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La Ragazza elettrica dalla Twizy alla BMW i3

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Lisa ragazza Elettrica BMW
Lisa davanti alla sua BMW i3

Il ritorno della Ragazza Elettrica, inizia così: “Poche settimane fa ho ritirato la mia bellissima BMW i3, la sognavo da quando avevo 21 anni”.

Noi Lisa Dalla Bà, la Ragazza elettrica, l’abbiamo conosciuta 2 anni fa (leggi qui) dopo che aveva aveva percorso 77 mila km con la Twizy. La piccola della Renault acquistata con i suoi risparmi nel 2014, a 17 anni. Ora il grande salto che racconta a Vaielettrico.

La ragazza elettrica si racconta

Twizy Ragazza Elettrica
La Twizy della ragazza elettrica in posa divertente

Ero malinconica quando ho dovuto riconsegnare l’auto alla  concessionaria BMW di Verona che me l’aveva prestata per un fine settimana. Un test drive. Ma poi poche settimane fa è stato bello ritirarla, emozionante. Non perché mi aveva stufato la Twizy, anzi la considero una vettura fantastica. Ma è limitante per me che amo viaggiare e nei week end andare ovunque. Con la Renault non potevo andare in tangenziale o in autostrada. Avere un telepass. Sono limiti alla libertà di movimento“.

Una svolta, ma partiamo dagli inizi: “Ancora a  25 anni avevo la Twizy, la mia prima auto.  Acquistata con tutti i risparmi messi da parte a partire da Comunione e Cresima. Il quadriciclo elettrico pesante, si può guidare a 16 anni e ho preso la patente B1. Mi ha fatto vivere tante avventure. Mi è capito anche di terminare l’autonomia, ma senza timore e vergogna ho chiesto di poter usare una presa di ricarica in una abitazione, in un condominio, anche in una pasticceria dove mi fermai perché avevo solo 4 km di autonomia“.

Con la Twizy anche ad alta quota, ma l’autonomia…

La ragazza elettrica è avventurosa e con la piccola della Renault ha sfidato le montagne: “Sono salita a Breonio, comune montano in provincia di Verona, a 40 chilometri da casa mia. Si tratta di una strada tutta a tornanti per arrivare in cima, ci sono arrivata, ma con l’autonomia agli sgoccioli. Sono riuscita a ricaricare grazie a una signora che dall’alto del suo appartamento, dalla sua cucina, mi ha permesso di usare la presa. E sono tornata abbastanza agevolmente perché in discesa la macchina ricarica“. Tutto bene con la Twizy, ma col tempo crescono le esigenze: “Avevo bisogno di una macchina confortevole e con la possibilità di poter viaggiare. Rispetto ai limiti della Twizy“.

Lisa sale a bordo della BMW i3

Lisa al volante della BMW i3

Sono passati 8 anni in elettrico e ora Lisa  sale così a bordo della BMW i3. La ragazza elettrica non ha perso tempo: “Già al ponte dell’Immacolata, sono salita sul monte Bondone, in provincia di Trento, a 1750 metri di altezza. Un’ esperienza fantastica, appena usciti dall’autostrada di Trento è iniziata una grande nevicata, io avevo le gomme termiche, ma non le catene, ma così  ho potuto vedere e provare la tenuta della macchina. Ci siamo fermati a mangiare e poi siamo ripartiti.

Debutto con la neve per Lisa, ma la Ragazza Elettrica arriverà alla meta

E’ iniziata la salita al monte Bondone dove nevicava ancora più forte. Non avevo mai guidato con la neve avevo le braccia rigide. Ma con la BMW, dopo aver ricaricato da una colonnina da 22 kW, sono riuscita a fare tutto in autonomia. Sono partita carica da casa“. Come non hanno fatto nel test di Piazza Pulita (leggi qui).

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Continua il racconto Lisa: “Ho iniziato la salita da 30/40 km – tutta con tornanti – e sono arrivata alla frazione di Vason, a 1650 metri di altezza. I tornanti con tutta quella neve erano impegnativi, sono andata molto piano perché era la prima volta con la neve. Ma con la BMW i3  è andata benissimo, grazie al sistema anti sbandamento, le gomme hanno tenuto molto bene. Sono davvero contenta per il buon controllo dell’auto“. Il primo viaggio elettrico un po’ lungo.

