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L’algoritmo stronca le plug-in: più termiche che elettriche

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plug in
La Ibrida plu-in di FCA Jeep Renegade.

L’80% delle ibride plug-in sono utilizzate in elettrico per meno del 30% delle percorrenze. Quindi ben al di sotto dei livelli che ne giustificherebbe l’utilizzo sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale. Lo certifica Targa Telematics, tech company specializzata nello sviluppo di soluzioni digitali nel campo nel campo della telematica, smart mobility e piattaforme IoT che ha monitorato un campione di PHEV aziendali.

Targa Lite, l’antidoto di Targa Telematics

Anche per questo la società ha sviluppato Targa Lite, una soluzione proprietaria che aiuta i fleet manager a individuare e ridurre gli sprechi delle flotte aziendali, nel rispetto della privacy, e a gestire in modo efficiente i rifornimenti di carburante. Un problema, questo, divenuto scottante negli ultimi mesi, a seguito del forte aumento del prezzo dei carburanti. Targa Telematics stima infatti che, a parità di chilometri percorsi e lirti consumati, il caro carburanti abbia fatto lievitare i costi di gestione di una flotta di circa il 20%.

plug in

Targa Lite adotta un algoritmo che permette di analizzare se i chilometri percorsi dai Plugin Hybrid Electric Vehicle (PHEV) sono stati fatti con motore termico o elettrico. Con questa nuova funzionalità, il fleet manager può favorirne l’utilizzo in elettrico, attribuendo il PHEV ad un driver che ha delle percorrenze adatte a questo tipo di veicolo e che ne faccia un uso consapevole.

Ma usate bene costano il 37% meno del diesel

Inoltre, se necessario, può intraprendere azioni correttive non solo per incentivarne l’uso in elettrico, ma anche per porre attenzione alle ricariche: maggiore è il numero delle ricariche, minori sono la spesa per il carburante e le emissioni di CO2.

Da un campione reale è stato calcolato infatti che se un veicolo Plug-in Hybrid venisse utilizzato per il 42% del chilometraggio in elettrico, si ridurrebbero le emissioni di CO2 del 33%. E la spesa per il carburante del 37% rispetto allo stesso modello di vettura Diesel.

Alberto Falcione

«I costi derivanti dalle vetture sono elevati e rappresentano una parte importante della gestione finanziaria di una azienda. Per questo motivo, al fleet manager viene chiesto non solo di mitigare le diverse voci associate, ad esempio, all’acquisto, alla vendita o noleggio dei mezzi e alla loro gestione logistica, ma anche un serrato controllo dei costi derivanti da manutenzioni, pedaggi, sinistri e, non da ultimo, carburante» ha sottolineato Alberto Falcione – VP Sales di Targa Telematics.

Se il fleet manager prende il controllo

Targa Lite permette inoltre di  quantificare i chilometri effettuati per scopi non lavorativi, consentendo di definire policy aziendali ad hoc. Si tratta in questo caso di stabilire una tariffa condivisa per l’utilizzo dei veicoli aziendali privatamente.

Targa Telematics è un’azienda IT con 20 anni di esperienza nei veicoli connessi. Offre soluzioni tecnologiche di telematica, smart mobility e piattaforme IoT digitali per operatori di mobilità. Si rivolge ad aziende di noleggio a breve e lungo termine, società finanziarie e grandi flotte. E spazia dalla telematica assicurativa all’asset e fleet management, dalla diagnostica e telemetria remota dei mezzi, veicoli professionali e da cantiere, alla gestione dei mezzi aeroportuali. Nel 2021, Targa Telematics ha registrato un giro d’affari di 49 milioni di euro, con 140 dipendenti e più di 950 clienti.

