La verità sull’auto elettrica: grazie Milena Gabanelli!

milena gabanelli

Il Dataroom di Milena Gabanelli, stamattina sul Corriere e questa sera nel TG di Enrico Mentana su La7, toglie ogni alibi ai nostalgici dei motori a petrolio e smaschera i profeti della “neutralità tecnologica”. A chi invoca “meno ideologia e più pragmatismo” nella transizione ecologica, come il nostro governo, l’analisi della Gabanelli contrappone dati inconfutabili sull’ unica tecnologia disponibile, che allo stato della scienza è quella elettrica. 

Milena Gabanelli, assieme a Rita Querzé della redazione Economia del Corriere della Sera, fa un quadro completo delle emissioni – inquinanti e clima alteranti – motorizzazione per motorizzazione, sia a breve termine (2030) sia in prospettiva 2050, quando evoluzione tecnologica attesa e diffusione delle fonti rinnovabili aumenteranno ancora la sostenibilità della tecnologia full electric.

milena gabanelli

Quindi sfata alcuni falsi miti sui biocarburanti e idrogeno nell’automotive e mette a confronto l’efficienza energetica, ovvero quanta energia consumata si trasformi in movimento, per ogni tipologia di motore. Il tutto avvalendosi delle più autorevoli fonti scientifiche. Tra queste, lo studio di Interntional Council on clean Transportation (Icct),  la “Rassegna bibliografica di studi LCA per i sistemi di produzione di energia elettrica” del professor Bruno Notarnicola commissionata nel 2022 dal Ministero dell’Ambiente guidato da Roberto Cingolani e l’indagine della società di consulenza Ricardo Group per la Federazione internazionale dell’automobile (qui).

“Raccontiamo ai cittadini le cose come stanno”

Sul tema dell’efficienza energetica, infine, il documento “Decarbonizzare i trasporti. Evidenze scientifiche e proposte di policy” redatto per il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili da un gruppo di scienziati italiani, tra i quali l’amico Nicola Armaroli.

L’articolo di Milena Gabanelli e Rita Querzé prende spunto dal divieto di circolazione per i veicoli diesel fino a Euro 5 a partire da ottobre e per tutte le regioni del Bacino Padano. Provvedimento ora sotto attacco da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. E si chiude accennando al ban 2035 per i veicoli termici nell’Unione europea che qualcuno, tra cui il nostro governo, vorrebbe radicalmente rivedere. Questa la conclusione del Dataroom: «Non si usi il paravento della neutralità tecnologica per continuare con le guerre ideologiche. La transizione sarà difficile, ma inevitabile, e avrà un prezzo. Bisognerà allora prendere decisioni che tengono insieme le questioni ambientali con quelle economiche e sociali. Ma raccontando ai cittadini le cose come stanno».

Vaielettrico si complimenta e sottoscrive.

  • LEGGI anche “Auto elettrica: senza un piano del governo, produzione dimezzata al 2030″ e guarda la VIDEO intervista ad Andrea Boraschi (T&E)

Visualizza commenti (108)
  1. Nello Roscini

    Secondo me in questi studi manca sempre una parte importante del trasporto pesante ,
    IL TRASPORTO DI CARBURANTE..
    all’aumentare delle BEV , diminuirà drasticamente anche il rifornimento dei distributori di benzina ,diesel e GPL
    ulteriore vantaggio … strade meno trafficate da mezzi pericolosi
    https://www.youtube.com/watch?v=j3_keLK0Bvs
    my 2 cent

  2. Antonio gobbo

    La ricchissima Spagna che ha un costo dell’energia metà del nostro ha ben “udite udite” 3 puntj percentuali più dj noi nelle immatricolazioni del 2025 al 7,9% contro il nostro 5,1 UN SUCCESSONE DA PRIMA PAGJNA,
    Anche la Grecia è un caso dj successo pensa che ha La Grecia ha una percentuale di ben lo 0,2%, circolante secondo Eunews. (Italia ha lo 0,5)
    Anche la Romania col suo 0,4% non scherza è anche lei da prima pagina, stessa percentuale della Croazia, unica eccezione il Portogallo con 1.8%. Tutti dati del 2023 .. quelli del 2024 non li ho trjcatj na dubito che siano radicamente diversi

    Poi chiaramente hai ragione ci sono dischi rotti e tromboni che continuano a dire che noi siamo i peggiori e gli altri fanno tutti meglio … ma forse questi è meglio che si informano o che facciano i comizi al bar degli amici.

    1. Antonio gobbo

      Questa era una risposta a Marco Rossi … non ho capito come mai sia finta qui, sorry, va comunque contestualizzata nella discussione appropriata

    2. I dati che citi sembrano non concordare con quanto pubblicato dall’associazione Acea
      Giusto per darti un’idea in Portogallo da gen-apr le BEV immatricolate sono state il 20,6% e in Spagna il 6,9%

    3. Ti scrivo da Londra, di EV c’è ne sono tantissime. I taxi sono quasi tutti elettrici. Nel mondo 1 macchina su 4 è elettrica, e la percentuale è in aumento. Fattene una ragione.

  3. la grafica preparata dalla Gabanelli mi sembra quanto di piu’ accurato ma anche sintetico e diretto si trova oggi in rete, da conservarsi il link

    NB. comprende anche un confronto impietoso per i BIOCARBURANTI,
    perche’ le diminuzioni di emissioni sulle auto termiche e ibride tra il 2030 e il 2050 sono state calcolate assumendo un aumento delle quote di biocarburanti dentro al carburante fossile, e dando per buone le assunzioni di minore impatto dei biocarburanti (non sempre vero se non ci sono le ipotesi migliori sulle coltivazioni e sulla filiera)

    i dati presenti e le proiezioni future del grafico sono stati calcolati nel 2023 e si trovano a pagina 37 del Report aggiornato al 2024 dei consulenti inglesi di ingegneria Ricardo, scritto per FIA e gia’ citato nell’articolo
    PDF
    https://www.fiaregion1.com/wp-content/uploads/2024/09/Final-report_Environmental-Sustainability-and-Energy-Efficiency-of-EVs_03-Sep-2024.pdf

    Ricardo negli anni ha prodotto varia documentazione per le agenzie europee, e secondo me leggendo i loro dettagliati report dei test e misurazioni sulle vetture si nota un rigore di metodo analitico notevole..
    se ricordo bene, sono gli stessi che avevano contribuito a far emergere il diesel gate

    1. Un attimo di pazienza. Poi funzioneranno come prima, e non ci sarà più distinzione tra commenti su Vaielettrico normale e commenti per gli abbonati sulla versione Premium, che fino ad oggi era un sito “clone” e d’ora in poi è integrato sulla stessa piattaforma.

