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La sfida di GBatteries: un “pieno” in 10 minuti

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Al CES di Los Angeles, il mese scorso, una piccola start up canadese ha stupito tutti ricaricando al 100% una batteria da 60 kWh (quella della nuova Nissan Leaf) in dieci minuti esatti. Si chiama GBatteries e ha sede a Ottawa.

La dimostrazione è stata documentata nel filmato che riportiamo. Come si vede non ha richiesto mirabolanti dispositivi. Solo un hardware e un software sviluppati da GBatteries e utilizzabili su ogni tipo di autovettura. La chiave di un’ innovazione che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’auto rendendo quella elettrica quasi equivalente, nei rifornimenti, a quella termica, è il programma di gestione e controllo dei pacchi batteria. Stando alle poche informazioni fornite dai fondatori _ il chimico ventitreenne Tim Sherstyuk (nella foto sotto) e suo padre Nick assieme all’ingegnere aerospaziale Kostya Khomutov e all’ingegnere elettronico Alex Tkachenko _  il sistema Active Battery Management System nasce dai loro studi sulle modalità e la velocità di decadimento delle batterie agli ioni di litio nei cellulari. Soprattutto se danneggiate da ricariche veloci.

Il segreto? La gestione della ricarica

Il team ha così scoperto che il problema può essere superato modulando i flussi di energia in base alle condizioni di ogni singola cella all’interno della batteria. E questo, oltre a preservare l’efficienza del dispositivo nel suo complesso, permette di aumentare esponenzialmente la quantità di energia che sono in grado di incamerare. I dettagli tecnici, ovviamente, sono ancora riservati, ma la dimostrazione pubblica al Ces lascia pochi dubbi. I risultati raggiunti hanno convinto anche il governo canadese, che pochi mesi fa ha finanziato la società con un grant di 1,2 milioni di dollari erogato dal Sustainable Development Technology Canada’s SD Tech Fund.

GBatteries Energy Canada, questo il nome esatto della società,  è stata fondata nel 2012 e fin dal primo momento ha orientato il suo interesse non solo al mondo dell’auto, ma anche a quello dei cellulari e a tutti i dispositivi a batteria. Basta aver utilizzato un cellulare per più di un anno, spiega Sherstyuk in un’intervista rilasciata a un giornale canadese, per sapere che il processo di ricarica danneggia le batterie e «tanto più è veloce, tanto più rapidamente degrada la loro efficienza. Sono come un pallone: se cerci di gonfiarlo con un soffio violento esplode. Ma se immetti l’aria con cautela, verifichi l’effetto, poi aumenti il flusso gradatamente la gomma si espande senza rompersi».

Nulla da cambiare nelle batterie al litio

Nel 2014 la società e il piccolo laboratorio per la ricerca allestito in garage hanno trovato casa nell’acceleratore d’impresa Y Combinator della Silicon Valley dove presto sono arrivati i primi finanziatori (Airbus Ventures, Plug and Pay, Initialized Capital e SV Angels) e i primi clienti, quasi tutti legati al mondo della telefonia cellulare. Al mondo dell’auto padre e figlio si sono avvicinati di recente grazie a una partnership con eCAMION e S&C Electric Canada che li hanno aiutati sviluppare il sistema esposto al CES. I fondatori di GBatteries puntano ora a commercializzare la licenza del loro prodotto presso le case automobilistiche e i loro fornitori. Molti costruttori, del resto, già oggi monitorizzano i flussi nelle elle e i caricatori veloci dialogano con il veicolo per comunicare i parametri di carica; quindi l’integrazione con il sistema di GBatteries non dovrebbe essere difficoltosa.

Dieci volte più veloce

Kostya Khomutov

«I produttori di batterie e le case automobilistiche focalizzano le loro ricerche su nuovi materiali o nuove formule chimiche. Queste soluzioni creano tanti problemi e tradurle su scala industriale costerebbe miliardi di dollari. La nostra soluzione, invece, parte da quel che già c’è e funziona, riuscendo a sfruttarne meglio le potenzialità con una combinazione di algoritmi di software e elettronica. Non c’è nient’altro da cambiare» ha spiegato Khomutov alla rivista specializzata TechCrunch. Basta un adattatore brevettato. Il risultato?  Un pacco batterie da 60 kWh può ricaricare 119 miglia in 5 minuti, contro le 15 miglia ogni 5 minuti attuali.

 

 

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2 COMMENTI

  1. il pieno in 10 minuti mi sembra molto esagerato perche’per ricaricare una batteria da 75 kw in 10 minuti dovremmo avere a disposizione una colonnina che eroga 450 kw cosa molto difficile da gestire.
    Immaginiamo di chiudere gli occhi e di riaprirli domattina. Tutte le vetture circolanti in nord america europa cina e giappone funzionano a batteria.Avete mai calcolato quanti milioni di kilowattora sarebbero necessari per ricaricare tutte queste automobili.Saremo in grado di produrre tutta questa energia?
    Attendo un parere da parte vostra
    Distinti saluti
    Giorgio Nardin

    • Caro Giorgio, il video che accompagna l’articolo è stato girato in gennaio al CES di Los Angeles, dove è stata ricaricata al 100% una batteria da 60 kWh in 10 minuti. Potrebbe essere un falso? Chi era sul posto l’ha visto con i suoi occhi… Consideri che nessun automobilista arriverebbe mai alla stazione di ricarica completamente “a secco” e che la fase critica della “pieno” elettrico riguarda l’ultimo 20% della capacità, quando l’assorbimento rallenta drammaticamente. Se GBatteries ha risolto questo problema con una gestione elettronica più efficiente delle celle, ecco che l’obiettivo dei 10 minuti diventa credibile. Vedremo.
      Non abbiamo calcolato il fabbisogno elettrico a livello mondiale. Lo abbiamo fatto per l’Italia: se tutte le auto fossero elettriche il fabbisogno aumenterebbe di circa 80 TWh di energia all’anno, cioè un terzo dei circa 300 TWh annui consumati oggi, 110 dei quali già ottenuti da fonti rinnovabili. Consideri anche che la sostituzione dei 38 milioni di auto circolanti in Italia, a un ritmo di sostituzione di circa 2 milioni di veicoli all’anno, richiederebbe quasi vent’anni anche se da domani si vendessero solo auto elettriche. Mi pare che non manchi il tempo per adeguare capacità produttiva e rete elettrica al fabbisogno supplementare.

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