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La superbufala del diesel che inquina meno dell’elettrico

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Una vetrofania per indicare che l'auto (tedesca) è un diesel Euro 6.

Ma davvero i diesel Euro 6 inquinano meno delle auto elettriche? La notizia gira insistente in rete. E come fonte viene citato Nientemeno che il CNR. Ma Nicola Armaroli, che del CNR è dirigente di ricerca, assicura che è una superbufala.

Ecco i passi salienti del post che il prof. Armaroli ha pubblicato sul suo profilo Facebook:

Ecco perché si tratta di una fake-news

Sono stato bombardato…da una falsa notizia che in rete è diventata virale : “Studio CNR dimostra che i diesel Euro 6 inquinano meno delle auto elettriche”. E’ una fake news da manuale. In breve, per punti:

Nicola Armaroli (foto dal sito Radiocittadelcapo.it)

1- Non esistono “posizioni ufficiali” delle istituzioni scientifiche nei paesi liberi. Quindi il CNR in quanto tale non certifica nulla: non siamo in Unione Sovietica. I suoi ricercatori pubblicano articoli scientifici e report sui loro studi sulle riviste scientifiche e rispondono di quello che scrivono, senza chiamare in causa l’intera istituzione. Questo vale per noi come per qualunque ricercatore al mondo di qualsiasi istituzione accademica o governativa.

2- Questo fantomatico studio è citato ovunque ma nessuno guarda caso lo riporta o lo rimanda a un link. Il motivo è semplice: non esiste.

3- I FATTI. Un collega (ignoto, un fantasma, il suo nome non è riportato da nessuna parte in questa valanga di articoli fake) cita a un convegno UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) un articolo di sei anni fa in cui SEMPLICEMENTE si dice che se usi il carbone per produrre elettricità, l’auto elettrica produce più CO2 (non inquinamento complessivo, solo CO2). Non una notiziona clamorosa, a dire il vero. Però qualche furbastro ne approfitta e ci ricama sopra la bomba fake. Bravo lui: successo clamoroso”.

Ecco i numeri veri, da fonte insospettabile

Per rispondere a questa fake news con numeri seri, guardate la foto qui sotto”, continua Armaroli. “L’ho scattata la settimana scorsa a Yokohama, al World Circular Economy Forum. E’ una slide presentata da Shizuo Abe, Executive General Manager della Toyota (azienda non tacciabile di particolari simpatie per l’auto elettrica visto che punta su ibrido e idrogeno). Come potete vedere, persino in India dove la percentuale di produzione elettrica da carbone è altissima, l’elettrica (BEV, nella foto) produce meno CO2 dell’auto tradizionale. HEV è l’ibrida, PHEV è l’ibrida attaccabile alla presa (plug in hybrid)”.

“Fate girare l’antibufala”

I 3 paesi riportati da sinistra a destra sono India, USA e Canada”, conclude Armaroli. “In Italia la produzione di CO2 del sistema elettrico è attorno ai 340 g/kWh, quindi meglio degli USA (grafico centrale). Se poi usate una fornitore di elettricità rinnovabile al 100%, allora andate meglio del Canada (grafico in fondo a destra). Vedete voi se credere al signor Abe o a un fantasma che si aggira in rete…Se lo ritenete utile, fate girare questo post per contrastare la super bufala infestante, vi ringrazio tanto.

IL NOSTRO PARERE. Questa storia dello studio del CNR ricorda tristemente la vicenda dei vaccini, con bufale annesse. Anche perché, come scrive Armaroli, di questo fantomatico studio non si trova traccia. All’Unrae, l’Unione dei costruttori esteri, a suo tempo fu solo presentata una serie di considerazioni da parte di Carlo Beatrice, un ricercatore dell’Istituto Motori del CNR di Napoli.

Carlo Beatrice, ricercatore dell’Istituto Motori-CNR

Sul sito Valori.it (qui) si trova un riassunto delle sue argomentazioni, francamente poco convincenti. Per le auto a gasolio, per esempio, si enfatizzano le modeste emissioni in termini di CO2, sorvolando su tutto il resto. Sotto un lettore (grazie!) nel suo post ci ha dato un riferimento più preciso alle slide proiettate a suo tempo da Carlo Beatrice dell’Istituto Motori del CNR di Napoli all’evento Unrae. E anche al report tedesco da cui deriverebbe. Da noi avvicinato, Beatrice ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Rimandando a una nota ufficiale che l’Istituto dovrebbe rilasciare quanto prima. Anche perché nel frattempo lo studio è finito nel mirino di un sito cacciatore di bufale, Butac. Non è una bella pubblicità per un ente serio come il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Un chiarimento urge, anche per evitare che le slide mostrate a suo tempo all’Unrae vengano usate in modo vergognosamente strumentale.

