- La Renault, l’elettrico, l’Italia…Il n.1 del Gruppo francese a tutto campo del futuro dell’auto in un’intervista con il sito spagnolo El Mundo.

La Renault…”Vogliamo un futuro senza divieti, ibridi fino al 2040″
De Meo, 54 anni, un passato in Lancia, Fiat, Audi e Seat, deve riportare la Renault sulla strada della redditività dopo 4 anni molto difficili. In un contesto economico e normativo complicato. Taglia corto su argomenti come la guida autonoma: “In questa fase non mi motiva svilupparla e far perdere il lavoro ai tassisti“. Quanto al progetto UE di vietare i motori tradizionali dal 2035, spiega: “Cercheremo di ottemperare, ma non senza impatto… Avremo bisogno di tempo per non rovinare il lavoro di decenni. Il divieto dei motori a combustione entro il 2035 crea confusione. È come se stessi per comprare un appartamento e so che tra 20 anni mi metteranno un cavalcavia con la metro: non lo compro. È pericoloso, non c’è il tempo di spesar la tecnologia e salvare le persone che lavorano lungo la catena del valore. Vogliamo uno scenario senza divieti, dove gli ibridi arrivano fino al 2040 e poi abbiamo altri 10 anni per evolvere a emissioni zero“.
La Renault… / “Stiamo consegnando alla Cina il cuore del prodotto, le batterie”
La Renault, comunque, continua a lavorare sull’elettrico e prepara l’arrivo della Megane e della R5 a batterie. Ma c’è il nodo delle batterie, settore nel quale l’Europa dipende da Cina e Corea. “Ci vuole molto tempo per riuscire a produrre batterie di qualità ed efficienti, che generano solo tra il 5% e il 10% di scarti. LG Chem si è unita a noi e GM e ora sono leader, ma ci sono voluti 10 anni per raggiungere una stabilizzazione della tecnologia. C’è poi la questione delle materie prime: nichel, cobalto, litio e manganese. Il nichel è il più critico. C’è il litio in Europa, ma bisogna vedere se ci sono affari per aprire una miniera, mentre il cobalto è concentrato al 90% in Congo. La Cina ha comprato debito dai paesi africani e ha accesso a queste risorse. Questi minerali devono essere poi raffinati e questo avviene per il 90% in Cina… Devi produrre i catodi e il 90% è prodotto in Asia … Purtroppo, passando all’elettrico, stiamo consegnando il cuore del prodotto agli asiatici, quando l’Europa ne aveva il controllo col motore a combustione”.
“Tutto aumenta, acciaio, energia…i prezzi delle auto saliranno”
Cattive notizie anche sul fronte prezzi: “È vero che stanno salendo”, avverte De Meo, “nei prossimi 12 mesi continueranno a farlo. Sale il prezzo dell’acciaio, dell’alluminio, del gas e dell’energia, del rame. E, come non bastasse, c’è una carenza di semiconduttori e i fornitori spingono di più sui prezzi”. Ma il rimedio non è una standardizzazione spinta: “Ho sempre lottato affinché l’auto conservasse il suo lato emotivo. Non condivido l’idea che le auto siano diventate lavatrici, tutte uguali. La nostra responsabilità è che le persone trovino la magia in ciò che facciamo. Se la trovi, deciderai con il cuore, non con la testa. E sei disposto a dare di più“. Tradotto: a spendere di più e a digerire anche l’aumento dei prezzi. Infine un accenno indiretto all’Italia, rispondendo a una domanda sul futuro della Spagna: “Ho sempre detto che la Spagna sa fare molto bene le auto, ma che non c’era impegno in ricerca e sviluppo, con carenze nell’elettrico e nel software. Penso che le autorità spagnole abbiano una visione più chiara di quelle italiane, anche se ora con il nuovo governo Draghi le cose stanno cambiando”.
Con la ARKANA caro De Meo c’è una magia che sembra di voler far fare dei giochi di prestigio a Silvan nudo.
E’ più di 10 anni che avete la ZOE in listino praticamente immutata, prima ne parlavate come se fosse un’astronave, adesso è diventata una lavatrice?