E l’hotel in quota offre la ricarica gratis e la suite in omaggio

I due punti di ricarica esterni, ma li ha anche interni, dell’hotel dove ha soggiornato Lisa

Un viaggio, ma pure  test per valutare l’accoglienza turistica dei visitatori con auto a batteria: “Arrivata a destinazione ho potuto ricaricare gratuitamente grazie all’hotel Montana che mi ha concesso la ricarica nel parcheggio coperto dove hanno due postazioni di ricarica: una per la Tesla, la seconda per le altre auto. Hanno anche due colonnine all’esterno. I titolari dell’hotel, visto che sono arrivata in cima con l’auto elettrica, mi hanno dato la suite, ma pagando come per una camera normale”. Un premio.

Ora fa il pieno di colonnine: “A Trento ce ne sono tantissime”

Le colonnine interne dell’hotel Montana che ha offerto la ricarica gratuita e lo sconto sul pernottamento per aver usato l’auto elettrica

“Ho scelto i3 perché adoro viaggiare, mi rende libera e indipendente. Con la Twizy ho fatto qualche piccolo viaggio, ma sempre con il timore per l’autonomia. E poi in quegli anni le colonnine di ricarica erano quasi inesistenti. Ho fatto tanti abbonamenti, Enel X e Neogy con Alperia e Dolomiti Energia. Ma poi Trento è piena di colonnine di ricarica, come anche a Bolzano“.  Insomma si può viaggiare con più sicurezza e servizi. E nel quotidiano non ci sono problemi, il percorso, come per la gran parte degli italiani, è minimo: “Ogni giorno percorro circa 10/11 chilometri, ma molto spesso durante il fine settimana mi piace viaggiare e fare gite fuori porta. In questo modo testo  le caratteristiche dell’auto“. Il piacere della guida. In elettrico.

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51 COMMENTI

  1. allora, fatemi capire dove sbaglio:
    Un impianto domestico da 25 mq produce 1200 kWh/anno
    1 km^2 produce 1000^2/25 x 1200= 48000000 kWh/anno = 0.048 TWh/anno
    la superficie dell’Italia è 301340 km^2
    Diciamo che occupando “solo” l’ 1% ricavo:
    3013,4 x 0.048 = 145 TWh/anno di energia scostante aleatoria e con necessità di stoccaggio. Stoccaggio che non fosse altro per le leggi della termodinamica non sarà gratis….ma facciamo che sia netta.
    Il consumo di energia in Italia oggi è stimato in 322 TWh/anno e per 278 TWh/anno è prodotta qui e 44 TWh/anno comprata dall’ estero, in pratica dalle centrali nucleari che ne hanno in surplus…per ora.
    Non sono per nulla convinto dell’apporto di soli 75 TWH/anno dovuto alla transizione verso la mobilità elettrica e perchè molto scettico dei consumi valutati, specialmente con riscaldamento o impianti di climatizzazione che talvolta dimezzano le percorrenze, ma soprattutto perchè le “non automobili” (trasporto merci medio e pesante),se mai arriveranno, avranno consumi di tutt’altra entità. Tant’è che sommando i miei 200 TWh/anno agli attuali 322 TWh/anno arriviamo a 532 che è giusta interpolazione tra i dati attuali e quelli ipotizzati dai complessi algoritmi di calcolo di TERNA che per il 2050 stimava un consumo di 700 TWh/anno: (322 + 700) / 2 = 511 TWh/anno.
    …sempre conti della serva, si intende,
    Ma tant’è, diamo per buono 75 TWh/anno.
    Mi trovo un consumo di 322+75 piu o meno 400 TWh/anno
    Ora diciamo che consumando solo “3000 km^2” di territorio ridurrò il mio fabbisogno a:
    400-145 = 255 TWh/anno
    Posto che la richiesta sarà globale e le centrali nucleari che attualmente hanno un surplus saranno richiesta ad un incremento di produzione e probabilmente non lo venderanno più all’estero, dove li tiriamo fuori gli altri 225 TWH/anno ?
    Poi vorrei far notare che si parla con troppa leggerezza di questo 1%: sono sempre 3000 Km^2. Li mettiamo sulle montagne, li rubiamo all’agricoltura. perchè questa misura se rapportata alla intera superficie italiana suona insignificante, ma se la rapportiamo alle aree disponibili non sarebbe più così.
    E quindi facciamoci portare tutti allegramente fino al momento in cui ti diranno “vuoi continuare a vivere così ? accetta il nucleare” .. che poi si sa che se lo fanno vicino alle case degli altri va anche bene.

