La ID.4 è stata anche nel 2024 l'elettrica più venduta di VW Group, ma con un forte calo.
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La più venduta tra le elettriche prodotte da Volkswagen Group? Anche nel 2024 è stata la ID.4, con 182 mila immatricolazioni, seguita dalla ID.3 e dall’Audi Q4.
La più venduta resta la ID.4, ma con 50 mila auto in meno rispetto al 2023
Dopo il consuntivo delle venditedel marchio principale, Volkswagen, il gruppo tedesco ha diffuso una sintesi dei risultati a livello di gruppo. Considerando tutte le motorizzazioni, le consegne hanno realizzato un -2,3% a 9,27 milioni, un calo legato soprattutto alle difficoltà incontrate nel mercato cinese. Se consideriamo le sole elettriche, invece, il calo è stato un po’ più sostenuto, il 3,4% a 744.800 veicoli. Una flessione dovuta soprattutto al mercato tedesco, con la cancellazione degli incentivi, e al mercato americano (-30%). La quota dell’elettrico sul totale resta ferma all’8,3%, un risultato considerato ancora insufficiente, anche se nell’ultimo trimestre dell’anno la quota è salita al 9,5%. Quanto alla classifica dei modelli più venduti, l’accoppiata ID.4-ID.5 resta saldamente in testa con 182 mila consegne. Ma con un netto calo rispetto al 2023, chiuso a quota 223.100. In crescita invece la ID.3, con 149.100 immatricolazioni, contro le 140.800 dell’anno precedente. Mentre l’Audi Q4, considerando anche le versione Sportback, risulta in leggero calo (107.700 contro 111.700).
Le consegne di elettriche dei singoli marchi e il confronto con il 2023. Bentley e Lamborghini non vendono EV.
Elettriche in calo (-3%), bene le ibride plug-in (+5%)
In leggero calo anche la Skoda Enyaq iV, da 81.700 a 79.500, e la Cupra Born (da 45.300 a 41.800). E male la Audi Q8 e-Tron, che passa da 49.000 a 28.200 auto vendute. In leggero aumento, infine, le immatricolazioni della Volkswagen ID.Buzz, il nuovo Pullmino (da 28.600 a 29.900). A livello di marchi, invece, tutti appaiono in calo ad eccezione di Cupra, che mette a segno un +6%. La perdita più vistosa è quella di Audi, il 7,8%, da 178.400 a 164.500 auto vendute, un calo dovuto al tonfo della Q8. E cala anche Porsche (-3,7%), che però si sta già prendendo una bella rivincita con gli ottimi risultati della nuova Macan. Dove il gruppo Wolfsburg raccoglie più soddisfazioni è nelle ibride plug-in, grazie alla nuova generazione di modelli con autonomia monstre (fino 143 km). Qui l’aumento delle consegne è stato del 5%, a 270 mila veicoli.
Le vostre auto usate in vendita raccontate sul nostro canale YouTube da Edoardo. Ma potete essere voi a illustrarle mandando un breve video a info@vaielettrico.it
-E cala anche Porsche (-3,7%), che però si sta già prendendo una bella rivincita con gli ottimi risultati della nuova Macan.-
Ma chi è che vi fa le analisi di mercato? 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Vi prego, ste cose non si possono sentire. 🙂
La Macan “a pistoni” fin qui ha venduto circa 80.000 pezzi l’anno.
Quella a batteria, se andrà benissimissimo (ma roba da sogni bagnati) a regime ne venderà 40.000 all’anno.
Secondo me 30.000 sarà già grasso che cola.
Ma guardiamo i numeri di queste grandi soddisfazioni: la Macan EV è in vendita da gennaio 24, le consegne sono iniziate a settembre. Alla fine del 2024 Porsche ha dichiarato di averne vendute in tutto il mondo per circa 18.500 pezzi.