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53 COMMENTI

  1. Ci voleva un algoritmo per scoprire che le PHEV utilizzano principalmente il termico, non si poteva chiedere ai tanti “commerciali” che fanno oltre 50.000 km/annui, in gran parte in autostrada.
    Ma l’algoritmo riesce a spiegare perché un lavoratore dovrebbe ricaricare a casa sua (ed a proprie spese) il veicolo aziendale invece di ricaricarlo presso la colonnina pubblica attendendo il tempo necessario all’operazione (magari a fine giornata)?
    Le PHEV al momento non vanno bene per tutti e la dimostrazione è l’uso distorto che ne fanno gli utilizzatori “professionali”

  2. Ho una MG EHS plug-in. Percorre 60km solo in elettrico e in inverno addirittura può partire solo in elettrico nonostante le basse temperature a differenza di altri modelli che mi è stato detto partono obbligatoriamente con il motore termico. Ebbene, per il tipo di percorso che faccio io il 90% dei km li faccio in esclusiva modalità elettrica (122cv non sono pochi e il piacere di guida è assicurato). Se fossi un agente di commercio dovrei optare per altro “carburante”ma nell’uso di molti 60km in un giorno non sono pochi come autonomia. Se poi qualcuno ha la possibilità di ricaricare al lavoro potrebbe arrivare a percorrere 120km al giorno in elettrico. Prima avevo Una Skoda Enyaq di cui non sono rimasto soddisfatto.

    • Sicuro che ci siano plug-in che “partono obbligatoriamente con il motore termico”?
      Certo che, se fosse così, il “plug-in” è un mondo davvero articolato in modo folle: non ce n’è una uguale all’altra!
      Comunque, la mia, se c’è autonomia elettrica e se non sei tu a chiederlo, non si sogna nemmeno di usare l’ICE, neanche a temperature sotto zero!
      Autonomia elettrica di 70 Km medi in inverno e 75 Km medi in estate (per cariche complete e con pre-climatizzazione), batteria “lorda” di 13 kWh, di cui 10,4 utilizzabili (80% del lordo).
      Stessa casa della sua ex Enyaq.
      PS: può dirci perché non era soddisfatto? Problemi? Autonomia? Praticità?

      • Dopo 3 giorni dal ritiro in concessionaria un fermo auto di un mese perché una centralina si era guastata, display da 13 pollici continuamente bloccato, plafoniera luci e comandi tetto apribile bloccati almeno una volta a settimana doppio vetro crepato per probabile infiltrazione d’acqua che ghiacciando ha fatto il suo lavoro…. Condensa faro anteriore. Autonomia invernale molto ridotta (almeno 200km in meno che d’estate) tanto più se avessi usato scalda sedili, volante e riscaldamento in contemporanea. Che serve pagare Accessori che poi è consigliabile non usare?

  3. Non capisco certe logiche. O forse sì. Da un sito e da una redazione che lamentano un uso scorretto dei dati per screditare l’elettrico, mi aspetterei altro atteggiamento nei confronti delle PHEV. Invece si copiano gli stessi mezzucci. Chi si considera discriminato dovrebbe avere una sensibilità maggiore, invece….

    • Non è né una cosa ovvia, né soprattutto una cosa vera.
      Io vado per la maggior parte del tempo in full electric con la PHEV, facendo 30 km/giorno per lo spostamento casa-lavoro.
      Solo nel weekend parte il termico.

      Il problema è che su un’auto aziendale, dove magari la benzina viene regolarmente rimborsata dall’azienda, e la ricarica di energia fatta nel box invece no, quale incentivo economico ha il guidatore a ricaricare?
      Poi uno che usa l’auto per lavoro e fa 200km/giorno, ovviamente non ci sta dentro con la PHEV.
      Ma prendere come campione le auto aziendali e generalizzare il discorso a tutte le PHEV è la cosa più assurda che ci sia.

      • Lei insiste, vedo. E’ assurda per lei, non lo è affatto per un gestore di flotte aziendali

        • flotte aziendali che hanno una seconda vita con i privati parsimoniosi ..
          come Alessandro anche io ho quel comportamento
          ho phev usata del 2018

          comprerei OGGI una phev nuova ?
          NO perchè la maggior parte costa come o più di una EV di pari categoria ..
          forse con le coreane si “risparmia” qualche migliaio di eur
          aveva senso comprarle qualche anno fa ?
          SECONDO me SI ..
          costavano sensibilmente MENO di una ev anche 10000 eur a parità di categoria allestimento

          Conviene oggi comprare una Phev USATA ?
          secondo me si ,
          i prezzi delle EV usate sono troppo alti a parità di allestimento

          my 2 cent di buon senso

  4. Diesel da 1.55 a 185 è un +20% arrotondato per eccesso, i costi di gestione sono tutti totalmente imputati al diesel? (siam pure scesi sotto 1.8 da un po tra l’altro.) ma va beh ci può stare abbiano fatto i calcoli prendendoli durante picco massimo durato due mesi e pubblicato solo poi i risultati.

