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La Volvo ai concorrenti: elettrico o saranno guai

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La Volvo C40 Recharge, modello di punta della gamma elettrica.

La Volvo ai concorrenti: accelerate la conversione all’elettrico o saranno guai, rischiate di uscire dal mercato. Il monito, molto netto, del CEO Jim Rowan.

La Volvo ai concorrenti
Jim Rowan, scozzese, classe 1965, n.1 Volvo.

La Volvo ai concorrenti: “Il punto di svolta è vicino, chi non gioca d’anticipo…”

Al pari della Mercedes (qui l’articolo), la Casa svedese prevede di diventare completamente elettrica entro il 2030. E Rowan è convinto che anche i competitor dovrebbero abbracciare con più convinzione la strada della emissioni zero, senza se e senza ma. Commentando i risultati di bilancio 2022, il n.1 ha spiegato: “Il grosso problema con le transizioni del settore è che se non investi prima della curva, perdi quel punto di svolta e non sei pronto per quando il mercato cambierà. Stiamo investendo in anticipo sulla curva. Il mercato si sta muovendo verso l’elettrificazione ed è meglio che ci si prepari. E noi siamo stati abbastanza audaci da investire prima di quel punto di svolta, che sappiamo arriverà”. Rowan ha assicurato che entro il 2025 le Volvo elettriche e a benzina raggiungeranno il punto di pareggio nei prezzi. Un passo decisivo verso l’uscita di scena della gamma termica 5 anni dopo.

La Volvo ai concorrenti“L’unico problema? La disponibilità di materie prime per le batterie”

Che cosa può frenare questo processo? Una cosa su tutte: la disponibilità di materie prime per le batterie, in particolare del litio: “Questa è praticamente l’unica cosa che ostacola l’adozione su vasta scala dell’elettrico“, ha detto Rowan. “Stiamo discutendo con le miniere e le fabbriche di trasformazione per ottenere l’accesso diretto al litio a costi più prevedibili“. Naturalmente ci può essere una lettura maliziosa alle affermazioni pro-elettrico del top manager: Volvo, come Polestar,  appartiene al colosso cinese Geely. E si sa che i costruttori di Pechino hanno una posizione di forza nell’elettrico, mentre sono praticamente assenti nelle auto tradizionali. Ma Rowan si fa forte degli ottimi risultati conseguiti nel 2022: 32 miliardi di dollari di fatturato (+17% sul 2021), record assoluto. Risultati a cui ha contribuito in maniera decisiva l’apporto della gamma elettrica, che vale già  il 18% del totale e cresce mese dopo mese, accanto alle plug-in hybrid.

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19 COMMENTI

  1. se si leggesse il libro “economia all’idrogeno di Jeremy Rifkin aiuterebbe tanti a capire meglio come fare questo salto per preservare l’umanità da un futuro molto ma molto incerto.

  2. Io continuo a temere che il tanto proclamato pareggio di prezzo tra versioni benzina ed elettriche si avrà verso l’alto, ovvero saranno le versioni benzina a raggiungere i prezzi dell’elettrico e non viceversa. L’andamento dei listini degli ultimi 3 anni è questo e la scusa finale sarà l’entrata in vigore dell’euro 7.

    • Vuol dire che tireremo avanti con le nostre euro 5 fino al 2050. Di auto vecchie già oggi se ne vedono tante, ce ne saranno sempre di più, e sempre più vecchie

        • Se l’alternativa è svenarsi con l’elettrico, e quella era l’ipotesi di partenza di questo ragionamento, allora meglio pagare di più ogni tanto, magari limitando al minimo l’uso dell’auto e prestando più attenzione con l’acceleratore, che indebitarsi per bene per anni. Che poi del futuro non v’è certezza, per nessuno, quindi ogni previsione lascia il tempo che trova. Di certo sappiamo che in pochi mesi l’energia elettrica ha dimostrato di essere capace di triplicare quasi il suo costo. Benzina/diesel navigano a vista nei loro range 1,50-2,00€ da oltre 10 anni a questa parte

          • Due certezze le abbiamo: il petrolio finirà e prima di bruciarlo tutto andrà arrosto il pianeta. Le basta?

