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La Spagna corre, noi aspettiamo una…Stellantis dal cielo

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Il n.1 Volkswagen Herbert Diess con il primo ministro Pedro Sanchez e il re di Spagna Felipe VI (a destra).

La Spagna corre anche nell’elettrico, con grandi investimenti pubblici e privati. Noi? Non si sa, aspettiamo una…Stellantis dal cielo: i piani del nuovo colosso.

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La Spagna al centro della strategia elettrica VW

La Spagna è tutto un pullulare di nuove iniziative, dall’alto e dal basso. Nascono nuove marche di auto, moto e scooter elettrici, con il sostegno delle Comunidad locali. E il governo di Madrid è continuamente impegnato ad attirare nuovi investimenti sulla mobilità a emissioni zero. È di pochi giorni fa l’incontro a Martorell tra il re Felipe VI, con il primo ministro Pedro Sánchez, e il numero uno Volkswagen, Herbert Diess.

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Un altro momento del colloquio tra Herbert Diess (al centro) e il re di Spagna, Felipe VI (a destra).

Non solo un meeting formale per i 70 anni della Seat: Diess ha annunciato su Linkedin (qui) che “Cupra diventerà un marchio auto giovanile e completamente elettrico, attivo in tutto il mondo, ma nato in Spagna. Il primo modello full electric, il  Born, sarà lanciato entro la fine dell’anno. La Spagna ha grande potenziale per diventare un hub di mobilità elettrica in Europa”. Diess ha parlato di “piani audaci”: conversione di Martorell in fabbrica solo per l’elettrico, produzione di celle per batterie e infrastrutture per la ricarica rapida e l’energia verde… “Tutto in Spagna”, ha concluso, “Il re ha sostenuto l’importanza di questa trasformazione e ha dichiarato che il Paese sostiene questo progetto”. Viva il re, verrebbe da dire…

E l’Italia? Governi distratti, aspettiamo che Parigi…

la SpagnaE noi? Noi aspettiamo che a Parigi decidano le sorti delle costole italiane del mega-gruppo Stellantis. Il governo che ci siamo lasciati alle spalle brillava per il suo disinteresse sulla questione. Quello attuale? È presto per giudicarlo. Ma bisogna che si sbrighi a battere qualche colpo, perché dall’altra parte c’è un esecutivo come quello francese che è ben presente nelle scelte di Stellantis. Non fosse altro perché ne possiede una bella quota e sa come usarla per tutelare i propri interessi, occupazionali in primo luogo. I posti di lavoro non si difendono solo giocando in difesa, quando questa o quell’azienda va in crisi. Bisogna anche cavalcare il futuro, là dove si creano le nuove opportunità. Noi continuiamo a pensare che Torino abbia le carte in regola per diventare il cuore di progettazione e produzione delle citycar elettriche. Costruendo una famiglia di modelli basati sulla piattaforma e il know-how della 500 (leggi qui). E che lo stesso possa avvenire tra il Piemonte e Modena per l’alto di gamma (assente nella produzione Peugeot-Citroen), partendo dalla Maserati elettrica. Ma bisogna che l’Italia si faccia sentire, si muova con proposte serie. Per tenere il passo non di Francia o Germania, ormai irraggiungibili, ma almeno della Spagna.

 

 

 

