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La Volkswagen può davvero uccidere la Tesla?

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Herbert Diess, numero uno del Gruppo Volkswagen.

La Volkswagen può davvero uccidere la Tesla? Se lo è chiesto il Financial Times in un’analisi che fa parecchio discutere. Vediamola in pillole, con il nostro parere

1- SOLO L’ENNESIMO TESLA KILLER?

Elon Musk

Il quotidiano finanziario inglese premette che ogni volta che si svela un nuovo modello, ci si chiede se è un “Tesla killer”.  Ma finora nulla è successo e la Casa di Elon Musk resta il benchmark. La Volkswagen, però, ha in mano un’arma non convenzionale alla quale lavora già dal 2015. Si chiama in codice MEB ed è la piattaforma sulla quale il gruppo tedesco promette di costruire 50 modelli elettrici di qui al 2025. Ma non è una base tecnica qualunque. Secondo un analista del settore, sarebbe un’innovazione di enorme impatto, in grado di rivoluzionare tutta l’organizzazione produttiva. Compresi il rapporto con i fornitori e la qualità di produzione.

2- UNO STANDARD COME IL VHS

L’ambizione che sta dietro a questa piattaforma è enorme. Non si tratta solo di dare al Gruppo Volkswagen, con tutte le sue marche (Audi, Skoda, Seat…) il primato anche nell’elettrico. No, l’idea di fare della MEB uno standard utilizzato anche dai concorrenti, un po’ come accadde con il VHS nei videotapes. Il primo a servirsi della MEB, dovrebbe essere molto presto la Ford.

3- NON SI TRATTA SOLO DI HARDWARE

Il presidente Diess durante un incontro con i fornitori della piattaforma MEB.

La MEB sarebbe la base per connettere milioni di auto con l’unità di controllo elettronico che il Gruppo Volkswagen ha sviluppato sul cloud con la Microsoft. Il sistema per far sì che le auto possano ‘parlarsi’ tra di loro ed effettuare il download di ogni genere di software e di infotainement. La guida connessa e i servizi a valore aggiunto saranno la polpa del mercato automobilistico del futuro. In cui si prevede che le batterie diventeranno una commodity, come è già accaduto con i telefonini.

4-  COSTI RIDOTTI DEL 35%

La Volkswagen ID., sul mercato nel 2020: il primo veicoli a fruire della MEB.

Collegare le auto ad altre piattaforme digitali, come Apple Store e Google Play, sarà una delle infinite opportunità. E i numeri di utilizzatori della MEB potrebbero diventare enroll. IL solo Gruppo Volkswagen punta a produrvi tre milioni di veicoli elettrici nel 2025. Ma già tra tre anni, nel 2022, otto stabilimenti in tre continenti, produrranno centinaia di miglia di macchine sulla MEB. Con costi ridotti del 35% rispetto a un modello termico di analoghe dimensioni. Si parla oggi di 16 ore di lavorazione, contro una media compresa tra 26 e 32 ore.  Ma si lavora già per portare queste ore a 10, il che consentirebbe tra 4-5 anni di vendere un’auto elettrica delle dimensioni della T-Roc a 18 mila euro.

5- PERCHÉ I CONCORRENTI ADOTTANO LA MEB

Perché mai i concorrenti dovrebbero accettare di usare la MEB? Perché sviluppare questa piattaforma ha richiesto investimenti enormi. E consentirebbe a chi (come FCA?) ancora esita a immolare cifre spaventose sull’elettrico di risparmiare sulla parte più onerosa.Concentrandosi sullo stile, il tuning del motore e tutto quel che è legato alla parte più riconoscibile del marchio.

SECONDO NOI. La Volkswagen può uccidere la Tesla? Più che Casa di Fremont, ci sembra che la MEB sia l’arma che può rivoluzionare il mondo dell’auto tradizionale. I concorrenti della Casa di Elon Musk si chiamano Porsche, Audi, Jaguar e Mercedes, più che Volkswagen e Skoda. Porsche non userà la MEB e lo stesso farà Audi, se non per le auto di dimensioni e prezzo più contenuti. Non solo: Tesla ha saputo costruire un marchio fortissimo, che è sinonimo di auto elettrica quanto Apple lo è stato per i tablet. Molti dei suoi acquirenti hanno abbracciato una specie di religione, riunendosi in Club e gruppi sui social con un’identificazione col marchio che non si vedeva da decenni nel mondo dell’auto.

Leggi anche: l’elettrica del popolo sarà Volkswagen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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3 COMMENTI

  1. Tesla dal canto suo non offre solo la mobilità elettrica ma anche quella autonoma con hardware dedicato autocostruito. Quando sbloccherà il Livello 3 e poi il 4 gli altri costruttori rimarranno a guardare.

  2. Uhm, rileggendo i miei commenti precedenti sul MEB, mi vien da pensare che il financial times legge vaielettrico.it per fare le sue analisi.

    E’ chiaro che la sfida EV si giocherà sulla piattaforma e sull’ecosistema, poi io preferirei una scelta normata dalla comunità europea, ma se il leader dovesse esse VW … mi accontenterei a patto che mi permetta di comprare i pezzi di ricambio del MEB dove voglio e che nasca un mercato di “compatibili”
    io vorrei usare i battery pack anche per incamerare l’elettricità del mio FV di casa.

    • Uno dei temi è: fino a che punto l’auto, grazie a una piattaforma intelligente, può diventare il mezzo che gestisce tutta una serie di operazioni che finora sono state fatte altrove. Non è solo un problema tecnico, ma di che cosa il cliente accetta di fare. Ricordo quando, nei primi anni duemila, la Fiat utilizzò gli spazi dismessi dell’Alfa Romeo di Arese per installare un grande call center, pensando che i clienti utilizzassero il telefono dell’auto per prenotare il ristorante, un viaggio ecc. Fu un flop clamoroso, ormai aveva vinto il telefonino. Oggi succede che la Volkswagen, dopo aver messo piede nell’auto elettrica, si mette persino a vendere energia con una sua società, Elli, assicurando che è pulita e meno cara di quella offerta dalle utilities tradizionali. Ma allo tesso tempo l’Enel sul sito vende le automobili, facendoti intendere che la macchina ormai è una commodity, conta il servizio tutto intorno. Che ruota attorno all’energia, ma non è solo energia. Ma le scelte dei consumatori non sempre sono razionali e spesso vince il più persuasivo, non il più bravo.Vedremo, è una bella partita, ma di certo è finita l’era in cui la VW faceva solo auto e l’Enel vendeva solo energia elettrica. Non ci sono più oggetti o servizi “stupidi” e tutti usano il loro core business come grimaldello per poi vendere tutt’altro.

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