 

— Leggi anche “Basta con queste stufe con le ruote”, con il link all’intervista radiofonica il cui Armaroli dice: è ora di dire addio alle auto con motore ‘caldo’. E clicca qui per leggere il report di ScienceDirect che mette in discussione l’assunto che il boom del diesel abbia davvero mitigato le emissioni di CO2.

 

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23 COMMENTI

  1. @tedeschini: le batterie dell’auto si vedono anche nel verde ed accade, tanto per dire, a 500 metri di distanza dall’ecocentro comunale dove si possono portare le batterie. Comunque sia l’altro giorno ne hanno mollata una sul marciapiede davanti all’azienda, per cui sono cose che succedono, ma ovviamente non sono la norma. Poi se c’è chi vuole far passare un episodio come un fatto abituale commette un atto di malafede.
    Vedi: https://paoblog.net/2014/06/23/incivili-31/

  2. Qualunque parere UFFICIALE o meno deve essere preso con le molle, ma non si creda che elettrico significa EMISSIONI ZERO, questa si sarebbe una bufala. Io ho lavorato nei carrelli elevatori circa 10 anni e so perfettamente cosa significhi avere delle batterie da caricare con fonti ancora in maggioranza non rinnovabili, i gas che si esalano durante la ricarica, ma soprattutto IL RISCHIO RAPPRESENTATO DALLO SMALTIMENTO DELLE BATTERIE ESAUSTE, quanto di più tossico ci possa essere tra gli scarti industriali, quindi cosa si potrebbe verificare se venissero smaltite come nella terra dei fuochi. Un vero e proprio disastro ambientale.

  3. L’ultima volta che ho visto Beatrice è stato ad un convegno ACI (anti-elettrico). L’ho smentito pubblicamente dopo essermi presentato, ricordando che nella associazione che gestisco è presente un altro laboratorio CNR, l’Istituto Inquinamento Atmosferico che racconta ben altra storia. Ero presente al convegno UNRAE e confermo i risultati della presentazione dell’Ing. Beatrice. Dino Marcozzi – MOTUS-E.

  4. Salve a tutti , ma scusate le auto elettriche non inquinano? Mi sapete dire se fossero tutte elettriche dopo tot anni come smaltire le batterie? Non sono inquinanti?? E poi puntate solo sulle auto così per rovinare già i poveracci ! Ma ne parliamo degli aerei? Sapete quanti c’è nè ogni singolo momento in volo che lasciano quelle belle scie ? I mezzi pubblici ? I bruciatori?Se stiamo qui ad elencare il tutto non finiremo mai!! Con questo vi auguro una buona giornata.

    • Tralasciando il fatto che le “famose scie” sono quelle di condensazione … dopo di che l’unico modo per non inquinare è estinguerci ovvero l’auto elettrica è una forma per ridurre l’inquinamento, perchè anche solo il commentare questo articolo, crea emissioni…

    • @ Alessandro:
      Le batterie sono riciclabili (E comunque le mie hanno 14 anni)
      Il combustibile che bruci no.
      P.S. La massa si conserva.

    • Le batterie non vengono buttate in una discarica: o si riutilizzano, sempre come accumulatori, ma per altre funzioni, pur avendo perso parte della capacità; oppure vengono riciclate, con processi che si stanno mettendo a punto e a cui lavorano università di tutto il mondo e, in Italia, istituzioni come il Cobat. Però, scusate, sembra che le auto a gasolio o a benzina non creino alcun danno ambientale: per le elettriche si cerca il pelo nell’uovo, sui danni creati dalle auto tradizionali si sorvola. Rovinare i poveracci? No, si lavora per il benessere di tutti e per vedere se questa tecnologia ci può dare finalmente città più vivibili. E non è solo questione di motori. È tempo anche di utilizzare al meglio il digitale per condividere le auto in città, combattendo anche la congestione e liberare finalmente un po’ di spazio per pedoni, passeggini, ciclisti ecc.. Scusate se mi ripeto, ma ci sono città come Roma che sono brutalizzate dall’eccesso di automobili, parcheggiate o in circolazione.