Avete dormito sugli allori per oltre 50 anni adesso ve la fate sotto perché dovete fare delle batterie? Ma anche il petrolio non c’è in europa e va importato tutto eppoi una volta bruciato ce lo respiriamo pure! Non era il caso di pensarci prima? Potevate essere li a giocarvela con player come VW e Tesla e invece siete in un angolo a piagnucolare.
Che delusione caro il mio Meo Patacca.
Mi fa strano, e credetemi non lo scrivo con intenti canzonatori, che nessuno nei commenti abbia sottolineato come il tanto decantato “tra un po’ i costi delle auto elettriche andranno a scendere per equipararsi, se non essere minori, a quelli delle termiche” si stia rivelando una castroneria, almeno nel caso di Renault. Io continuo a credere che non vedremo questo calo sostanziale del prezzo di accesso alla vettura elettrica. Ci sarà sempre un semi conduttore, un metallo (più o meno raro), o qualsiasi altra crisi a tener su il prezzo. Continuo a non essere ottimista su questo punto di vista (ma solo su questo per specificarlo a chi vorrà rispondere “…e allora tieniti il tuo sporco diesel -che non ho ndr- e uccidi la Terrah”
I costi delle auto elettriche sono già scesi…..se una macchina che di listino costa 43 mila euro e facendoti un preventivo te la danno a 24 mila credimi che non è solo questione di incentivi e comunque ci guadagna sia la casa costruttrice che il concessionario.
Avevamo tutto? Risorse? Di grazia dove abbiamo litio in Europa? Un po’ in Spagna, dove gli abitanti della zona protestano e non vogliono i campi estrattivi. Tutto il litio proviene da sud America e Australia, con concessioni in mano ai cinesi. Di grazia dove l Europa sarebbe pronta? Non abbiamo niente, ne le fabbriche di semi conduttori, ne quelle per la raffinazione dei minerali ma soprattutto non abbiamo le materie prime.
In Europa, per caso, abbiamo il petrolio? le materie prime sono l’ultimo dei problemi e nemmeno la Cina, terre rare a parte, le ha. Però avevamo i grandi costruttori, la tecnologia, le università e i centri di ricerca.
Aspettavo giusto qualcuno che facesse notare che nell’intervista si faceva riferimento alle materie prime più che al know-how delle Industrie infatti. E si, l’Europa ha il petrolio, non moltissimo, ma ne ha. Il mar nero è ricco di giacimenti, non per nulla abbiamo la BRITISH petroleum, la royal DUTCH shell, così come la compagnia petrolifera statale norvegese, e la più (ex) nostrana azienda generale ITALIANA petroli, con i suoi giacimenti nel mediterraneo. Ma potrei andare avanti, vogliamo parlare per caso della Repsol? Insomma, se non vogliamo per forza metterci le fette di salame davanti agli occhi pare subito chiaro che abbiamo ben più petrolio che litio e cobalto.
Oltretutto per il know-how c’è tempo per recuperare, con delle barriere all’entrata abbastanza forti sui prodotti importati al di fuori dell’UE si può tranquillamente guadagnare tempo e colmare il gap con l’estero, il problema è che se manca la materia prima anche volendo non si può fare nulla.
Mar Nero: Azerbaijan (Asia), Gran Bretagna (fuori dall’Ue dopo la Brexit), Norvegia (mai entrata nell’UE), i giacimenti nel Mediterraneo, più quelli della Val D’Agri, non coprono più del 3% del fabbisogno italiano. Scusi, ma dove sarebbe l’autosufficienza europea nel petrolio? E la Cina, forse, dove avrebbe questi giacimenti di cobalto, nichel e litio? Nel mondo contemporaneo l’accesso alle materie prime è un fattore trascurabile, almeno in tempi di pace. Tecnologie, competenze e capitali sono i fattori chiave
Apri un libro gi geografia fisica e non i confini inventati dall uomo. L UK è in Europa…solo che quando non ha argomenti lei si attacca a risposte del cavolo, per essere educati. La Norvegia è in Europa.
I libri li apra lei. Qui non si parla di geografia ma di economia: dazi, tariffe, scambi commerciali perchè è questo che interessa nei rifornimenti di materie prime strategiche.
