondi di ricerca per confermarlo. Quando leggo “Nessuna di queste, a quanto ci risulta, offre un servizio specifico per gli impianti di ricarica in grado di garantire un livello di affidabilità pari alla criticità della funzione.” a chi devo imputare questa affermazione? Alla redazione o al produttore? E’ una cartella stampa riportata? Chi ci dice che in realtà tutte le colonnine non hanno già SIM M2M al loro interno, esattamente come le auto o altri sistemi IOT? E che il problema quindi sia altrove?

        Ovvio che se vendo soluzioni M2M, per dirla con Maslow “If the only tool you have is a hammer, you tend to see every problem as a nail.”

        • Come abbiamo già scritto: ci dica lei perchè le App vanno così spesso in tilt. A me personalmente è capitato due volte di ritrovarmi con il telefono senza campo proprio di fronte a una colonnina. Come è possibile? Cos’è che non va?

          • Massimo, adesso anche lei fa l’AF coi giochini dell’inversione dell’onere della prova? Due volte non è proprio “cosi spesso”, contando quante milioni di volte viene eseguita un’app ogni giorno se si sommano tutti i suoi utenti. A me quella di EnelX che uso mi pare parecchio stabile, al netto che nessuna app è perfetta.

            E comunque, le ripeto, il fatto che il suo telefonino e la colonnina siano a due metri non vuol dire proprio niente, non c’è comunicazione diretta tra le due entità. Può essere che lei usa TIM che in quel punto non ha segnale, mentre le colonnina ha a bordo Vodafone con massimo segnale.

            Come ha scritto Endyamar, questo termine M2M è fuffa, e pure fuorviante a leggere il suo commento, il “machine to machine” non è relativo a una comunicazione diretta. Vuol dire che sono comunicazioni tra device, e non tra umani.

          • Non sono un tecnico di Tlc o informatica, ma non mi faccia così sprovveduto da non capire cosa significa M2M o comunicazione diretta. Restando al suo esempio, se a me cliente Tim capita di non avere connessione in un punto e di non comunicare per un probleama di roaming, non è lecito immaginare che la stessa cosa possa succedere alla colonnina? E due volte su un milione è un conto, ma due volte su dieci ricariche cosa significa? Una sfiga pazzesca o qualcosa che non funziona nel sistema.

          • La mia opinione è che banalmente nessuno controlla la qualità del segnale quando installano le colonnine. Le installano e se funzionano nessuno se ne preoccupa più.
            Però ci sono zone dove il segnale è basso e in base a condizioni atmosferiche e altri fattori potrebbe fluttuare abbastanza da far cadere la connessione.

          • Massimo, il mio tono si sta inacidendo perchè sto tentando di spiegare le cose che so con commenti anche parecchio lunghi, per poi sentirmi ribattere “e allora mi spieghi perchè l’app non va”. Capisce che questo può portare a un pò di risentimento? Se la sto reputando sprovveduto, è per le risposte che mi da a ogni passaggio… oltretutto lei parla di roaming, ma tra operatori telefonici della stessa nazione non esiste roaming, se io ho una sim Vodafone e non c’è segnale, non mi collego alla rete TIM, resterò semplicemente senza segnale.

            L’idea che la colonnina sia offline sta nascendo unicamente dalle illazioni di Ace Ioot, non siamo per niente sicuri che questa cosa sia vera, o che sia questa la causa del problema.
            Prima che me lo chieda ancora, per poterle rispondere dovrei vedere i log dei sistemi di monitoraggio delle colonnine, piattaforma a cui io però non ho accesso. Come non ce l’ha Ace Ioot per affermare che sia quello il problema. Loro affermano che lo sia per il teorema del martello di Maslow.

            Esistono softare per verificare la potenza di un segnale in un determinato luogo (l’ho fatto io a casa mia per mettere la connessione 4G al mio allarme, prendendo Wind che è quella col segnale più forte qui da me), e come ho scritto M2M consente anche la connesisone multi-rete, ovvero a più provider contemporaneamente. Come una colonnina sia connessa alla rete ce lo può dire EnelX, BeCharge o un altro operatore, ecco da loro mi piacerebbe sapere tecnicamente come funziona.