          • Fa riflettere soprattutto che l’esperienza dell’energia elettrica l’abbia impressionata, senza toccare minimamente il fatto che questa sia legata principalmente alla crisi del gas e dal fatto che abbiamo puntato molto sulla generazione termoelettrica proprio da gas perché fino a pochi anni fa ancora considerata una scelta ecologica (ma anche economica). Ora abbiamo capito che la quota di produzione da gas dobbiamo ridurla al minimo essenziale e puntare più possibile sulle rinnovabili, e ovviamente questa transizione non potrà avvenire dall’oggi al domani.
            Le lezione imparata quindi dovrebbe essere che sulle fonti fossili non si può più contare, mentre la sua conclusione è che sia meglio evitare perché le auto elettriche costano care.
            Mi chiedo su cosa pensa di fare la transizione quando (non se) capiterà la stessa cosa col petrolio: sulla bicicletta e sui mezzi pubblici o si comprerà l’odiata auto elettrica?

          • Ma quale odio per l’auto elettrica, per carità, non la mettiamo sempre sul bianco o sul nero, la specifica questione è molto più pratica, rispetto alla sua visione ideologica. Qua si tratta di venire quotidianamente bombardati dall’idea di farsi l’auto elettrica (e va bene), di installare i pannelli (e va bene), possibilmente con batterie di accumulo (ok!), installare wall-box (necessaria, a quanto pare), cambiare caldaia a gas con una a pompa di calore, coibentare la casa… tutto giusto, ma ci rendiamo conto il salasso che ci aspetterà da qui al 2035? E sappiamo bene che quando si è obbligati a fare certi interventi, i venditori ti aspettano come un lupo farebbe con un agnellino. Se poi vogliamo negare la realtà, mi adeguo subito. Sul discorso “odio l’auto elettrica” nel mio personale caso non faccio che avvertire i miei conoscenti, prossimi al cambio di auto, a guardare in direzione dell’elettrico, ed io personalmente monitoro l’usato della Hyundai Kona 64 kW, ma non trovo nulla sotto i 36500€! Troppo, per una piccola B-suv! Questi sono i fatti, l’ideologismo lo lascio a lei

          • Guardi che nessuno la obbliga a fare nulla. Lei potrà comprarsi una bella auto a benzina almeno fino al 2034 e circolare finché vorrà negli anni a seguire. Stiamo parlando di almeno 20-25 anni di vita per le auto termiche, non è che scompaiano domani. Quanto alla pompa di calore, dove ha letto che è obbligatorio installarla?

          • Nessuno ancora obbliga qualcuno, ma… entro il 2030 bisogna passare alla classe energetica F, e dopo appena 3 anni a quella E, e via dicendo. I miei genitori che hanno casa di 140 mq degli anni 70, quindi classe G, non saranno obbligati a spendere decine di migliaia di euro per adeguarsi? Io mi sto già informando per conto loro, e per scendere di una sola classe la spesa minore da afferrare sarà sostituire la caldaia a gas, peraltro in via di divieto di vendita a stretto giro di posta, ai prezzi odierni, per una pompa di calore da 8-9 kW, di 10-14 mila euro. L’alternativa sarebbe sostituire tutti gli infissi con spese sui 30mila, oppure cappotto, ma lasciamo perdere… Non siamo obbligati ancora, ma lo saremo a brevissimo. Si potrà concordare sulla bontà di tali misure per il bene dell’ambiente, ma non sarà affatto semplice chiedere a dei pensionati, o a operai padri di famiglia, di prepararsi al salasso, compreso quello dell’auto elettrica, se è vero quel che dice il sig. Leonardo, per cui nel prossimo futuro avremo la benzina alle stelle. Ora capisco che il ragionamento possa puzzare di populismo, ma se non ragionassimo solo con gli occhi “verdi”, vedremmo tutti le difficoltà per i cittadini di uno Stato che è al primo posto in UE per perdita del potere d’acquisto reale, e per tante altre storture. Ma ho i miei dubbi

