La ricarica mobile per le auto elettriche può essere una delle soluzioni? Una foto in arrivo dalla Svizzera riaccende la discussione.
La facile (e stupida) ironia su una foto
Diciamo subito che l’immagine, apparsa sul profilo Twitter del Tourung Club Svizzero ha ridato fiato ai soliti scettici. Gente che sui social è sempre alla ricerca di pretesti per attaccare l’auto elettrica. Ritrae una Audi e-tron con al gancio un carrello con una stazione di ricarica mobile. Destinazione: la e-Parade prevista a Berna in occasione del Gran Premio di Formula E. Manco a dirlo: la facile ironia è scattata subito. Col solito lei t-motiv: ecco, le auto elettriche hanno un’autonomia talmente ridotta da doversi portare la ricarica per strada. Ovviamente non è così: è evidente che la ricarica mobile è trainata per essere di supporto in un contesto temporaneo in cui saranno in tanti a dover caricare.
A Roma, se ricordate, sempre in occasione del GP di Formula E era successo un incidente di percorso ben maggiore. Un fotografo aveva scattato una stazione di ricarica alimentata da un generatore a gasolio. Apriti cielo, con i soliti cecchini entrati subito in azione (qui l’articolo).
La ricarica mobile anche nel car-sharing
Al di là delle solite, sterili polemiche, val la pena di riflettere un attimo sul ruolo che stanno assumendo queste ricariche mobili. Che possono essere utili in un sacco di situazioni. Anzitutto per gli eventi speciali, come quello di Berna, in cui c’è necessità di un apparato di rifornimento molto attrezzato per un tempo limitatissimo. Che non giustifica, quindi, l’investimento per un gran numero di colonnine permanenenti. E’ come avere un tank di benzina a disposizione. Ma la ricarica mobile può essere preziosa anche per servizi, come il car-sharing, che hanno bisogno di recuperare auto lasciate dagli utenti negli angoli più remore delle città. Magari scariche, appunto.
Non a caso, di recente, e-Gap (qui il sito) ha concluso un accordo proprio con un car-sharing, il popolarissimo Sharen’go, per gestire al meglio le macchinette elettriche gialle. Poi, è ovvio, c’è il servizio di soccorso, anche se ricordiamo a tutti che, per salvaguardare le batterie, sarebbe bene non scendere mai sotto al 5% di carica. In somma, c’è poco da fare gli spiritosi: le ricariche mobili possono essere una rete di sicurezza utili in mille occasioni.
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Il servizio Fax, esteso al solo centro e Roma Nord, costa 15 euro entro 24 ore, o 30 euro per un intervento rapido.
Il problema sta nell’arrivare accanto all’auto da soccorrere : parliamo di Roma, con le stradine strette di Monte Mario o del centro e del fatto che la ricarica, per quanto rapida dura parecchio in rapporto al blocco del traffico che localmente rischia di causare.
Non conosciamo il servizio Fax, Claudio. Ma E-Gap, sbarcata a Roma proprio in questi giorni, tiene conto delle situazioni che lei cita e dispone di un piccolo caricatore portatile che rifornisce l’auto di quel minimo di elettricità necessaria a spostarla in un luogo attiguo dove possa essere ricaricata dal mezzo di soccorso senza intralci per il traffico.
Io sono molto più interessato a come è fatto il sistema di carica mobile, magari per prendere spunti in quanto utile per i nostri tanti eventi, affiancato al Future Trailer del Tesla Destination Tour e magari per la prossima edizione dell’Alpine Pearls e-Tour.
Sul fronte polemiche e battute, il loro aumentare è direttamente proporzionale al crescere del numero dei veicoli elettrici ed al loro successo, dunque non possiamo che esserne felici: la paura del nuovo è simile al fenomeno Mp3 / Napster VS CD & Copyright, il cambiamento è comunque segnato, puoi storcere il naso, ma prima o poi si adattano sia la filiera che i clienti.
Non so se ricordate la pellicola “Vantage Point” del 2008 (in italiano “Prospettive di un delitto”)? Oppure se avete presente il ruolo del Dr. Watson nello svolgimento dei casi seguiti da Sherlock Holmes? Oppure infine, se avete formazione più classica, se ricordate le ombre sulla parete della caverna descritte da Platone nel libro “La Repubblica”?
I pregiudizi del testimone oculare, la fretta, la superficialità, la sicumera non forniscono mai un buon servigio a chi li utilizza per giudicare e comprendere il mondo che lo circonda.
Chi oggi deride grassamente le batterie ausiliarie probabilmente farà la fine ingloriosa di chi accusa di omicidio quel tizio che ha scoperto accanto al cadavere con la pistola fumante in mano, non avendo visto che è stato proprio lui a strappare l’arma con la forza al vero assassino ormai lontano.