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La ricarica in condominio: come fare, con che sgravi

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wallbox condominio
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La ricarica in condominio, a casa propria, in cortile o in garage. Sarebbe la soluzione ideale per l’auto elettrica, ma spesso dirlo non è come farlo. Riceviamo molti messaggi da potenziali acquirenti di auto elettriche che desistono davanti alle difficoltà che incontrano propri. Ne abbiamo riprodotte tre con alcuni quesiti tra i più ricorrenti, seguiti da un estratto della guida realizzata da Motus-e*. Altre info su: “Ricaricare a casa, 10 cose da sapere” (clicca qui) . 

La ricarica in condominio nelle vostre domande

Mi piacerebbe sapere come faccio a ricaricare un’auto, se non possiedo un box? Problema che esiste per il 90% della gente. E se ho un’area cortiliva condominiale ed attacco la mia auto alla presa, qualche condomino può staccare la presa ed attaccarsi lui? Ed il pagamento come avviene? L’auto elettrica è una bella invenzione, ma ci sono ancora tanti problemi e limitazioni. MAURIZIOla ricarica in condominio

Di recente ho comprato una Volkswagen up! elettrica e sono interessato all’installazione di una wall box nel mio garage. Vivendo in un condominio mi chiedo però: basta acquistare e far installare la wall box da un tecnico certificato? O è necessario un processo di autorizzazione dell’amministratore circa i lavori da fare o altri procedimenti burocratici? (Immagino dovrò cambiare i miei cavi con cavi più spessi che reggono voltaggio più alto, il persorso da garage a contatore che passa attraverso spazi comuni ecc..). Temo di dover litigare con i condomini o che l’installazione possa diventare un’odissea. MATTEO 

Buongiorno, sarei interessato ad installare una colonnina elettrica in un’area condominiale  privata, come devo muovermi? GIAMPIERO.

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La ricarica in condominio: se hai box o area privata…

Se si ha a disposizione un box o un’area privata, si possono presentare due casi diversi, a seconda di come avviene l’approvvigionamento di energia. Si può installare un contatore elettrico intestato a un singolo soggetto privato. In questo caso bisogna inoltrare una comunicazione scritta all’amministratore di condominio. Quest’ultimo si limiterà a prendere atto della decisione, visto che non servono particolari autorizzazioni.

la ricarica in condominio Ovviamente i lavori vanno eseguiti a norma di legge. Se invece si sfrutta un attacco collegato alla linea elettrica condominiale, l’amministratore ha il compito di incaricare un tecnico per effettuare tutte le verifiche del caso. Dopodiché l’amministratore stesso dovrà stabilire l’ammontare e la quota delle spese da sostenere. Sarà inoltre installato un contatore di misurazione del consumo sulla diramazione della linea elettrica privata, per addebitare i costi al singolo condomino che la usa.

La ricarica in condominio: e se usi un’area comune?

Il punto di ricarica può essere anche collocato in un’area condominiale comune. In questo caso la domanda scritta che si presenta all’amministratore dovrà essere corredata da un progetto dettagliato. E si dovrà attendere l’autorizzazione dell’assemblea di condominio. Trattandosi di una “innovazione agevolata”, affinché l’assemblea la autorizzi è necessario raggiungere il quorum deliberativo. Vale a dire la maggioranza dei partecipanti e almeno la metà del valore dell’edificio in quote millesimali.

la ricarica in condominio

In ogni caso, i condomini che non intendono trarne vantaggio sono esonerati da qualsiasi contributo nelle spese. In seguito, anche i condomini che inizialmente non hanno partecipato alle spese per l’installazione potranno cambiare idea. E utilizzare il punto di ricarica, pagando quanto dovuto, quindi contribuendo alle spese di manutenzione ed esecuzione dell’opera, attualizzate al valore della moneta.

Bene condominiale o solo di chi ha pagato?

la ricarica in condominioSe l’installazione è decisa dall’intero condominio, l’impianto diventa un bene comune condominiale. Diversamente – anche se l’installazione è stata approvata dall’assemblea – i punti di ricarica saranno di proprietà solo dei condomini che abbiano partecipato alle spese di installazione. In quest’ultimo caso, i costi di acquisto e di installazione (incluse le opere edili) saranno quindi a carico del singolo condomino o del gruppo di condomini interessati.

Se il condominio dice no o non risponde?