La Norvegia che mi pare non sia in Africa ma in Europa, è il primo produttore continentale di petrolio. Ed è con i soldi del petrolio che si è pagata l’elettrificazione
La Norvegia non è mai entrata nella Ue, quindi dal punto di vista commerciale è un Paese extraeuropeo.
“Purtroppo, passando all’elettrico, stiamo consegnando il cuore del prodotto agli asiatici, quando l’Europa ne aveva il controllo col motore a combustione.”
A Kodak non interessavano le fotocamere digitali perché aveva il controllo sulla produzione dei rullini… il mondo non si è fermato ad aspettarli.
Ai cittadini, agli acquirenti, interessa nulla che l’auto queste questioni, interessa avere un’auto elettrica, con ottima autonomia, solida e affidabile, le dovute garanzie pluriennali, con prezzi non superiori alle attuali auto a combustione.
Ottimo, dopo Dacia (guarda caso dello stesso gruppo), anche Renault finisce nella lista di aziende da cui NON comprare la mia prossima auto elettrica. Questi dirigenti votati al profitto a tutti i costi anche calpestando esigenze maggiori devono sparire.
Saranno preuccupatissimi , Dacia sta macinando record su record con la Sandero specie versione GPL , e ora hanno appena commercializzato la Duster 2022 e pure qui gli ordini volano , senza parlare della Spring .
Secondo me questa storia del 2040 che tira fuori De Meo ultimamente non ha nessun senso. I clienti si stanno orientando sull’elettrico ad una velocità che lascia basiti i più incalliti ottimisti. Io prevedo che dopo il 2030 non si venderanno più ibride. Sono curioso di vedere se sbaglio io o lui.
Sottoscrivo appieno il suo commento e mi fa piacere sentirmi meno solo, e rilancio. Da noi, pur di continuare con BAU, I ministri della transizione ci spiegano che la transizione si fa bruciando metano fossile, e chi sta dall’altra parte del tubo (sembra un gioco di squadra) ci spiega che stiamo andando in crisi per colpa degli investimenti in rinnovabili. Come dire, smettete, sediamoci e riparliamo di forniture di metano e non rompete le uova per I progetti in artico, altrimenti collassate. Ministri della transizione o ministri del sodalizio al BAU o persone a cui forse manca il coraggio di navigare in un mare in tempesta
ma perchè mai ce l’hai col metano piuttosto invece del diesel???? Un’auto a metano quando circola in strada non senti l’aria inquinata, a differenza invece del diesel che lascia il particolato in aria sospeso per molto tempo, particolato che oltre che essere puzzolente và a finire nei nostri polmoni. Nelle città e nelle immediate perififerie si sento solo l’odore del diesel, che arriva a impedirti di respirare. Spesso di vedono auto diesel che emettono dai tubi di scappamento nuvole di carbonio polverizzato, a volte pure esplosioni pazzesche di nuvole nere che succedono quando la marmitta catalitica arriva alla massima capienza di particolato.
Il diesel da anni stà procurando morti su morti per malattie respiratorie, basta documentarsi con i dati del SSNN italiano. Dati pazzeschi!
Sottoscrivevo il commento di Massimo Degli Esposti. Devo aver postato mele.
Lorenzo, ti sfuggono alcune cose. Stringendo, la transizione la si deve fare con l’elettrificazione. Il ministro della transizione invece che dedicarsi anima e corpo all’incremento della produzione elettrica rinnovabile non fa che ripeter che ad oggi il mix elettrico italiano non e’ 100% rinnovabile e quindi non occorre spingere su bev. Ma anzi sostiene che solo il gas fossile potra’ accompagnarci nei prossimi lunghi anni (quindi per lunghi anni non potremmo avere il 100% di elettricita’ rinnovabile e di conseguenza non bisogna spingere I bev). Mia interpretazione: il ministro ha il nucleare che gli offusca la mente e non riesce ad assecondare appieno I piani di uso di una energia diluita/distribuita. E’ la persona sbagliata per quella posizione a mio giudizio. Faccio presente che da alcuni anni produco 7000 kwh con fotovoltaico quando I consumi medi per famiglia sono la meta’. Lo puoi fare anche tu oggi, non domani. Tutti possono fare questo oggi. Far intendere che dobbiamo stare calmi perche’ non abbiamo la soluzione oggi, tanto c’e’ il metano fossile, non e’ il messaggio adeguato ai tempi. Posso capire le restrizioni economiche che gli impone Draghi (vedi le briciole dei 65 milioni di incentivi) ma avrebbe dovuto lanciare messaggi molto diversi, accompagnati da un minimo di azioni immediate ottenute battendo I pugni sul tavolo. Ripeto, a mio giudizio non e’ la persona adatta al momento dato
Un giorno dovremmo presentare il conto a Nissan che
ci ha tolto al momento cruciale il grande industriale Goshn, che aveva gia capito tutto 14 anni fa e che vedeva tutto con largo anticipo e in grande.
