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La Volkswagen verso l’addio al metano

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Volkswagen verso l’addio al metano. Lo rivela (qui l’articolo) il quotidiano tedesco Handesblatt, spiegando che il colosso tedesco vuole concentrarsi sull’elettrico.  

Volkswagen verso l’addio al metano, scrivono in Germania

Volkswagen dice addio al metano
Anhe l’Audi A3 è disponibile in versione G-Tron, a metano.

La svolta è clamorosa, se si pensa agli sforzi fatti dal Gruppo di Wolfsburg per allestire un’intera gamma di auto a metano. Non solo con la capogruppo, ma anche con gli altri marchi di casa, come Seat, Skoda e la stessa Audi. Ma il titolo di Handesblatt, un giornale economico sempre ben informato sulle vicenda di casa Volkswagen, non lascia spazio a molti dubbi:  Volkswagen si congeda dal metano”. Naturalmente lo stop non sarà immediato: i modelli attualmente in vendita, o in fase avanzata di preparazione, resteranno a listino per un certo periodo di tempo. Ma, esaurito il loro ciclo di vita, non verranno sostituiti da nuove versioni. Le ragioni della scelta sarebbero sostanzialmente due. La prima è che, nonostante gli sforzi, i modelli a metano non sono riusciti a sfondare. Soprattutto in patria, in Germania, dove l’anno scorso se ne venduti 7.700 pezzi in tutto, molto meno dell’elettrico. Il secondo motivo sembra legato alla constatazione che, nella corsa a ridurre le emissioni, l’apporto del metano è stato conservato insufficiente. Anche in prospettiva. Di qui la decisione di concentrarsi sulle auto a batterie, dopo che anche gli investimenti sull’idrogeno sono già stati tagliati in maniera considerevole.

La scossa del presidente Diess

Volkswagen verso l’addio al metano, dunque. Un’avvisaglia di una decisione così clamorosa si era avuta a metà gennaio, quando il numero uno del Gruppo VW aveva riunito i top manager. Ammonendo: “Il grande interrogativo è: siamo abbastanza veloci? Se continuiamo a questa velocità, sarà dura farcela. L’era dei classici costruttori di auto è finita“. La sfida, secondo Diess, è duplice: battere i competitors nell’auto elettrica, come Tesla, ma anche i giganti dell’hi-tech che stanno investendo cifre enormi sull’auto a guida autonoma.

Volkswagen dice addio al metano
Herbert Diess, numero uno del Volkswagen Group

Convinti che non sarà più il ferro, ma la connettività a far guadagnare nella mobilità del futuro. Volkswagen deve cambiare pelle, da produttore di auto tradizionali a fornitore di veicoli connessi e a guida autonoma. Ma questo richiede taglio dei costi ritenuti inutili (soprattutto in Germania) e investimenti enormi in tecnologia, elettronica e software. Per un futuro in cui, evidentemente, il metano è destinato a non trovare più spazio.

 

 

 

 

 

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29 COMMENTI

  1. Speriamo FCA colga l’occasione e decida di diventare trainante in questo settore una volta che il gruppo di Wolfsburg lo avrà lasciato

  2. Una 500E appena presentata costa oltre 30K mentre una Seat Leon FR TGI 2019 a metano te la danno a 22K.
    Il metano è presente in natura mentre l’elettricità va prodotta.
    Per andare in vacanza con le ricariche elettriche devo prendere un mese di ferie con le strutture attuali.
    I prezzi delle colonnine pubbliche sono ancora troppo elevati.
    Basta cosi?