      1. Buongiorno, credo sia una buona notizia la unificazione delle sezioni commenti delle due versioni

        se il software in uso lo permettesse, nei commenti suggerirei qualche accorgimento per tenere piu in alto oppure graficamente leggermente piu visibili i commenti di persone registrate, cosi in automatico si toglie un po di incentivo ai troll, ma senza bloccarli del tutto, possono ancora postare e scatenare flame magari anche divertenti, ma almeno non sempre in testa (in cima) alla discussione.. in alternativa ho visto dei plugin per wordpress che fanno cose simili a permettere agli utenti registrati di votare per mandare in fondo i commenti molesti, oppure che inizialmente limitano la l;unghezza dei messaggi dei nuovi iscritti.. cose del genere insomma

  4. marcovers777

    Senza polemica, il giorno in cui in Italia non dico tutti ma anche solo il 30% degli automobilisti avrà l’auto elettrica e dovrà ricaricarla qualcuno mi saprebbe spiegare come e dove attingeremo tutto il fabbisogno di energia? Già oggi dopo 2 giorni a 30 gradi abbiamo innumerevoli blackout causati dai condizionatori. Faremo ricorso alle centrali nucleari altrui e a quelle a carbone?
    Grazie

    1. Non mi stancherò mai di smentire questa bufala da social della paura dell’insufficienza di energia elettrica: ma lei ha mai visto tutte le auto endotermiche andare tutte contemporaneamente al distributore? (si paralizzerebbe tutto allo stesso modo).
      Così come non esiste che tutti contemporaneamente vanno a fare il pieno, non esiste che tutte le elettriche devono caricare la batteria
      da zero a full contemporaneamente. Le consiglio di leggere il link che ha postato il Sig. Degli Esposti.

      1. Se 10 auto vanno contemporaneamente a rifornirsi di combustibile fossile al massimo in 20/30 minuti e tutto finito se lo stesso accade con 10 ricariche forse dopo 8/10 ore e finito. Si fa lo esame della efficienza energetica e bla bla bla ma non ho letto nulla sullo inquinamento provocato dal processo di produzione e smaltimento delle batterie. Inoltre i costi non solo iniziali ma per il cambio delle batterie e ancora peggio la svalutazione dopo tre anni. Forse se si fossero considerati tutti i parametri il risultato non sarebbe certamente a favore dello elettrico. Non e stato nemmeno considerato il tempo di ricarica e la scarsa autonomia. Gli italiani consumeranno tutte le macchine endodermiche e non compreranno lo elettrico. Chi mollerà prima ?????

        1. Hai scritto una serie di baggianate da mal di testa. La produzione di materie prime per le batterie inquina solo nella fase iniziale della vita di una EV, poi queste materie prime restano sempre quelle e non inquinano più. Per quanto riguarda lo smaltimento, le batterie vengono prima rigenerate, poi riciclate e poi si recuperano le materie prime, non vengono buttate in discarica. L’autonomia, poi, è un concetto relativo, dipende dall’uso che ne fa ciascuno del mezzo, c’è e chi fa 50-60 km al giorno e carica la batteria una volta alla settimana, chi ne fa 5 e carica una volta al mese, chi ne fa 500 e carica tutti i giorni. Per quanto riguarda i tempi di ricarica. le EV si ricaricano nei tempi morti, di notte o quando sono ferme nei parcheggi, il che avviene per il 90% per cento delle 24 ore.

    2. Soltanto la raffineria (ed in Italia ne abbiamo ancora diverse) consuma 15kWh/litro di carburante (otre a bruciare tanti materiali chimici.. come uno dei componenti delle batterie per desolforazione – mentre nelle NMC è statico e recuperabile)… la mia BEV mediamente con 15kWh fa almeno 100km (mio consumo medio è 12.0kWx100km), anziché i max 25 di una ibrida di pari peso.

      pertanto @marcovers777
      SE spegniamo le raffinerie in Italia magari avanza pure energia (visto che cala tutto il traffico di autobotti e depositi – che tra l’altro sono molto a rischio esplosione… conosco una persona che lavora a Calenzano ma che mi ha spiegato che pure il deposito di Mantova – ad esempio- non è messo affatto bene… anche perché son uguali le procedure di gestione, che spero stiano rivedendo ampiamente !!)
      La mia è un po’ una provocazione…. ma SE andranno a compimento velocemente tutti gli impianti F.E.R. in fase autorizzativa (e pure i BESS di accumulo) ciò che calerà saranno le costosissime importazioni dall’estero di prodotti energetici, l’inquinamento e le malattie e decessi correlati, il debito pubblico (magari le tasse no.. quelle si sa, per chi le paga veramente non calano mai).

      1. Quindi damiano I, facciamo un esempio ai più.
        Con 1 lt di benzina e auto ibrida abbiamo circa 25 km/l, con 1 lt di gasolio abbiamo circa 25 km/lt (vogliamo essere ottimisti) a questo valore occorre aggiungere 15 kWh/lt che una raffineria usa per produrre ogni litro dei 2 carburanti.
        Ora se utopisticamente convertissimo tutte le auto termiche in BEV avremo che le raffinerie non ci servirebbero più e quindi non dovremo più produrre quell’energia per le raffinerie. Energia che potremo usare direttamente sulle BEV. Ma una BEV con 15 kWh ci fa circa 100 km. Pertanto avremo che di tutta l’energia usata dalle raffinerie per far muovere per gli stessi km una BEV (rispetto a quanto necessario per produrre i carburanti per le termiche) ce ne servirà al massimo 1/3.
        Ops!!! quindi avremo che potremmo ridurre l’energia da produrre. Se così (io sono pro BEV) direi ben venga la nuova mobilità.
        Spero che i più che hanno un po’ di dubbi sull’energia da produrre, imparino a tener conto anche cosa significa dismettere la mobilità termica. Ovvero servono molte meno cose a contorno come le raffinerie che a loro volta richiedono energia elettrica per funzionare. Se non servono più, quell’energia può essere dirottata per far muovere le BEV e visto che le BEV consumano meno, può capitare che serva meno energia elettrica da produrre.
        Prima di sparare sentenza, guardate da più punti di vista.
        Poi dai conti fatti servirà aumentare l’elettricità ma non in maniera così drammatica. Proprio perché l’elettricità ad oggi usata per produrre carburanti, olii ecc… non servirà più produrla.
        Questo però si avrà quando tutte le termiche saranno dismesse.

        1. Produzione e smaltimento batterie,sostituzione ogni 3 anni tempo di fermata per ricaricare. Costo ricarica alla colonnina. Svalutazione rapida e costo iniziale duperiore. Aggiungete tutto questo si vostri calcoli
          Non si può prendere in esame solo la variabile costi raffineria ma tutto. Naturalmente se prendiamo in esame anche i costi di estrazione del petrolio dovremmo aggiungere anche il costo della produzione di energia. Dimostrate che lo elettrico e ancora conveniente.
          Il cambiamento climatico dipende dalla singola ione dello asse terrestre dal movimento di rotazione intorno al sole e dalla precessione non dai fossili Dove avete inserito tutte queste variabili????