Ci ritroviamo con de Meo che, con tutte le sue qualità, non e l’uomo che ci voleva nella situazione attuale
Il discorso di De Meo e tipico della mentalità BAS ( business as ususl) e ci illustra che non ha capito che siamo in una vera e proria emergenza e non c’è tempo di diventare il no vax sulla transizione energetica.
Se proprio vuole salvare gli operai, deve saltare come ha fatto Volkswagen sul treno del trasporto elettrico, che non aspetta nessuno.
Già il 2035 è tardissimo, De Meo vuole andare ancora oltre per i suoi comodi nascondendoli dietro varie motivazioni.
Quindi i soldi prima del pianeta ed i suoi abitanti..
Bene, non acquisterò mai più renault, o da un gruppo dove lavora questo personaggio.
Sinceramente credo che non possa fare diversamente, se dicesse di vietare le vendite di auto a combustione interna fra 5 anni domani sarebbe buttato fuori dagli azionisti. Non mi pare che la Renault abbia attualmente un’offerta sull’elettrico tale da potersi buttare solo su questo mercato e neanche la possibilità economica di farlo dall’oggi al domani. Chiede tempo per sfruttare quello che ha in casa, spinge per avere ancora 18 anni ma spero che i piani interni siano preparati ad un orizzonte temporale ben più breve.
Trovo però che sia da irresponsabili dimenticare che ‘emergenza clima ci lascia dieci anni-dieci per ridurre del 40% circa l’utilizzo del petrolio, per il 70% destinato all’autotrazione. Trovo poi intollerabile il piagnisteo sul vantaggio della Cina. E’ un vantaggio che gli hanno regalato leader miopi come De Meo. Avevamo tutto, risorse, informazioni, tecnologie per guidare la transizione. E ora che facciamo? Regaliamo altri vent’anni di tempo ai cinesi perché ci annientino definitivamente?
Buongiorno Sig. Massimo, mi sfugge un elemento essenziale della correlazione tra emergenza climatica e auto elettrica e il vantaggio competitivo della Cina.
La Cina è in vantaggio sulle tecnologie “green” rispetto a noi. questa è un’affermazione vera che non ha bisogno di smentita.
Perfetto, quindi la Cina è più rispettosa dell’ambiente e della sostenibilità ambientale rispetto a noi europei?…aspetti ci rifletto una attimo eh NO!
Le auto elettriche prodotte e circolanti in Cina aiutano a ridurre le emissioni di Co2 in atmosfera? Un attimo eh …NO, nemmeno!
La produzione di energia elettrica in Cina è uno dei maggiori responsabili dell’aumento della concentrazione di di CO2 a livello globale? risposta: Si!
Questo vantaggio l’offriamo noi andando a considerare green una tecnologia come quella dell’auto elettrica semplicemente perchè è elettrica, considerandola a zero emissioni solamente perchè non ha uno scarico, ed è inutile dire che in Italia il 43% è fatto con le rinnovabili. Fintanto che l’Italia non si farà una sua atmosfera condividerà quella che c’è con tutti gli altri.
Per inciso, a livello mondiale, viene immessa una quantità mostruosa di CO2 proprio per produrre la tanto decantata energia elettrica.