    Unalgoritmo di questo tipo è sicuramente utile, ma per essere utile dovrebbe comprendere non solo i costi dell’auto, ma anche il tempo del conducente è denaro.
    Faccio un esempio reale, rete di agenzie per il lavoro, prendiamo la maggiore con circa 300 filiali, ognuna con un commerciale che copre mediamente un raggio di 60km (al nord son più fitte al sud fuori città molto più rade), a questi 300 si aggiungono altri 200 commerciali di alto profilo con territorio gestito di due filiali.
    500 commerciali, che fanno ogni giorno chi tratte brevi sotto i 50 ma ne fa dalle 3 alle 6 al giorno, chi si muove su tratte più ampie.
    Dipendenti, quindi gli straordinari vanno pagati con le dovute maggiorazioni.
    Batteria di una plug in sufficiente a fare 1 sola delle tratte brevi, quindi dalle 3 alle 6 ricariche giornaliere, ipotizzando non meno di 15 minuti a ricarica (ovviamente non completa e quindi non sufficiente a coprire in elettrico la tratta successiva) quindi dai 45 minuti all’ora è mezza solo fermi a caricare, facendo finta che ovunque vai trovi una colonnina in meno di un minuto in zone industriali.
    Quanto perde economicamente l’azienda se ha 500 commerciali che ogni giorno lavorano mediamente un’ora in meno? Quanto perde pagando invece quell’ora come straordinario ogni giorno a tutti i 500 agenti? Quanto perde se i suoi dirigenti intermedi perdono sempre 2h al giorno per andare da un capoluogo all’altro per svolgere le loro funzioni? Quanto rallenta l’azienda?
    Fin ora, non ho mai è ripeto mai visto dare auto della flotta aziendale, a chi non produce grosso fatturato muovendosi, pure i tecnici Telecom son loro a fare il fatturato, senza di loro l’azienda non fa più un nuovo contratto che uno, paga penali enormi per guasti non risolti etc.

    Mai visto dare l’auto aziendale all’impiegato stanziale che fa attività, seppur importantissime, solo telefonica e al pc, mai visto dare auto a impiegati amministrativi, operai, frontoffice e chi più ne ha più ne metta, la loro attività non è basata sul raggiungere i clienti per produrre fatturato.

    Venendo alle obiezioni, che almeno vi evito le solite conclusioni di chi non sa bene come funziona quel tipo di lavori.
    Si puoi ricaricare in pausa pranzo, generalmente di un’ora sempre se non hai necessità di passarla al volante per l’appuntamento successivo, ma anche se fosse una carica completa ti basta per 1 appuntamento, magari due se sei stato fortunato e ne hai fissati in due aziende attaccate tra loro, ma quasi mai è così. 1 su 6 non è così utile.
    Si è vero posso ricaricare durante gli appuntamenti, in realtà no non è vero (o meglio è possibile qualche rara volta se hai la filiale di città e non esci da Milano ogni tanto capiterà di avere una colonnina entro una distanza utile a non arrivare sudato dal cliente ma il grosso del fatturato si fa fuori città nelle aree produttive), nelle aree industriali non esistono colonnine pubbliche fast né slow, almeno per ora, buona parte di quei 6 appuntamenti giornalieri sono da aziende potenziali clienti che non ti han mai visto né han voglia di vederti, se non stai entrando in una azienda con scritto su tutte le pareti esterne “noi siamo Green siamo fighi e belli” prima ancora di arrivare dal titolar chiedere di rubare 8kwh durante l’appuntamento… Beh non credo ci sia bisogno di spiegare. Vero che se un cliente già lo conosci e sai le sue inclinazioni puoi farlo tranquillamente e magari usarle questa cosa come spunto di conversazione per aumentare il legame (ma anche qui devi essere felice di averla sta plugin o non sei credibile se ti è imposta e ti fa far tardi a cena ogni giorno forse non lo sei)
    A tutto questo, aggoingeteci gli imprevisti, non i miei da conducente, ma quelli dei 6 clienti che vedrai, uno ritarda 10 minuti perché era impegnato, l’altro stava rientrando ma ha avuto emergenza nell’altro sito produttivo e non si è potuto muovere, l’altro si è dimenticato totalmente ed è andato via (ahimè capitano più che gli altri hehe) o banalmente mentre sei con loro capita qualcosa in azienda che richiede la loro attenzione e ce da rivedersi un’altra volta. quindi su una media di un centinaio di appuntamenti al mese c’è un buon 30% di queste situazioni è da mettere in conto, spessissimo ti chiamano mentre vai da loro per spostare di un ora e bla bla…

