Cosa rallenta la transizione energetica in Italia? La politica, l’economia, la cultura o la tecnologia? “Fuoco amico” l’ha chiesto a Michele Governatori, docente universitario di Economia applicata e responsabile relazioni esterne del think tank italiano ECCO Climate, una delle più autorevoli organizzazioni ambientaliste italiane. «Al primo posto metterei la politica – ci ha risposto-, al secondo la scarsa informazione, al terzo l’azione delle lobby del petrolio».
E abbiamo chiesto ancora: c’è più ideologia che pragmatismo nel Green Deal o in chi lo osteggia? E’ vero che la Cina sfrutterà la supremazia nelle tecnologie “pulite” nei trasporti e nella generazione elettrica come Cavallo di Troia per invaderci, e se sì, come possiamo difenderci? L’ammorbidimento degli obiettivi ambientali europei, per esempio nelle emissioni dei veicoli, salverà la nostra industria o l’affosserà del tutto?
Due eventi di ECCO al Festival della Sostenibilità
Ecco Climate affronterà quasi tutti questi temi la prossima settimana, in due importanti eventi organizzati a Roma, nell’ambito del “Festival della sostenibilità” promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).
“L’Europa al bivio: il Green Deal nella guerra dei dazi” è il primo. Si terrà martedì 20 maggio dalle 10 alle 13 presso l’Hotel Nazionale a Roma e si potrà seguire anche on line preiscrivendosi qui.
Il secondo, giovedì 22 maggio dalle 14,30 alle 18, si intitola “Cosa rallenta la transizione verso l’energia pulita ed economica?” e sarà introdotto proprio da un intervento di Michele Governatori. La sede è The Hive Hotel, via Torino 6, ROMA e si potrò seguire online registrandosi a questo indirizzo.

Il paradosso italiano: “Investiamo su due cavalli che tirano in direzioni opposte”
Dunque l’intervista, con il consueto format delle 5 domande secche formulate attingendo ai messaggi dei nostri lettori, anticipa in larga parte quello che emergerà dai due eventi nel confronto tra decisori politici, scienziati, tecnologi e parti sociali.
E cioè che, secondo ECCO Climate, «la transizione energetica, se fatta bene, è un abilitatore di efficienza economica. Lo dimostra la Spagna che è il Paese europeo più avanti, con i costi dell’energia più bassi e nel contempo quello con l’economia che cresce di più». Ma la politica italiana non l’ha capito.
Tanto che investe di più nei sussidi alle fonti fossili, ambientalmente dannose, che nelle rinnovabili favorevoli all’ambiente. Investe insomma su due cavalli, che tirano in direzioni opposte. Ecco perchè rischiamo di non andare da nessuna parte.
- LEGGI anche “Auto elettrica: senza un piano del governo, produzione dimezzata al 2030” e guarda la VIDEO intervista ad Andrea Boraschi di T&E
qui c’è uno studio aggiornato al 2025 sull’agri-fotovoltaico
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306261925005562?via%3Dihub
ma pare che per il NORD italia (Piacenza) stimano un costo energia da agrivoltaico (il tipo semplice, quello che l’anno scorso è stato vietato da lollobrigida, e che forse verrà riammesso grazie alle recenti sentenze dei tribunali TAR) di circa 4 cents al KW-h per sistemi di taglia 10 MW ( installazioni di taglia media, per sistemi più grandi il costo scende ancora)
vedi grafico d) di questa figura:
https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0306261925005562-gr10_lrg.jpg
e aggiungendo un accumulo BESS il costo ad oggi sarebbe sui 7 cents al KW-h (questo guardando le aste tedesche per contratti di aquisto energia da sistemi misti FTV utility + BESS, e dalle stime annuali del Fraunhofer Institute), e un domani anche meno
Concordo con gli altri lettori: non abbiamo politici solo stupidi, abbiamo politici che seguono gli interessi di pochi e non quelli di tutti. Se partiamo da questo presupposto, si capisce praticamente ogni loro mossa apparentemente non spiegabile.
Insistiamo col gas anche dopo i casini dalla Russia? c’è da lisciare gli USA e mantenere il business di Enel/eni (e chi sottobanco continua a tifare Putin..)
Insistiamo con le auto termiche? c’è da lisciare Stellantis (come fanno tutti i politici da un secolo con la famiglia torinese che non nomino) e i sauditi
E via cosi.
Servono politici al servizio dei cittadini e non di pochi già straricchi.
Il nemico della transizione energetica?! Uno che vuole i mini reattori a fissione: CINGOLANI
Io temo che la politica lo capisca, ma anteponga le proprie clientele all’interesse generale. Questo accade inevitabilmente quando la politica è intesa come professione invece che come servizio alla propria comunità.
Confermo in toto quanto scritto sopra da Mario e aggiungo:
nel 2006 una raffineria nella zona dove vivo ha iniziato a bruciare al posto del gpl il Petroleum Coke.
Da un giorno all’altro quando il vento tirava dalla raffineria l’aria diventò irrespirabile.
Tutta la politica locale faceva la gnorri, ma sapeva bene qual’era il motivo (bugiardi fin nel profondo).
Mi sono rivolto a quella provinciale…peggio.
A quella regionale….ancora peggio.
Delle strutture preposte al controllo non parliamone.
Nel 2009 pensai di rivolgermi a Roma, ma scoprii che le aziende della famiglia della ministra dell’epoca erano interessate da problemi per reati di inquinamento contro l’ambiente e contro i lavoratori dipendenti.
A quel punto mi fermai e caddero le braccia.
Nel frattempo tra le persone le malattie oncologiche sono aumentate in modo esponenziale (e le morti pure).
Dopo qualche anno un esponente della fazione politica che trasformò con legge ad personam il Petroleum Coke da veleno a combustibile (e quindi sapeva bene qual’era il problema) fece fare uno studio epidemiologico.
Dopo 3 anni arrivò il referto: la colpa dei dell’aumento esponenziale dei malati e dei morti non era imputabile al petrolchimico.
Alla fine sulla malattia e morte degli innocenti:
– il direttore dell’epoca fece una gran carriera;
– tutta la politica ebbe il suo contentino;
– le associazioni bacia fondoschiena della raffineria pure.
Da qualche anno sono stati applicati dei correttivi, ma l’odore inconfondibile del Petroleum Coke seppur con intensità minore, si sente distintamente nel raggio di 15-20 km.
L’unico modo per fare la transizione energetica in Italia è la sostituzione totale del tessuto politico, e non solo.
PURTROPPO SIAMO IN MANO AI PEGGIORI.