        2. la mia @Bob infatti era un po’ provocatoria…
          ma bisogna ricordare che quasi tutto il traffico di prodotti petroliferi (tra grezzi e raffinati) avviene avvalendosi o di navi petroliere (che ovviamente consumano tantissimo, inquinano tantissimo, affondano spesso con danni ingentissimi, specialmente adesso che ci sono flotte “ombra” per i traffici illeciti da/per nazioni soggette a sanzioni e che fanno pure pericolosi trasbordi per cercar di “legalizzare” i trasporti).
          Andrebbe ricordato che siamo in attesa che anche in Italia venga normata la possibilità di usare le batterie delle auto collegate come dei “BESS addizionali” rispetto a quelli presenti in rete, mettendo la quota di carica a disposizione (secondo i settaggi scelti dal proprietario e con le dovute compensazioni) pertanto le preoccupazioni di @marcovers777 credo che non solo non siano fondate ma addirittura che l’aumento delle BEV disponibili a questa funzione sia pure parte importante della soluzione alla carenza o discontinuità dell’energia disponibile.

    3. franco zappa

      ciao , faccio un esempio mondiale gia’ trattato l’anno scorso dal sito elettronauti di Matteo Valenza li si diceva che se i 450.000 pozzi di trivellazione operativi negli USA si fermassero si potrebbe usare l’energia elettrica per far funzionare 2 o 3 milioni di auto elettriche . su scala planetaria e con le dovute proporzioni gia’ una bella soluzione non trovi ? ciao

  5. Rimangono 2 problemi : gli stipendi italiani, inadeguati per le auto moderne ( anche non elettriche…..) e la rete di ricarica poco diffusa ( ma questo è dovuto anche alla scarsa penetrazione sul mercato delle Ev in Italia) e con prezzi indecenti più un sistema di tessere e abbonamenti astruso. Se ho il mio bel naftone scelgo il distributore più economico ( prezzi esposti da un sacco di tempo!) o quello di strada. Non è certo così con le colonnine!

    1. Tu che citi “il tuo bel naftone”, stai dicendo che non hai un’auto elettrica, vero? Quindi, che esperienza hai della rete di ricarica, e della densità e distribuzione delle colonnine? Ripeti quel che senti dire da altri?

      Dati Motus-E al 31 marzo 2025:
      Punti di ricarica in Italia: 65.992
      Auto elettriche : 297.917

      Tradotto, ci sono colonnine ovunque, ma pare che a lamentarsene siano solo quelli che NON usano le auto elettriche.

      Per i prezzi, non serve il prezzo esposto perchè il prezzo non dipende dalla colonnina ma dal CPO con cui uno sottoscrive un abbonamento. Lo stesso abbonamento si usa poi presso qualsiasi colonnina. Ovviamente chiunque usa un’auto elettrica lo sa. Lo ignora e se ne lagna solo chi NON la usa.

      Avanti un altro…

          1. Vedo che “il bel naftone” ha attirato le attenzioni. Era un esempio, un paragone che non sembra essere stato capito. Anzi, tutti ad offendersi.
            Continuo a non capire perché devo fare un abbonamento per pagare meno la ricarica, come se facessi un abbonamento con la Eni per fare benzina da loro e pagarla meno…., e a non capire perché, in assenza di abbonamento, non posso sapere cosa quanto pagherò la ricarica. O sbaglio?

        1. @SteCim
          i problemi che citi sono reali, e quello degli stipendi lo trasciniamo da molti decenni (c’era ancora la Lira… che veniva svalutata per recuperare competitività ma sempre a danno dei lavoratori dipendenti e che pagano le tasse); nessun schieramento ha mai influito granché su questo problema, di cui tra l’altro mi sembra che siamo più che altro noi qui sul blog a discuterne (per la difficoltà/impossibilità di molti di passare ad auto moderne).

          Il secondo problema che citi purtroppo è anche dovuto ad alcune deleterie scelte politiche in materia energetica (puntando molto sulle nostre storiche “schiavitù” ai fornitori di idrocarburi, sempre importati anziché puntare forte sulle grandi possibilità F.E.R. del nostro paese, che non a caso viene “subissato” di richieste installazioni da parte di società estere anziché essere “noi” con le nostre “partecipate” – ENI/SNAM/ENEL – a promuovere lo sfruttamento maggiore delle ampie possibilità che abbiamo ). Sarebbe ovvia conseguenza che se lo Stato (che conrolla i dirigenti ENI/ENEL e tutte le società sottoposte e-Distribuzione e BeCharge) avesse più interesse ed impegno a far utili con produzioni proprie sarebbe anche molto più motivato ad estendere la rete di ricarica pubblica, a Non ostacolare la creazione delle reti Private (altri CPO, ma anche aziende di tanti settori che non sono incentivate a sufficienza a dotare i propri parcheggi con soluzioni di ricarica, ed addirittura sono stati abbandonati molti di coloro che vorrebbero dotarsi di WallBox domestiche ma non c’è mai chiarezza di Quando, Se e Quanti saranno forniti gli incentivi – ho vicini di casa che le vorrebbero mettere pur non avendo ancora l’auto elettrica).

          Anche sulla differenza di trattamento tra il rfornimento del “naftone” e la ricarica di un veicolo elettrico la dice lunga sul grande disinteresse dello Stato, che nel primo caso impone l’esposizione dei cartelli informativi nei distributori e addirittura pannelli prima di quelli in autostrada; fosse per me sarebbe corretto esporre quanto meno i prezzi Pay x Use standard dei CPO … Tanto meglio per chi ha forme di abbonamento o altre facilitazioni con App o buoni di ricarica (come accumulo io con la spesa al supermercato).

          nb: di “naftoni” ne ho avuti 7 di fila, avendone anche seguito gli sviluppi visto che ho lavorato 30 anni nelle concessionarie..
          ma anche tanti altri qui con BEV vengono da decenni di uso vetture ICE Benz/Gas/Gasolio… quindi … ne conosciamo tutti gli aspetti… nel bene e nel male 😉

    2. La rete elettrica è ben ramificata e si amplia in continuazione, ma se la colonnina non ti serve non la vedi neanche…
      Se scegliere se pagare il diesel 1.610 oppure 1.599 ti sembra un grande vantaggio è meglio che fai 2 conti!!
      Le ricariche vanno da 0.39 a 0.90 euro al kWh per cui c’è più concorrenza nel mercato elettrico, mi pare.. ed i prezzi sono in calo, al contrario del diesel…

  6. Alessandro De Risio

    Vi scrivo dopo aver letto l’ articolo e il vostro commento: purtroppo la transizione elettrica imposta politicamente sta creando un grande problema sociale, nella misura in cui sempre meno persone potranno acquistare una delle nuove auto perché guadagnano troppo poco per potersele permettere. Neppure tutti i cittadini italiani hanno abitazioni idonee alla ricarica delle vetture. Se aggiungiamo come i trasporti pubblici locali italiani, specie nelle aree rurali, consentano pochi spostamenti, ne viene fuori un quadro assai sconfortante. Entrare a gamba tesa nella vita privata dei cittadini sembra essere la costante dei decisori politici contemporanei. Quello dei bev è il caso più eclatante. Potranno attuare tutte le misure che vogliono, ma non potranno impedire alle persone di ragionare con la propria testa e di votare in misura corrispondente alle proprie scelte

    1. Il problema sociale lo crea l’aumento spropositato di tutte le auto rispetto agli stipendi che sono rimasti costanti a parità di funzione… Ma qualsiasi auto è non solo… Se una panda costa 16k e le albicocche sono oltre i 4 EUR al kg e le spese condominiale sono diventate 1.5 volte di prima in 3 anni… Perderemo anche il cibo è la casa!
      Ma fa più comodo puntare il dito contro il nuovo che avanza e chiudere gli occhi davanti al resto…

      1. marcovers777

        Non si tratta di puntare il dito contro il nuovo che avanza. Semplicemente si evitano le spese inutili (l’auto nuova è una di quelle) e si và avanti con quello che si ha, quindi auto sempre più vecchie. Che poi il consumismo sfrenato è il peggior nemico della sostenibilità green

        1. @marcovers777 la tua attuale auto ICE è tra quelle che verrebbe fermata per normative anti-inquinamento ad Ottobre 2025 ?
          Hai quindi necessità di cambiare l’auto adesso?