    Quindi, ricapitolando, quanto costa una plugin in tempo perso facendo ricariche continue dettate da un algoritmo che non ha tenuto conto di tutto questo?

    • Non ha capito: l’algoritmo raccoglie, aggrega e analizza i dati di utilizzo reale dando poi al gestore della flotta tutte le indicazioni per ottimizzare l’uso dell’auto aziendale in funzione del massimo risparmio.

      • Si, nella fase di analisi, che poi produrrà i modelli stile best practise da far rispettare ai dipendenti. ma come è emerso a chi gestisce la flotta conviene economicamente che vengano fatte abbastanza cariche per percorrere tutto in elettrico, zero emissioni per cui non pagano tasse aggiuntive e, per ora minori costi di esercizio (quando poi saran tutte elettriche il costo sarà parificato per tutti e non sarà più un valore aggiunto)
        Le plugin han senso per la città, per kilometraggi da City car elettrica ma con esigenze frequenti di spostamenti più lunghi.
        Non han senso super suv o super berline che han abbastanza massa da generare un buco nero alla loro morte. Per certi utilizzi vanno già bene le bev, con qualche accortezza tipo installare colonnine private nel parcheggio aziendale tanto spesso son gente che ha posto auto riservato, plugin per chi vuole una termica ma non vuole consumare ed inquinare troppo, ma ad uso privato su auto medie, dove fare 25km con un litro di benzina diventa possibilissimo e facendo poca strada la carica è sfruttata sempre e magari la benzina nemmeno la usi per tre quarti del tempo.
        Le aziendali per chi fa km, ora restano sempre i diesel leggeri, una polo una clio una 500, piccole e vero, ma consumano comunque meno di una plugin.
        La corsa alle plug è stata dettata dagli incentivi (ora mancanti e han smesso di comprarle guardacaso) quindi speculazione, non ci voleva Nostradamus per capire che se hai carta carburante a casa col piffero che ricarichi a spese tue, alle colonnine ci vuole troppo e allora vai dal benzinaio… Forse speravano nella buona fede degli autisti? 😅

    • Ed infatti non ha nessun senso incentivare l’acquisto di una PHEV alle flotte (ed ai noleggi). Non sono, al di là di ogni fantasia, utenti con caratteristiche da PHEV. Neanche se per lavoro girano solo in città! Chi ha, lavorando, 3 ore di tempo per caricare 10 kWh a 3,7kW? Neanche mentre fai la pausa pranzo (e poi moriresti dopo un anno per colesterolo e glicemia a 10.000 con tutto quello che puoi mangiare in quel tempo!). Scherzi a parte, è davvero un nonsenso incentivare l’acquisto di plug-in da parte di queste entità! Però le case spingono perché devono fatturare! E fatturi certamente di più con flotte e noleggi che col privato (coi tempi che corrono ed i prezzi che hanno, per giunta).