      • In effetti non mi sembra corretto considerare nel ciclo di vita fino a 168.000 lo smaltimento della batteria ed anche il mix energetico del 2012 immagino sia molto peggiore rispetto a quello attuale (è con questo mix che lo studio indica il fatto che il diesel emette meno co2 dell’elettrico). Comunque lo studio non arriva ad una conclusione così netta come quella riportata dal titolo dell’articolo di valori.it, ma anche il titolo di questa pagina che etichetta come lo studio come una bufala non esistente lo trovo esagerato… Da ambo i lati si deve fare informazione corretta.
        Buon elettrico a tutti 🙂

        • Il fatto è che i talebani del diesel continuano a citare questo studio come prova-provata che l’elettrico inquina più dei moderni motori a gasolio. Come dice Lei, lo studio non è così netto, ma ha il limite di prendere in esame solo i parametri più favorevoli ai diesel e di avere come riferimento una ricerca tedesca prodotta da un’azienda molto vicina alla lobby del made in Germany. Giusto che il CNR chiarisca, è un riferimento scientifico troppo importante per dare adito, anche involontariamente, a speculazioni inutili.

          • l’importante è non credere che elettrico sia EMISSIONI ZERO, questa si è una bufala terrificante, ma soprattutto non crediate che in Italia lo smaltimento delle batterie avverrà secondo le procedure. Basta pensare alla terra dei fuochi, sarebbe una tragedia vera e propria, altro che diesel. NOn so quante batterie di avviamento si vedono sui marciapiedi, da li l’acido cola nelle falde ACQUIFERE….

          • @Luca
            Vai a vedere nella terra dei fuochi… Non ci trovi batterie!
            Perché le batterie al Pb contengono tanto piombo e questo costa circa 4€ al kg
            Stesso dicasi per le batterie al litio, pannelli FV, motori eletrtici, … : sono costruite con preziose materie e fanno gola a tutti.
            Magari trovi la batteria di un cellulare che per via delle sue modeste dimensioni ha un valore irrisorio.
            Batterie al Pb sui marciapiedi non ne ho mai viste, se le vedessi le raccoglierei e le rivenderei.
            L’acido non cola nelle falde perché reagisce subito con gli elementi che incontra.
            Lei parla senza cognizione di causa.

    • Grazie Fabio! Ora è tutto più chiaro…
      I dati mostrati dall’ingegnere che lavora all’Istituto MOTORI di Napoli sono stati presi da quelli elaborati da FEV Europe GmbH (FEV – Forschungsgesellschaft für Energietechnik und Verbrennungsmotoren / Società di ricerca per le tecnologie energetiche e i MOTORI A COMBUSTIONE INTERNA), azienda d’ingegneria di Aquisgrana (GERMANIA), fornitore di prodotti e servizi per alcuni dei più grandi OEM, in primis VOLKSWAGEN (con la quale ha collaborato – tra le altre cose – alla realizzazione del sistema di post-trattamento degli scarichi dei 1.4L TDI)…

      Suggerisco la lettura di “Le auto elettriche emettono meno CO2 del diesel nel loro intero ciclo di vita anche quando sono alimentate con l’elettricità più’ sporca” – Studio di Transport & Environment, ONG di Bruxelles che promuove il trasporto sostenibile a livello europeo:
      https://www.transportenvironment.org/press/le-auto-elettriche-emettono-meno-co2-del-diesel-nel-loro-intero-ciclo-di-vita-anche-quando
      Buona lettura!

  5. Qui è riportato il nome del ricercatore dell’Istituto Motori del CNR, Carlo Beatrice, che in occasione di un convegno organizzato dall’UNRAE, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, ha illustrato i risultati della sua analisi sulle emissioni globali di CO2 dei motori elettrici e di quelli termici:
    https://valori.it/il-diesel-inquina-meno-dellelettrico-una-sorprendente-analisi-del-cnr-spiega-perche/
    Tuttavia non sono riuscito a trovare il link per consultare questa analisi…

  6. “Basta con queste stufe con le ruote” sono un artigiano addetto nella produzione di materassi, il rinnovo dello stesso avviene dopo 15 anni, Quindi col mio stipendio non riesco sostituire il mezzo ogni 5 anni in funzionedell’aggiornamento del Codice della Strada. La mia posizione cambierà quando gli stessi miei clienti lo sostituiranno ogni 5 anni altrimenti mi resta la bicicletta. Grazie

    • Giusto, ma nessuno La obbliga a cambiare l’auto ogni 5 anni. Quel che si vorrebbe è che, per chi deve farlo, ci fossero incentivi per scegliere veicoli che non inquinino. Ci sono in tutta Europa, da noi noi. E l’esortazione di Nicola Armaroli non era rivolta ai clienti, ma alle Case auto, affinché cambino strada, verso prodotti che non inquinano. Non so dove vive Lei, ma nella mia Modena Le assicuro che l’aria è spesso irrespirabile. E ci si ammala, purtroppo.

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