La Uniti One apre le prenotazioni, con un prezzo di 17.760 euro più Iva. In Italia fanno 21.675 euro, prezzo da cui detrarre gli incentivi governativi (4-6 mila euro) e regionali, ove presenti.
La Uniti One in due versioni, da 150 o 300 km
Ancora non è chiaro quando inizieranno le consegne della citycar svedese, che verrà prodotta in Inghilterra, nel distretto di Silverstone. Ma l’apertura dei pre-ordini fa intuire che il progetto è ormai in dirittura d’arrivo. A suo tempo era stato annunciato che la catena di montaggio sarebbe partita nel 2020. E che la fabbrica inglese sarebbe servita anche da blueprint per le fabbriche che nel mondo costruiranno la Uniti su licenza. Un modello di produzione flessibile, da impianto 4.0, da replicare ovunque ci sia un mercato per questo tipo di vetture.

La Uniti One sarà disponibile in due versioni: una, entry-level, con batterie da 12 kWh e un’autonomia dichiarata di 150 km. E una top-level con batterie da 24 kWh e 300 km di range dichiarato. Con un punto di forza: la possibilità di ricaricare fino a 50 kW in corrente continua. E quindi di rifornire in 10 minuti l’energia necessaria per percorrere 100 km. I consumi dichiarati sono di 8 kWh per 100 km. Quanto alle prestazioni, la velocità massima è di 120 km/h, con una coppia massima di 85 Nm (accelerazione da 0 a 100 in 9,9 secondi).
Posto per tre, uno davanti e due dietro
In Italia non dovrebbe arrivare prima del 2021: all’inizio verranno privilegiati i mercati del Nord-Europa, per ovvie ragioni di maturità del mercato. Nella versione definitiva è scomparso il volante tipo joystick che si vedeva nelle prime immagini, sostituito da un volante tradizionale. In compenso ci sono i dettagli di un interno decisamente flessibile: in assetto normale la Uniti One può ospitare tre adulti, uno davanti e due dietro.

Ma ripiegando i sedili posteriori si ottiene una generosa capacità di carico, pari a 760 litri. Un piccolo miracolo per una vettura lunga 3 metri e 22, alta un metro e 70 e larga un metro e 50. Lo staff che ha creato la Unity One, con in testa il fascinoso Ceo Lewis Horne, la definisce una UUV, Urban Utility Vehicle. Ovvero un’auto con cui ha senso circolare in città, in evidente contrapposizione con gli ingombranti SUV, Sport Utility Vehicle. Sottolineando che si tratta della prima vettura costruita con capitali provenienti dal basso. Con diversi round di finanziamento su piattaforme di crowdfunding come Crowdcube (clicca qui per i dettagli).
Se abbassassero i prezzi di un 30-40% sbancherebbero il mercato. L’auto è adatta al 90% dei nostri spsostamenti. Non ho capito però se ha un bagagliaio, anche piccolo, in configurazione 3 posti.
la vettura la trovo molto interessante per diversi motivi, perché realizzata in fibra di carbonio riciclabile e materiali compositi organici con peso notevolmente ridotto rispetto una auto tradizionale e conseguente minor consumo, perché predisposta per servizi di condivisione e credo anche per la guida autonoma, anche per la strategia industriale basata su piccole fabbriche locali con costi di trasporto ridotti, anche eliminare navi container dai mari aiuta il clima. L’unico appunto che muovo è come al solito il prezzo, vista la ridotta capacità delle batterie e la presenza su alcuni mercati di vetture come la renault k-ze lo speravo migliore
Fare fabbriche piccole è bello, ma le economie di scala, dall’affermarsi del modello fordista in poi, hanno sempre abbattuto i costi. Temo che sia come per il cibo bio: è più sano, ma costa di più.
è una vettura fuori dagli schemi convenzionali con tecniche produttive e materiali innovativi, nel loro business plan avranno analizzato la strategia migliore, nel loro comunicato recitano
Placing efficiency and sustainability at the heart of the manufacturing process, and as the company grows and enters additional markets, Uniti will establish local assembly plants which use digital technology to build cars at point of demand, vastly reducing the cost, time and environmental impact of transporting materials and vehicles globally.
vedremo se la loro analisi sarà corretta, di sicuro puntano ad aiutare il clima anche eliminando parecchie navi container
ad integrazione aggiungo un altro stralcio del comunicato e la loro idea di fabbrica auto 4.0 secondo loro più indicata per il futuro dell’automotive che secondo tanti con la fine dell’auto di proprietà sarà un parco circolante corrispondente ad 1/10 di quello attuale
Embracing established and emerging technologies along with advanced materials and production techniques, Uniti has completely reimagined the vehicle platform around modern usage patterns and for the era of autonomous electric mobility
https://www.engineering.com/AdvancedManufacturing/ArticleID/17899/Uniti-Announces-First-Fully-Digitalized-Electric-Vehicle-Production-Factory-in-the-UK.aspx