  5. Le auto aziendali vengono gestite male
    Le phev private hanno altri numeri e soprattutto vengono comprate solo se i tragitti quotidiani rendono logico l’acquisto. In 100.000 km con la mia Kia Optima ho avuto pieni durati anche 4500 km e in generale, anche dopo l’usura del 40% della batteria doo 4 anni, continuo a percorrere in elettrico al. E o l’ 80% dei percorsi giornalieri

    • Sono possessore di una full electric e condivido in pieno il tuo pensiero. Nulla contro il sito, ma un errata interpretazione dei dati.

      A chi importa di PHEV aziendali se consumano o no?

      Logico che ad un privato importi invece.

      • A lei può anche non importare. Ma ricordi che le plug in aziendali godono di generosi incentivi pubblici come auto a basse emissioni.

  6. Una spudorata pubblicità mascherata da articolo.
    Che poi cosa c’è da stroncare lo sanno solo loro… Io con la PHEV consumo 2.1 litri x 100 km stando al computer di bordo, che è sicuramente più affidabile dell’algoritmo di questa azienda…

    • La sua aggressività è preoccupante: non si parla di lei, della sua auto e di come la utilizza ma dei big data raccolti da una campione di auto aziendali.

      • Il titolo parla in generale di plug in, dimenticando (volutamente?) di specificare che il campione preso in esame non è assolutamente rappresentativo dell’intero parco auto circolante.
        Ma siccome le PHEV sono le migliori concorrenti delle BEV, ecco che ci si accanisce contro…

          • Io leggo tutto, ma se un utente “sfoglia” la testata passando in rassegna i titoli, e legge il suddetto, secondo lei che idea si fa delle PHEV?

          • @Alessandro se uno passa distratto e legge solo i titoli, probabilmente un’idea non ha la minima intenzione di farsela.

          • Voi scrivete anche i titoli (o quantomeno ne siete responsabili): potreste impegnarvi a scrivere titoli più aderenti alla realtà, invece di scaricare la colpa sui lettori, no?
            Un minimo di autocritica, su: quello “studio” non boccia le Phev, come si evincerebbe dal titolo (che quindi è fuorviante).
            Al massimo, condanna un certo uso in un ben determinato ambito.

          • Lei non ha mai fatto un titolo: lo sa che deve restare in una riga?

          • -Lei non ha mai fatto un titolo: lo sa che deve restare in una riga?-

            Io di titoli (e di sommari) ne ho fatti veramente tanti. Ma tanti tanti. Quindi so che hai perfettamente ragione, concentrare il tutto in una riga non è immediato. Non di meno, lasciami dire che qualche titolo su vaielettrico un po’ monello lo è. 🤭🤭🤭 non inesatto o truffaldino eh? Ci mancherebbe. Solo un po’ monello. 🤭🤭🤭 Ma fa parte del gioco, quello che conta poi è l’articolo. E quindi invito tutti a leggere l’articolo e a non soffermarsi al titolo. Perché altrimenti è come giudicare un libro basandosi sulla copertina.

  7. Vedo molte ibride plug in che occupano stalli pubblici per ORE. Con il motore termico non si ha nessuna necessità di ricaricare fuori casa. Questo à discapito di chi, magari con una bev ne ha realmente bisogno. Per quanto mi riguarda le phev si dovrebbero vendere solo a chi può caricare a casa.

    • Le Plug in andrebbero caricate sempre, anche fuori casa se necessario, altrimenti ha ragione chi si lamenta che vengono utilizzate male.
      Penso che tutti i possessori di phev carichino a casa, ma possono capitare situazioni per cui si è lontani 70 o + km dalla propria residenza…una gita o un viaggio per esempio.
      Purtroppo la maggior parte carica al massimo a 3.7kw, indubbiamente se arrivassero a 7.4Kw si creerebbero meno problemi.

      • La batteria e’ piccola, surriscalderebbe e si punta alla massima affidabilita’. 3,7 kW e’ un valore reale, prossimo al limite vero attualmente disponibile nelle colonnine, per ora.