    • Cominciamo con il dire che i conti sono sbagliati fin dall’inizio, quindi, gli errori non fanno altro che amplificare.
      Sono in provincia di Varese, impianto FV che ha già 6 anni, 30 Pannelli per 8,2kWp.
      30 Pannelli con dimensioni 1,7mx1m, fanno 51mq di superficie che producono circa 8,5 – 9MWh annui.
      Pensa quanto potrebbe produrre questo stesso impianto in Sicilia.

  2. Tanti commenti off topic. Molto noiosi: se non vi va l’elettrico andate da un’altra parte. Gioiamo per Ragazza Elettrica e per il suo coraggio. Anch’io vorrei BMW I3: quanto ti fa con la batteria carica?

    • Ciao, con Bmw i3 ricaricata al 100% riesco a fare 280 Km adesso con il freddo. Calcola però che, Bmw i3 in modalità Eco Pro ed Eco Pro+ in decelerazione ricarica tantissimo.
      Quando sono scesa dal Monte Bondone avevo 186 Km sul display perché la temperatura la notte era scesa a -12° ma quando sono entrata in autostrada che i tornanti erano finiti avevo 344 Km di autonomia.
      Sono davvero contenta di poter finalmente viaggiare senza preoccuparmi dell’autonomia!

  3. Per Massimo Degli Esposti . A scanso di equivoci volevo dirle che sono un super provax già con terza dose. Poi so benissimo che Terna non è produttore, ma parafrasando sarebbe come chiedere ai trasportatori se sono favorevoli all’ e-commerce…mi aspetto un po’ più di elasticità mentale. E comunque se questo è un sito per farsela e cantarsela la cosa non può certo interessarmi. Diverso se serve a mettere in confronto tesi ed antitesi. Ma se questo fosse mi sarei aspettato osservazioni puntuali su quanto ho scritto.e non un generico…ma mi faccia il piacere.

    • Scusi ma si rende conto che dovremmo mettere a confronto i calcoli fatti “a quaderno” e “con la matita” con algoritmi complessi come quelli di Terna? Non è metodologicamente corretto. Lei ha uno studio/calcolo di strutture che negano gli esiti di Terna? Siamo giornalisti professionisti e ci basiamo su fonti, metodi e documenti comparabili. Questo fa la differenza.

    • Signor Diego, lei è nuovo del nostro sito, evidentemente. Altrimenti saprebbe che il 99% delle sue osservazioni è stato oggetto di articoli (quello su Terna è solo uno) e risposte a commenti simili al suo. Ammetterà che non possiamo passare le giornate a ripetere le stesse cose “on demand”. Quanto all’esempio dei trasportatori, non mi sembra assolutamente calzante. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrati, di fare quindi propaganda: Terna è responsabile rispetto al Paese di far funzionare il sistema elettrico nazionale, quindi studia a fondo i problemi e pianifica le soluzioni. Potrà anche sbagliare qualche previsione e approssimare qualche calcolo, infatti i piani al 2050 sono in corso di revisione; ma non lo fa “a naso”. Perciò noi non siamo in grado di contestare le sue conclusioni e le diamo per acquisite. Se lei è in grado lo faccia, ma non con i conti della serva.

      • gentile sig. Massimo, come ho ho risposto al sig. Nieddu lo farò senz’altro appena mi libero da dei lavori urgenti. Nel frattempo la invito a leggere un articolo che riguarda appunto Terna e le centrali a carbone di cui ho allegato un link qui sopra.

        • Ho letto il link. Mi pare che abbia poco a che fare con le proiezioni al 2030 e 2050. Anzi, a mio parere dimostra che finchè non ci doteremo di una capacità adeguata di generazione da fonti rinnovabili, continueremo ad essere schiavi non delle nostre scelte energetiche (gas al posto del carbone) ma dei capricci del mercato e di pochi autocrati stranieri. Auto elettrica o auto termica che sia.

