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La sentenza di Harvard: il PM2.5 da idrocarburi fa 8,7 milioni di morti l’anno

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PM2,5 da idrocarburi
foto: JuergenPM di Pixabay

Il particolato PM2.5 rilasciato dalla combustione di idrocarburi uccide 8,7 milioni di persone all’anno. Non lo dice Greta Thunberg o il WWF, ma una delle più prestigiose università del mondo. Harvard University per l’esattezza, che ha condotto una studio  assieme all’Università di Birmingham, all’Università di Leicester e all’ University College London (UCL) su dati 2018. Lo studio è appena stato pubblicato sulla rivista Environmental Research.

I ricercatori hanno preso in esame un particolare tipo di inquinante atmosferico: il  particolato (PM) 2.5, che si riferisce a particelle molto sottili (meno di 2,5 micron di dimensione). Quindi non le più grossolane e meno dannose PM10, prodotte anche da varie fonti come caminetti, stufe a pellet, agricoltura e più volte citate in Italia dalla lobby dei negazionisti. Il particolato PM2.5 deriva in gran parte dagli scarichi di automobili e camion e in generale dalla combustione di idrocarburi.

pm2.5 da idrocarburi

Ecco come uccide il PM2.5 da idrocarburi

A causa delle loro piccole dimensioni, queste particelle possono penetrare nei polmoni e nel flusso sanguigno e, attraverso l’esposizione cronica, portare a problemi di salute come asma, cancro ai polmoni, malattia coronarica e ictus.

La professoressa Eloise Marais dell’UCL, coautrice dello studio, spiega: «I rischi di inalare queste particelle, note come PM2.5, sono ben documentati. Il nostro studio si aggiunge alla crescente evidenza che l’inquinamento atmosferico derivante dalla continua dipendenza dai combustibili fossili è dannoso per la salute globale. Non possiamo in buona coscienza continuare a fare affidamento sui combustibili fossili, quando sappiamo che ci sono effetti così gravi sulla salute e alternative praticabili e più pulite».

Lo studio si è basato su valutazioni della concentrazione da PM2.5 ottenute da osservazioni satellitari e di superficie. Esso sono in grado di distinguere tra PM2.5 derivante da combustibili fossili e quelli provenienti da altre fonti, come incendi e polvere.

Gli scienziati hanno utilizzato un modello di chimica atmosferica sviluppato ad Harvard che  individua i dettagli più fini. Combinando questo con le stime delle emissioni di diversi settori come la produzione di energia, i trasporti e l’industria. Il team ha quindi utilizzato simulazioni chimiche ossidanti-aerosol della NASA per calcolare le concentrazioni di inquinamento da PM2.5 da idrocarburi in luoghi diversi, con il suo sistema in grado di dividere l’intero globo in segmenti di appena 50 x 60 km (31 x 37 mi).

Il tasso di mortalità cresce con l’inquinamento

pm2.5 da idrocarburiCombinandoli con i dati su dove vivono le persone, il team ha tratto conclusioni più dettagliate sul tipo di aria che respirano quotidianamente. Ha quindi sviluppato un modello di valutazione del rischio basato sui legami tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento da PM2.5, anche a basse concentrazioni, e gli esiti sulla mortalità.

Ha così riscontrato un tasso di mortalità molto più elevato derivante dall’esposizione a lungo termine alle emissioni di combustibili fossili. Gli autori concludono che nel 2018 le emissioni di PM2.5 da idrocarburi sono state responsabili di 8,7 milioni di morti. Questo è quasi un quinto, o il 18%, del totale globale.

Energie alternative sempre più urgenti

«Spesso, quando discutiamo dei pericoli della combustione di combustibili fossili, è nel contesto della CO2 e dei cambiamenti climatici e trascuriamo il potenziale impatto sulla salute degli inquinanti co-emessi con i gas serra», afferma il coautore Joel Schwartz, Professore di epidemiologia ambientale all’Harvard. Questo studio, aggiunge vuole essere «un messaggio chiaro ai responsabili politici e alle parti interessate sui vantaggi di una transizione verso fonti energetiche alternative».