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8 COMMENTI

  1. Gian Filippo Imparato si diverte come un ragazzino girando in tondo a Balocco con l’esasperazione dell’Incompresa, quel gran pezzo di auto della Giulia GTAm, facendosi i selfie sulle Alfa Romeo detenute alla “Macchina del Tempo”.
    Ora vedremo se Imparato riuscirà a sostituire i vertici di Alfa Romeo, se si attiverà per assumere un ristretto staff di uomini nuovi, oltre a trovare e valorizzare in FCA un qualificato team di progettisti aeronautici, aerospaziali, elettronici, chimici e meccatronici con cui concepire finalmente “La Giulietta” intesa la berlinetta o crossover sportivo a ruote alte, destinata a grande popolarità, vera e propria icona dell’invettiva progettuale italiana, come fu quella del 1955, ma rigorosamente elettrica. Non si possono buttar via soldi per pistoni, valvole, manovelle e tubi di scarico.
    Urge la necessità di ingaggiare un confronto tecnico nel campo di gioco dell’innovazione tecnologica con Tesla Model 3 Performance, Tesla Model Y, Volkswagen ID.3, Seat El Born, Hyundai IONIQ 5, Kia EV6 e Jaguar E-Pace.
    Senza un’Alfa Romeo elettrica di ampio consenso internazionale non potranno mai quadrare i conti.
    Per il rilancio sportivo, la rinuncia alla sponsorizzazione a Sauber è cosa nota, con un decimo di elargizione, Romeo Ferraris farebbe vincere in pista “La Giulietta” alla spina.
    Inutile e dannoso per le sanzioni da versare ai concorrenti in crediti verdi, tentare di vendere vetture che appartengono al passato, insostenibili per le emissioni per accontentare i soliti quattro amici al bar.
    Sarebbe un successo effimero per le ridotte dimensioni della produzione complessiva, inadatta a reggere il confronto con l’evoluzione del mercato europeo, figuriamoci quello internazionale.
    Deve nascere in Alfa Romeo un nuovo sentimento, una nuova sfida, quella della “Civiltà delle macchine elettriche” un nuovo sapere tecnico-scientifico interdisciplinare, un ponte tra saperi diversi dove la macchina e la fabbrica non sono più Alfa Romeo ma diventano “L’Alfa Romeo”.

      • Per il popolo Alfista, a cui io non appartengo, è stato un colpo di fulmine, subito adottato e ribattezzato Gian Filippo. Spero abbia pieni poteri e autodeterminazione nelle scelte aziendali e non finisca lui, in bocca al Drago Visconteo.

  2. Non dico di fare l’articolo del secolo, ma dare per realtà la descrizione pomposa dell’AD VW sa vagamente da velina di partito.
    Mescolata ad un sano populismo: Italia batti un colpo (comanda la Francia, prima comandava Detroit)

    • Anche se gli annunci dei produttori vanno sempre “presi con le pinze”, non si può certo dire che la strategia VW siano soltanto parole al vento visti i soldi che stanno investendo nei nuovi modelli, tanto che si mormora già di recuperare il terreno perso con Tesla.

      L’articolo ci sta, è un buon aggiornamento su cosa sta capitando ai piani alti, dove si prendono le decisioni che decideranno quale sarà il mondo di domani.

  3. Io vivo in Spagna, e mi sembra che questo articolo no nsia molto obiettivo. La rete di ricarica e’ praticamente ferma. A Siviglia (la terza citta’ …) ci sono una decina di punti di ricarica funzionanti (molti furono installati una decina di anni fa e mai mantenuti – quindi tutti rotti). Di incentivi per l’elettrico ce ne sono pochi e l’autoconsumo con pannelli fotovoltaici e’ ufficiale da poco piu’ di un anno. In Andalusia, zona con 300 giorni di sole all’anno, le installazioni fotovoltaiche si contano sulle dita di una mano. Non e’ per godere dei ritardi altrui, ma e’ diificile fare peggio.

  4. Direttore le parlo da benzinaio con metano e GPL , la gente qui pensa che siano il futuro……faccia lei le dovute considerazioni. Quando parlo della VW up elettrica che ho fatto prendere a mio padre mi guardano strano….come un prete che bestemmia in chiesa!!!😂😂😂😂😂
    Bisogna veramente accelerare il passo perché la transazione sarà molto più veloce di quello che si pensava anche solo 2/3 anni fa , forse la pandemia ha accelerato le cose , meglio così però bisogna che il sistema Italia inizi a strutturare il tutto e , concludo il mio discorso, a fare capire alla gente che ormai la “strada” è quella dell’elettrico altro che metano….
    Saluti
    Alessio

    • Secondo me la pandemia ha rallentato tutto, con la penuria che c’è in giro chi vuoi che cambi l’auto?

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