Se, trascorsi 3 mesi dalla presentazione della richiesta scritta, l’assemblea non dà il suo assenso, il singolo o il gruppo di condomio può comunque installare i dispositivi. Lo fa a proprie spese. Purché il nuovo impianto non danneggi le parti comuni, non alteri la sicurezza o il decoro dell’edificio e non ostacoli altri comproprietari nell’uso delle parti comuni. In quest’ultimo caso l’area in cui è installato il punto di ricarica non potrebbe essere usata in via esclusiva dai proprietari delle auto elettriche.

Gli sgravi fiscali coprono fino al 50% della spesa

la ricarica in condominioPer l’installazione di infrastrutture di ricarica elettriche, fino al 31/12/2021 si ha diritto alla detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute per acquisto e messa in opera. Inclusi i costi per la richiesta di potenza addizionale fino a un massimo di 7 kW (comma 1039 dell’art. 1 della Legge di Bilancio 2019). La detrazione viene calcolata su una spesa massimo di 3mila euro. Quindi, la detrazione fiscale può arrivare fino a 1.500 euro, da dividere fra gli aventi diritto. Per accedere alla detrazione, le infrastrutture devono essere dotate di uno o più punti di ricarica di potenza standard non accessibili al pubblico.

Quanto costa ricaricare a casa? Il pieno da 8 a 11 euro

Il costo medio percepito dell’energia elettrica ad uso domestico, tra il 2019 e il 2020, è stato compreso tra 0,16 e 0,22 Euro per kWh. Eseguendo un rapido calcolo, per fare il “pieno” di energia a un’auto con un pacco batterie da 50 kWh privatamente si spendono tra gli 8 e gli 11 Euro.

Considerando un consumo medio pari a circa 6 km per ogni kWh, la spesa per percorrere 100 km è compresa tra i 2,70 e i 3,70 Euro. Se poi si possiede un impianto fotovoltaico a cui collegare il punto di ricarica, la convenienza diventa ancora maggiore.

C’è l’obbligo nei nuovi palazzi con 10 appartamenti

Infine, una curiosità: forse non tutti sanno che, come stabilito dal Dlgs 257/2016, è obbligatorio predisporre l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici negli edifici di nuova costruzione. L’obbligo si applica agli edifici residenziali di nuova costruzione (oppure oggetto di ristrutturazione profonda) con almeno 10 unità abitative.

*la Guida su “La ricarica in condominio” è stata realizzata da Motus-e in collaborazione con e_Mob e riassunta dal sito Mo.Do di Volkswagen Group Italia.

 

 

 

 

 

 

 

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8 COMMENTI

  1. Vi posso parlare della mia esperienza proprio di oggi. Appartamento in un condominio con box. Nel box arriva corrente tramite contatore intestato al condominio (ogni box ha il suo). Il problema non è tecnico perchè il contatore è vicino al box, quindi anche se ci fosse la necessità di cambiare i cavi non ci sarebbero problemi, ma dovrei fare tramite voltura un nuovo contratto a me intestato sul quale andrei a pagare un altra volta le spese “vive” tipo SPESA PER LA MATERIA ENERGIA, SPESA PER IL TRASPORTO E LA GESTIONE CONTATORE, SPESA PER ONERI DI SISTEMA che ammonterebbero circa a 30€ mensili. A questo punto il risparmio dove va a finire se già per l’acquisto dell’auto devo affrontare una spesa ben diversa? Sto per abbandonare l’idea di passare all’elettrico. Dovrebbero accorpare il contratto del “nuovo” contatore con quello già in essere della mia abitazione così da far pagare solo l’effettivo consumo della ricarica auto.

  2. Salve, vorrei conoscere la interpretazione della normativa se contempla l’installazione dei pannelli FV in edifici/tettoie, di pertinenza del condominio o dei singoli condomini. In quel caso si può richiedere lo sgravio per gli impianti ?.
    Cordialmente.
    Roberto Vincenzi

  3. 1000 articoli su come ricaricare a casa e tutti e 1000 parlano di condominio. Come se tutti gli italiani abitassero in condominio. E che palle con questi copia incolla.

    • Alex, noi riceviamo un sacco di mail con domande sulla ricarica in condominio: se uno ha una villetta per conto suo, evidentemente, è tutto più semplice. Capisco che per lei “tutto il resto è noia…”, ma noi dobbiamo tenerne conto, no?

  4. Forse mi è sfuggito un dettaglio, non troppo di dettaglio: in caso di prelievo di energia da un impianto condominiale, occorre verificare che la potenza di quest’ultimo sia adatta ai nuovi carichi: già 4 o 5 accessi contemporanei da 7 kW portano la potenza a oltre 30 kW SOLO per ricarica auto. Grazie per un chiarimento in merito. Saluti

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