Quindi
1) contando “l’effetto novità” (qualsiasi commentatore che non sia improvvisato sa perfettamente che le vendite del primo anno possono valere comdamente un +25%, ma addirittura fino a un 50% in più rispetto a quelle che poi si avranno a regime negli anni successivi)
2) contando che le consegne del 2024 valgono comunque per gli ordini e i preordini accumulati fin da gennaio
3 )calcolando che il tutto vale circa 1/4 di quello che in media ha venduto il precedente modello nei quattro/cinque anni precedenti
Come si fa a parlare seriamente di “rivincita” e di “ottimi risultati”?
In questi numeri c’è già il germe del disastro santo cielo.
Poi chiaro che posso anche sbagliarmi, fare previsioni è difficilissimo, specie se parliamo del futuro.
Ma non avessi personalmente seguito i dati e le dinamiche del mercato moto per due lustri…
Sinceramente, dal profondo del cuore, ma perchè vi fidate dei comunicati stampa?
La prima cosa che mi hanno insegnato è diffidare dei comunicati stampa 😉 ehehe…
Infatti.
C’è una chiara tendenza che vede molti clienti del segmento premium e luxury cercare auto con un motore termico”, ha commentato il responsabile dell’area Finanza di Porsche, Lutz Meschke.
Il suicidio prevedibile si sta realizzando.
“Szeru”.
Ma non perchè è elettrica.
O almeno: non principalmente.
A farla come si deve e a spiegarla bene, un suo perchè ce l’avrebbe.
Chiaro che se fai come Jaguar… 💅🤭
Dirigenti e responsabili del marketing sono sempre fortemente convinti e motivati sulle proprie scelte ed i propri prodotti… poi arriva il confronto con la concorrenza…
A volte è veramente dura la presa di coscienza.
In tempi così incerti (per i troppi accadimenti internazionali) i cali di mercato su beni costosi e Non “rifugio” sono normali..sempre visti susseguirsi negli ultimi 30 anni.. a maggior ragione quando ci sono pure in vista cambi anche importanti di tecnologie (sia su ICE a vari livelli di elettrificazione che BEV con annunci continui su nuove batterie per autonomie importanti…ed attese).
Sicuramente non potremo più puntare a produzioni europee consistenti; quelle non spostate in penisola iberica (per PUN favorevole) o centro est Europa (per basso costo m.opera e -per ora!- energia) dovranno sicuramente affrontare cambi tecnologici degli impianti (Gigacast, robot A.i.) e minori maestranze ma molto, molto “formate”.
Il resto (modelli semplici a basso costo) andranno bene prodotti direttamente nel mercato africano e asiatico e Sud America (però la concorrenza cinese si farà sentire pesantemente, vista la guerra interna che ancora dovranno affrontare..a più facilmente vista la politica fortemente dirigista del governo di Pechino).
Per ora da VW attendo di vedere le presentazioni di nuovi modelli più adatti al momento: segmenti B/C economici e le superiori più evolute (specie per SW).
Mi auguro che pensino un po’ più agli interessi dei clienti (senza abbandonare i “vecchi clienti ” a vecchi problemi).
La questione è se basta per la popolazione solo una produzione di lusso. Nella mia zona Ferrari e Lamborghini stanno benissimo, eppure in questa zona si trova meno lavoro ed è Meno pagato. Cioè io sono il primo a dire che non possiamo permetterci di produrre solo ” schifezze”, l’ho visto anche n un’ azienda in cui ho lavorato quanto per mantenere una parvenza di competitività con est Europa e Asia davano perlopiù stipendi da fame, trattavano le persone come mer.e e non rispettavano mezzo diritto. Però dobbiamo anche evitare di avere pochissime aziende di lusso o aziende totalmente robotizzate solo perché i datori non vogliono pagare stipendi, ferie permessi ecc. Anche perché poi non circolerebbe più denaro.
Per quanto riguarda Vw pure Io attendo la id2, Anche se non sono mai stato molto amante del brand e delle sue linee (tranne un po’ le golf).
Ciao Howl
Il problema delle case europee (e delle linee assemblaggio in Italia) non è quello di realizzare solo vetture “di lusso ” quanto quello di realizzare prodotti non graditi dalla potenziale clientela.
