In appena tredici mesi Reinova è diventata uno dei cardini della rivoluzione elettrica nella Motor Valley italiana. Ma sono stati mesi difficili e ancor più difficili saranno i prossimi, segnati anche dall’incognita del caro energia. Il fondatore e CEO Giuseppe Corcione, quindi, lancia un appello ai decisori politici. Siamo alle soglie di una rivoluzione della mobilità: possiamo subirla passivamente e soccombere, oppure moltiplicare gli sforzi per cavalcarla e diventarne protagonisti.
Facendo il bilancio di un anno di attività (aveva aperto i battenti il 10 luglio 2021) l’hub tecnologico della mobilità elettrica Reinova di Soliera (Mo) dice di aver «raggiunto risultati straordinari nonostante il periodo attuale caratterizzato da forti squilibri sanitari, economici e politici».
Reinova, il bilancio di un anno di vita

Il CEO Giuseppe Corcione dichiara: «Dall’inizio delle attività, l’azienda ha perseguito i suoi obiettivi con determinazione e grinta consolidando la sua posizione di polo innovativo per la mobilità sostenibile e oggi punta già a raggiungere ambiziosi traguardi: raddoppiare il fatturato nel 2022 e puntare ai 50 milioni di euro entro il 2026 e, in parallelo, una crescita strutturale che riguarderà anche l’organico, con 65 dipendenti previsti entro l’anno, e 100 dipendenti entro il 2025-26».
Reinova ha infatti instaurato partnership con Energica Motor Company S.p.A per l’ideazione di test tecnologici che riguardano lo sviluppo e la validazione di componenti per la e-mobility. Con Dell’Orto S.p.A per la promozione e la commercializzazione di sistemi di powertrain per la mobilità urbana e la diffusione in larga scala dell’elettrificazione di applicazioni fino a 20kW.

Per l’implementazione della tomografia industriale computerizzata e la validazione delle batterie e delle componenti elettriche con Tec Eurolab. Per lo sviluppo di un innovativo sistema di guida autonoma e semi-autonoma con Social Self Driving. Infine con Block Harbor Cybersecurity per la realizzazione di un progetto di cybersecurity, sicurezza e connettività auto.
“Il futuro della mobilità elettrica non è roseo”
Tuttavia, aggiunge Corcione, «il futuro della mobilità non si presenta roseo, anzi. L’emergenza sanitaria, la carenza di materie prime, la conseguente crisi dei semiconduttori e l’attuale squilibrio socio-politico scaturito dal conflitto in Ucraina hanno segnato gravemente il mercato automotive che ha registrato, negli ultimi due anni, un rallentamento della produzione di veicoli nuovi, un aumento rilevante dei prezzi e un conseguenziale calo di vendite davvero preoccupante».
La ricetta Reinova: indipendenza, innovazione, filiera
Per contrastare i rischi di questa situazione il manager lancia un appello all’Unione Europea. In primo luogo perchè incentivi il reshoring della produzione permettendo dunque ai Paesi interni all’Unione di raggiungere una certa indipendenza e, orientativamente entro cinque anni, una propria produzione di materie prime.
In socondo luogo, sostiene Corcione, «bisognerebbe investire maggiormente sull’industria elettronica che – pur richiedendo ingenti capitali e tempi d’esecuzione degli impianti produttivi piuttosto lunghi – rappresenta una concreta e reale soluzione atta a tutelare l’ambiente e il benessere della popolazione».
Infine «è necessario supportare il lavoro di fornitori in grado di trovare soluzioni differenti e alternative che rispondano alle nuove e future esigenze del mercato».
Reinova è un laboratorio dedicato allo sviluppo e alla validazione di componenti per il Powertrain elettrico e ibrido per la mobilità sostenibile nato dall’idea di REI Lab s.r.l., Unindustria RE e Fondazione REI, con il supporto di importanti partner bancari – come Intesa San Paolo – e primarie aziende e imprenditori del territorio.
Dopo alcuni anni dall’articolo, molto interessante e che centra il segno dei problemi, mi pare che il governo non abbia fatto nulla, anzi pare remi contro alla transizione.
Corcione, cosa diavolo è il reshoring? Speak like you eat, por favor, bitte!
Reshoring: rientro in patria delle attività produttive
Come al solito il comunicato della Ditta deve essere interpretato:
Il mercato delle a pistoni è in crisi: in quanto i Consumatori NON vogliono più spendere soldi per comprate le inquinanti, costose e poco ecologiche auto a pistoni !
1) chiediamo incentivi, o almeno facilitazioni, per aprire fabbriche in Europa in modo tale tale da non lasciare tutta la produzione alla Cina.
2) industrie che producete auto: dovete investire di più in tecnologia elettronica, un disastro come le difficoltà di aggiornamento della ID3 NON dovrà mai più presentarsi.
3)cari sub fornitori: mettetevi in testa che ogni 2/3 anni tutti i prodotti DEVONO essere riprogettati partendo da ZERO in modo da poter sfruttare il progresso tecnologico .
non basta
è una trasformazione epocale
la robotizzazione ,farà perdere NECESSARIAMENTE posti di lavoro nelle fabbriche
solo in minima parte saranno recuperati da ingegnerizzazione e manutenzione robot
la rivoluzione energetica rinnovabile per fortuna ne assorbirà molti
così come l’economia circolare (riciclo)
le nuove fabbriche devono prevedere l’economia circolare da subito
personalmente penso che servirà anche la riduzione dell’orario di lavoro a regime
per contenere gli effetti sull’occupazione di un’automazione spinta NECESSARIA