    • Direi che ci sono quasi tutte le fobie di chi ignora l’elettrico:

      – Diffidenza nei confronti della tecnologia elettrica (aspetto quando saranno più collaudate, sicure, facili da ricaricare)
      – Timori per la facilità ricarica e l’accessibilità delle colonnine di ricarica pubbliche
      – Mancanza di un posto auto privato dove ricaricare durante la notte (attualmente è un requisito quasi imprescindibile per possedere un’auto elettrica, a meno di non poterla ricaricare altrettanto economicamente al lavoro)
      – Differenziale di prezzo rispetto alla tipologia di auto che desidera comprare (va dagli 8.000 ai 10.000 euro di differenza, tutto dovuto al costo del pacco batterie, a cui vanno aggiunte alcune modifiche all’impianto elettrico domestico per consentire la ricarica)
      – Autonomia insufficiente per le proprie esigenze
      – Costo di ricarica variabile e suscettibile di aumento
      – Produrre energia elettrica costa ed inquina l’ambiente.

      In questo sito troverà psicoanalisti che la guariranno da queste fobie, basta leggere, sforzarsi di capire, fare domande e non essere negazionisti, bensì obbiettivi.

      Buona lettura e benvenuto.

      • Caro amico, nessun bisogno di psicoanalisi ??, ho appena installato una pompa di calore elettrica per sostituire il riscaldamento a gas.
        Si tratta solo di guardare dentro il proprio portafoglio e vedere le risorse disponibili.
        A questi prezzi e senza possibilità di fotovoltaico credo proprio che la mobilità full electric rimarrà un sogno per molti anni.

  3. Ovvio, hanno un 1500 e su vetture appetibili della gamma tipo Troc, tcross ecc ecc nn si degnano di montarlo, al massimo utilizzano il 1000 da 90 cv che ovviamente nn si muove da terra!!!
    Parlo da orgoglioso propietario di UP a metano, altro che auto ibride plug-in o elettriche

    • Se poi consideriamo il frazionamento di questo 1000, in tre cilindri in linea con manovelle a 120° con accensioni 1-2-3 o 1-3-2 che provocano vibrazioni oscillanti causate dalle tre accensioni in due giri, come dire uno scoppio ogni 240°, dove in pratica, ogni giro c’è un’accensione e mezza e i palliativi tecnici per cercare di mitigare questo effetto indesiderato aggiungendo un controalbero di bilanciamento delle fasi o un volano biomassa già ci sono i motivi per passare all’elettrico.

      Se poi si aggiunge il rendimento del ciclo termodinamico o meglio l’inefficienza, non vedo ragioni tecniche per rifiutare l’elettrico. Solo scuse.

  4. Anch’io ho una Passat a metano e devo dire che è una vettura fantastica, ma A3 e Golf (come motore lo sono ancora di più) in autostrada con 10 eur faccio 250 km e oltre. L’europa dovrebbe far uccidere il diesel ed il benzina, non il metano che inquina pochissimo (anche come filiera).

  5. Buongiorno, è un dispiacere enorme questa scelta, lo dico perché ho avuto la più bella auto a metano del gruppo una Passat che comprata nuova ho usato x 7 anni facendo 480000km facendo la frizione a 300000, poi ho attualmente una golf a cui ho già fatto 110000km e un’Audi A5 sempre tutte a metano la più bella soluzione x chi fa molta strada peccato questa scelta

  6. Mi suona strano visto che sto puntando all’acquisto del caddy in motorizzazione a metano appunto e mi è stato detto che il nuovo modello in uscita, avrebbero proposto sempre tale. Motorizzazione addirittura con qualche cv in più 7 per l’esattezza. Quindi una bugia o manterranno il metano solo su certe vetture?

    • Bisogna leggerli gli articoli. C’è scritto che i modelli già in vendita o in fase di sviluppo continueranno ad essere venduti nei prossimi anni, ma che VW non avvierà più lo sviluppo di nuovi modelli. Sembra chiaro, chissà perché deve suonare strano.