 

Fonte: Harvard University , University College London

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53 COMMENTI

  1. Buongiorno,
    ho notato spesso che su Vaielettrico si parla di PM10, PM2,5, ossidi di azoto, CO2, rigurardo ai combustibili fossili…
    Si dimentica troppo spesso di parlare delle altre sostanze più o meno tossiche che si liberano nell’ambiente con i gas di scarico.
    Per esempio ho letto un commento su un altro articolo dove un soggetto dichiarava che il piombo che c’era nelle benzine “rosse” si trasformava bruciando in un sale innocuo… niente di più falso, si tratta di un agente particolarmente inquinante che finiva nella catena alimentare e in quanto un metallo pesante con tutti i problemi del caso.
    Attualmente dopo la sostituzione della benzina al piombo con quella “verde” si ha un problema di un aumento del cromo e altre sostanze tossiche, nelle piante e nei loro nettarii fioriferi, sintomo di un assunzione delle stesse dal terreno. I luoghi dove il problema si riscontra è nelle fasce laterali alle autostrade e nelle piante in città particolarmente inquinate. Vero è che in città non si coltiva alcunché di alimentare (forse qualche aromatica sul balcone, ma meglio evitare!), ma le autostrade confinano spesso con campi coltivati.
    Ero in possesso di una ricerca in merito, se volete la cerco e ve la giro.

  2. Non capisco perchè, cercare di limitare o togliere inquinamento, provochi disagio ad alcune persone. Qualche sacrificio sul modello di vita attuale, ci sarà, ma rifiutare nuove tecnologie migliri, perchè? Mah??!

  3. Proprio stamattina vedo che Milano Finanza titola: “IL SI DI GRILLO COSTA 70 MILIARDI – a tanto ammonta la quota di recovery fund che gestirà la transazione ecologica”.

    Poi nel sito si legge: “LE AUTO ELETTRICHE SONO LA PRIORITÀ PIÙ BASSA PER MIGLIORARE IL CLIMA”.

    Secondo voi gli esseri che scrivono o fanno scrivere certe affermazioni come si possono definire?

    • Per essere buoni, miopi. Per essere sinceri, bugiardi: che il 37% del Recovery fund (esattamente 70 miliardi) debba essere speso nella transizione ecologica non lo dice Grillo nè Draghi, ma lo prevede tassativamente il regolamento del Recovery fund.

  4. L’umanità si è sviluppata di pari passo col progresso tecnologico , medico , ecc..ecc.. ogni epoca ha la sua storia con pregi e difetti. Siamo nati in un’epoca dove gli idrocarburi fanno la parte del leone; è ora di cambiare? Mi sa di sì, non sappiamo con certezza che nuova tecnologia sarà prevalente, spero in un mix poco impattante x il pianeta , dico poco perché qualsiasi attività umana inquina, l’importante è che tali energie siano fruibili da tutti . Non trovo giusto “sputtanare” , passatemi il termine, gli idrocarburi , se siamo quelli che siamo è anche grazie a loro, li metteremo in cantina 😂 a breve credo , senza fare i talebani sulle barricate , qualunque sia la barricata scelta

    • Ma se hanno stimato che il dieselgate (che era una parte degli ossidi di azoto) ha provocato 1250 morti all’anno solo in italia, secondo lei tutto il disastro provocato da estrazione, trasporto, raffinazione, ri trasporto, evaporazioni ecc…..e tubo di scarico finale che cosa provoca?

      Glielo dico io: una tragedia alla quale siamo talmente abituati da non rendercene neppure conto.

      L’idrocarburo andrebbe bandito per legge.

      • Si bruciare gli idrocarburi non è salutare ma, per dimensionare il problema,
        si tenga conto per esempio anche di questo (…vedere il 2% alla fine del testo…):

        quota di tumori attribuibili a vari fattori di rischio in U.S.A. anno 2012:
        Tabacco = 33 %.
        Dieta = 5 %.
        Sovrappeso, obesità = 20 %.
        Inattività fisica = 5 %.
        Abuso di bevande alcoliche = 3 %.
        Fattori occupazionali = 5 %.
        Infezioni = 8 %.
        Radiazioni ionizzanti e esposizione a raggi UV = 2%.
        Inquinamento ambientale = 2%.

        A pag 19, tabella 1 di questo documento, (per vedere anche il confronto con il Regno Unito).

        https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2018/10/2018_NumeriCancro-operatori.pdf

        • Pensi al Covid: un anno di lock down planetario per “soli” 2,6 milioni di morti, cioè lo 0,3% della popolazione mondiale

        • Faccio fatica a seguire il ragionamento.