          • Salve sig. Massimo
            in realtà questa informazione l’ho letta per caso, ma potrebbe essere interpretata come una risposta se il secondo phon andrà a carbone: in effetti potrebbe essere che già da ieri qualche phon in più stia andando a carbone.
            Ma vede, il problema sta tutto qui: se escludiamo il nucleare per motivi forse populistici ma anche di costo per la realizzazione di centrali di nuova generazione quale potrebbe essere la fonte sostitutiva alle fossili? E qui mi aspettavo che lei mi chiedesse cosa centrava l’analisi delle fonti disponibili cosi magistralmente illustrata dal prof. Colombo con la meccanica delle vibrazioni: la risposta è semplice… NULLA. Ma correva l’anno 1978 ed eravamo in piena crisi petrolifera, le domeniche a piedi, le pompe di benzina vuote e c’era una gran voglia di trovare soluzioni. Era il periodo del TOTEM, il progetto che stava proponendo FIAT per esempio, che poi era un sistema di cogenerazione domestica (acronimo di Total Energy Modul). Era il periodo in cui i saccenti prevedevano a breve il costo del barile a 200$. Così il prof. scrivendo un bel po’ di dati alla lavagna, tutti rigorosamente in notazione ingegneristica, faceva una ampia disanima della situazione; ora, mi dispiace che lei non l’abbia conosciuto, ma le assicuro che tra lui e gli ingegneri di Terna con il loro algoritmi complessi la distanza andrebbe anch’essa espressa con notazione ingegneristica. Magari vorrebbe chiedermi se mi ritengo all’altezza di Colombo? ma manco per idea ! probabilmente anche per me vale quello, e anche di più, che ho detto degli ingegneri di Terna che poi sono anche comprensibili dal momento che questo è il loro business. Però alcune cose me le ha trasmesse, per esempio che per analizzare fenomeni complessi è fondamentale osservare le condizioni al contorno prima di buttarsi nell’esecutivo. In altre parole se le chiedessero di analizzare un sistema complesso che nell’intendimento del creatore fornirebbe prestazioni che non rispetterebbero le leggi della termodinamica perderebbe solo tempo. E’ un po’ come pensare di caricare una batteria da 1000kwh usandone solo 900, o semplicemente riempire all’orlo un fiasco da un litro avendo a disposizione solo un quartino .
            E i dati sono sempre quelli, la stessa energia solare a mq, l’onda media della costa italiana, il dislivello delle maree, l’intensità del vento. E sono dati che cozzano con le richieste di energia della nostra società. Non credo di sbagliare dicendo che l’unica “fonte rinnovabile” con buone prospettive è il risparmio. Per cui, e qui mi rivolgo al sig. Nieddu che credo sia giornalista, sarebbe molto istruttivo analizzare la reale natura delle energie rinnovabili, perchè si potrebbero avere delle sorprese tipo che l’energia nucleare che compriamo è considerata verde con tanto di certificati. A proposito sembra che a breve alcuni di queste centrali andranno in manutenzione e probabilmente dovremmo integrare l’energia che verrà a mancare …bruciando gas o carbone. Perchè pensare di sostituirla con pannelli f.v. o pale eoliche la vedo dura. Beh non posso che finire spiegando quale era la soluzione avanzata dal prof. : nella sua visione tutto sarebbe dovuto basarsi nel vettore idrogeno che sarebbe stato prodotto in atolli ex poligoni nucleari utilizzando centrali nucleari ed estraendolo dal deuterio disciolto nell’acqua degli oceani. E qui veniva il bello perchè sempre utilizzano notazione ingegneristica e valutando le condizioni al contorno ne ricavava la disponibilità, la quantità di energia, ed il periodo in cui sarebbe stata disponibile. Lo faceva alla lavagna con il gessetto in mano convertendo le sue unità di misura abituali, libbre, pollici, BTU nelle più intelleggibili unità del SI, senza calcolatrici o calcolatori con cui aveva comunque famigliarità.
            E questo lo potremmo fare anche noi se ci fosse la volontà politica e questa non fosse pilotata da lobby che portano avanti interessi di singoli e non quelli della comunità. Per questo è sempre utile cercare di capire sempre un po’ di più, perchè l’ignoranza, il non sapere, porta inevitabilmente alla sottomissione.
            Però ho anche una brutta notizia per il sig. Nieddu che immagino abbia origini sarde: io come le dicevo non sono un termotecnico, ma sono uno strutturista e se quando analizzo questioni di fisica tecnica, che pure conosco, cerco di limitarmi all’esame delle condizioni al contorno od al controllo del rispetto delle tre leggi della termodinamica, per le costruzioni devo sempre approfondire molto e devo dirle che per la stabilità geologica e diagrammi di pseudo accelerazioni sismiche il posto migliore è più economico per realizzare centrali nucleari era, è e sarà sempre la Sardegna. E c’è pure il mare comodo.