  7. Sarebbe davvero un peccato oltre che un grave errore. Dopo 6 anni di Multipla a metano, a novembre 2019 ho acquistato una golf a metano. Sono rimasto veramente stupito dalle prestazioni e dalla piacevolezza di guida. Una grande auto, senza ombra di dubbio. Da un punto di vista ambientale concordo con chi sostiene che prima di smettere di produrre auto a metano, bisognerebbe smettere di produrre il diesel. L’elettrico oggi è solo uno status symbol, roba da ricchi. Andate a vedere i parcheggi interni nelle grandi fabbriche e provate a chiedervi a chi appartengono la Tesla, o la Porsche elettrica in carica sotto la pensilina in bella mostra…

    • Ieri un nostro collega ha acquistato un Peugeot 208-e.
      Leggendo poi, il servizio sull’Opel Corsa-e, mi verrebbe da dire il contrario.
      Certo, l’ambita Model 3 costa quanto o più di una Giulia, però ha quotazioni dell’usato di tutto rispetto.
      Tra una Giulia o un BMW 3 non avrei dubbi: Tesla, per tutta una serie di ragioni.

  8. Non è possibile che si smetta di produrre auto a metano e continuare con i diesel va bene compreremo fiat a metano non ci sono problemi grazie

  9. Le auto elettriche nel loro ciclo complessivo di vita inquinano molto di più di una macchina a kerosene. Quanto scrivo non è una buona fesseria. Le macchine elettriche hanno delle enormi batterie che in 4 anni sono esauste, quindi da sostituire e sono altamente inquinanti. La stessa corrente elettrica è stato constatato che non sarà mai prodotta tutta con risorse riciclabili (vento, idroelettrico, solare). Nel mondo la produzione elettrica è prodotta con percentuali maggioritarie 60÷70% con risorse ALTAMENTE inquinanti quali il carbone.
    Solo metano ed idrogeno attualmente si sono rivelate le uniche soluzioni reali di mobilità sostenibile che possono aiutare a calare per davvero la produzione di CO2 nel mondo.
    Oltretutto usare metano non sconvolge i già fragili equilibri socioeconomici dei paesi orientali: il petrolio può essere facilmente estratto come il metano presente spesso negli stessi pozzi petroliferi.
    È indice di profonda ignoranza sperperare risorse nazionali nell’incentivare l’elettrico che non abbassa le emissioni inquinanti: sposta solo il luogo dove vengono prodotte. E l’inquinamento delle grosse batterie delle auto elettriche è altissimo e il porto di Marghera ne è un esempio di cosa si ottiene: cadmio, cromo esavalente, bromuro, ecc. Altro che CO2.
    Inoltre le macchine a metano producono meno CO2 di qualsiasi altro mezzo di locomozione tradizionale. La combustione di idrogeno crea vapore acqueo ed è tutto dire. Però l’idrogeno per crearlo ci vuole corrente elettrica. Il metano è presente insieme al petrolio. Passare all’elettrico è solo un mezzo per smuovere l’economia nulla a che fare col futuro del pianeta terra.
    Saluti.

    • Faccio presente che oltre al divieto del 2015 di vendere pile con chimica al nickel-cadmio (Ni-Cd) per le batterie a bottone che nulla avevano a che vedere con le vetture elettriche, tre anni fa, dal 1 gennaio 2017 c’è il divieto di immissione nel mercato di batterie e pile con chimica al cadmio anche per gli apparecchi elettrici wireless (anche qui le vetture nulla avevano a che spartire).

      Le vetture a metano anche se ciclo Atkinson e Miller, purtroppo emettono più CO2 del ciclo Diesel.

      L’idrogeno viene definito nero (da idrocarburi) o verde a secondo del ciclo produttivo impiegato.
      Ormai la ricerca per ragioni di costi è indirizzata a quello verde da fonte rinnovabile.