Finché i nostri marchi europei realizzavano vetture ritenute moderne ed eccellenti e comprate sui mercati più importanti (Europa ma soprattutto Asia e USA) poteva anche star bene di pagare caro gli operai (mantenendo comunque un margine sul venduto); puoi pure lasciare che altri paesi producano le vetture più economiche per il loro mercato ed importarne sul tuo per la clientela meno abbiente (va mantenuta anche un corretto bilanciamento degli scambi internazionali.. cosa di cui abbiamo sempre accusato la Germania -eccessivo disavanzo commerciale intraeuropeo- e Trump nel raffronto con export USA).
Nel momento in cui perdi continuamente acquirenti perché il prodotto è arretrato per tecnologia rispetto ai concorrenti (Tesla e case cinesi) e cali continuamente le vendite più redditizie vai subito in crisi (a maggior ragione se contemporaneamente ti ritrovi costi energetici decuplicati causa guerra RU-UA ed altre tensioni).
A quel punto devi affrontare due “missioni impossibili” contemporaneamente: realizzare prodotti evoluti come la concorrenza (per tecnologia e costi produzione) ed accontentare il mercato interno (e devi avere prodotti economici ma rispondenti alle richieste) senza farsi travolgere dalle importazioni (secondo me il grave errore è non aver fatto prima accordi di produzione su licenza cinese in Europa coi NS stabilimenti+mettere dazi solo su BEV anziché tutte le NEV, libere di entrare quelle Ibride..ed a basso costo).
Per quanto riguarda la politica dei redditi in Europa … la Germania ora si sveglia dai sogni di grandezza…e deve ritrovare uno spirito più solidale ed europeo… e noi italiani dobbiamo smetterla di usare le vecchie politiche di marginare su unico fattore produzione (costo del lavoro tenuto basso) come negli anni della Lira, anche perché per le tensioni internazionali è ricominciata la perdita di reddito netto disponibile con inflazione “importata ” degli idrocarburi acquistati (e qui si torna all’ indispensabile politica di creazione Energia da F.E.R. Non è per “fanatismo green” ma sopravvivenza commerciale ! ).
A fine 2025 vedremo se i nostri “capitani coraggiosi ” del settore industriale (ed automotive) avranno saputo adeguarsi oppure no (e, pur sognando energia da futuri SMR/AMR, devono avere ORA fonti economiche…tra dieci anni siamo già spacciati.).
Ciao Damiano! In linea di massima concordo su tutto, ahimè è un bilanciamento non facile perché le fasce di meno abbienti diventano sempre più ampie e sempre più povere se continuiamo a puntare solo sul marginalizzare su dipendenti e capitale investito/ tecnologia cone dici tu. E a fianco a queste insostenibili aziende “da poco” una manciata di extra lusso tra auto, moda, marmisti e poco altro che da sole però muovono troppi pochi dipendenti e tipi di competenze. Purtroppo questa arretratezza tecnologica è anche affiancata da una culturale, per cui per esempio è difficile aver gente che sappia di diritti umani e civili o insegnanti che sappiano formare cittadini e uomini prima che periti in modo da non vivere in una situazione di homo homini lupus .Servono investimenti per il futuro ma servono da subito, a partire da Fonti rinnovabili passando a potenziare al massimo università e centri di ricerca per recuperare terreno.
Giustamente scrivi “questa arretratezza tecnologica è anche affiancata da una culturale [.. ] che sappia di diritti umani e civili ..” e di legislazione sul lavoro aggiungo.. Che poi è su questo che si son basato tanti”controllori” El mercato del lavoro (spesso “nero”) e del conseguente carico fiscale (spesso evaso e/o autocertificato).
Il guaio è anche la remissività di tanti che (pur laureati) accettano condizioni di lavoro non congrue o, peggio, lavori diversi e sottopagati (alcuni per quieto vivere..altri per rassegnazione..quando non si può o vuole emigrare dalla propria zona ).