          • Senta Luca, da parte nostra nessun inacidimento o tanto meno l’intenzione di contestare chi ne sa molto più di noi. Registrate le testimonianze di due lettori e constatati problemi analoghi per diretta esperienza, ci siamo limitati a cercare una spiegazione e a riportarla come ci è stata fornita. Che le App incappino frequentemente in malfunzionamenti è un dato di fatto, che gli aggiornamenti siano un optional e che l’interoperabilità sia una mezza giungla, anche. Non più tardi di ieri, per esempio, mi sono trovato a un metro dalla stazione di ricarica HPC di un operatore interoperabile con il mio, ma sull’App non compariva e questo mi impediva di avviare la ricarica. Ho poi scoperto che risultava visibile solo azzerando tutti i filtri di ricerca (disponibilità, potenza ecc.). Le pare normale? Tutto questo non mi sorprende: sono abbastanza anziano da ricordare il calvario dell’introduzione dei primi Bancomat. Ma vorrei solo capire perchè.

          • @Massimo degli Esposti: se la colonnina non compariva ed è comparsa eliminando i filtri, le cause sono due: o i filtri impostati non andavano bene (es.: era filtrato sulle colonnine da 100 kW+ e la colonnina era da 22 kW) oppure la colonnina è censita sbagliata nell’app, e quindi non compariva anche se i filtri erano giusti. Questo però non c’entra assolutamente nulla con i problemi di comunicazione e di affidabilità delle colonnine, nella peggiore delle ipotesi è semplicemente un dato censito sbagliato nella scheda delle colonnina.

          • I filtri erano giusti: Tipo 2, CCS Combo 2, disponibile, operatori:tutti. Se un altro automobilista non mi avesse suggerito di toglierli, non avrei mai capito come uscire dall’impasse.

          • Nono, Massimo, l’inacidimento è mio, così come la frustrazione.

            \\\ mi sono trovato a un metro dalla stazione di ricarica HPC di un operatore interoperabile con il mio ///

            E ancora, non capisco questo intestardirsi sulla vicinanza fisica alla colonnina, non c’entra assolutamente niente, e spero lo sappia anche lei. Quindi perchè ribadirlo come se rendesse il racconto più drammatico?

            \\\ Ho poi scoperto che risultava visibile solo azzerando tutti i filtri di ricerca (disponibilità, potenza ecc.). Le pare normale? ///

            Sì. perchè è la dimostrazione che c’era qualche filtro che ne impediva la visualizzazione. Nonostante dica poi “I filtri erano giusti”. Evidentemente non lo erano.

            Comunque ho capito che qui è un problema di Layer8, che mi sono colpevolmente dimenticato di elencare nel descrivere lo Stack OSI.

          • Tralascio le ultime due righe che mi sembrano una gratuita presa in giro (per quanto ne possa evincere da obsoleto laureato in Scienze Politiche). Ho citato la “vicinanza alla colonnina”, del tutto fortuita, proprio per drammatizzare: capisce anche lei che viaggiare in auto elettrica è un calvario se le colonnine non si possono identificare da remoto, sapendo in anticipo se sono funzionanti e libere. Ecco perchè utilizzo i filtri _ che erano giusti, mi creda _ e che, guarda caso, mi hanno egregiamente aiutato ad individuare tutte le altre stazioni di ricarica utilizzate in tre giorni di viaggio.

          • La soluzione è la tessera RFID, niente tempo perso ad identificare la colonnina sull’app, scannerizzare il QR code, cliccare in giro, riloggarsi se non si usa l’app da un pò (maledetta app becharge) e altri. Si elimina alla radice una possibile variabile. Filosofia K.I.S.S., keep it simple…

            Si passa la tessera e tempo pochi secondi se non ci sono problemi si inizia a ricaricare. Ed è a prova di Layer8 😉 (perdoni, ha ragione, ma l’occasione era troppo ghiotta).

          • Bravissimo: ho richiesto la RFID Card dell’operatore in questione il 2 aprile. Data indicata per la consegna l’11 aprile. Non l’ho ancora vista. Poi vogliamo parlare di Iot?

          • Non so quale operatore Lei usa Massimo, ma io con EnelX ho la tessera rfid fisica che ho dato alla moglie, mentre io uso la tessera digitale attivabile sull’app del telefono.

            Basta avvicinare il telefono alla colonnina esattamente come si fai con i servizi di pagamento contactless. Non serve attendere settimane per la consegna della card fisica, basta solo essere sicuri che il telefono non sia scarico, ma arrivando con l’auto alla colonnina è presumibile che era a bordo in carica.