    2. Lei è libero di non gradire questa politica.
      Il punto è che però purtroppo se si riflette seriamente sul perché di questa scelta si arriva alla conclusione che è una scelta inevitabile.
      Un’alternativa reale alle BEV (la così detta neutralità tecnologica) non esiste. Tutte le altre strade sono più energivore, inquinanti e costose a lungo termine e restare con il sistema attuale non è più possibile. È il momento di pensare al dopo idrocarburi fossili prima di ritrovarci con una penuria di questi ultimi.

    3. Sposo la tesi che la transizione attraverso il ban alle auto termiche è giusta, giustissima, ma palesemente sviluppata in maniera approssimativa e inadeguata. Assieme al divieto l’Unione europea deve legiferare per rendere più facile, rapida e conveniente l’installazione di punti di ricarica casalinghe e di colonnine pubbliche in tutta Europa, snellendo la burocrazia e mantenendo bassi il costo dell’energia ed il prezzo del kWh alle colonnine, colonnine che devono essere meglio distribuite e maggiormente diffuse. Invece l’Unione europea immobile, miope, incapace, inutile. Fatto così il ban, anche se ampiamente doveroso, è da dementi, è impossibile, è anzi dannoso. Sveglia UE!

      1. Domanda: come mai nei Paesi dell’Unione europea più sviluppati la mobilità elettrica è già una realtà consolidata, con quote dal 15 a oltre il 30% del mercato, in anticipo di dieci anni sulla data del ban? Non sono sottoposti alle medesime “dementi” “approssimative” e “inadeguate” direttive europee? Non sarà per caso che là vengono rispettate e in Italia boicottate?

        1. Sarà forse perché sono paesi più ricchi del nostro???
          Non è che ci vuole tanto ad arrivarci!
          Si sforzi; può farcela persino lei.
          E alla fine si accorgerà che il teorema è dimostrato dal fatto che in Italia si arriva solo al 5% perché quella è l’effettiva percentuale dei ricchi.

          1. A parte il tono e i dati sparati a casaccio, non trova che il problema italiano non sia l’auto elettrica, bensì che i poveri sono troppi, e devono fare i conti con rinunce ben peggiori?

    4. franco zappa

      il divieto di vendere auto endotermiche inizia nel 2035 avete intenzione di lamentarvi adesso per quale motivo ?

  7. Recentemente han fatto scalpore internazionale le esternazioni del “solito” Akio Toyoda nel sostenere la bontà delle scelte del gruppo Toyota (di cui è presidente … “oste….com’ è il tuo vino ?? ” ) in quanto secondo i loro conteggi le ibride che producono emetterebbero addirittura 1/3 delle emissioni nel ciclo vita (dalla costruzione fino alla successiva rottamazione).

    La reazione non si è fatta attendere e, pur presentando problemi differenziati in base alle zone (di produzione ma anche di uso/ricarica dei veicoli) i cinesi han spiegato su una loro testata i dati di emissioni in base a quanto risulta da altri studi….

    https://carnewschina.com/2025/06/16/toyota-chiefs-remark-that-one-ev-pollutes-like-three-hybrids-faces-scientific-pushback/

    SE è reale il limite tra 30 e 45 mila km per il punto di pareggio emissioni.. devo dire che noi italiani siamo ancora più fortunati… visto che il misero 4% di BEV è stato acquistato da molti possessori di impianti FV (domestici e aziendali ) e che tutti i CPO operanti in Italia dichiarano che il 100% dell’energia ricaricata deriva da F.E.R.
    SE riusciamo pure a chiudere il “cerchio” del recupero e riciclo a fine vita di vetture e batterie (tra riuso in BESS o rigenerazione materiali..) siamo veramente a posto (e addirittura evitiamo di dipendere dai cinesi che estraggono e lavorano il 97% delle “terre rare” e materiali indispensabili nell’elettronica mondiale) 😉

    1. MA ANCHE DI MENO
      leggo dal tuo link che 30-45 mila km sarebbe la media globale su tutti paesi del mondo del punto di pareggio delle emissioni,
      mentre nei paesi con mix elettricita’ decenti il punto di pareggio e’ piu’ basso

      ==== U.S.A. qui stimano 29.000 km in America
      per una EV long range con batteria NCM da 95 kwh (e un po meno per BEV non long range, con meno batteria)

      https://blog.ucs.org/dave-reichmuth/electric-vehicles-help-combat-climate-change-heres-why/

      NB hanno usato i dati del mix eletrico USA 2023 (oggi e’ gia’ un poco meglio) e i dati di emissione CO2 per la produzione dei materiali del database GREET (uno standard abbastanza famoso) questo aggiornato al 2024

      ==== UK qui stimano 21.000 km in Inghilterra
      per una Model Y RWD e stimano anche che arrivata a 170.000 km avra’ emesso sul ciclo di vita totale UN TERZO della Co2 di una termica

      https://www-carbonbrief-org.translate.goog/factcheck-21-misleading-myths-about-electric-vehicles/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it

      ==== Italia
      oggi abbiamo un mix con impronta carbonica a meta’ strada tra USA e UK, anzi piu’ vicino a UK, diciamo a spanne punto di pareggio OGGI in Italia potrebbe stare a circa 25.000 km.. e scendera’ ogni anno

    1. La tragedia dei bio-carburanti in effetti porta ad aumento dell’impiego di terreni agricoli per alimentare le bio-raffinerie ENI (in corso anche la conversione di quella di Livorno-Stagno) perché vengono coltivati a “semi oleosi” 🌻🌻🌻 anche quelli che potrebbero essere destinati al consumo umano (con ripercussioni sui prezzi .. visto che le raffinerie possono pagare di più) e con il concreto rischio della mono-coltura anziché una corretta rotazione delle piante, portando poi ad un impoverimento dei terreni.
      SE le bio-raffinerie usassero soltanto scarti agricoli o produzioni su terreni Marginali (che non hanno un ritorno economico con coltivazioni ad uso alimentare) forse potrebbero avere un senso… ma certo non in Italia con le sue misere estensioni (se lo possono permettere in Brasile, da molti decenni… ma pure loro hanno seri problemi ambientali per le estensioni mono-coltura ad uso autotrazione… me ne parlavano i miei parenti di San Paolo già decenni fa…).