Chi promuove le auto elettriche ad oggi paventando divieti ed imposizioni non gli interessa nulla dell’ambiente altrimenti avrebbe fatto come Singapore che nel 2016 multò per 15000$ il proprietario di una tesla che aveva fatto importare nella città stato usufruendo degli incentivi.
L’autorità di Singapore (LTA) calcolò che l’auto in questione produceva 222 gr/km di CO2 (considerando che tutta l’energia elettrica di Singapore proviene da centrali termoelettriche a combustibile fossile) multando il proprietario per aver ricevuto incentivi indebiti. Per dovere di cronaca il calcolo è stato severamente criticato per come è stato impostato ma quello che conta è il principio di fondo: è giusto conteggiare le emissioni di un’elettrica in base alla rete che la rifornisce? secondo me SI.
Trovo abbastanza avvilente che L’UE debba prendere esempio da Singapore ma tant’è, questo è un esempio corretto di rispetto dell’ambiente.
Facessero lo stesso con la Cina.
Produci batterie, auto elettriche. Quale livello di CO2 hai prodotto per quelle batterie, quale per quelle auto e qual è i livello di CO2 prodotta dalle tue macchine durante la circolazione (considerando il tuo mix energetico)?
Questo andrebbe fatto ma non si fa perchè non c’è nessun motivo ecologico dietro la spinta al settore da parte dei portatori di interesse.
L’emergenza climatica non l’abbiamo inventata noi. Il protocollo di Kyoto fu firmato negli anni ’90 e già conteneva precisi impegni a ridurre le emissioni, sia nella generazione elettrica, sia nell’uso dei carburanti fossili nei trasporti. Nel 2016 l’accordo di Parigi ha ribadito e rafforzato quegli impegni, poi recepiti dall’Unione Europea nel Green Deal del 2019. Quindi tutti i costruttori di auto, in particolare quelli europei, sanno da decenni che avrebbero dovuto passare alla trazione elettrica. Perché i cinesi l’hanno fatto e gli europei no? E’ vero che la Cina è leader nella prodizione di tecnologie green (fotovoltaico, elettrificazione, batterie) ma non ha fatto, per così dire, i compiti a casa essendo in forte ritardo nella generazione elettrica da fonti rinnovabili. Deve essere forzata ad accelerare. Infatti il Green Deal prevede di istituire dazi compensativi sulle emissioni di carbonio.
Giustamente, lei dice, nè l’Italia nè Singapore dispongono della propria atmosfera. Quindi non ha senso valutare le emissioni di un’auto sulla base della generazione elettrica di un singolo Paese. Considerano però il mix energetico attuale a livello mondiale l’auto elettrica, nel suo intero ciclo di vita (produzione e utilizzo) emette in media circa la metà di una termica. L’accordo di Parigi prevede un forte aumento della capacità da fonti rinnovabili, quindi il vantaggio è destinato ad aumentare velocemente. Le motivazioni ambientali per il passaggio all’auto elettrica ci sono già oggi e ce ne saranno di più in futuro. Perché sprecare risorse e tempo in battaglie di retroguardia, quando avremmo le capacità per cavalcare da protagonisti la transizione? Una chiosa per concludere: dall’inizio dell’era industriale ad oggi la Cina, con 1,2 miliardi di abitanti, ha emesso il 24% della Co2 totale; un miliardo di indiani il 12%; 900 milioni di americani ed europei più del 60%. Questo per dire che ognuno deve assumersi le sue responsabilità prima di gettare la croce addosso agli altri.
Se in Italia l’energia proviene da fonti rinnovabili io uso l’auto elettrica subito, non aspetto che anche i cinesi producano la loro elettricità col rinnovabile. Che discorso è? Un’arrampicata sugli specchi!
Ancora continuiamo a non capire che l’auto elettrica non solo serve a ridurre le emissioni nel posto dove circola (nei centri urbani) ma soprattutto l’importazione di milioni e milioni di tonnellate di petrolio e altri combustibili fossili che noi non abbiamo e quindi ridurre la dipendenza da altri paesi? Come abbiamo bandito le lampadine a filamento per quelle a led e gli elettrodomestici con i consumi più elevati anche per le auto dobbiamo entrare nell’ordine delle idee di utilizzare strumenti più efficienti. Ma è difficile capirlo?