    • Da informatico che lavora per azienda con 420 SIM in fonia+dati e 75 M2M recentemente migrate da un operatore all’altro (solo per una questione economica e di servizi, non per copertura o altro), mi associo ai commenti di Dell’Oca ed Endyamar. La SIM è totalmente ininfluente, dato che esistono le eSIM che sono completamente virtuali, così come i protocolli, che sono identici tra quelle abilitate ANCHE alla fonia per la parte dati. Una SIM ci mette “di suo” una porzione di memoria (SEMPRE inutilizzata, dato che gli apparati DEVONO essere compatibile con qualsiasi SIM, anche quelle vecchie che ne avevano pochissima) e un numero di serie. Punto. Non è la SIM che usa un protocollo, è il software DELLA COLONNINA e del lettore di SIM che fa una certa cosa. Quindi la “colpa” è del pessimo software che sta dietro o alla mancata implementazione dei protocolli di comunicazione (dove la SIM è solo un mezzo, non importa il tono e il genere di una voce in una conversazione ma la lingua in cui lo si dice…) o alla mancata implementazione di un sistema di customer service che si faccia carico delle segnalazioni che arrivano dalle colonnine.
      Se l’APP non prende ma la colonnina sì, basta pensare a quanto può essere grande l’antenna contenuta in un telefono o contenuta in una colonnina e al fatto che si tratta COMUNQUE di operatori telefonici potenzialmente differenti.
      La SIM della mia Tesla “prende” dove il mio telefono non prende: per forza, è grande come l’intero vetro posteriore, eppure l’operatore telefonico (Olandese) è in roaming per definizione.
      Il signor Ace ioot non ha una sola antenna fisica in Italia, quindi si appoggia al roaming degli stessi fornitori che dice che malfunzionino.
      E leggere l’insinuazione che i dati non siano sicuri è a mio parere inaccettabile. La SIM non ha NULLA a che fare con la sicurezza del dato, è solo un mezzo di comunicazione, sono i protocolli di comunicazione, indipendenti dal mezzo, che determinano la sicurezza o meno.
      Potrei pubblicare la mia password bancaria in questo commento rendendola pubblica, purchè cifrata: questo renderebbe i commenti di Vaielettrico un mezzo sicuro per la trasmissione di password? No di certo, non sarebbe il mezzo (un commento) ma il protocollo (la crittografia).

  4. Ma scusate, Post Luxembourg opera in Italia? No.
    Quindi la copertura in Italia come la garantisce? Col roaming.
    E su quali reti va in roaming? “con le varie Vodafone, TIM, WindTre e Iliad”. Come tutti.

    La differenza la fanno gli SLA, e tutti gli operatori offrono contratti garantiti anche sul mobile, basta pagare.

    Oltretutto, “c’è anche un problema di sicurezza, visto che su queste linee passano informazioni molto sensibili come i dati fiscali e bancari degli utenti.”. Questa cosa è illeggibile. La rete 4g/5g è “solo” il mezzo di trasporto ma ha gia un livello di sicurezza discreto. Ma la sicurezza finale la fa il protocollo utilizzato sopra al livello di trasporto, potrebbe anche essere una vpn per quello che ne sappiamo. Scritta così invece pare quasi che siamo ancora ai tempi degli hub elettrici o delle reti wifi aperte dove tutti sentivano le comunicazioni in transito di tutti gli altri.

    • Sottoscrivo quanto già spiegato da Luca.
      E visto che le colonnine sono apparati semplici, non serve nemmeno scomodare una VPN. Basta un socket ssl. E la sicurezza la hai garantita (dalla lunghezza della chiave) anche se il canale fosse in codice morse.

      La parte sugli operatori poi proprio non si può sentire…

  5. Ragazzi, vi parlo da informatico. Non mi occupo di colonnine ma immagino che molti operatori hanno sottovalutato la criticità del tipo di linea e che livello di servizio deve essere garantito nella comunicazione tra le colonnine ed i server (anche se dovrebbe essere di pochi dati). Mi spiego, molto probabilmente hanno preferito pagare un servizio meno garantista nelle comunicazioni questo anche preferendo l’elargizione di cariche gratis in caso di problemi piuttosto che mettere su una WAN con caratteristiche di affidabilità come il servizio voice over IP ovvero traffico voce.
    Esempio: vi è mai capitato di fare una call con prodotti simili a MS Teams e condividere uno schermo? Ebbene nel farlo vi siete resi conto che in molti casi la voce arriva ma lo schermo va a tratti e molto in ritardo?
    Bene, la voce arriva perché ha precedenza e se la banda è poca il video viene deteriorato o non trasmesso. Ecco immagino che i problemi alle colonnine siano dovuti alla scelta del protocollo/livello di affidabilità richiesto.

  6. Quindi basta un disturbatore GSM da pochi euro per mettere fuori uso una intera stazione di ricarica? Open to meraviglia!

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