          Tabacco: posso scegliere di non fumare e le nuove leggi impediscono che nei luoghi pubblici sia costretto a subire il fumo degli altri.
          Dieta: è una mia scelta di seguire una dieta sana ed equilibrata oppure mangiare cibo spazzatura.
          Sovrappeso e obesità: in genere è possibile seguire uno stile di vita corretto o farsi aiutare a livello medico nei casi più gravi.
          Inattività: posso scegliere di fare attività fisica
          Bevande alcoliche: posso scegliere di non bere o di bere soltanto in modo moderato.
          Fattori occupazionali: ok, non sempre è possibile fare a meno di subire rischi sul lavoro, ma c’è una legge per ridurne gli impatti.
          Infezioni: ok gran parte non le posso evitare ma si possono ridurre seguendo puntualmente le norme igieniche.
          Radiazioni e UV: si può scegliere di ridurre l’esposizione ai raggi UV
          Inquinamento ambientale: non posso scegliere di non respirare, bere e mangiare.
          Alla fine l’inquinamento se la deve giocare sostanzialmente con le radiazioni ionizzanti, le infezioni e i fattori occupazionali e tra questi solo le radiazioni e le infezioni sono fattori esclusivamente casuali.

        • Questa dove l’ha letta?

          dal Mi nistero della salute: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_283_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf
          Il biossido di azoto ha un odore pungente e può provocare irritazione oculare, nasale o a carico della gola e tosse. Alterazioni della funzionalità respiratoria si possono verificare in soggetti sensibili,
          quali bambini, persone asmatiche o affette da bronchite cronica. Una sintomatologia precoce a carico delle prime vie aeree in soggetti con patologia polmonare può manifestarsi a partire da concentrazioni pari a 0,2 mg/m3.
          Inoltre sono i precursori delle PM2,%
          .

          • Il biossido di azoto può creare qualche problema in soggetti particolari in concentrazioni 10 volte quello che ci sono oggi. Veda lei.

  5. Paolo, mi incuriosisce il suo punto di vista, lo ha formato sulla base della sua osservazione diretta? Se avesse ragione lei 2000 anni fa l’aria doveva essere una vera zozzeria! La libertà di pensiero e di opinione é importante, la eserciti meglio! E non pretenda di contestare l’università di Oxford con argomenti che anche al bar fanno sorridere.

    • Durante il lockdown la circolazione stradale si è pressocchè azzerata. Però il le polveri sottili sono aumentate. C’è chi dice a causa del vento proveniente da un lago asciutto in Russia. Di che stiamo parlando? Ha letto i dati ARPA raccolti durante il lockdown? Ovviamente no, però viene qui a scrivere dabbenaggini.

      • Allora facciamo così, Paolo, lei avrà anche letto qualche dato, ma non lo ha capito. E sopratutto non ha capito che la questione inquinamento atmosferico, non si risolve spegnendo un giorno al mese le nostre auto, o spegnendole un mese ogni cento anni. L’atmosfera non è una stanzetta dove possiamo aprire la finestra e cambiare l’aria, é invece un sistema complesso che riguardo alla concentrazione di inquinanti nei bassi strati presenta dei comportamenti la cui comprensione richiede profonde nozioni di fisica dell’atmosfera e non solo. Io ho qualche reminiscenza di ingegneria ambientale, ma non mi sentirei mai di contestare Harvard. Leggo e cerco di capire. Sulla questione arpa ho letto e capito tutt’altro rispetto a lei.
        Quale sia la sua formazione non saprei, ma dubito che sia un luminare, anzi concetti e linguaggio che propone suggeriscono ben altro.
        A me piace vaielettrico perché rappresenta uno sforzo giornalistico di settore in cui le opinioni si formano dopo la presentazione dei fatti. Lei non mi sembra voglia confrontare le sue idee e basarle su dati e fatti, lei vuole imporle con toni accessi e poco educati, ragionando e dissertando di cose su cui non dimostra alcuna preparazione, ma tantissima presunzione nelle conclusioni.
        Il suo colpo di genio poi quale sarebbe? Se in 2 o 3 mesi con auto ferme e fabbriche a funzionamento ridotto non abbiamo risolto il problema del particolato, allora é irrisolvibile e allora continuiamo ad emetterne tanto dobbiamo morire prima o poi, e se l’aria, l’acqua e i suoli sono inquinati non é certo colpa della mia auto. Questo é quello che vuole sostenere? La abbiamo già sentita tante volte, grazie. Se vuole sentirsi a posto con la coscienza con quello che lei fa per il futuro del pianeta e dell’umanitá (figli e nipoti suoi compresi) faccia pure. Preferisce l’auto termica all’elettrica? Se la goda finché può! Se ne frega in fondo in fondo dell’ambiente? Non si preoccupi, non é il solo, anzi sappia che può scegliere (o non) elettrico anche per motivi puramente economici continuando a pensarla come crede.
        Lei sostanzialmente é un tifoso che ha sbagliato curva, come in alcuni vecchi film, ma ha la fortuna (o sfortuna se invece voleva solo litigare) di averla sbagliata in uno stadio frequentato da supporters molto sportivi ed educati che non sono ultras riguardo ai temi che trattano, ma piuttosto degli appassionati e informati sostenitori.