          • Rispondo all’ultimo post di Luigi (14:03). Sono appena tornato da un lungo colloquio con geometra e ingegnere e mi hanno fatto il suo stesso ragionamento sulla questione della classe energetica. Se non cambiano le intenzioni legislative in materia saranno cavoli duri per tanta gente. Io ho una casa del 1970, costruita dai miei, e finora ho cambiato solo gli infissi. Per adeguarmi alla nuova legislazione (sempre che vada in porto) dovrei buttare la caldaia a gas, installare la pompa di calore, montare i pannelli e accumulatori, fare il cappotto, ecc., con una spesa che va dai 50 agli 80 mila euro. L’alternativa c’e’: tenersi la casa com’e’, ma a un certo punto diventera’ praticamente invendibile. Qualcuno potrebbe dire: ma dai, ci sono i bonus…. In teoria si’ (o almeno c’erano), ma vi racconto la storia di mia moglie. Lei ha una casa che ha fatto ristrutturare negli ultimi 3 anni: qualche rimborso l’ha preso, ma la parte piu’ importante dei lavori e della spesa, conclusi a fine 2022, ci rimarranno sul groppone, in quanto nessuna banca e’ disposta a accettare la cessione del credito. In cambio ci ritroviamo con una casa tutto elettrico (pompa di calore, pannelli, accumulatori, colonnina di ricarica dell’auto elettrica, e via discorrendo). E’ l’ideale? No, in inverno spendiamo ancora circa 150-200 euro al mese di bolletta, nell’arco dell’anno produciamo circa il 70% del fabbisogno, occorre abituarsi e cambiare comportamenti. Pero’ per raggiungere questo risultato, buono ma non eccellente, abbiamo speso un sacco di soldi.

  3. Io questa uscita di Volvo non la capisco e non per ragioni inerenti al passaggio all’elettrico. Logica vuole che, se i miei concorrenti stanno sbagliando ed io ho invece imbroccato la strada giusta, io ne sia contento e gli dica di andare avanti così!

    Escludendo un eccesso di fair play da parte di Volvo, l’unica spiegazione, un po’ dietrologica, che trovo per questo strano appello può essere il timore dei cino-svedesi che gli altri produttori europei facciano pressione sulla UE per rallentare la transizione, cosa che però non mi pare stia avvenendo. Il secondo retropensiero è che i cinesi vendano a 4 soldi a casa loro ed immaginino di fare profitti soprattutto in Europa e che, se gli togliessimo il giochino del “vecchio mondo” tutto elettrificato andrebbero a gambe all’aria o giù di lì.

    • Forse prevedono una transizione così veloce che sanno già che non avranno abbastanza capacità produttiva per soddisfare la domanda se gli altri produttori andranno in crisi. E se è brutto non avere ordini è altrettanto brutto avere la fila di clienti che vorrebbero acquistare i tuoi prodotti e tu non sei in grado di soddisfare quella domanda. In uno scenario del genere la strategia migliore potrebbe essere quella di avere competitor con cui condividere la domanda mentre tu ti assicuri di vendere ai clienti che ti interessano con alti margini. In pratica secondo me sanno di essere già posizionati bene e rifileranno tutti i clienti meno disponibili a spendere ai competitor ritardatari, ovviamente aumentando i prezzi e facendo lauti margini.

    • I paesi evoluti vanno gia’ in elettrico, che importa dell’Italia, da sempre retrograda. Lo yuan e’ sottovalutato, infatti i cinesi hanno gia’ i prezzi piu’ bassi basta guardare la Spring, cinese 100%.

      • In Italia siamo retrogradi perché il nostro potere di acquisto è 30% inferiore a quello degli altri paesi UE.
        Molti italiani, io per primo, comprebbero elettrico. Ma se vuol dire che al posto di una segmento B occorre accontentarsi di una segmento A, meglio aspettare il ventilato pareggio tra auto termiche ed elettriche. Sempre che non siano le prime ad aumentare fino a raggiungere le seconde.
        Si può essere ecologisti quanto si vuole, ma se c’è poca pecunia, non si va avanti…

        • Purtroppo il nostro stipendio è il 30% in meno perché siamo retrogradi e non cogliamo le opportunità per crescere sia professionalmente che economicamente, è una strada a senso unico , evolvi hai uno stipendio più alto, aumenti la qualità di vita, pretendi prodotti migliori, quindi evolvi di nuovo e hai possibilità di guadagni migliori, se invece continuiamo così, non evelvo non ho potere d’acquisto, le aziende sopravvivono e non investono, cercano personale a basso costo e la strada prende la direzione che noi tutti conosciamo 🤷

        • Scusi ma…é vero che il nostro potere di acquisto è più basso di altri ma …se abbiamo 2.700 miliardi di debito pubblico forse qualcuno ha sprecato ed altri succhiato…o no ? Ed ora con con chi ce la possiamo prendere?? Saluti.

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