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La sfida solare di Emilia4 parte dal museo Ferrari

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Dalla via Emilia al West con l’auto solare Emilia 4. Siamo stati alla presentazione, in una location storica: il museo Enzo Ferrari di Maranello.

Il team è quello di Onda Solare che, come avevamo scritto (leggi), a luglio sarà l’unico veicolo solare europeo a partecipare all’American Solar Challenge  dove si contendono la vittoria 28 team di 8 paesi. E’ Il G8 del motore elettrico alimentato dal sole. L’Italia c’è, anzi l’Emilia Romagna, visto che Emilia 4 è una produzione frutto delle competenze della Motor Valley e anche  i fondi della Regione sono stati fondamentali per completare il progetto. Presentato lunedì in un luogo mitico: il museo Enzo Ferrari di Maranello.

Un’auto quasi vera

Nel primo articolo su Emilia 4 avevamo sottolineato che si tratta di un’auto «quasi vera», con quattro posti a sedere e alimentata dal sole. A vederla dal vivo, ad osservarla con i passeggeri/piloti all’interno dell’abitacolo, confermiamo. L’obiettivo _ provare in pista per arrivare in strada _risulta evidente anche dalle slide proiettate, dove si vedono i primi tre modelli monoposto e poi l’ultima versione, quella vicina ad un veicolo stradale.

L’ingegner Piero Ferrari

Non solo un mezzo veloce per le competizioni, dunque,  ma un cruise che diventa proposta di mobilità che non deve consumare energia fossile e deve correre: “Va bene partecipare, ma l’importante è vincere. Domenica la Ferrari ha vinto, oggi siamo tutti con il sorriso in bocca”. Parole del padrone di casa Piero Ferrari che ha creduto e sostenuto il progetto.

“Emilia 4 è un veicolo elettrico” debutta Claudio Rossi, professore di Azionamenti elettrici e Sistemi di propulsione elettrica all’Università di Bologna e responsabile del progetto; sembra un’ovvietà, ma non lo è. Bisogna giustamente rimarcarlo. La propulsione è elettrica con motori alimentati dalla batteria che si carica con 5 metri quadrati di pannelli solari che rivestono la carrozzeria del veicolo. Altro fattore fondamentale è il peso, che deve essere ridotto al minimo sfruttando goni più sofisticata soluzione nella progettazione e nei materiali. Infatti Emilia 4 ha un peso effettivo a vuoto di soli 300chili, le batterie 60 che con tutte le parti salgono  a 90.

Obiettivo: dalla pista alla strada

Il professor Claudio Rossi

Il salto è quello dal circuito (anche se le gare non sono in pista)  alla strada: “Con un metro di pannelli in una giornata è possibile produrre l’equivalente dell’energia sufficiente per circa dieci chilometri” spiega Rossi. Se consideriamo che l’utilizzo medio di un ‘auto  è di 30 chilometri al giorno si tratta di una solida  integrazione. Anche se al Museo Ferrari ci si proietta al futuro dell’auto-produzione con il professore Filippo Sala che parla dello scambio dell’energia tra auto e casa.

Un bilanciamento energetico  ben presente su Emilia4: “Se al motore serve 5 e il sole dà 4 allora 1 arriva dalla batteria.  Al contrario se al motore serve 3 e il sole da 5 i due vanno a caricare la batteria”. Un sistema che permette di macinare centinaia di chilometri al Challenge, dove per di più si sale fino a 2500 metri, senza ricaricare, bel tempo permettendo. Le regole della gara consentono comunque la ricarica , ma con forte penalizzazione. Insomma arriva prima non chi è più veloce, ma chi è più veloce senza ricarica.

La logica è chiara: la competizione non è solo sportiva, ma sulla tenuta energetica dei veicoli. Per questo, come ha fatto notare Cristiano Fragrassa dell’Università di Bologna, dietro questi team ci sono sponsor importanti. “Quello giapponese aveva Panasonic, Toyota e Yahama; uno degli americani la General Motors. Noi abbiamo cercato nel 2014 di capire chi siamo, di definire l’obiettivo e abbiamo fatto rete a livello internazionale”. E sono numerose le collaborazioni sbocciate: dai padroni di casa di Maranello a EnelAvio, Solbian, SCM Group, CINECACRIT.  E poi la Regione Emilia-Romagna che  ha stanziato risorse fondamentali.

I piloti di Emilia4

A Maranello si è vista eccellente tecnologia, le auto conquistano sempre buoni risultati e senza i soldi degli sceicchi che finanziano i team a colpi di milioni. Qui c’è il saper fare emiliano, con tanta giovani – anche i giovanissimi  dell’IIS di Maranello,  che hanno raccontato le nottate, le grigliate, le pizze consumate in officina, la stanchezza. Ma soprattutto la soddisfazione di essere l’unico team elettrico solare europeo a sfidare il resto del mondo. Proprio vero: dalla via Emilia al West.

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