          • Non sto a discutere di un’affermazione che andrebbe contestualizzata. Rilevo solo che io non ho mai detto il contrario. Andiamo al dunque, quindi? Che cosa vuole dire?
            Tutti matti nel mondo quelli che hanno deciso che é necessario “defossilizzare” l’economia?

    • L’ultima volta che ho letto un presunto studio sull’argomento il problema era la sopravvalutazione, visto che veniva fuori che ogni pneumatico avrebbe perso una decina (!!!) di kg all’anno con un chilometraggio medio di 15.000 km

  6. Dire solo : “…8.7 milioni di morti…” non chiarisce la situazione.

    Ben vengano gli “x” microgrammi di PM2,5 nell’aria se questi sono accompagnati da un sistema di vita che ti fa campare fino a 80-85 anni, come in Italia; nazione che qualcuno classifica al 2°, qualcuno al 3°, qualcuno al 6° posto nel mondo per aspettativa di vita.

    Naturalmente se azzeri la concentrazione di PM2,5 ma poi mi togli gli ospedali, il cibo sano, il riscaldamento in casa, l’auto per andare al lavoro, ecc. a questo punto respirerò aria pulitissima ma sicuramente vivrò al massimo fino a 70 anni.

    Oppure devo desumere che nazioni con aspettativa di vita di 50 anni come Angola, Sierra leone, Ciad, Nigeria, Afghanistan ecc. abbiano un’aria praticamente irrespirabile; in questi paesi metterebbero subito la firma per respirare l’aria della pianura padana, avere le stesse strutture e campare fino a 80 anni.

    L’inquinamento dell’aria ha le sue colpe ma non andrebbe assolutizzato o fatto responsabile di tutto e di più.
    Logicamente, se ai combustibili fossili ci sono come scritto nell’articolo “…alternative praticabili e più pulite…”, è un dovere sceglierle.

    • Il suo, Marcus, è un ragionamento incomprensibile. Mi dica perchè sarebbe impossibile sperare in una sanità efficiente, una buona alimentazione, uno stile di vita sano e, vivaddio, anche un’aria pulita. In fondo ci costerebbe solo la transizione dall’economia del petrolio a quella delle energie rinnovabili (tra l’altro indispensabile per evitare al Pianeta una ecatombe climatica)

      • Provo a esprimere il mio strano ragionamento in altro modo:
        “fino ad ora”, bruciare petrolio, carbone, ecc., ha sì prodotto l’inquinamento dell’aria, ma il danno alla salute dell’inquinamento è stato minore rispetto ai benefici che ne sono derivati, e ne è dimostrazione che anche nell’ inquinata pianura padana l’aspettativa di vita è ai vertici delle classifiche mondiali.

        “fino ad ora”, paradossalmente si è potuto morire di PM2,5 perché potendo andare in automobile non si è morti prima di polmonite andando in bicicletta in estate e inverno, oppure perché tutto il sistema industriale e inquinante ha permesso di produrre e trasportare medicine, cibo sano, ecc.

        Naturalmente, “d’ora in poi”, dato che ci sono alternative pulite, valide e realizzabili al bruciare petrolio e carbone, non c’è altra via che quella di arrivare alla completa eliminazione dei combustibili fossili e togliere anche gli inquinati dall’aria così da campare fino a 85-90 anni (…in Europa e simili…)

        • Nulla da ridire se non per il fatto che andando in bicicletta non si muore certo di polmonite. Il trasporto con l’automobile sulle piccole distanze è stato peggiorativo per la salute. Se gli spostamenti di persone normodotate entro i 4 km dagli anni 60 in qua li avessimo fatti in bici ci avremmo guadagnato in salute.