          • No, non ho conosciuto il professor Colombo. Ma se mi parla del ’78, credo di poter dire che non disponesse della tecnologia e delle conoscenze maturate nel frattempo. I pannelli fotovoltaici, per esempio, erano strumenti più o meno sperimentali. Sono stati affinati nei decenni successivi nelle applicazioni aerospaziali e oggi hanno un’efficienza uuattro volte superiore, costando un centesimo. Questo significa che l’1% del territorio sarebbe sufficiente a produrre l’intero fabbisogno elettrico italiano. Le pale eoliche non avevano nulla in comune con quelle attuali (che sono già efficienti con pochi nodi di vento) e nessuno aveva idea che potessero essere installate off shore. Infatti l’Italia, che non è favorita dal vento sulla terraferma (tranne, guarda caso, la solita Sardegna e poco altro) ha invece enormi potenzialità in Adriatico. Nel ’78 le batterie erano al piombo, inutilizzabili per stoccaggi di sistema. Quelle al litio lo consentono. E un milione di auto elettriche collegate in rete con tecnologia V2G sarebbero sufficienti a garantire il bilanciamento nei momenti di picco. La gestione della rete è interamente digitale, mentre Colombo nel ’78 usava lavagna e gessetto. Ha perfettamente ragione quando dice che bisogna sempre capire un pò di più. Infatti oggi abbiamo capito un po’ di più di allora.

          • E un papiro il suo, ma non è più tempo di gessetti e lavagne dagli anni ’40 del secolo scorso che già erano d’uso i calcolatori. Poi in un’aula universitaria si usano anche ora. Insomma se La Germania dismette il nucleare, se molti Stati mettono il termine ultimo per la produzione dei motori endotermici, se si pongono al 2030 degli ambiziosi obiettivi di produzione con le rinnovabili, va benissimo anche il risparmio come indica lei, ma soprattutto ci sono case automobilistiche che dal 2025 non produrranno più auto termiche vuol dire che decine di migliaia di ingegneri sono impazziti? Sul nucleare in Sardegna, come mi ha riferito qualcuno che lavora alla Sogin l’isola viene esclusa anche solo per lo stoccaggio delle scorie proprio per il trasporto via mare. E questo dice tutto sulla pericolosità del nucleare, da vivo e da morto (produttivamente).

          • Ah, e per quanto riguarda il conto della serva, basta guardare la potenza in kw del motore di una macchina media, farne la metà, moltiplicarla per 2/3 ore e per il numero di vetture circolanti. Il fatto che sia facile non vuol necessariamente dire che sia stupido.

          • Mi permetta, il calcolo non si fa così. Lei deve prendere il consumo medio di un’auto in kWh per 100 km (pari grosso modo a 14-15), moltiplicarlo per il chilometraggio medio annuo (12.500 km a vettura) e moltiplicarlo ancora per il numero di auto circolanti (38 milioni). Il risultato sarà meno di 75 TWh, pari a circa il 20% del consumo totale attuale, che è di 320 TWh (di cui oltre 100 TWh da fonti rinnovabili). Ora calcoli quanti anni ci vorranno per rimpiazzare l’intero parco auto italiano, ammettendo che dal 1° gennaio di quest’anno si vendessero solo auto elettriche e che ogni anno se ne vendessero 2 milioni, massimo storico, mentre ora siamo a cavallo del milione e mezzo. Siamo attorno a 25 anni, ma ne serviranno sicuramente più di 30. Aggiunga che nel 2020 la capacità installata di rinnovabili è cresciuta del 5%, e non è stato l’anno migliore. Ora mi dica se la sua futura auto elettrica, o il suo secondo phon, sarà alimentato da carbone o da elettricità pulita.

