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Lanéva Boats, l’eleganza silenziosa dal Principato di Monaco

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Lanéva Boats è una startup fondata nel 2017 a Montecarlo da tre giovani imprenditori bretoni: François Richard, Maxime Pachot e Marc Ronet (coadiuvati da Thierry Hoeltgen). L’attività del cantiere navale si basa “sulla progettazione e sulla costruzione di barche lussuose e sostenibili“. Per questa ragione la filosofia del marchio s’incentra su criteri operativi ben definiti, come l’impiego di motorizzazioni full electric e la predilizione per materiali durevoli, ecologici e riciclabili.

Una storia che parte nel 1838

Le imbarcazioni elettrificate stanno avendo un crescente successo negli ultimi anni, ma la sperimentazione di questa propulsione risale già alla prima metà del XIX secolo. Infatti, nel 1838, l’ingegnere tedesco Moritz Von Jacob lanciò il primo battello a energia elettrica a San Pietroburgo, sul fiume Neva, alla presenza dello zar Nicola I. Lanéva nasce quindi con l’intento di riallacciarsi a questo filone del passato, collocandosi “all’intersezione tra la passione per il mare e la propensione per l’innovazione tecnologica. Ma ancor di più, credendo fortemente nello sviluppo sostenibile e nei sistemi di trazione energicamente efficienti“.

Dal traghetto al daily cruiser

L’idea di partenza consisteva nel creare un battello fluviale a zero emissioni, ma il nostro posizionamento si è poi evoluto verso il mondo marittimo di alta gamma” rivela François, CEO e cofondatore del brand. Una scelta che ha influenzato fortemente lo sviluppo del design del natante, ispirato ai runabout dei laghi italiani e agli slipper launch londinesi. Altrettanto importante è stato selezionare Monaco come centro operativo per l’azienda. “È un luogo ideale perché il Principe (Alberto II) è sensibile alle tematiche ambientali e l’ecosistema è ricettivo a un prodotto come il nostro – aggiunge François. – Rappresenta anche uno dei nostri mercati principali, non si poteva dunque trovare di meglio“.

Nel cuore dell’imprenditorialità “regale”

Proprio la fiducia del sovrano ha offerto ampia visibilità al progetto fin dai primi passi e aperto le porte per i preziosi finanziamenti ai fondatori. Già a novembre 2017, Lanéva è entrata all’interno dell’incubatore di startup Monaco Tech. Successivamente è stata inserita nella terza edizione delle “Best Practices for Eco-Friendly Yachting”, pubblicata dalla fondazione Albert II. Altri riconoscimenti sono poi arrivati attraverso Forbes ed Ever Monaco, fino all’adesione al Cluster Monaco Yachting, consorzio che conta oltre 70 imprese attive nel settore sotto Le Rocher.

La strategia aziendale prevede di “diventare un player attivo e innovativo nel lungo termine nell’industria nautica. Scegliere Lanéva significa optare per la barca del futuro senza sacrificare lo stile, ma al contrario confermando il desiderio di saper apprezzare la bellezza delle imbarcazioni classiche, l’innovazione e il rispetto del mondo marino“. L’inaugurazione della firma monegasca è avvenuta in primavera presso lo Yacht Club di Monaco, di fronte a una cinquantina di ospiti, tra cui spiccavano Alberto II, il Vicepresidente della sua fondazione e il Ministro dell’Ambiente.

L’artigianalità al servizio dell’innovazione

In un prodotto complesso come l’open boat Lanéva non poteva mancare un tocco d’italianità. Il progetto ha richiesto più di 3000 ore tra ricerca e sviluppo, ma la costruzione è avvenuta nel cantiere Glisenti, sulle rive del lago di Como. Questo per assicurare alla barca un elevatissimo standard qualitativo, grazie all’impiego di maestranze altamente specializzate nella lavorazione del legno e nella fabbricazione delle finizioni marinaresche. Ciò ha consentito di mantenere inalterato lo spirito originale del concept. Da una parte, imprimendo la sensualità nelle linee e nei volumi dello scafo, coniugando sapientemente modernità e classicità. Dall’altra, rispettando gli stretti requisiti ambientali definiti dai progettisti, per i quali la scelta di materiali naturali e sostenibili doveva condurre il natante ad avere l’impronta ecologica più piccola possibile.

Tra esotismo e razionalità

Ecco dunque che la carena (verniciata in un aristocratico blu) è realizzata in plywood, mentre l’ossatura è in legno di betulla. Il desiderio di ridurre al minimo l’impatto ambientale nell’intero ciclo di vita del prodotto ha inoltre escluso l’utilizzo di mogano e teak. Pur essendo comprovati a livello qualitativo e prestazionale nell’industria nautica, sono stati ritenuti molto inquinanti dal punto di vista del trasporto e della logistica. Anche l’impiego della vetroresina è stato accantonato, a causa del suo complesso e difficile processo di smaltimento. La preferenza è caduta così su risorse alternative. Come la fibra di lino francese (applicata sul ponte e sulla plancia, quest’ultima d’impronta minimalista e con accenni rétro).