          • Dipende dove pedalano, se in una ciclabile in mezzo ad un parco o ad un bosco, oppure in una ciclabile a fianco di una strada trafficata.

      • Se si riferisce a questo, sono d’accordo:
        Provo a esprimere il mio strano ragionamento in altro modo:
        “fino ad ora”, bruciare petrolio, carbone, ecc., ha sì prodotto l’inquinamento dell’aria, ma il danno alla salute dell’inquinamento è stato minore rispetto ai benefici che ne sono derivati, e ne è dimostrazione che anche nell’ inquinata pianura padana l’aspettativa di vita è ai vertici delle classifiche mondiali.

        “fino ad ora”, paradossalmente si è potuto morire di PM2,5 perché potendo andare in automobile non si è morti prima di polmonite andando in bicicletta in estate e inverno, oppure perché tutto il sistema industriale e inquinante ha permesso di produrre e trasportare medicine, cibo sano, ecc.

        Naturalmente, “d’ora in poi”, dato che ci sono alternative pulite, valide e realizzabili al bruciare petrolio e carbone, non c’è altra via che quella di arrivare alla completa eliminazione dei combustibili fossili e togliere anche gli inquinati dall’aria così da campare fino a 85-90 anni (…in Europa e simili…)

  7. Vorrei attirare l’attenzione su una notizia di che è passata inosservata, probabilmente perché non sufficientemente divulgata. Ebbene, è una notizia che ha a che fare con il New Green Deal, iniziativa annunciata a dicembre 2019 dalla commissione europea e ratificata l’8 luglio 2020. Con tale iniziativa la Commissione Europea ha definito il Piano Europeo sull’Idrogeno, attraverso lo sviluppo di una Road Map per il decennio 2020 – 2030 e lo stanziamento di 100 miliardi di euro. Il piano viene concepito per la transizione energetica. Il New Green Deal prevede un intervento poderoso a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili e la realizzazione di 80 GW di impianti di elettrolisi di acqua per la produzione di idrogeno verde.
    Questa scelta si contrappone alla continuazione dell’uso di energia proveniente da fonti fossili.
    Beh! Vi domanderete sicuramente, dov’è la notizinotizia occultata! Alcuni mesi prima dell’approvazione del New Green Deal, Eni a capo di altre 32 compagnie petrolifere, hanno inviato una lettera alla Commissaria della CE palesando tutta la loro disapprovazione per tale iniziativa, che avrebbe danneggiato le economie mondiali strutturate sugli idrocarburi.
    La Commissione Europea, forte delle ragioni fondate sul l’inquinamento e su i danni alla salute dei cittadini, nonché della insostenibilità economica dell’utilizzo degli idrocarburi, ha tirato dritto come una locomotiva ….a idrogeno…..procedendo alla approvazione del New Green Deal.
    Adesso una piccola considerazione, non accadeva dai tempi di Nikola Tesla (dai primi anni del 1900) che si compisse un atto così forte e una scelta così determinata contro la Lobby delle compagnie petrolifere.
    Encomiabile azione della Comunità Europea.
    La lettera è sulla rete. Vi consiglio di leggerla

    • Le lettera non l’abbiamo pubblicata, ma di Green Deal, energie rinnovabili e idrogeno scriviamo spesso. E apprezziamo, come lei, la lungimiranza dell’Europa tutta nel non arretrare di un millimetro nemmeno di fronte all’emergenza pandemia.

    • Ho i miei dubbi, secondo me l’idrogeno (che spreca i 2/3 dell’energia prodotta dal fotovoltaico e non è producibile dal singolo cittadino autonomamente) serve per continuare a far lavorare i petrolieri nel futuro, e la lettera di disapprovazione di ENI e compagni fa parte di un teatrino.

      Mi ricorda in parte il teatrino che spesso si svolge tra aziende e sindacati.

