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La tua EV al servizio della rete elettrica vale centinaia di euro

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V1G, V2G e V2H sono sigle che i futuri automobilisti elettrici dovranno imparare a memoria.  Da queste nuove tecnologie di dialogo fra EV e rete elettrica (Vehicle-Grid Integration) scaturiranno infatti nuovi servizi per i clienti. E addirittura apprezzabili ricavi (o minori spese) per ogni proprietario di un veicolo EV.

Una simulazione del CESI

Vantaggi, questi, da calcolare nel total cost of ownership (TCO) di un’auto elettrica. I ricercatori del CESI  (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) la società di servizi di consulenza e ingegneria sui sistemi elettrici basata a Milano, hanno cercato di quantificarli. I fattori da considerare sono tanti (normative, tariffe, caratteristiche dell’auto, modalità d’uso) ma una stima attendibile parla di una remunerazione di “centinaia di euro all’anno”.  Tanto varrà il prezioso servizio che le auto elettriche potranno fornire alla collettività quando saranno alcuni milioni e, ferme in sosta e collegate alla rete elettrica, potranno contribuire a bilanciarne i flussi cedendo elettricità, o prelevandola in modo intelligente.

Bilanciare la rete, questo il problema 

La materia per ora è oggetto di semplici sperimentazioni che riguardano aspetti tecnici, normativi ed economici. Il punto sullo stato dell’arte è stato oggetto di un workshop promosso da MOTUS-E per i propri soci, tenutosi qualche giorno fa presso i laboratori milanesi del CESI. Introdotti dal responsabile Techonolgy & Market di MOTUS-E Francesco Naso, i ricercatori del CESI Roberto Piccin,  Marco Cabano e Marco De Paolis hanno illustrato gli scenari futuri del sistema energetico italiano, i problemi di bilanciamento che comporteranno  e alcune simulazioni sul possibile rapporto fre Ev e rete elettrica.

Le batterie aggregate diventano UVAM

La transizione alle fonti rinnovabili non programmabili richiederà infatti prelievi più razionali e capacità di stoccaggio per far fronte ai picchi di richiesta. In questo quadro le batterie delle auto giocheranno un ruolo chiave. Dovranno essere aggregate in gruppi di almeno 200-300 unità costituendosi in UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste) per garantire flessibilità, potenza e reattività alla richiesta, sia nella copertura di domanda aggiuntiva, sia nell’erogazione di servizi ancillari, come la modulazione o l’interruzione programmata della fornitura. Opereranno insomma come diretti interlocutori degli organismi di regolazione e degli operatori del dispacciamento.  Erogheranno servizi indispensabili, quindi profumatamente remunerati.

PER APPROFONDIRE: Rete elettrica, ecco perché a bisogno delle batterie con le ruote

 

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