O ancora il sughero riciclato portoghese, ricavato dai tappi delle bottiglie di vino. Questo è stato utilizzato per ricoprire il pavimento dell’imbarcazione, grazie alle ottime caratteristiche ignifughe, idrorepellenti e isolanti. La tappezzeria è invece in Leatherette, tessuto definito da François “100% riciclabile“. A bordo ci sono anche materiali più tradizionali, come il vetro del parabrezza, l’alluminio e l’acciaio inox. Le luci a LED che pervadono l’abitacolo, invece, contribuiscono a esaltare la sensazione di raffinatezza dell’ambiente. L’insieme cromatico e materico così concepito è suggestivo, coerente con il posizionamento nel segmento luxury di questa barca. La sensibilità ambientale si riflette anche nella scelta dei rivestimenti protettivi dello scafo, tra cui spicca una resina epossidica di origine vegetale.

La libertà come unico orizzonte

Questo primo esemplare del cantiere monegasco ha quattro pacchi batteria, suddivisi in 48 celle, per una capacità complessiva pari a 90 kWh. Le prestazioni dichiarate vedono un’autonomia di 2 ore a 17 nodi, sufficienti per rispondere all’utilizzo quotidiano del motoscafo. La velocità massima è compresa tra 23 e 25 nodi, mentre il tempo per la ricarica è di circa 5 ore (partendo dal 20% della capienza complessiva degli accumulatori). Si può effettuare tramite spina da 32 amp direttamente presso il molo.

Ad ogni modo, questi dati tecnici sono destinati a cambiare in caso di produzione di altre unità. Da una parte, per rispondere alle esigenze della clientela, desiderosa di ricevere un oggetto realmente su misura. Dall’altra, per seguire con ampia flessibilità il progresso delle tecnologie elettriche per l’ambito nautico, in forte espansione ed evoluzione. Il modello di business prevede anche un’attenta gestione delle batterie al termine del loro utilizzo, mediante un rigoroso processo di riciclo (al momento in fase di messa a punto) e l’analisi d’alternative d’uso.

Un giocattolo per i superyacht (e molto di più)

Siamo a Monaco, dunque uno dei nostri mercati potenziali è chiaramente quello di tender per i superyacht. Penso che questo ruolo valorizzi al meglio la barca perché dovrebbe coprire brevi distanze tra le grandi navi e i porti. Credo anche che il prodotto possa essere appetibile per servizi di trasporto di hotel, molti dei quali sui laghi, magari con funzione di charter B2B” dichiara François. L’esplorazione continua di nuovi scenari e funzioni si traduce in Lanéva nella ricerca di varianti per ampliare la gamma, modificando dimensioni, forme e materiali, cercando sempre di “spingere” i limiti tecnici e creativi. Per il momento, però, l’attenzione è concentrata sul primo runabout (lunghezza 7,9 metri e larghezza 2,5 metri) in grado di trasportare fino a 8 persone.

La nuova frontiera del lusso

Lo smart boat conferma la ricercatezza del progetto Lanéva. Offre l’assistenza durante l’attracco e l’evitamento degli ostacoli, come avviene su un’automobile, nonchè eliche per agevolare le manovre nei porti. I due schermi digitali sul cruscotto, invece, forniscono informazioni in tempo reale sull’autonomia delle batterie, sulle condizioni meteorologiche e sulla profondità del fondale. Sono installati inoltre GPS e VHF. Sul fronte del comfort, gli accessori comprendono scaletta da bagno, tendalino, tavolo da pranzo, prendisole a poppa e doccetta sul ponte.
Non mancano poi un refrigeratore per mantenere al fresco le vivande durante le gite in mare aperto e comode prese USB per i passeggeri.

Il prezzo per entrare nell’universo Lanéva parte da circa 400.000 euro, cifra destinata a lievitare proporzionalmente al grado di personalizzazione desiderato dalla clientela. “Il prodotto dona un’inedita esperienza di mobilità marina, evitando rumori, odore di benzina, manutenzione e rifornimenti costosi. Ma soprattutto consente l’accesso libero e continuo alle più belle aree marine protette” conclude François. Con queste premesse, si può immaginare che la nautica da diporto del futuro sarà sempre più “gentile” e rispettosa dell’ambiente.

– leggi anche: Vita Yachts: superchangers e motoscafi costruiti sul Lago Maggiore

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