  8. “La transizione sarà difficile, ma inevitabile, e avrà un prezzo. Bisognerà allora prendere decisioni che tengono insieme le questioni ambientali con quelle economiche e sociali. Ma raccontando ai cittadini le cose come stanno”.
    Ma certo!
    Peccato che chi avrà i soldi per comprarsi la BEV il prezzo della transizione potrà tranquillamente pagarlo. Insieme ai costi per wallbox, fotovoltaico, piano ad induzione, pompa di calore, ecc.
    Tutti gli altri andranno a piedi!
    E, ovviamente, Vaielettrico si complimenta e sottoscrive!

      1. E questo cosa c’entra con quello che ho affermato io prima?
        I 5,6 milioni di italiani assolutamente poveri rientrano in quella molto più ampia fetta di popolazione di cui parlavo prima che la BEV non potrà comunque mai comprarla.
        Quindi? Ha scritto qualcosa a vanvera in replica al mio posto così, tanto per scrivere qualcosa?
        Ribadisco che, sposando con applausi (addirittura!) le tesi della Gabanelli, È LEI il soggetto al quale non gliene frega nulla!
        Ma su questo, non c’è niente di nuovo.
        Buona giornata.

        1. E’ lei che scrive a vanvera: il problema della povertà è sotto gli occhi di tutti. Affrontarlo dovrebbe essere la priorità di ogni società civile. Cosa ne pensa del reddito di cittadinanza, del salario minimo, del lavoro precario, dello sfruttamento dell’immigrazione, della disoccupazione giovanile? Ha votato all’ultimo referendum? Questo dovrebbe dirci, prima di ergersi a difensore dei poveri solo in relazione alla transizione energetica. E non creda di farci fessi firmandosi con un nuovo nick, signor Pappacerbone, Lunetta, Jeeg.

          1. antonio Gobbo

            Vero il problema della povertà è gravissimo, per cui direi che certo non si aiuta a risolvere il problema costruendo ponti inutili o portando al 2% le spese militari ma altresì pure per dare bonus a macchine elettriche (o anche termiche) come pure obbligare a costose ristrutturazioni edilizie tutti i “ricchi” superiorità abitano in lussuose clase dj classe G.
            Il problema del blocco al 2035 potrà solo aggravare queste cose obbligando molte persone a rivolgersi all’usato (che risulterà sempre più caro).
            Per cui questo a mio avviso è solo un piccolo tassello in più per massacrare le famiglie italiane.
            Poi c’è chi dice che ora di allora le BEV avranno prezzi “cinesi” e le colonnine saranno ovunque a prezzi casalinghi, bho forse speriamo ma fin’ora la maggioranza delle promesse è rimasta tale, vedremo se in futuro le speranze che quotidianamente vengono proposte come certezze saranno esaudite, io da sempre credo ai fatti e non a promesse o previsioni, altrimenti avrei giocato in borsa ed ora sarei alla coda della CARITAS

          2. Antonio,
            prima del 2035 le BEV costeranno meno delle ICE,
            allora a rendere piu’ povere le persone saranno eventuali paletti residui italici che costringano ad usare le ICE, paletti lasciati per sfamare quegli indigenti di ENI

    1. Antonio gobbo, sei tu? Ah no, ci sono troppi pochi errori ortografici…

      E nel merito, ci sono 10! (dieci, ripetiamo, dieci!) anni di tempo prima del blocco delle vendite, e NON della circolazione, delle auto a combustione. Negli scorsi 10 anni siamo passati dalle Nissan Leaf di prima generazione agli ultimi modelli di Tesla, Lucid, BYD e altre mirabolanti veicoli.
      Stessi discorsi per tutti gli altri prodotti citati.

    2. Piccola osservazione, se in tutti i condomini invece di pensare all’orticello del proprio appartamento si guardasse un po’ più in là installando un impianto fotovoltaico condominiale (se la superficie è poca) o tanti impianti da 3 kWp (uno per ogni appartamento) saremo tutti un po’ meno poveri visto che nel giro di 4-5 anni si rientra della spesa e tutti i soldi risparmiati dal rientro ci renderebbe un po’ più ricchi.

  9. E’ a dir poco incredibile come il Governo e Confindustria continuino clamorosamente a ripetere a menadito la loro litanìa della neutralità tecnologica e del maggior pragmatismo (che sta a significare “transizione green si ma a patto di non cambiare nulla”) relativamente alla transizione elettrica in particolare quella dell’automotive quando l’unica vera ideologia è quella loro. Penso a tutti gli imprenditori dell’automotive italiani, miopi e incapaci per natura di vedere nel cambiamento una opportunità, che invece di trovare il coraggio di innovare si attaccano alle loro corporazioni nel tentativo bieco di ostacolare il progresso. Ovviamente verranno spazzati via tutti. E il bello è che danno la colpa all’auto elettrica e alle “follie green”.

    1. Ma i “prenditori” si salveranno, perchè nel frattempo avranno messo da parte i soldi. A noi cittadinzanza resteranno le macerie, ben rappresentate anche su questo sito dall’operaio che per una vita ha prodotto manicotti diesel e – appena ha alzato la testa dalla sua postazione di lavoro – si è visto uno tsunami arrivargli addosso, e il capo di cui sopra gli ha detto che la colpa è dei cinesi e dell’Europa con le loro “follie green”.

  10. Non capisco perché non si è cercato di rendere la transizione più morbida favorendo le ibride in modo da familiarizzare gradualmente
    con l’elettrico , nel frattempo matura la tecnologia e, magari, si sviluppano le strutture relative la ricarica

    1. Gianluigi Cassin

      Semplice, le regole non hanno mai indicato che tecnologia adottare. Né la Ue né il nostro governo hanno indicato di andare solo sulle bev. Le case auto hanno scelto e fatto i loro conti.

      1. Le scelte dell’Unione europea sono precise: auto a zero emissioni allo scarico. Quindi BEV, idrogeno, carburanti sintetici già concessi. Sui biofuel si discute perchè la produzione su grande scala è in conflitto con le colture alimentari.