    • Scusi, ma non l’ha ordinato il dottore di comprare una BEV. Il (grosso) problema delle BEV è la necessità della ricarica, e lei propone di attenuarlo limitando la libertà di altri automobilisti che magari hanno fatto una scelta più saggia in un periodo in cui le colonnine sono ancora poche?
      Se uno sceglie comunque BEV si prende pregi e difetti, non può pensare di togliere i difetti limitando la libertà altrui di ricarica e risparmiare… Quindi che sia lui stesso a ricaricare a casa, o si pianifichi meglio le ricariche esterne.

      • Il vero problema è che le flotte le han acquistate in massa perché avevano più incentivi e con quel risparmio è il maggior valore dell’usato han speculato, ora gli serve la soluzione per non farle usare come termiche da chi ha la carta carburante ma non gli rimborsano le ricariche a casa o, dato che è normale per quelle attività, fa tanti km giornalieri e quella della plug gli basta malapena per arrivare in ufficio la mattina prima di iniziare gli appuntamenti.. Ricordo anche che dirigenti e affini, cioè i destinatari delle flotte, han generalmente una distanza casa lavoro ben più alta dei 10km massimo che han i più.. C’è gente che si stupiva che io abitassi a 25 km dall’ufficio, chissà che avrebbero detto quando ero a 40km (più quelli poi durante il giorno ovviamente).

        • Le aziende, per esempio, potrebbero cominciare ad installare colonnine nei loro parcheggi, in sede e nelle filiali, sia per le auto private dei dipendenti sia per le auto aziendali…

      • Appunto proprio perché la bev ha necessità di ricarica mi sembra ridicolo occupare colonnine pubbliche con macchine che hanno anche il motore termico. E’ come se una bev occupasse una pompa di benzina solo perché c è una presa shuko nei paraggi.

        • @Drew. Quindi commentando un articolo che illustra quanto le plug-in consumino se usate in modalità non elettrica, Lei propone di bandirle dalle colonnine? Mi spiega la logica? Va bene sparare sempre e comunque sulle plug-in ma mi pare che qui si esageri.

          • L’articolo dice bene, e la morale è che una plugin ha senso solo se utilizzata in maniera adeguata, Ovvero se si puo ricaricare a casa o a lavoro, per coprire il normale tragitto quotidiano. Altrimenti verrà usata come una normale auto a combustione interna.
            Riguardo alle colonnine, io mi riferivo a quelle pubbliche. Trovo illogico per un automobile dotata di motore termico usare uno stallo pubblico per ricaricare. Se hai finito la batteria puoi anche tornare a casa o al lavoro con il termico (del resto è li per quello, altrimenti non era meglio una bev?). Cosa non fattibile con una bev. Ribadisco, queste auto rimangano parcheggiate per ore nelle poche colonnine disponibili per ricaricare qualche kwh(o km di autonomia) a discapito di chi ne puo’ avere veramente bisogno.

        • Però, Drew, non c’è una reale “concorrenza” alle colonnine. Chi ha una BEV può dirigersi verso colonnine ad alta velocità, noi con una PHEV “dobbiamo” andare su colonnine da 22 kW in giù. Personalmente, ma io non faccio viaggi lunghi, carico a casa di notte (2/3 delle cariche) ed alla Stazione di servizio vicino a casa (1/3 delle cariche) che mette a disposizione una colonnina gratuita con due prese: una da 22 ed una da 7,4 kW. Per me, che sono un pensionato “normale”, sono circa 3 euro risparmiati! Quel terzo di cariche mi ha fatto risparmiare più di 200 euro ad oggi. Però, alla Stazione, io attacco la mia, se libera, sempre alla presa da 7,4, lasciando la 22 kW ad eventuali BEV.
          Nei viaggi lunghi, 3 ad oggi in tutto, non ho mai caricato in viaggio, sia perché non avevo il tempo, sia perché la mia plug-in “si fa bastare” la batteria per tutto il viaggio se lo inserisci tutto nel navigatore. Però, se fosse stata una gita, se avessi trovato da caricare lo avrei fatto. Per me è prioritario inquinare il meno possibile! Cosa che posso fare solo “riempiendo” la mia batteria. Nel primo caso dei tre, il meno problematico, prima del ritorno a casa sono anche andato a cercare nella città in cui ero le colonnine da 22 “in giù” che fossero indicate libere, ma delle 7 indicate, non ne ho trovata una utilizzabile: 3 fuori servizio, 1 dentro un hotel e poteva caricare solo un cliente, 1 in un cortile chiuso da un cancello e, non poteva mancare, 2 con una termica parcheggiata davanti (in centro). Ovviamente, un po’ di tempo perso ma, come fa notare anche lei, nulla di drammatico con una PHEV. Sono ripartito per casa senza problemi, avendo ancora, dopo 600 Km, oltre 250 Km di autonomia disponibile. Ma, potendo ricaricare, avrei consumato e, soprattutto, emesso, la metà di quanto consuntivato all’arrivo a casa (22,8 Km/l e 104,4 g/Km di CO2).
          Non ci discrimini: non siamo “elettrici puri”, ma per poter essere il più possibile sulla stessa vostra “linea ecologica” necessitiamo di un angolino per caricare anche noi. Come dicevo, per le cariche, non siamo direttamente concorrenziali: ci servono cose diverse, con potenze diverse.