      Nel cortile del Politecnico di Losanna c’è la prima stazione che produce idrogeno e ossigeno dall’acqua con energia elettrica dal fotovoltaico a concentrazione.
      I ricercatori dell’EPFL riforniscono le Mirai grazie all’Arb in grado di produrre grandi quantità di idrogeno pulito concentrando la luce solare, il loro dispositivo utilizza una quantità minore di materiali rari e costosi mantenendo un’elevata efficienza dal solare al combustibile.

      https://www.sohhytec.com/products

      Ovviamente non sono gli unici, negli Stati Uniti in California, abbiamo Pacific Northwest National Laboratory e SoCalGas con lo straordinario Solar Thermochemical Advanced Reactor System. In questo sistema simile all’Arb dei Confederati, il costo dell’idrogeno scende dai 12 dollari al chilo ai 2 dollari e con un kg. di idrogeno si percorrono circa 100 km. con una Mirai.

      https://www.geekwire.com/2016/hydrogen-fuel-cell-cars-more-cost-efficient-pnnl/
      https://www.hardworkingtrucks.com/solar-powered-hydrogen-generator-introduced-in-california/

      Come dice il grande ingegnere del vento: “Il vento, il solare e la biomassa hanno il potenziale per soddisfare tutte le esigenze energetiche del mondo. Insieme possiamo farlo accadere se vogliamo. Quindi perche no? “

      Henrik Stiesdal

      Certamente poi, aggiungerà la solita nenia rispetto alla quale per me, non vale più la pena di rispondere, rifacendosi ai soliti consueti timori sottoelencati:

      * Diffidenza nei confronti della tecnologia elettrica (aspetto quando saranno più collaudate, sicure, facili da ricaricare)
      * Timori per la facilità ricarica e l’accessibilità delle colonnine di ricarica pubbliche
      * Mancanza di un posto auto privato dove ricaricare durante la notte (attualmente è un requisito quasi imprescindibile per possedere un’auto elettrica, a meno di non poterla ricaricare altrettanto economicamente al lavoro)
      * Differenziale di prezzo rispetto alla tipologia di auto che desidera comprare (va dagli 8.000 ai 10.000 euro di differenza, tutto dovuto al costo del pacco batterie, a cui vanno aggiunte alcune modifiche all’impianto elettrico domestico per consentire la ricarica)
      * Autonomia insufficiente per le proprie esigenze
      * Costo di ricarica variabile e suscettibile di aumento

      Dimenticavo: le batterie durano più di 4 anni, qualvolta vanno a fuoco e ormai vengono riciclate non smaltite i discarica.

      • Il metano produce più CO2 di diesel e benzina è una grandissima falsità perché è esattamente l’opposto, la combustione a metano è in assoluto quella che produce meno CO2 con valori enormemente inferiori

        • E’ vero che la combustione del metano produce meno CO2. Però nel ciclo di produzione, trasporto, rifornimento si verificano forti dispersioni in atmosfera. E il metano ha un effetto serra 21 volte superiore della CO2.

        • Transport & Environment, evidenzia che i veicoli alimentati a metano non sono meno inquinanti di Diesel e benzina e non possono e di essere un’alternativa, ai veicoli elettrici.

          CNG and LNG for vehicles andmships – the facts” (Veicoli e navi a gas naturale compresso e liquido, i fatti).

          https://www.transportenvironment.org/sites/te/files/publications/2018_10_TE_CNG_and_LNG_for_vehicles_and_ships_the_facts_EN.pdf

          Oltre ai dati delle emissioni di CO2 suddivisi per tecnologia, Transport&Evironment analizza le emissioni di una Volkswagen Golf determinando le emissioni di CO2 da TTW e WTT a quelle dichiarate in omologazione, la sostenibilità ambientale del metano fossile, quindi non il bio, in ragione dei luoghi di trivellazione, della distanza è dei gasdotti incide notevolmente.

          Pertanto una Golf a metano passa tranquillamente da 97 g/km CO2 dichiarati, a 141 g/Km CO2 impiegando gas fossile proveniente dalla Russia, più del gasolio (da 109 a 132 g/km CO2), della benzina (da 109 a 130 g/km CO2).

        • Diverso il ragionamento sul biometano, meno impattante del metano fossile, anche se l’azione politica è iniziata tardivamente, a partire dal 2018, l’anno di approvazione del decreto 2 marzo 2018 “Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”. per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale che ha dato il via alla produzione di biometano a partire dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici è possibile produrre energia elettrica, biometano, compost e acqua pura dai rifiuti organici, che rappresentano oltre l’80 dei rifiuti che produciamo.