    2. penso che il calo di prezzi e la maturazione della tecnologia EV e’ stato cosi rapida da lasciare meno spazio a troppe fasi intermedie

      pochi anni fa, quando forse avremmo potuto abituarci a vetture tipo la Prius (ma non ricordo esistessero in commercio utilitarie full ibrid), i power train elettrificati costavano, anche con batterie piccole da ibride

      mentre dopo pochi anni il power train elettrico costa gia’ abbastanza poco da passare direttamente a capienze, autonomia, potenze importanti, al costo anche inferiore di una full ibrida

      1. francamente questo calo dei prezzi per l’elettrico è stato decisamente poco rilevante, nonostante ci sia stato invece un dimezzamento del costo del pacchetto batterie LFP nel giro di 4 anni.
        Quello che si rileva invece maggiormente è l’aumento ulteriore dei prezzi di vendita delle auto con motore endotermico che unito anche all’espandersi dei divieti di circolazione delle auto fino a euro5 in alcune Regioni importanti d’Italia, spinge più di qualcuno, ovviamente con un certo reddito personale, a pensare magari anche alla scelta dell’auto elettrica. Quelli purtroppo con un reddito personale non da benestanti, purtroppo sono ancora totalmente esclusi da questa possibilità e lo saranno molto probabilmente fintanto che le case automobilistiche non decideranno finalmente di chiudere le vecchie catene e convertirle in quelle per la produzione di auto elettrica. Soltanto con numeri di un certo livello di produzione di auto elettrica, si potranno avere costi di produzione dimezzati e non avere a quel punto più alibi per proporre auto elettriche a prezzi accessibili per tutti o quantomeno per quasi tutti.

        1. @Ludovico
          giustamente scrivi
          “fintanto che le case automobilistiche non decideranno finalmente di chiudere le vecchiecatene e convertirle in quelle per la produzione di auto elettrica. Soltanto con numeri di un certo livello di produzione di auto elettrica, si potranno avere costi di produzione dimezzati e non avere a quel punto più alibi per proporre auto elettriche a prezzi accessibili per tutti o quantomeno per quasi tutti.”

          Sicuramente non avranno fatto tutti i “passi giusti” ma il Senso del provvedimento che dava tempo fino al 2035 alle case europee di entrare in concorrenza con le case asiatiche (già da decenni impegnate a produrre varie forme di auto elettrificate) era proprio quello di fare in modo che rimanessimo sul mercato con prodotti concorrenziali, visto che quelli studiati in Europa e prodotti qui (o anche sul mercato locale) stan perdendo quote di vendita perché superati tecnologicamente ed economicamente dai nostri competitors.
          Io non credo affatto che dopo il 2035 non si possano comprare nuove auto …. ho un ragionevole dubbio che le nuove auto saranno prodotte solo fuori dall’Europa… e magari neppure da Gruppi europei… (un po’ come nei decenni ho già visto con gli elettrodomestici, i televisori, i PC , i cellulari… tutti prodotti che abbiamo realizzato anche in Italia.. e adesso tutti importati).

    3. Non si è cercato di farlo perché, nonostante le case automobilistiche Europee sapevano che prima o poi sarebbe arrivato il momento di cambiare, non volevano investire miliardi su una “nuova” tecnologia che prevedesse cambiare in toto tutto quello che hanno fatto da sempre.
      Una cosa è se TUTTE le case europee, e del mondo, investono miliardi, un’altra è investire miliardi come singola azienda.
      Se Volkswagen avesse investito anni e anni fa sull’ibrido, si sarebbe evitato il diesel gate (che ci è costato diverse centinaia di miliardi), eppure no, ha preferito non investire nulla e falsificare le loro emissioni e ora vogliono “ripulire” l’azienda cercando di fare solo veicoli elettrici, ma che però hanno tecnologie di decenni fa, di conseguenza sei indietro sia nell’ibrido, sia nell’elettrici.

      Hanno totalmente perso il mercato Cinese, stanno prendendo una bella botta in Europa e più passano gli anni più terreno perderanno, l’unica loro salvezza è iniziare a fare carri armati e armamenti militari, per poi chiudere definitivamente una volta terminati.

    4. si il mercato globale aspetta i problemi , le supercazzole politiche di un paese di serie B , mafio-fascio-sovietico-fantozziano o
      nella migliore delle solo gerontocratico come il nostro
      credici !

      intanto frigna sul perchè i cinesi riuschiano di colonizzarci ..
      PERCHE’ SIAMO IN RITARDO !!

  11. Turata Antonio

    Si parla sempre di inquinamento da Co2 ma raramente delle sostanze cancerogene che escono dalle marmitte delle termiche. Il benzene, l’antidetonante della benzina, è cancerogeno. Dovrebbe essere trasformato in sostanze “innocue” dalle marmitte catalitiche ma queste lavorano bene se sono in temperatura e se non hanno subito shock termici (la classica pozzanghera), urti che ne alterino la struttura interna e non ci sia stato un contatto tra gli elementi catalitici ed il carburante come per esempio un’auto dura ad accendersi. C’è mai stato una ricerca di quanto benzene circola nell’aria? Per il diesel abbiamo il famoso particolato composto da particelle di gasolio incombusto. Cancerogeno pure questo. Si è cercato di porre riparo con i fatidici Fap. Le particelle che escono da questi filtri sono talmente microscopiche che penetrano negli alveoli polmonari. E noi giustamente stiamo parlando solo di Co2

      1. Turata Antonio

        Possibile che Vaielettrico l’abbia scritto centinaia di volte, ma fuori da questo ambito si parla solo di inquinamento da Co2. Trump, Salvini e compagnia cantante citano solo Co2. Ovviamente perché fa loro comodo in funzione elettorale. Ma anche la Gabanelli nel suo ultimo intervento parla di Co2 che è quella che comunemente chiamiamo anidride carbonica, quella che gli esseri viventi emettono respirando. Istintivamente come si fa a preoccuparsi dell’anidride carbonica? Mi ricordo un tempo che i cinema, al chiuso, erano pieni di gente che fumava, pure i ristoranti, i vagoni ferroviari, gli aerei gli ambulatori ospedalieri ecc. Ora stanno proibendo il fumo persino nei parchi frequentati perché la gente ha capito che il fumo della sigaretta anche se passivo è cancerogeno. Qui non si tratta di cercare di limitare l’emissione di Co2 per salvare il pianeta ma di cercare di eliminare le sostanze cancerogene per salvarci NOI,

        1. Beato lei che non si è ancora accorto della crisi climatica. Ma quando se ne accorgerà sarà troppo tardi. Quindi si tratta di eliminare le sostanze cancerogene e anche le sostanze climalteranti. E la soluzione, almeno nei trasporti leggeri, è sempre la stessa: l’auto elettrica. A cosa servano le sue elucubrazioni fatichiamo a capirlo.

          1. Massimo ma Antonio non sta dicendo che non c’è il problema della CO2, sta dicendo che non si da lo stesso risalto al problema degli inquinanti, facendone un discorso di urgenza prima che di gravità.
            Dai non facciamo i pignolazzi anche quando siamo dalla stessa parte.

    1. roberto guidetti

      ” Il benzene ha trovato impiego, per le sue caratteristiche antidetonanti, nella benzina verde, ma è stato successivamente sottoposto a restrizione d’uso; attualmente il contenuto di benzene nelle benzine deve essere inferiore all’1% in volume. In seguito a questi interventi restrittivi, le concentrazioni di benzene in atmosfera, che fino a solo un decennio fa raggiungevano livelli superiori a 10 μg/m3, si sono ridotte di circa 10 volte, tanto da non rappresentare più una criticità per la qualità dell’aria” (Fonte: ARPA Puglia, ma esistono molteplici valutazioni simili).

