La ricarica giusta, a casa e in azienda: se si vuole far decollare la mobilità elettrica, è questo che bisogna agevolare. Ne abbiamo parlato a Key Energy.

La ricarica giusta: dev’essere intelligente e sicura
Intelligente e sicura. Su questo hanno concordato i 7 esperti riuniti da Vaielettrico nella grande rassegna riminese della sostenibilità. “La ricarica non è un’appendice dell’auto, è un impianto, con tutto quel che questo comporta“, ha sintetizzato Diego Trabucchi di Italia Charge Guru, società che si occupa proprio di consulenza per la ricarica privata. Il grande scoglio resta l’installazione di wall-box o colonnine nei condomini, a causa degli ostacoli normativi e autorizzazioni dei vari proprietari: “Una presa industriale non è la soluzione“, ha spiegato Francesco Abecasis di Wallbox.com, “con i costi attuali dell’energia la cosa più importante è gestire i flussi in modo corretto. Noi diamo la possibilità di farlo evitando di sforare dalle potenze installate e, se necessario, integrando l’energia in arrivo dalla rete con l’auto-produzione da solare. A Barcellona abbiamo una stazione bi-direzionale, Quasar, che ci permette di utilizzare al meglio la produzione da fotovoltaico e di utilizzare le auto anche come Storage. Gestendo i carichi in modo ottimale“.

Il Libro Verde degli amministratori di condominio
Un interlocutore fondamentale, per la ricarica nei grandi condomini, è ovviamente l’amministratore, spesso chiamato a sbrogliare una matassa di permessi. Osvaldo Mangone dell’ANACI ha assicurato che la categoria vuole fare la sua parte, organizzando eventi di formazione dopo la pubblicazione del Libro Verde sul condominio social smart. Un lavoro non facile, ma che si è semplificato da quando la normativa prevede di prendere decisioni (anche sulle installazioni) con maggioranze molto più contenute. Ma le incognite, come ha ricordato Trabucchi, restano tante. Tipo: dove prendi la corrente? A chi viene addebitata? Utilizzi per ricaricare spazi del condominio con oneri collettivi? Considerando che devi: rispettare gli equilibri tra condomini; tener conto delle normative tecniche e di legge; fare attenzione alla prevenzione incendi e agli impianti esistenti.
A2A: “50 mila punti di ricarica privati entro il 2030”
È prevalso comunque un certo ottimismo: la strada è tracciata, ma indietro non si torna. Gabriella Formigari di A2A ha parlato di obiettivi molto sfidanti per la sua azienda, con almeno 50 mila punti di ricarica privati entro il 2030. Ma non ha parlato solo di futuro: già ora la multiutiliy lombarda ha 750 veicoli in flotta e già nel 2023 gli EV raggiungeranno un quarto del totale: “Vogliamo accompagnare il driver privato, a casa e in azienda, in tutte le sue necessità”. Una conversione all’elettrico nel quale anche le società finanziarie vogliono fare la loro parte. Jean Louis Angeli ha spiegato quel che sta facendo Alba Leasing, che con 1,7 miliardi di erogato ha una quota del 7% nel settore auto. “Nelle aziende il tema della transizione ecologica è più sentito. Se consideriamo anche le auto plug-in e ibride, arriviamo al 45% delle auto che diamo in leasing. E copriamo anche le installazioni di ricarica. Per noi la transizione ecologia non è uno slogan“.

La ricarica giusta potrà passare anche dai lampioni?
Ma di difficoltà normative ha parlato anche Omar Imberti, coordinatore e-mobility di ANIE, l’Associazione delle industrie elettrotecniche: “Ci sono 90 milioni di euro incentivi per la ricarica in azienda fermi in attesa della circolare applicativa. E in un mercato che cresce velocemente le normative in Italia faticano ad adeguarsi. Ma andiamo verso soluzioni che potranno facilitare la ricarica privata, come il POD unico condominiale, in grado di gestire in modo intelligente tutte le utenze di ricarica“. Una finestra sul futuro l’ha aperta Roberta Arosio di Simet, parlando della possibilità utilizzare i lampioni dell’illuminazione stradale come colonnine di ricarica. “Non tutti dispongono di un garage e quando avremo milioni di auto elettriche ci sarà bisogno di rifornire anche chi parcheggia in strada. Intervenendo sui casi cavidotti sotterranei, possiamo evitare scavi e offrire una ricarica capillare a bassa potenza e costi contenuti”.
Salve, ho visitato anche io Ecomondo ieri, alla ricerca di colonnine di ricarica domestica: finalmente qualcuno fornisce anche un dispositivo che legge la produzione del FV e modula quindi la corrente di ricarica in funzione della produzione. Anche se in maniera un po artigianale, con una pinza amperometrica sull’uscita dal’linverter.
Non ho trovato nessuno purtroppo che prevedesse un accumulo integrato…..come spesso succede gli utenti sono avanti ai fornitori!
non ti capisco :
-Esistono dozzine di WallBox che possono modulare la ricarica istallando una pinza amperometrica nel punto appropriato.
Tecnicamente ed economicamente è la scelta migliore in modo da essere slegato dalla marca e dal modello dell’inverter montato.
-Esistono pure alcuni produttori che ti offrono: sistema di accumulo e WallBox che possono dialogare tra di loro e con un eventuale impianto FV .
se hai bisogno maggiori info chiedi
mi sai dare qualche nome di wallbox che gestiva fotovoltaico e eventuale batteria?