          Questi impianti dovrebbero essere dichiarati obbligatori come il conferimento dei rifiuti organici per rappresentare le nuove centrali energetiche di ogni comune o consorzio di comuni, in quanto lo smaltimento di rifiuti organici e la produzione di biometano da rifiuti è una filiera di interesse strategico.

          Paradigmatica la Società Estense Servizi Ambientali di Este (PD), che continuando nello sviluppo dell’economia circolare, ha fatto ulteriori ed importanti passi avanti nella tecnologia che permette di valorizzare la frazione umida da raccolta differenziata: attraverso il procedimento naturale che inizia nei biodigestori e riesce a ricavare energia elettrica, energia termica, compost, biometano e CO2.

          Normativamente, l’impianto di biometano alimentato da fonti rinnovabili è sottoposto ad autorizzazione unica regionale ai sensi dell’art. 8 bis, comma 1 del D. Lgs. 28/2011 e dell’art. 12, comma 3 del D. Lgs. 387/2003 che dispone che: “La costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o dalle province delegate dalla regione, ovvero, per impianti con potenza termica installata pari o superiore ai 300 MW, dal Ministero dello sviluppo economico, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, che costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico.”

          http://www.snam.it/export/sites/snam-rp/repository/media/energy-morning/allegati_energy_morning/20161110_1.pdf
          https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2018/10/1011_biometano_seconda_conferenza.pdf
          https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2018/10/Presentazioni-Relatori_EraDelBiometano.zip
          https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2018/10/RassegnaPDF_12-10-2018.pdf

  10. Una grande tristezza vedere Volkswagen non continuare con il metano. Sono le migliori in assoluto, anni luce avanti alle fiat.
    Ho avuto una A3 g tron per una settimana e consumava meno della GPunto Natural Power.

    Chi non può permettersi un’elettrica sarà condannato agli inquinanti gasolio e benzina (anche dal punto di vista della filiera).

    • Mi sembra giusto, visto che con il metano non accozzano.
      FIAT e anni luce avanti.

      Parliamone..
      Io una vettura la valuto soprattutto come prezzi sui ricambi… E soprattutto se scelgo una motorizzazione a metano.
      Io ho una fiat Natural Power da 14 anni, ma con le accozzaglie tedesche non la cambio di sicuro. Ottime macchine, ma non per le tasche di molti.

      • Qualcuno non le cambia le italiane con le accozzaglie tedesche perché è come la storia dell’uva e della volpe !!!

      • Luca prova una VW a metano ed abbandoni Fiat, anzi manco la vuoi più vedere….ho avuto una GPunto ed ho una Panda twinair (della quale me ne devo liberare). Beninteso il problema non è l’impianto a metano, ma la componentistica e la qualità dei materiali fiat.

    • Anni luci cosa?
      Che rete di distributori a metano hanno in Germania?
      La Fiat può avvalersi di una rete di distributori in
      tutta Italia.
      Sono 30 anni che vado a metano e non ho bisogno
      di un auto tedesca
      Che smettano pure

  11. Insolito che proprio loro si dimentichino del famigerato Diesel.

    Forse non hanno motori endotermici ciclo Atkinson o Miller di grossa cilindrata V6 e V8 con iniezione diretta TGI da installare nei cofani di Audi A4, A6, A8, Q5, Q7, Q9 e Volkswagen Touareg, Tiguan e Phaeton?

    Questa gamma continueranno a venderla TDI per la gioia degli affezionati e dei rappresentanti che macinano chilometri?

    Mi fermo qui, ma mi verrebbe da aggiungere ben altre critiche.

    A questo punto spero solo che Tesla progetti presto anche una Model E (intesa come Europea) nel centro di ricerca e nella fabbrica di Berlino e che il prima possibile produca in Germania la Model 3 e Y e che Fiat produca finalmente la Centoventi con piattaforma a batterie modulari.

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