  12. Vanno fatte politiche per il lavoro in generale e bisogna spingere sull automotive europeo affinché progetti col cervello senza puntare solo su modelli di lusso tipo Porsche o Mercedes i su modelli ” fashion” di sta cippa tipo 500e e R5. Non si può pagare 34k una segmento b da un lato e dall’ altro senza lavoro o con lavori di m pure Una pandina sarebbe cara quindi c’è da invertire la rotta subito ma tra governo nazionale e UE le speranze sono pochissime. Alla fine tutti fanno i furbi come gli pare, tra chi produce armi, chi è paradiso fiscale ecc.

    1. purtroppo ci ha provato varie volte De Meo a fare un consorzio europeo per le piccole vetture più economiche (io vorrei una J.V. globale invece… perchè siamo messi malissimo nei confronti dei concorrenti asiatici), ma gli han risposto “picche” ♠️♠️2 volte…. e adesso, giustamente, lascia la nave che affonda al suo destino… con coretti di politicanti che strombazzano “neutralità tecnologica” o “bio / e-fuels”… quando il problema principale sono tecnologia e costi dei nostri “trabiccoli”, che poi all’esterno stanno continuando a calare nelle vendite.
      Amen.

    2. C’è stato un periodo piuttosto lunghetto in cui “l’agenda Draghi” spopolava, nessuno sapeva che fosse ma una larghissima parte della politica e degli organi di informazione vi ci si abbeverava fino ad ubriacarsi.
      Poi Draghi ha parlato delle politiche che hanno azzoppato per decenni gli stipendi (soprattutto italiani) con le conseguenze interne che ben conosciamo.
      E’ calato un silenzio tombale ad esclusione dei soliti 4 gatti.
      E gli imprenditori vorrebbero vendere?… no, devono iniziare a regalare!!!

    3. Antonio Nagliati

      Ma se vogliono fare i lussuriosi che facciano pure, basterebbe però che per la povera gente non mettessero i dazi alle elettriche cinesi e invece no: vogliono farti pagare il lusso che non ti puoi permettere e quindi vai a piedi mettendo dazi in modo che paghi un city-car che in Cina costerebbe 15 mila Euro come una delle loro da 30/40 mila. Con la differenza che così non creeranno mai un numero di BEV che lascierà sul territorio europeo i materiali con cui sono fatte le batterie al 90% riciclabili. Se uno non arriva a fare questo ragionamento eppoi alza delle barriere è inutile che stiamo a parlare di europa dove ogni stato fa quello che gli pare e si passa da Stati che ti tassano anche l’aria che respiri a stati che sembrano dei veri e propri paradisi fiscali.

  13. Ottimo servizio che almeno smaschera le solite frasi fatte modello bar sport che circolano in Italia, chissà se qualche ministro avrà letto l’articolo della Gabanelli…

      1. se ha a disposizione studi altrettanto seri che dicono il contrario li pubblichi che sono curioso di leggerli

      2. La Gabanelli riporta solo i risultati di studi scientifici fatti da istituzioni scientifiche e organi competenti, in pratica come se stesse citando la Bibbia. Cos’è che ancora non hai capito? Non lo vuoi capire? O non ci arrivi proprio? O vuoi solo negare la realtà per tuoi interessi personali? Mi ricordi Salvini. Sei lui?

  14. Scusate l’ignoranza: “fino ad euro5” significa che da euro5a in poi potranno circolare? Due anni fa la mia euro5a mi precluse a gli incentivi Lombardia per le BEV…

      1. Michele Gibertini

        Per Reggio Emilia, dove vivo, non cambia nulla (almeno riferendosi a Gennaio di quest’ anno). Zona Rossa, circolano solo alcuni veicoli con specifiche deroghe (turnisti come me, ad esempio). Fuori dal centro storico (dove ci sono le centraline di rilevazione della qualità dell’aria), nelle zone industriali/artigianali, via libera per tutti.

        1. Fortunatamente gli italiani sono abbastanza intelligenti da sapere che i controlli per le classi di inquinamento in realtà non si fanno se non nelle grandi città che hanno le telecamere, e che si spopoleranno pian pianino (alla fine è quello lo scopo e magari è anche giusto). Io per esempio a dicembre lascio Bologna e me ne vado in Puglia. Adios.

          1. @Lele… mi fa piacere che vai nella bella Puglia e sicuramente troverai anche aria più pulita….(oltre ad uno splendido mare)
            ma se “gli italiani sono abbastanza intelligenti da sapere che i controlli per le classi di inquinamento in realtà non se ne fanno” dovrebbero essere abbastanza intelligenti per capire che si stanno avvelenando da soli… e forse dovrebbero spostarsi in zone meno inquinate tutti quanti (con anche vantaggi economici, visto che la vita nelle città più inquinate generalmente è pure molto più costosa che nelle piccole periferie, magari di regioni meno industrializzate). Se invece non vogliono o non possono spostarsi, allora usino tutta l’intelligenza che gli attribuisci per non “sporcare troppo” l’ambiente dove abitano (comprese l’eccessive emissioni di auto troppo vecchie o troppo “truffaldine” sulle reali emissioni in contesti di guida reale).

      2. La mia domanda era appunto se euro5a, ai fini di questo divieto in Lombardia, è considerata “superiore” ad euro5, come avvenne per l’accesso ai bonus due anni fa (quando appunto mi furono negati) o se sono sono equiparati. Francamente sono ancora nel dubbio… Riferimenti ufficiali esaustivi? Grazie ancora

  15. Michele Gibertini

    Gabanelli sempre chiara, corretta, e informata.
    Ma, per il caso specifico (blocco diesel euro 5), qualcosina da ridire ce l’avrei.
    Ho comprato il mio diesel euro5b nel 2012, utilizzando bonus rottamazione per veicoli inquinanti perché ritenuto “ecologico”. Nello specifico, ho rottamato una euro 3 benzina con impianto a GPL.
    Ora, quella che sono stato “incentivato” a rottamare potrebbe circolare, quella “ecologica” che ho acquistato, sono costretto a rottamarla nuovamente.
    Sa un po’ di “presa per 🍑”, no…?

    1. No vuol semplicemente dire che la tecnologia è andata avanti, e rispetto a quello che è disponibile ora la tua vecchia euro 5 è , giustamente, considerata più inquinante.

      1. Michele Gibertini

        E la euro 3 benzina/GPL invece sarebbe progredita tecnologicamente mentre continuava a circolare…? Punto di vista interessante…

        1. Antonio gobbo

          Anche le euro 2 a benzina possono circolare ovunque (Milano e pochi altri centri esclusi) im problema è con puoi e non potrai bloccare tutto. Sia per un problema strutturale, i mezzi pubblici nkn sarebbero lontanamente sufficienti ad assorbire un simile aumento di traffico, sua pef unbproblema politico, quale partito si farebbe pro.otore di jna simile legge (verdi esclusi ma quelli oramai sono tutti iscritti al WWF perchè li protegga come specie in via di estinzione), per cui prevedo cge per ancora parecchio tempo le “vecchie carrette” continueranno a circolare industurbate.