Non è neppure un problema di insegnamenti (anche se spesso dicono che manca le figure “formate”) quanto di volontà di fare funzionare tutto l’ insieme di formazione+apprendistato+introduzione al lavoro (retribuito!).
Non se ne esce Senza una presa di coscienza da parte della popolazione votante che indirizzi i programmi politici (da fare poi rispettare nell’ applicazione ! senza restare promesse elettorali)
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Ah ma guarda, in buonissima parte concordo. Di un tema simile ne tratta lo spazio bianco in una lunga intervista legata al mondo del fumetto. Però, tralasciando i fumetti e i lavori artistici, non ne faccio sempre una colpa. Se le condizioni offerte sono pessime vanno riufitate salvo che vi siano grossi problemi familiari su cui non discuto. Altrimenti accettare la ogni solo per dire di avere un lavoro risulta degradante e raramente fa maturare competenza sufficienti un ambiente che ti tratta così. Tuttavia oggi la situazione è molto complicata anche se uno accetta di spostarsi da casa. In linea di massima per un duplice motivo interconnesso: a) costo della vita senza appoggi specie al nord b) scarsa offerta di case in affitto e quel po’ che c’è ha spesso prezzi altissimi. I datori di lavoro lo sanno e di fatti in tantissimi annunci si specifica domicilio in zona. Pure io sono stato rifiutato da diverse aziende perché troppo lontano e se alcune ero a 3/400km altre erano assurdamente a 50-70km eppure per i motivi di cui prima e visto quanto basso è lo stipendio per chi entra nel mondo del lavoro previsto per legge dai vari CCNL questi imprenditori non ti prendono per paura che dopo un po’ il ragazzo molli. Quindi servono tempi molto lunghi e voglia di adattarsi che però sbilanciano il potere contrattuale. Poi pure io ho rifiutato 2/3 offerte in questi anni perché poco chiare ed in generali che puzzavano di mediocrità già dal colloquio e lo stesso ha fatto una mia amica a cui hanno offerto 1000 al mese per 40 settimanali. Però ormai condizioni valide sono diventate quelle che 30 anni fa erano terribili e principalmente perché le nostre industrie non sono cresciute, sono rimaste arretrate (e qui ci colleghiamo a FER ed elettrico), spesso truffaldine come 40/50 anni fa (ma con meno possibilità di crescita e stipendi più bassi) e senza la capacità di usare pienamente gran parte degli studi. Al punto che paradossalmente si trovano bene oggi o alcune figure di perito per così dire rare, ossia non o classici perito meccanico ed elettronico senza ulteriori qualifiche. Questo in Italia, all’ estero poco meglio ora in piena crisi e riescono/ riuscivano a trainare l’economia chi grazie al metano pagato poco o niente chi per un tessuto sociale diverso, l’uso di nucleare ed ex colonie. Però in questi paesi sono più frequenti le grandi aziende che hanno una resilienza e una necessità di ” cervelli” diversi dalla PMI.
Però è verissimo che serva una presa di coscienza del popolo anche se in larga parte ormai è assuefatto da una certa narrativa e non ha i mezzi culturali o economici per ribellarsi. Oltre ormai alla paura di ritorsioni violente visto le ultime notizie.
Ci fosse questa presa di coscienza dovremmo unirci in tutta Europa (almeno nella fascia occidentale) condividendo know how, risorse, creando colossi comuni ecc.
-E cala anche Porsche (-3,7%), che però si sta già prendendo una bella rivincita con gli ottimi risultati della nuova Macan.-
Ma chi è che vi fa le analisi di mercato? 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Vi prego, ste cose non si possono sentire. 🙂
La Macan “a pistoni” fin qui ha venduto circa 80.000 pezzi l’anno.
Quella a batteria, se andrà benissimissimo (ma roba da sogni bagnati) a regime ne venderà 40.000 all’anno.
Secondo me 30.000 sarà già grasso che cola.
Ma guardiamo i numeri di queste grandi soddisfazioni: la Macan EV è in vendita da gennaio 24, le consegne sono iniziate a settembre. Alla fine del 2024 Porsche ha dichiarato di averne vendute in tutto il mondo per circa 18.500 pezzi.
