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Le più belle viste a Monaco (ma ci ricordano qualcosa…)

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Il Suv elettrico Smart, in uscita nel 2022, e la VW ID.Life, in arrivo nel 2025.

Le più belle viste a Monaco, secondo noi, sono due piccole elettriche in arrivo: il Suv Smart, su strada già nel 2022, e la VW ID Life, attesa nel 2025. Eppure…

Le più belle viste a Monaco? Due piccoli Suv

le più belle viste a Monaco
La Volkswagen ID Life, in arrivo nel 2025 e, sotto, il Suv della Smart, in vendita dall’anno prossimo.

I costruttori tedeschi pensano di aver trovato la quadra. Dato che costruire citycar elettriche è considerato un business in perdita (con quel che costano le batterie…), hanno pensato di adattare anche alle piccole la moda dei Suv. Ecco quindi le utilitarie con le ruote alte, in grado cavalcare un fenomeno che sembra non finire mai e di strappare prezzi che sarebbero impensabili con citycar “normali“. La Volkswagen, per la verità, ha premesso che la sua ID. Life non arriverà prima del 2025, dato che c’è ancora parecchio lavoro da fare per riuscire a vendere una macchina come questa in una forbice che sta tra i 20 e i 25 mila euro. La Smart con il suo “Suvvino” arriverà molto prima, aiutata anche dal fatto che si costruirà in Cina. E che il partner della Mercedes in questa avventura, la Geely, assicura di avere il know-how (anche nelle batterie) per lavorare a prezzi competivi.

Quell’idea di auto la Fiat la presentò nel marzo 2019

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La Fiat 120, il prototipo svelato a Ginevra nel marzo 2019: un progetto (mai nato) in anticipo nei tempi.

Che dire? Ci sembrano le due auto più interessanti, se non le più belle, viste al Salone IAA di Monaco, tra tante novità elettriche. Tanto più che sono in grado di ospitare batterie piuttosto capaci, con autonomie di oltre 400 km, più che sufficienti per auto di questo tipo. Eppure, da italiani, ci rode un po’ vedere che alla fine questi due grandi gruppi tedeschi hanno finito per adottare una filosofia di vettura che la Fiat aveva capito in largo anticipo. Correva il marzo 2019 quando, al Salone di Ginevra, i top manager della Fiat si pavoneggiarono (giustamente) con un concept intelligente come la Centoventi. Lo fecero tra gli “oh” di ammirazioni generali, nella consapevolezza di avere trovato finalmente qualcosa di anticipare i trend di mercato, dopo anni passati a rincorrere le idee altrui. Poi? Non se n’è fatto nulla. La proprietà Agnelli-Elkann era in fase di smobilitazione, in attesa di dare le chiavi di casa al nuovo socio francese. Della Centoventi non si sa più nulla: resterà solo il ricordo dell’ennesima occasione perduta?

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Un’altra immagine della Volkswagen ID Life, una delle reginette del Salone di Monaco.

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9 COMMENTI

  1. Ho lasciato qualche giorno fa diversi commenti nel web sul fatto che la VW Id life è una scopiazzatura della Fiat concept Centoventi e perché Fiat non si decida una volta per tutte a tirar fuori questa vettura, sperando che non venga deturpata il suo design quando sono soliti fare in fase di produzione.
    La somiglianza è talmente palese che quasi quasi sembra che il gruppo Stellantis gliela abbia passato sotto banco al gruppo VW.
    Ma perché mi domando?

  2. De gustibus, a me piace più la Centoventi… E queste due me la ricordano parecchio.
    Comunque era ora che iniziassero a proporre modelli più piccoli; c’è bisogno di vendere più auto elettriche e questo può accadere solo se il prezzo scende.
    E in città, terreno ideale per le elettriche, non c’è bisogno di mega suv.

  3. Purtroppo noi italiani siamo geniali, poi però o ci perdiamo in tempi inesorabili e perdiamo l’occasione propizia o scappiamo al estero.

    Non ho mai capito questa filosofia, speriamo che le nuove generazioni anticipano i tempi e imparano a cavalcare l’onda.