  4. Mauro Tedeschini. No, 1981…metti insieme età, tasti piccoli, dito grosso, vicinanza del tasto 0 con il 9 e questi sono i risultati…

  5. Brava! E complimenti per la tua bellissima auto.
    Solo un appunto, le colonnine non bastano mai. E a Bolzano, la mia città, ne vorrei di più! (soprattutto ora che vi sono tanti turisti)

  6. Mettetevela via, ora come ora l’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili non copre l’attuale richiesta, per cui se questa aumenterà per la diffusione dei veicoli elettrici, verra coperta da produzione termoelettrica e fonti fossili oppure dal nucleare …e allora vorro’ vedere I gretini come la prenderanno.

    • Invece continuiamo ogni giorno di più perché ci interessano le cose concrete: meno veleno nei polmoni, più rinnovabili prodotte in Italia. Questa la direzione e ci sono dei buoni motivi di salute e di qualità della vita.

      • Le rinnovabili ora come ora si ridurrebbero sostanzialmente a sole …e basta visto che vento e maree in Italia non sono significative e comunque disponibili sostanzialmente di giorno e non di notte quando le auto sarebbero ricarica. E facendo i conti della serva con un passaggio all’elettrico servirebbe un surplus di almeno 200 milioni di kWh giornalieri che la rete elettrica cosi come è probabilmente non riuscirebbe nemmeno a gestire. Ok, rifacciamo pure la rete elettrica, ma il surplus testa sempre lì…se non si passa al nucleare. E a noi va ancora bene che le centrali termoelettriche bruciano in larga parte gas mentre da altre parti useranno il carbone….ma poi c’è il problema di stoccare l’energia ricavata di giorno, e qui la soluzione piu ragionevole resta l’utilizzo del vettore idrogeno. Ma allora si aprono sviluppi decisamente più interessanti.
        Leggo poi sempre molto spesso ragionamenti in merito ai costi di utilizzo: forse è meglio ricordare che attualmente ogni litro di carburante “dona” allo stato circa un euro, e questa è una cifra a cui non può rinunciare, per cui, e chi va a pesca mi comprenderà bene, dopo aver pasturato lo stato inizierà a pescare e il kWh utilizzato per la ricarica non costerà lo stesso e probabilmente la stessa ricarica domestica verrà regolamentata.

        • I calcoli bisogna saperli fare per presentarli, anch’io ascolto i medici per le malattie e per la disponibilità energetica preferisco affidarmi agli ingegneri di Terna.

          • allora leggo, dal sito che mi avete indicato, che 1 milione di automobili consuma in un anno 2 TWh, da cui considerato che il parco macchine circolante in Italia è di 40 milioni si deduce che il consumo annuale sarebbe di 80 TWh pari a 0.22 TWh che riportato in kWh è pari a :
            0,22 x 1.000.000.000 = 22.000.000.0 kWh
            … o più semplicemente 220 milioni di kWh al giorno. Quanto avevo sparato facendo i conti della serva ..200 milioni kWh ? beh, mi sembra di esserci andato vicino. Ovviamente mi direte che questo è lo scenario a transizione completata, ma anche questo non è vero, perchè in realtà il percorso medio delle auto è di circa il 20% superiore e soprattutto non è nemmeno paragonabile a quello del trasporto merci leggero o pesante e questo processo dovrebbe coinvolgere fin da subito treni ed autobus. Dopo di che sarebbe anche il caso di considerare che i kWh del consumo non sono esattamente quelli assorbiti perchè esistono perdite in produzione, in trasporto ed in stoccaggio. Quindi non mi sembra di fare analisi fuori dal mondo, anche se ammetto che il mio professore di meccanica delle vibrazione che rispondeva al nome di Giuseppe Colombo, quello del satellite Tethered, consulente Nasa che ha fatto le ultime correzioni di rotta del Voyager, le faceva con molta più scioltezza utilizzando unicamente la notazione ingegneristica. Poi sinceramente pensare che se compro un phon in più lo alimenterò a carbone… beh mi sembrano ragionamenti che non depongono molto a favore di chi li porta: in ogni caso se pelato o non pelato invece di asciugarmi la testa in due minuti con un phon volessi seccarmela con due phon per due minuti il consumo del secondo phon sarebbe ottenuto bruciando probabilmente gas o forse carbone se proveniente da una delle sette centrali in Italia. Sicuramente come energia inutilmente eccedente (mi bastava un phon) non dal sole, dal vento o dalle maree. Esiste comunque la possibilità che provenga da una delle centrali nucleari che ci hanno piazzato appena al di la del confine.
            Poi se preferite affidarvi al parere di un gruppo che la corrente la vende… In ogni caso l’opzione nucleare è sotto l’albero (io peraltro non sono aprioristicamente contrario)
            Ah grazie del consiglio di fidarmi degli ingegneri, lo sono dal 1081