Quindi
1) contando “l’effetto novità” (qualsiasi commentatore che non sia improvvisato sa perfettamente che le vendite del primo anno possono valere comdamente un +25%, ma addirittura fino a un 50% in più rispetto a quelle che poi si avranno a regime negli anni successivi)
2) contando che le consegne del 2024 valgono comunque per gli ordini e i preordini accumulati fin da gennaio
3 )calcolando che il tutto vale circa 1/4 di quello che in media ha venduto il precedente modello nei quattro/cinque anni precedenti
Come si fa a parlare seriamente di “rivincita” e di “ottimi risultati”?
In questi numeri c’è già il germe del disastro santo cielo.
Poi chiaro che posso anche sbagliarmi, fare previsioni è difficilissimo, specie se parliamo del futuro.
Ma non avessi personalmente seguito i dati e le dinamiche del mercato moto per due lustri…
Sinceramente, dal profondo del cuore, ma perchè vi fidate dei comunicati stampa?
La prima cosa che mi hanno insegnato è diffidare dei comunicati stampa 😉 ehehe…
Infatti.
C’è una chiara tendenza che vede molti clienti del segmento premium e luxury cercare auto con un motore termico”, ha commentato il responsabile dell’area Finanza di Porsche, Lutz Meschke.
Il suicidio prevedibile si sta realizzando.
E immagina quante Porsche 718 ev venderanno XD
“Szeru”.
Ma non perchè è elettrica.
O almeno: non principalmente.
A farla come si deve e a spiegarla bene, un suo perchè ce l’avrebbe.
Chiaro che se fai come Jaguar… 💅🤭
Fa sorridere che in fase di lancio le id3 e id4 venivano dipinte come le famose “Tesla killer”. Questi numeri sono impietosi!
Dirigenti e responsabili del marketing sono sempre fortemente convinti e motivati sulle proprie scelte ed i propri prodotti… poi arriva il confronto con la concorrenza…
A volte è veramente dura la presa di coscienza.
…pensa quando la mazda3 si autodefiniva golf killer con lo slogan “golf, ti aspetto fuori”
😂 neppure sul mercato giapponese direi..
In tempi così incerti (per i troppi accadimenti internazionali) i cali di mercato su beni costosi e Non “rifugio” sono normali..sempre visti susseguirsi negli ultimi 30 anni.. a maggior ragione quando ci sono pure in vista cambi anche importanti di tecnologie (sia su ICE a vari livelli di elettrificazione che BEV con annunci continui su nuove batterie per autonomie importanti…ed attese).
Sicuramente non potremo più puntare a produzioni europee consistenti; quelle non spostate in penisola iberica (per PUN favorevole) o centro est Europa (per basso costo m.opera e -per ora!- energia) dovranno sicuramente affrontare cambi tecnologici degli impianti (Gigacast, robot A.i.) e minori maestranze ma molto, molto “formate”.
Il resto (modelli semplici a basso costo) andranno bene prodotti direttamente nel mercato africano e asiatico e Sud America (però la concorrenza cinese si farà sentire pesantemente, vista la guerra interna che ancora dovranno affrontare..a più facilmente vista la politica fortemente dirigista del governo di Pechino).
Per ora da VW attendo di vedere le presentazioni di nuovi modelli più adatti al momento: segmenti B/C economici e le superiori più evolute (specie per SW).
Mi auguro che pensino un po’ più agli interessi dei clienti (senza abbandonare i “vecchi clienti ” a vecchi problemi).
La questione è se basta per la popolazione solo una produzione di lusso. Nella mia zona Ferrari e Lamborghini stanno benissimo, eppure in questa zona si trova meno lavoro ed è Meno pagato. Cioè io sono il primo a dire che non possiamo permetterci di produrre solo ” schifezze”, l’ho visto anche n un’ azienda in cui ho lavorato quanto per mantenere una parvenza di competitività con est Europa e Asia davano perlopiù stipendi da fame, trattavano le persone come mer.e e non rispettavano mezzo diritto. Però dobbiamo anche evitare di avere pochissime aziende di lusso o aziende totalmente robotizzate solo perché i datori non vogliono pagare stipendi, ferie permessi ecc. Anche perché poi non circolerebbe più denaro.