          • Post da salvare e mostrare a tutti i detrattori di Phev.
            Dire che una Phev ha meno “diritti” di ricaricare è un’eresia.
            Se al possessore di Phev bastassero sempre i 50 km di autonomia elettrica, avrebbe preso… una piccola elettrica!
            Io ho appena preso una Bev, dopo lunghi ragionamenti, ma è un rischio (e di sicuro almeno una volta a settimana dovrò switchare con la Gpl di mia moglie perché la percorrenza sarà superire all’autonomia).
            E sto pensando alla Phev come seconda auto (al posto della Gpl), per usarla prevalentemente per distanze attorno ai 50 km, oppure per quelle superori ai 400 (fuori dal range della Bev).
            E in quel caso, se ne avrò l’occasione, eccome se la ricaricherò: per consumare meno, e quindi inquinare meno (e anche risparmiare).

  8. Il fatto che i dati si riferiscano alle auto aziendali non ne diminuisce la “gravità”. Questo non significa che possano essere usate responsabilmente. Ma occorre prendere atto che una fetta rilevante viene usata come auto termica tradizionale.

    • E’ da una vita che ne abbiamo preso atto! Se incentivi flotte e noleggi all’acquisto, che altro puoi aspettarti?
      Non sono utilizzatori consoni per l’auto. Non hanno nessun interesse per usarla come va usata! Gli utilizzatori, non le aziende, che del risparmio conseguente al buon utilizzo se ne gioverebbero.

  9. Per la redazione: il titolo!
    “L’algoritmo stronca le plug-in: più termiche che elettriche”.
    Il contenuto dell’articolo, semmai, stronca l’uso delle plug-in da parte delle flotte, non le auto in sé, visto che ne viene comunque riconosciuto il valore ecologico e di risparmio usandole leggerissimamente meglio di come le usino.
    Pensa ad usarle bene!

    • Ivano, nel giornalismo esistono i “titolisti”, gente che per lavoro scrive solo il titolo, non l’articolo…puoi ben immaginare a quale scopo ci sia una categoria a sé: il titolo deve attirare il lettore, in ogni modo, anche se, come in questo caso, travisa completamente il senso dell’articolo.
      Questo sito non fa differenza, anzi fa ampio uso di questa “tecnica”, il numero di click dettano legge, difficile trovare del onesto giornalismo ormai.

      • Lei di giornalismo non ne sa molto. Vero che i titoli devono attirare l’attenzione del lettore (ovvietà pura) ma il limite invalicabile è il numero di parole. Questo impedisce di spiegare tutto.