    Per il resto altri SUV senza nesso

  4. Non capisco cosa c’entra la Centoventi con la ID Life, 2 auto completamente opposte. Cosa c’entra la “filosofia di vettura”? Sono 2 auto compatte, a parte questo non hanno nulla in comune.
    Mentre la ID Life è un’auto concreta, che offrirà 400 km di autonomia, la Centoventi è un’auto ridicola, che pensava di fare business vendendo pacchi batteria modulari (un’idea che infatti nessuno ha ripreso per una citycar): quello base garantiva appena 100 km di autonomia (ve l’immaginate acquistare un’auto con appena 100 km di autonomia?), però era possibile tramite “upgrade” portare l’autonomia a 500 km.
    Se qualcuno ha una minima idea di processi di produzione, si rende conto che il costo per gestire questa modularità era talmente alto da mangiarsi qualunque tipo di vantaggio: già proporre più versioni della stessa auto con diversi pacchi batterie ha un costo maggiore che proporre un unico modello con un’unica batteria, figuriamoci poi il costo del modulo per la gestione degli upgrade, con telai e altre soluzioni ad-hoc per un unico modello. In pratica una Fiat Centoventi con 400 km di autonomia sarebbe costata probabilmente 10000 euro in più rispetto ad una Renault 5 o ad una ID Life. Non che l’idea sia da buttare, ma non ha senso proporla sulla tua prima elettrica economica perché così ti stai boicottando da solo.
    Certo, la centoventi presentava altre soluzioni “interessanti”, il cruscotto “componibile”, le portiere controvento, i sedili eliminabili ma, concretamente, queste sono sciocchezze da prototipo, metterle tutte insieme su un modello low cost di serie è impossibile per Stellantis senza far schizzare il listino.
    Infine c’è il problema estetica: la Centoventi non è aggraziata come le concorrenti, presentando una linea divisiva (a me personalmente non piace) a differenza di Smart, R5 e ID Life che invece mi sembrano molto più riuscite. E questo non è un bene perché generalmente il prototipo è sempre bello e da quello se ne deriva una versione di produzione più semplice e meno bella: ma se già il prototipo fa arricciare il naso …
    Se hanno sospeso il progetto avranno analisi che più o meno riporteranno considerazioni come queste.

    Diciamoci la verità: i tanti “oh” davanti alla Centoventi erano dettati più dalla voglia di vedere una citycar della Fiat che non dall’oggetto in sé, ancora immaturo e poco convincente. In pratica gli “oh” erano partiti prima ancora di guardarlo, il prototipo. Quello che mi spaventa della Fiat è questa sua assenza di innovazione: Stellantis ha parlato dei suoi piani per l’elettrico ma non c’è nulla che colpisca, nulla di nuovo, tutto molto scialbo, tutto sull’ “appena sufficiente”, il minimo sforzo possibile per il minimo risultato necessario giusto per non scomparire.

    • Se a lei non piace parli per lei! Personalmente la 120 era un tipo di auto che avrebbe fatto centro anche proposta con la piattaforma CMP di PSA quindi senza tutto un discorso tecnico su batterie e portiere controvento tipiche di una concept. Per il resto parli per lei, cosa sa cosa pensavano chi ha visto il concept ed è rimasto stupito “prima di vederla”?
      I suoi diktat da Giucas Casella dei poveri valgono il tempo che trovano, vedremo la ID.Life che numeri farà quando uscirà nel 2025, forse verrà surclassata nelle vendite da una Model2 e forse non la vedremo mai.

      • Antonio tranquillo, la Centoventi si farà, nonostante tutto. Il progetto è confermato. Vedremo con i costi, per avere un’auto “normale” con quello che offre la concorrenza (5 posti, vernice a scelta, un vano porta oggetti, un display per l’infotainment, batteria, etc. etc.) quanto costerà. Dopotutto ci sono auto come la Microlino che partono da 12000 Euro, perché non darmi 15 per una Centoventi con pari autonomia, magari auspicando che offra 4 sedili nella configurazione base. Se gli italiani hanno comprato la Twizy, le microcard, le Microlino, le Fiat 500 elettriche a 26000 Euro, perché non dovrebbero comprare anche una CentoVenti componibile?

  5. Vado un filino ot, spero mi perdoniate. Della R5 son usciti anche dei dati tecnici? Vista in alcune foto e video direi che è meno spigolosa di quel che mi pareva, ma resta comunque molto bella

    • La Renault 5 mostrata in questi giorni è proprio il prototipo che avevano fotografato mesi fa: io la trovo fantastica. Molto sportiva, minigonne, spoiler, altezza da terra contenuta, passaruota allargati, fari cattivi, pure gli specchietti sono “racing” (dubito la versione di serie li avrà così piccoli visto le norme per l’omologazione). Mi chiedo se certe soluzioni, come le luci di posizione “sporgenti” e tutte le altre luci saranno così anche sulla versione base, ne dubito.

      Per la R5 al momento si vocifera di batterie NMC (come tutte le Renault elettriche dei prossimi anni) con autonomia fino a 400 km (se solo penso che la Megane base elettrica appena presentata si limita ad offrire appena 300 km di autonomia mi viene da piangere). Per la Alpine R5, la versione più pepata, si parla di 218 cv e disponibilità dal 2024: un dato deludente, quello della potenza, soprattutto per ciò che riguarda la R5 base che probabilmente offrirà molti meno cavalli per non “infastidire” la sorella maggiore. Un vero peccato il dato della potenza, ma se il prezzo sarà davvero contenuto come dicono ce la faremo bastare …

      P.s.: a me piace proprio gialla come il prototipo …

      • Si, gialla anche a me fa impazzire. Se è, e mi pare lo sia, lo stesso giallo che ho visto su alcune peugeot è stupendo anche in condizioni di luce/sporco reali. Dalle foto mi pareva meno curva dietro, ma sicuro non mi dispiace 😛
        Se confermano i 400km sarà sicuramente il mio obiettivo visto che immagino la Alpine starà almeno 10k euro più in alto col prezzo

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