Per quanto riguarda Vw pure Io attendo la id2, Anche se non sono mai stato molto amante del brand e delle sue linee (tranne un po’ le golf).
Ciao Howl
Il problema delle case europee (e delle linee assemblaggio in Italia) non è quello di realizzare solo vetture “di lusso ” quanto quello di realizzare prodotti non graditi dalla potenziale clientela.
Finché i nostri marchi europei realizzavano vetture ritenute moderne ed eccellenti e comprate sui mercati più importanti (Europa ma soprattutto Asia e USA) poteva anche star bene di pagare caro gli operai (mantenendo comunque un margine sul venduto); puoi pure lasciare che altri paesi producano le vetture più economiche per il loro mercato ed importarne sul tuo per la clientela meno abbiente (va mantenuta anche un corretto bilanciamento degli scambi internazionali.. cosa di cui abbiamo sempre accusato la Germania -eccessivo disavanzo commerciale intraeuropeo- e Trump nel raffronto con export USA).
Nel momento in cui perdi continuamente acquirenti perché il prodotto è arretrato per tecnologia rispetto ai concorrenti (Tesla e case cinesi) e cali continuamente le vendite più redditizie vai subito in crisi (a maggior ragione se contemporaneamente ti ritrovi costi energetici decuplicati causa guerra RU-UA ed altre tensioni).
A quel punto devi affrontare due “missioni impossibili” contemporaneamente: realizzare prodotti evoluti come la concorrenza (per tecnologia e costi produzione) ed accontentare il mercato interno (e devi avere prodotti economici ma rispondenti alle richieste) senza farsi travolgere dalle importazioni (secondo me il grave errore è non aver fatto prima accordi di produzione su licenza cinese in Europa coi NS stabilimenti+mettere dazi solo su BEV anziché tutte le NEV, libere di entrare quelle Ibride..ed a basso costo).
Per quanto riguarda la politica dei redditi in Europa … la Germania ora si sveglia dai sogni di grandezza…e deve ritrovare uno spirito più solidale ed europeo… e noi italiani dobbiamo smetterla di usare le vecchie politiche di marginare su unico fattore produzione (costo del lavoro tenuto basso) come negli anni della Lira, anche perché per le tensioni internazionali è ricominciata la perdita di reddito netto disponibile con inflazione “importata ” degli idrocarburi acquistati (e qui si torna all’ indispensabile politica di creazione Energia da F.E.R. Non è per “fanatismo green” ma sopravvivenza commerciale ! ).
A fine 2025 vedremo se i nostri “capitani coraggiosi ” del settore industriale (ed automotive) avranno saputo adeguarsi oppure no (e, pur sognando energia da futuri SMR/AMR, devono avere ORA fonti economiche…tra dieci anni siamo già spacciati.).
Ciao Damiano! In linea di massima concordo su tutto, ahimè è un bilanciamento non facile perché le fasce di meno abbienti diventano sempre più ampie e sempre più povere se continuiamo a puntare solo sul marginalizzare su dipendenti e capitale investito/ tecnologia cone dici tu. E a fianco a queste insostenibili aziende “da poco” una manciata di extra lusso tra auto, moda, marmisti e poco altro che da sole però muovono troppi pochi dipendenti e tipi di competenze. Purtroppo questa arretratezza tecnologica è anche affiancata da una culturale, per cui per esempio è difficile aver gente che sappia di diritti umani e civili o insegnanti che sappiano formare cittadini e uomini prima che periti in modo da non vivere in una situazione di homo homini lupus .Servono investimenti per il futuro ma servono da subito, a partire da Fonti rinnovabili passando a potenziare al massimo università e centri di ricerca per recuperare terreno.