      2. Secondo me avrebbe dovuto bloccare la vendita dei diesel già 10 anni fa, in modo da evitare almeno questa presa per i fondelli. Che il diesel fosse inquinante non l’hanno scoperto ieri ..

    2. Beh scelte anche figlie di industriali e politici che per anni hanno spacciato come ecologico il diesel introducendo anche motorini da città che è tutto fuorché il loro ambito migliore.
      Al di là che poi non farei girare manco le euro 3 benza salvo giustificati motivi , che auto di vent’anni non è che facciano uscire fiorellini dal tubo di scappamento (considerando anche quanto hanno mentito le case automobilistiche). Che ogni volta che giro in bici respiro tanta di quella M. Che la metà basta.

    3. Mi perdoni Michele ma l’errore è stato di chi ha dato gli incentivi e indirettamente di chi ci ha creduto, perché tutti sapevano e su molte testate veniva evidenziata l’incongruenza degli incentivi. Tutti sapevano che venivano dati in base alle emissioni di C02 ma che il problema polveri rimaneva o anzi nel suo caso peggiorava. Io nello stesso periodo ho preso un auto a metano perché si sapeva che il diesel non avrebbe avuto vita lunga. Poco male comunque perché non la deve rottamare ma in alcune zone (es. montagna ecc.) dove le PM non sono un problema circolano, le cercano e le acquistano pagandole bene e per me giustamente visto che come effetto serra rimangono tra i migliori motori a combustione, purtroppo non nella pianura Padana.
      Comunque ottimo davvero l’articolo della Gabanelli, un riferimento sempre nelle tematiche ambientali e sociali, fornendo dati oggettivi.

    4. @Michele Gibertini non sei stato preso per i fondelli. (o quasi) solo che nel 2012 noi europei ci vantavamo di produrre le migliori motorizzazioni a gasolio (tra turbo, commonrail, FAP, etc) e puntavamo tutto sul fatto che emettessero pochissima CO2 rispetto ai termici a benzina pur avendo prestazioni assai vicine ed anche rispetto al GPL presentavano teorici vantaggi… Teorici, perché poi son state tutte “sgamate” ad emettere valori elevati di NOx (causando la reazione degli USA che han scoperto il “Diesel-gate” in cui truffaldinamente si attivavano i sistemi antiinquinamento Solo quando il veicolo riconosceva le procedure di test , tornando ad emettere quanto promesso in omologazione).

      Le procedure WLTP comunque son abbastanza “generose” perché consentono tempi di riscaldamento in cui le vetture son meno precise al rispetto dei valori indicati… e lo si vede anche dalla grande differenza tra i valori di consumo Dichiarati e quelli che si riscontrano effettivamente : Ça va sans dire…. SE i consumi sono più alti…le emissioni sono più alte… a parte il fatto che molte vetture “modificate” (centraline riprogrammate/ EPROM modificate ed altri accorgimenti) potrebbero avere invece consumi più bassi rispetto ad auto standard (però le emissioni sono certamente molto più alte).

      Ovviamente van tolti di giro tutti i veicoli molto inquinanti (benzina, gasolio) e pure quelli che causano molte emissioni indirette (per l’estrazione, trasporto, lavorazione, ri-deposito, ri-trasporto e distribuzione nei punti rifornimento) visto che sfuggono in atmosfera ( ed i dati di MethaneSat son già molto, molto più preoccupanti di quanto ipotizzato prima dei lanci in orbita).

  16. Luigi Solazzi

    Un articolo chiaro e divulgativo, da portare con sè nel cellulare per rispondere a tutti i dubbi dei no watt. Esemplare, grande MIlena.

  17. Lo volevo segnalare anch’io.
    Uno scritto equilibrato e senza tanti fronzoli.
    La chiosa finale è da incorniciare.

    1. antonio Gobbo

      La transizione sarà difficile, ma inevitabile, e avrà un prezzo. …sante parole ma mj pare dj non aver visto poi la conclusione …. come dice Giorgetti “CHI PAGA?” o meglio quanti hanno i soldi per poterselo permettere? E non sj tratta solo dj auto ma anche dj case, di elettrodomestici A+++, di impianti fotovoltaici, di agricoltura bio, di allevamenti non intensivi, di industrie “pulite” ecc ecc ecc tutte cose bellissime ma purtroppo costose.
      Non vorrei che poi alla fine si tornasse che aj tempi del famoso marchese del Grillo connla divisione fra persone … “io so io e voi (che non potere permettervelo) non siete un …… “

      1. Mahh ..fermo restando che anche le termiche costano troppo, ma io vedo sempre più gente che si lamenta però i soldi (o i debiti) per il suvvone li ha sempre, come li ha per il telefonino figo che costa come mezzo impianto fotovoltaico. Spesso (non sempre ovviamente) è solo questione di scelte.

        1. Concordo in pieno, al costo di un iPhone 16 monti un impianto da 2kWp, non ti svolta la vita ma per 30 anni contribuisce a calmierare i costi energetici. Sono scelte, consapevoli o meno.

        2. antonio Gobbo

          Paolo / Cristiano … e no per favore non torniamo alle solite frasi fatte dell’iphone, del tatuaggio o delle slot macchine al bar, o dell’iscrizione a sky per le partite (tutte cose che peraltro personalmente non ho e manco mi interessa avere… ma questo è un altro discorso) questi sono racconti da bar fatti da chi non sa fare di conto o fa finta di non saperlo fare.
          2kw dj fotovoltaico ti costano come un iphone? Si ti “cambiano la vita” (parliamone) d’estate se lavori la notte e di giorno stai a casa e usi gli elettrodomestici altrimenti tj serve una batteria di accumolo e una da 5 kw (4 effettivi) ti costa come 3 altri iphone, poi in inverno con 2 kw (soprattutto se di giorno lavori) che ci fai? Al massimo ci ricarichi lo smartphone cinese lowcost che ti sei preso al posto dell’iphone.
          Cerchiamo di non esser fondamentalisti ma realisti … la transizione green costa un botto e non per nulla per ora è stata scelta dai soliti 4 – 5 paesi europei di cui sempre e solo si parla (soprattutto per quanto riguarda le auto elettriche) paesi che hanno jn PIL procapite che noi (e mezza Europa come noi) manco avremo nel 2100, pensare di farla nej restanti paesi è semplicemente ne più ne meno come voler fare le nozze coi fichi secchi.

          1. Eh, certo, la ricchissima Spagna, l’opulento Portogallo, ma anche notissimi paradisi fiscali come Croazia, Romania, perfino la Grecia tanto ricca da andare quasi in default pochi anni fa:
            https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Renewable_energy_statistics

            Il vero paradisco fiscale, il Lussemburgo, è ultimo in lista.

            NOTA: questa è “energy consumption”, non produzione. Quindi se anche abbiamo in Italia il 40% di elettricità rinnovabile, ma poi bruciamo metano per scaldarci e petrolio per muoversi, non siamo messi bene

            Ci sono le opinioni, i dischi rotti, e poi ci sono i fatti. Chissà i tuoi commenti a quale gruppo appartengono.

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