La Tesla Model S rilancia nella gara tra le auto elettriche con l’autonomia più estesa. La performance delle batterie migliora e ora siamo a 658 km.
La Tesla Model S “rosicchia” altri 11 km di range
Il dato è stato certificato dall’Epa, l’ente federale americano, noto per le rilevazioni molto severe, in genere più “strette” delle omologazioni europee. La precedente registrazione dell’EPA parlava di 647 km, il che significa che il continuo lavoro sulle celle ha fruttato altri 11 km a disposizione di chi guida la sportiva Tesla. Stiamo parlando della versione Long Range plus, con batterie da 100 kWh lordi.
Ma naturalmente la concorrenza non sta a guardare e annuncia il lancio di vetture che andranno al di là dei 700 km di autonomia. Stiamo parlando in particolare di due modelli in arrivo nel 2021 come la Mercedes EQS (qui l’articolo) e la Lucid Air. Quest’ultima promette di arrivare addiritturaa 832 km con una sola ricarica, grazie all’utilizzo do batterie estremamente performanti. La stessa Ford per la sua nuova Mustang Mach-E ha ottenuto dall’EPA la certificazione per 300 miglia di autonomia (483 km).

La battaglia si sposta sulle auto “normali”
Morale della favola: ormai è chiaro che, per chi può spendere cifre importanti, l‘ansia da ricarica sta diventando un problema trascurabile. Si tratta di auto con cui permettersi viaggi piuttosto lunghi e dotate di prestazioni eccezionali, soprattutto in accelerazione. La partita ora si allarga alle auto da tutti i giorni, con le Case auto alla ricerca del difficile equilibrio tra un’autonomia soddisfacente e un prezzo accettabile. Per auto media come la ID.3, per esempio, la Volkswagen offre tre diversi range, da circa 300, 400 e 500 km. La Casa tedesca è convinta che sarà la soluzione media la più praticata, anche se il prezzo di listino è superiore di circa 9 mila euro rispetto alla versione entry level. L’importante è che il cliente abbia tutte le opportunità tra cui scegliere.
Come ha affermato il buon Degli Esposti: non fermiamoci alle apparenze.
Tesla, con questi continui ritocchi testimonia il continuo lavoro di messa a punto della efficienza globale dell’auto, personalmente reputo che questi 11 km in più sono dovuti ad una migliore “gestione” del gruppo inverter motore .
La prima ammiraglia elettrica rilancia a 658 km come se l’autonomia fosse il metro di sfida su cui confrontarsi.
Volkswagen vara il progetto dell’ammiraglia condivisa con Porsche, Bentley e Audi, nome in codice di Landjet ricomprendendo tutte le tecnologie del gruppo e le caratteristiche dei tre brand amalgamati in un progetto integrato.
È venuto il momento di ripensare queste pesanti ammiraglie elettriche in modo anticonvenzionale rendendole più sicure e performanti ed aumentando ancora di più l’autonomia.
Come rendere una vettura elettrica da oltre 20 quintali più sicura e performante?
Basta ripercorrere all’indietro l’epopea elettrica, ritornando a 16 anni fa, ad Eliica, l’ammiraglia made in Japan da 370 km/h del Prof. Hiroshi Shimizu.
Eliica, “auto elettrica agli ioni di litio” a otto ruote motrici con motori elettrici integrati nelle ruote (in-wheel), venne presentata in Giappone nel 2004, dopo le esperienze condotte nel 2001 sul prototipo elettrico, sempre a otto ruote: KAZ (Keio Advanced Zero-Emission Vehicle), una limousine elettrica da 6,70 metri di lunghezza.
Eliica, progettata dal professor Hiroshi Shimizu della Keio University, rappresentava la sintesi tecnologica in-wheel di quegli anni, sotto forma di vettura confortevole ad elevate prestazioni, sicurezza ed efficienza.
Realizzata in due prototipi con configurazioni diverse per autonomia, potenza e prestazioni, Eliica presentava un’autonomia di 300 chilometri con 640 CV o di 180 chilometri con 850 CV, in grado di raggiungere i 370 km/h con uno scatto da fermo, definito da Ukyo Katayama, come: “una grande accelerazione continua, senza interruzioni”.
Eliica dimostrò la validità della tecnologia dei motori elettrici integrati nelle ruote, reputati inadatti a vetture ad alte prestazioni, in quanto aggravano le masse non sospese causando maggiore inerzia, interferendo sulla stabilità del veicolo a livello di forze scambiate tra pneumatico e suolo. La riduzione delle masse non sospese, riduce la variazione del carico verticale sulla ruota, diminuendo così i pesi delle forze verticali nella trasmissione delle sollecitazioni tra suolo e superficie di contatto dello pneumatico.
Questo è l’approccio dinamico, ma tutto è relativo.
Nel caso di Eliica, aumentando il numero delle ruote aumentano la superficie di contatto e la ripartizione delle forze, anche in presenza del peso aggiunto dal motore coassiale alla ruota. Il Prof. Shimizu oltre ad aumentare il numero delle ruote, ideò una sospensione “tandem” per far interagire tra loro coppie di ruote ripartendo le sollecitazioni.
Con i motori elettrici integrati nelle ruote (in-wheel), vengono meno i semiassi, il differenziale e il giunto omocinetico di trasmissione della coppia motrice, in quanto la coppia è generata istantaneamente nella ruota, senza trasmissione ed attrito dal differenziale, così il sistema di recupero energia in decelerazione rigenerativa.
I vantaggi sono notevoli: eliminazione del differenziale riduttore, dei semiassi e del giunto omocinetico, alta precisione nel trasferimento di coppia motrice in ogni ruota, maggior spazio disponibile nella piattaforma per le batterie e raffreddamento del motore sulle ruote.
In curva, il motore in-wheel aziona ogni singola ruota a sinistra e a destra con una reattività ineguagliabile, inoltre la coppia motrice sinistra e destra può essere controllata in modo indipendente, istantaneo e preciso sulla base dell’aderenza tra singola ruota e superficie, altro che Torque Vectoring.
https://www.youtube.com/watch?v=KCswF_DPUts
https://www.youtube.com/watch?v=DGQQmqyvZiA
https://www.youtube.com/watch?v=snUeWTO0GBU
https://www.youtube.com/watch?v=_vnfY3BODVQ
https://www.youtube.com/watch?v=geoDsgdfw2g
https://www.youtube.com/watch?v=1GHVYv6-PKc
Forse negli USA questa corsa all’autonomia ha un senso, anche se mi pare un delirio di onnipotenza, poco attento all’effettiva diminuzione dei gas-serra.
In Europa, poi, e in Italia che senso ha? Milano-Roma senza una sosta per una pipì, un cornetto e cappuccino e una telefonata veramente IN SICUREZZA? Crisi climatica e niente limiti non vanno d’accordo. Tenete presenti anche i consumi di materiali, Litio in testa, e l’energia per ricavarli e smaltirli correttamente. Grazie