Giustamente scrivi “questa arretratezza tecnologica è anche affiancata da una culturale [.. ] che sappia di diritti umani e civili ..” e di legislazione sul lavoro aggiungo.. Che poi è su questo che si son basato tanti”controllori” El mercato del lavoro (spesso “nero”) e del conseguente carico fiscale (spesso evaso e/o autocertificato).
Il guaio è anche la remissività di tanti che (pur laureati) accettano condizioni di lavoro non congrue o, peggio, lavori diversi e sottopagati (alcuni per quieto vivere..altri per rassegnazione..quando non si può o vuole emigrare dalla propria zona ).
Non è neppure un problema di insegnamenti (anche se spesso dicono che manca le figure “formate”) quanto di volontà di fare funzionare tutto l’ insieme di formazione+apprendistato+introduzione al lavoro (retribuito!).
Non se ne esce Senza una presa di coscienza da parte della popolazione votante che indirizzi i programmi politici (da fare poi rispettare nell’ applicazione ! senza restare promesse elettorali)
Ah ma guarda, in buonissima parte concordo. Di un tema simile ne tratta lo spazio bianco in una lunga intervista legata al mondo del fumetto. Però, tralasciando i fumetti e i lavori artistici, non ne faccio sempre una colpa. Se le condizioni offerte sono pessime vanno riufitate salvo che vi siano grossi problemi familiari su cui non discuto. Altrimenti accettare la ogni solo per dire di avere un lavoro risulta degradante e raramente fa maturare competenza sufficienti un ambiente che ti tratta così. Tuttavia oggi la situazione è molto complicata anche se uno accetta di spostarsi da casa. In linea di massima per un duplice motivo interconnesso: a) costo della vita senza appoggi specie al nord b) scarsa offerta di case in affitto e quel po’ che c’è ha spesso prezzi altissimi. I datori di lavoro lo sanno e di fatti in tantissimi annunci si specifica domicilio in zona. Pure io sono stato rifiutato da diverse aziende perché troppo lontano e se alcune ero a 3/400km altre erano assurdamente a 50-70km eppure per i motivi di cui prima e visto quanto basso è lo stipendio per chi entra nel mondo del lavoro previsto per legge dai vari CCNL questi imprenditori non ti prendono per paura che dopo un po’ il ragazzo molli. Quindi servono tempi molto lunghi e voglia di adattarsi che però sbilanciano il potere contrattuale. Poi pure io ho rifiutato 2/3 offerte in questi anni perché poco chiare ed in generali che puzzavano di mediocrità già dal colloquio e lo stesso ha fatto una mia amica a cui hanno offerto 1000 al mese per 40 settimanali. Però ormai condizioni valide sono diventate quelle che 30 anni fa erano terribili e principalmente perché le nostre industrie non sono cresciute, sono rimaste arretrate (e qui ci colleghiamo a FER ed elettrico), spesso truffaldine come 40/50 anni fa (ma con meno possibilità di crescita e stipendi più bassi) e senza la capacità di usare pienamente gran parte degli studi. Al punto che paradossalmente si trovano bene oggi o alcune figure di perito per così dire rare, ossia non o classici perito meccanico ed elettronico senza ulteriori qualifiche. Questo in Italia, all’ estero poco meglio ora in piena crisi e riescono/ riuscivano a trainare l’economia chi grazie al metano pagato poco o niente chi per un tessuto sociale diverso, l’uso di nucleare ed ex colonie. Però in questi paesi sono più frequenti le grandi aziende che hanno una resilienza e una necessità di ” cervelli” diversi dalla PMI.
Però è verissimo che serva una presa di coscienza del popolo anche se in larga parte ormai è assuefatto da una certa narrativa e non ha i mezzi culturali o economici per ribellarsi. Oltre ormai alla paura di ritorsioni violente visto le ultime notizie.
Ci fosse questa presa di coscienza dovremmo unirci in tutta Europa (almeno nella fascia occidentale) condividendo know how, risorse, creando colossi comuni ecc.