      • Caro ziki, Ormai con l’aria che tira nelle redazioni (leggi €€€ che latitano) quello di “titolista” … non è più un mestiere istituzionale ma è giusto un titolo onorifico che che spetta al collega a cui vien più facile inventarsi dei titoli. 😂

        Quindi siccome, non unico lì dentro a dire la verità, “ai miei tempi” mi sono fregiato di questo titolo onorifico, vediamo se vi trovo dei titoli che vi piacciono di più

        -L’algoritmo non mente: plug-in più termiche che elettriche-

        -Plug-in troppo a benzina? Lo dice l’algoritmo-

        – Algoritmo “stronca plug-in”: più benzina che corrente-

        (Le virgolette, ammetto, sono un colpo un po’ basso: ti tiro il sasso ma la metto sul colloquiale per nascondere la mano e addolcire i toni…)

        Va meglio così? Quale scegliamo? 😂

          • Troppo lungo, troppo “esplicativo”, cattura poco l’occhio e non stimola la curiosità. Il titolo deve essere “secco”, non deve rubare il lavoro al sommario e tantomeno all’articolo.
            Seguendo la sua chiave di lettura:

            Consumi plug-in? L’algoritmo “aiuta” le flotte

          • Va bene!
            E, comunque, a mio avviso, sempre meglio di:
            “L’algoritmo stronca le plug-in: più termiche che elettriche”.
            Dove la seconda parte è ineccepibile… la prima, beh, insomma…
            Certo, il mio occhio l’ha catturato, è innegabile… ma, a parte un pelo di stizza per la scelta dei termini, l’articolo evidenzia un altro concetto.
            Più o meno come quello che ha sintetizzato lei in quest’ultimo post.

  10. “L’80% delle ibride plug-in sono utilizzate in elettrico per meno del 30% delle percorrenze.”
    “…che ha monitorato un campione di PHEV aziendali…”

    Che altro pensavano di poter trovare in quel campione?

    “…se un veicolo Plug-in Hybrid venisse utilizzato per il 42% del chilometraggio in elettrico, si ridurrebbero le emissioni di CO2 del 33%. E la spesa per il carburante del 37% rispetto allo stesso modello di vettura Diesel.”

    Per il 42%! Non è niente lo stesso! Auto sbagliata in mani sbagliate per finalità diverse da quelle per cui è sarebbe consono utilizzarla per sfruttarne il potenziale ecologico e la duttilità. Eppure, anche con una percentuale così ridicola, farebbero (ridotto) il loro.
    Speriamo davvero che i “fleet manager” delle aziende si dotino di strumenti di controllo e possano porvi rimedio… ma la vedo dura andare dal Direttore Marketing per redarguirlo per il fatto che non ha caricato. Meglio di tutto, come già detto nell’articolo sugli incentivi, sarebbe impedirne l’acquisto da parte di flotte e noleggi (apriti cielo le case!). Per me, incentivi solo su elettrico per flotte e noleggi (ed anche i privati andrebbero controllati, ma sembra essere impossibile).
    Invece, di nuovo incentivate… fra un anno, evvai con altre statistiche sul cattivo utilizzo delle plug-in con conseguente stupore dei governi a livello europeo.
    Al di là del “tifo elettrico”, sono auto ottime, è come disporre di due auto al prezzo di una. Ma vanno usate da chi ha le caratteristiche di utilizzo per usarle al meglio: bisogni tali da usarla quasi sempre in elettrico, come una BEV, e raramente in ibrido, con la duttilità d’uso di una termica, ad emissioni e consumi minori di una termica. Certamente un dipendente/dirigente d’azienda (tranne lodevoli eccezioni: ci sarà pure qualcuno con volontà ecologiche) non ha queste caratteristiche (che gli frega, è un benefit pagato, magari ha pure buoni benzina!) e, men che meno, non le ha uno che noleggia l’auto e dopo qualche ora/giorno la restituisce (l’auto funziona benissimo lo stesso, chi glielo fa fare di perdere due/tre ore per caricarla?).
    Anche usarle solo per il 42% in elettrico fa ridere. Come minimo il 75%, ed allora cambia davvero tutto per costi ed emissioni. Con tutta la libertà che consentono quando è necessario… anzi, preciso: con tutta la libertà che consentono le poche volte in cui è necessario. Altrimenti BEV. O termiche moderne se fai migliaia di Km.

  11. Le plugin aziendali non sono quelle dei privati, tipo di utilizzo molto diverso. Sono quelle aziendali che sballano le medie.

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