      • Caro Nicola
        hai sentito parlare di politica della conoscenza?
        E’ esattamente il caposaldo sul quale si fonda l’attività politica Europea.
        La conoscenza è il requisito indispensabile per trasformare i dubbi in certezze.
        In riferimento all’ idrogeno hai fatto una giusta considerazione in merito alla perdita di energia nel processo di estrazione dell’idrogeno dalla molecola dell’acqua. Se riuscissimo a produrne tanto da fonti rinnovabili, sicuramente eviteremmo milioni di morti. Già questa sarebbe una scelta conveniente. Osserva quello che sta accadendo in Australia, che assurge a ricoprire il ruolo del più grande esportatore globale di energia sotto forma di idrogeno verde, nell’arco dei prossimi quattro – cinque anni. Posso garantirti che non si tratta di teatrino dei petrolieri, anche se molti di questi stanno investendo nel settore delle energie pulite, dismettendo piattaforme petrolifere ormai costose e poco produttive. Si tratta invece di un cambio di paradigma improntato su una nuova forma di sviluppo sostenibile in tutte le sue manifestazioni possibili.
        Idrogeno significa non bruciare più gli idrocarburi. Infatti da giugno scorso il colosso Volkswagen, con il suo AD Herbert Diess, non produce più motori termici.
        Infine, la lettera di ENI ti suggerisco di leggerla.

        • Si, tutto bello ma con le batterie facciamo prima, senza sprecare i 2/3 dell’energia che quel povero pannello con tanto sudore crea, ed in modo più semplice.
          Al mattino stacchiamo il caricatore dall’auto pagando la corrente a 0.11 – 0.14 + IVA al KW (gratis se abbiamo il fotovoltaico) e via.
          Non andare a perdere il tempo da un poveretto gestito da aguzzini che ti vende una cosa molto più costosa che tu non ti puoi produrre autonomamente.

          Al mio paese direbbero dell’idrogeno: “Fa e disfà le tut un lavurà”.

          Sono d’accordo per l’idrogeno verde…. per uso industriale al massimo una nave, forse un aereo – per il resto è un assurdo energetico ed economico.

  8. E se calcolassero anche l’impatto dei componenti chimici (spesso pure mal combusti) che escono dallo scarico dei motori termici e se aggiungessero anche l’inquinamento di tutta la filiera di produzione del petrolio (comprese evaporazioni, falde inquinate, terreni avvelenati ecc)…….. sul fronte dei morti e delle sofferenze Hitler e Stalin in confronto ai padroni ed ai difensori del petrolio risulterebbero due incapaci/principianti.

  9. Considerato che in Val Padana l’inquinamento è diminuito costantemente dagli anni 60 ad oggi (e per alcuni inquinanti, di ordini di grandezza), e che la vita media si è allungata di molto, se questa ricerca fosse significativa mi aspetterei che negli anni 60 la vita media fosse di 30 anni. Peccato che non sia così.

    • eheheh ma cosa vuol dire quello che hai scritto? … il fatto che le polveri sottili facciano miglioni di morti non vuol dire che intanto oltre ai problemi ci sono stati molti miglioramenti tra cui stile di vita, lavori meno usuranti e la medicina sono solo alcuni esempi.
      Scommetto che sei uno di quelli che pensa che sia inutile intervenire sulle auto perche tanto l’inquinamento lo fanno i riscaldamento e altro :)))… ormai penso di essere una persona mentalmente limitata perche a differenza della massa penso che bisognerebbe affrontare il problema oltre che per le macchine anche per il resto … mentre la maggior parte la pensa come te visto che l’inquinamento non lo fanno solo le auto allora è inutile … si si saro strano io 🙂

    • campare a più a lungo ma male con cancro ai polmoni
      e terapie oncologiche ,
      perché dagli anni 50 abbiamo tutti un bagno con sifone in casa
      e abbiamo inventato gli antibiotici
      mantenendo livelli di inquinamento visibili dallo spazio
      non lo definirei progresso intelligente

    • L’inquinamento diminuito costantemente dagli anni 60 ?? la pianura padana ha l’aria più inquinata di tutta l’unione europea. Giusto per adeguarmi al tuo ragionamento banale e superficiale, se 60 anni fa stavamo così tanto peggio saremmo dovuti morire quasi tutti invece non è così..forse perchè il tasso di industrializzazione e il numero di veicoli circolanti era decisamente minore ?!! Come vedi è facile ribaltare la sciocchezza che hai detto

    • Paolo, abbi pazienza, ma questi sono di Harvard, forse l’università più prestigiosa al mondo. A parte il fatto che quello che hai scritto è facilmente contestabile e nemmeno mi ci metto, tu chi sei e che studi hai fatto? Non ti pare di peccare “un pochino” di presunzione? Giusto”un pochino” …

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