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L’app che scova gli abusivi della ricarica, ma in Svezia non in Italia

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app abusivi ricarica
L'app svedese che premia gli utenti che segnalano i parcheggiatori abusivi

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L’app che scova, fa punire e premia (in denaro) chi segnala alle autorità chi parcheggia l’auto termica sugli stalli dedicati alla ricarica dei veicoli termici. Esiste. Ma non in Italia – immaginiamo che qui solo la proposta provocherebbe   appelli al garantismo contro gli spioni di Stato – bensì in Svezia.

app scout park
Il logo di scout park, occhio agli abusivi

Delazione o servizio pubblico per una società civile e rispettosa dei diritti di tutti?

L’iniziativa a favore della ricarica delle auto elettriche in Svezia non dipende  dall’alta penetrazione delle quattro ruote a batteria nel Paese nordico – fino a quasi il 40% delle vendite e circa il 6% della flotta di auto circolanti – ma per un’ etica che sanziona pesantemente i comportamenti utilitaristici privati che vanno a  discapito del bene pubblico.

L’App prende il nome di Scout Park. Permette di segnalare, quindi punire, tutti i comportamenti scorretti degli automobilisti.

Corposo l’elenco delle segnalazioni possibili: le auto parcheggiate male, quelle che occupano strade pedonali, piste ciclabili, gli  stalli riservati ai disabili e quelli dedicati alla ricarica delle auto elettriche.  Tutto ciò che è abuso.

Per partecipare: Avere almeno 16 anni, un telefonino e un codice fiscale svedese

Come funziona? Avere 16 anni, scattare una foto da inviare alle forze dell’ordine. Già 5mila persone l’hanno scaricata

Abbiamo provato a scaricare l’App da Google Play Store ma non è permesso.  Quindi i 5mila download sono tutti di cittadini svedesi. Come partecipare? Avere 16 anni – porte aperte ai minori – un cellulare e il codice fiscale svedese.

Ecco il meccanismo di funzionamento spiegato nella homepage della App: «Quando individui un veicolo parcheggiato in modo errato, puoi scattare una foto, inviare una segnalazione tramite l’app e fornire dettagli sulla violazione. Una volta verificato il tuo rapporto, puoi guadagnare per il tuo contributo».

Si tratta di poco più di 4 euro. Scout Park «mira a creare un ambiente di parcheggio più organizzato, incoraggiando al tempo stesso i membri della comunità a partecipare al mantenimento dell’ordine e fornendo inoltre agli utenti un modo semplice per guadagnare denaro».

In Italia si rischia di subire l’epiteto di spione. In Svezia non si pongono questi problemi e dalla home di Scoutpark si legge: «Fai del bene. Fatti pagare. Immediatamente. Scopri quanto è facile fare la differenza e vieni ricompensato per questo!». Nessun problema se il contributo viene monetizzato.

Ricaricare? Non se ne parla: anche a Casina (Re) la colonnina è imprigionata dalle giostre.

E in Italia? A volte è una via crucis veder riconosciuto il diritto alla ricarica

Nel nostro Paese può succedere che segnalare un abusivo – anche un’auto elettrica che va abbondantemente oltre il tempo di ricarica – diventi un atto di coraggio. Parlano le tante storie pubblicate su Vaielettrico (leggi), capita anche che non ci sia la disponibilità di agenti pronti a sanzionare l’abuso (leggi).

Ma il colmo dell’ingiustizia è quando le stazioni di ricarica vengono interdette a causa di feste, manifestazioni e le più varie sagre di paese.  Insomma le colonnine imprigionate dalle giostre (leggi). Come pretendere il rispetto del diritto alla ricarica da parte dei cittadini quando sono gli stessi organi dello Stato a limitarlo?

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9 COMMENTI

  1. Vivo in un paesino di collina, circondato dai boschi e il nostro enorme problema è combattere il brutto vizio dell’abbandono dei rifiuti. Una volta durante una giornata ecologica abbiamo rinvenuto un sacco di spazzatura con all’interno buste con nome, cognome e indirizzo del proprietario.
    Neanche in quel caso così eclatante è stato possibile elevare una sanzione perché questo tizio si inventò che gli fu rubata la spazzatura e di conseguenza i ladri devono poi averla abbandonata nel bosco.
    In Italia l’impunità regna sovrana, la maggioranza non accetterebbe mai un app così perché significherebbe iniziare a pagare per la culturale maleducazione che abbiamo.
    Guardate fleximan. È/sono diventati eroi, eppure nelle strade in cui ci sono i velox fissi le statistiche parlano chiaro: riduzione drastica degli incidenti e dei morti. Ma a qualcuno frega qualcosa dei morti sulle strade? No l’importante è evitare le multe quelle sono più odiate della morte stessa

  2. 4 euro per una foto? Mi sa che se così fosse da noi il delatore potrebbe diventare un mestiere interessante ben retribuito, se faccio un giro in centro città almeno venti foto al giorno le scatterei di sicuro.

  3. Lavoro da quasi trent’anni per una multinazionale svedese, e sono stato parecchie volte in Svezia. Credo sia semplicemente inutile fare confronti con l’Italia, ci sono parsec di distanza. Ma si può condensare il tutto con: loro sono un Paese civile, noi no. Punto. Al che mi sorge un sospetto: quelli che si vorrebbero “segnalati” (e quindi puniti) magari siamo noi italiani 🙂

  4. In Italia non riusciamo (o meglio non vogliamo) scovare 100 miliardi l’anno di evasione e vogliamo parlare di APP per scovare i furbetti della ricarica?

    • Mi hai anticipato la risposta, se mettessero 500 – 1000 euro a ogni evasione denunciata, avremmo meno evasioni della Svizzera.

    • Anche il divieto di fumare nei luoghi pubblici sembrava un traguardo impossibile. Non sia così pessimista

  5. Ma delazione di CHE? Il problema è chi parcheggia dove non dovrebbe non chi rende noto chi lo fa a chi è preposto a fare rispettare le regole.

    Ma stiamo scherzando?

    Se la privacy deve proteggere chi infrange le regole va abolita immediatamente.

    • Fanno le campagne – il ministro dei trasporti in prima fila – contro gli autovelox, i 30 all’ora… mi immagino la reazione contro una App di questo tipo…

    • Io andrei oltre, dando la possibilità ai cittadini di inviare i video delle dashcam installate sulle proprie auto. Gente col telefono in mano, chi guida alla madmax, e via dicendo.
      Ma serve un cambio culturale gigantesco, e non ho ancora capito se noi onesti siamo solo una maggioranza silenziosa e affranta, o non siamo ormai nemmeno più una maggioranza.

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