          • Lei ragiona come un no vax: se vi fidate di chi i vaccini li produce…Ci faccia il piacere. (Terna non produce energia ma la dispaccia, tra l’altro)

          • Nella risposta che è ancora sotto osservazione mi sono accorto di una imprecisione: dove è scritto 0.22TWh si deve intendere 0.22TWh/giorno.

        • Proseguiamo con i conti…
          22.000.000 kWh in un giorno significano 22.000.000/24 = 916.666,666666667 kWh ogni ora del giorno.
          In realtà si ricava, anche dimensionalmante, come quel valore sia anche una potenza kW [kWh/h] costante richiesta per produrre quella energia.
          Quindi 920.000 kW ovvero 920 MW o circa 1 GW…
          Ecco, questo ultimo numero non mi sembra un enormità, la potenza installata già ora in Italia lo coprirebbe tranquillamente.

    • Quindi se lei comprerà un phon in più, lo alimenterà a carbone? Questi sono ragionamenti veramente gretini (ma con la c)

  7. ha ragione Berth , per i 20 pollici non fanno pneumatici invernali. io però ho cerchi da 30 con estive e cerchi da 19 con invernali.

  8. La ragazza è stata sempre fortunata che qualcuno le abbia dato la possibilità di caricare la batteria. Non sempre le persone sono disposte a “regalare” o comunque far attaccare la spina ad uno/a sconosciuto/a. Penso che ciò che ha fatto la ragazza sia un po azzardato/egoistico pensando di sfruttare le persone per suoi fini personali non emergenziali seri.

    • Simone ora non esageriamo, non era colpa sua se finiva l’autonomia. E’ un problema tecnologico, poi se io mi viene chiesto aiuto non penso mica all’egoismo. E alla fine parliamo di cose serie. L’auto elettrica esiste per ridurre il problema ambientale, quindi massimo plauso a Lisa che l’ha sperimentata già dal 2014.

  9. Perché da manicomio? esempio i giardinieri che vanno in giro con la tanica per motoseghe, tosaerba, etc sono da ricovero immediato?
    Capisco il discorso sicurezza ma se appunto è una tanica a norma cosa ci sarebbe di sbagliato? Stante che oggi è anacronistico farlo, perlomeno per chi non vive nella tundra..

  10. L’importante è che non la compri con i cerchi da 20 altrimenti sul Bondone non ci vai.
    Non fanno le termiche, non sono catenabili e la BMW dice ‘non me ne frega niente’.

    • Berth, ma perché? Posso chiederle perché?
      Perché scrive che non fanno pneumatici invernali per i3? Li fanno fin dalla prima versione del 2013.

    • Ciao Berth!
      Con BMW i3 cerchio da 19 e gomme termiche sono arrivata sul Monte Bondone, senza alcun problema! Strade e tornanti con ghiaccio e neve, in più c’era una grande nevicata in atto!
      Le gomme termiche hanno aderito perfettamente anche senza il bisogno di installare le catene. Inoltre, grazie al sistema antisbandamento, di cui Bmw i3 ne è provvista, non ho avuto nessun pericolo; vettura perfettamente stabile, tiene molto bene la carreggiata senza sbandare. Veramente mi sembrava di essere a bordo di una 4×4! Sono davvero contenta!

  11. A 15 anni avevo anche io una microcar, andava a miscela, elaborata. Aveva un consumo elevato in relazione al serbatoio per cui l’autonomia era limitata. Come “battery pack” avevo una tanica di miscela sempre piena nel bagagliaio. Era fantastica ma che ansia l’autonomia! Capisco la felicità della ragazza x l’upgrade…

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