La nostra azienda chiude (componenti diesel), colpa dell’elettrico

azienda chiude

La nostra azienda chiude, produceva manicotti per i motori diesel della VM di Cento, ci scrive Giovanni. Che incolpa l’elettrico (e anche noi) di questo disastro. Ecco la lettera e la nostra risposta. Per scriverci la mail è info@vaielettrico.it
La nostra azienda chiude
L‘azienda per cui lavorava l’autore della lettera produceva manicotti per motori diesel per la VM di Cento (Ferrara).

La nostra azienda chiude, perdiamo il lavoro in 89: i cinesi ci divorano e voi siete complici

“Vi comunico che la nostra azienda ha chiuso definitivamente. Abbiamo perso il lavoro in 89. Una volta il livello di produzione era incredibile (componentistica diesel). Grazie alla vostra inutile demagogica idea ambientalista state distruggendo un intero settore. I cinesi ci stanno divorando. L’auto elettrica è un bufala, e voi siete complici di migliaia di famiglie senza più lavoro.

Noi eravamo un piccola azienda che produceva manicotti per la VM di Cento, ma tanto che ve ne importa. Continuate a fare gli sponsor per le auto elettriche. Bravi Continuate così. Venite a fare un giro  anche allo stabilimento Stellantis di Melfi. Complici!! Siete Complici!Giovanni Leonetti

La nostra azienda chiudeTutta la nostra solidarietà, ma le colpe vanno cercate altrove

Risposta. Ci sarebbero molte cose da dire per commentare questa lettera. Ci limitiamo alle due che ci stanno più a cuore. La prima è esprimere la più totale solidarietà a chi perde il lavoro, soprattutto se non è più giovanissimo e le possibilità di ricollocarsi non sono tante. Quindi: massimo rispetto. La seconda è ribadire che noi non siamo complici di nessuno, come dimostrano le migliaia di articoli che abbiamo pubblicato e, ancor più, i nostri bilanci. Siamo solo un gruppo di giornalisti che ha deciso di seguire questa svolta elettrica nel mondo della mobilità. Pubblicando tutto, anche le lettere e le notizie più critiche, come ben sa chi ci segue.

Una cosa però va chiarita: la crisi delle motorizzazioni diesel viene da molto più lontano dell’avvento dell’elettrico, che continua ad avere una quota minoritaria delle vendite. In Italia il 5%, in Europa il 14%. A farla da padrone sono le motorizzazioni ibride, che sono tutt’altra faccenda. La storia dell’automobile, purtroppo, è questa: le tecnologie cambiano e chi lavora nell’indotto viene abbandonato al suo destino. Ma alla grande industria oggi fa comodo far credere che se si vendono meno auto la colpa è tutta dell’elettrico. L‘ennesimo inganno a cui purtroppo i grandi giornali fanno da cassa di risonanza.

– Leggi anche:La nostra azienda chiude incentivi alle auto elettriche anche nel 2025? Il Governo ci sta pensando, i soldi ci sono

Visualizza commenti (44)
  1. Leggo l’ulteriore risposta dello sfortunato lettore che ha perso il posto del lavoro, il quale sembra non vedere:
    1. i disastri dell’estrazione del petrolio,, senza possibilità di riciclare ciò che è già stato estratto come avviene per i metalli e i componenti delle batterie. Forse pensa che la benzina e il diesel sgorghino magicamente al distributore
    2. la miopia del suo datore di lavoro, che è superata evidentemente solo dalla sua. Se non la prende in considerazione significa che lo difende. Allora c’è poco da fare…
    3. i limiti fisici di efficienza del motore a combustione, oltre una certa soglia non possono andare (60% a dire tantissimo, contro un 98% del motore elettrico) quindi non c’è più niente da migliorare
    4. quanto a Bruxelles… pensa che sia il potentissimo Belgio a dettare le regole? O magari la Germania… che non mi pare abbia nulla da perdere (bmw, mercedes, gruppo vw…)

    Sinceramente, avendo letto tutte le risposte, anche molto dettagliate, che lui le definisca sterili è assolutamente offensivo e totalmente fuori luogo. Ci sono state battute come quelle del ferro di cavallo e della carrozza, ma molti hanno colto perfettamente nel segno. A questo punto dico: che selezione naturale sia, buona ricerca di un nuovo posto di lavoro, come ho fatto io quando senza alcuna lungimiranza non mi sono adattato.
    Lorenzo

  2. Fatale errore di valutazione della parte manageriale. Ecco il vero responsabile del vostro licenziamento.

  3. Anche io avevo una fabbrica di ferri da cavallo.
    Non li compra più nessuno, è tutta colpa delle automobili.

  4. Lo sfogo di chi perde il lavoro è comprensibile ma i 33 messaggi di risposta finora sono eloquenti: in sintesi, chi sta fermo (niente innovazione), prima o poi muore (fallimento).

    L’azienda distrugge il capitale ma prima elimina posti di lavoro.
    Quando l’azienda va in crisi, si dovrebbe essere distaccati: non va, me ne vado. E studiare, studiare, studiare. Servono competenze, capacità e abilità.
    Facile da scrivere, difficilissimo da fare.
    Ma dare la colpa agli altri serve solo a sgravare la propria, purtroppo.

    Auguri a tutti ma io, in questo mese, nel solito tragitto di 200 km Tra Friuli e Trentino, con temperature sui 15-17 gradi, ho un consumo medio di 9,8 kWh/100 km alla media di 55 kWh. La peggiore, a gennaio, – 5°C, intorno a 19 kWh/100 km.
    Nell’ultimo caso, 1 litro equivalente di diesel o benzina ogni 50 km.
    In quello precedente, 1 litro equivalente per 100 km.

    E da 3 mesi, solo con il sole…benedetti cinesi (ma anche Tesla, Volkswagen…)

    troppi nostri (im)prenditori sono stati miopi, voraci, famelici. Hanno riempito il salvadanaio e si salvi chi può.

    1. Mi spiace che abbiate chiuso e perso il lavoro, siete entrati anche voi nel club di molti umani , la colpa non è dei dipendenti, non è per colpa della transazione e tanto meno delle auto elettriche visto e considerato che se ne vendono veramente un inezia quindi incolpare EV è solo nascondersi dietro un capo espiatorio , per non ammettere il menefreghismo dei titolari o CEO che se ne sono fregati del futuro dell’ azienda, lo so sono parole pesanti ma è la pura verità, io in vent’anni da titolare ho cambiato talmente tante volte la tipologia di prodotti lavori che la maggior parte me li sono dimenticati però non ho mai avuto problemi di avere lavoro, ho chiuso solo perché quando ha deciso di farmi chiudere non pagando le fatture e lasciandomi nella mer.a ma ho sistemato i miei dipendenti e io il giorno dopo la chiusura ho cominciato da un altra parte come dipende, quindi se si hanno le competenze e le capacità il lavoro si trova, se ci si fosilizza sul propio orticello non si va da nessuna parte, ( esempio lampante di questa azienda e molte altre ) quindi bisogna studiare , studiare anche quando si entra nel mercato del lavoro e si continua fino alla pensione e anche oltre , perché la conoscenza è tutto.

  5. Immagino che il buon Leonetti e colleghi abbiamo manifestato dimostrando la loro solidarietà, arrivando anche allo sciopero o al boicotaggio di prodotti, ai blocchi stradali per proteggere le migliaia di lavoratori che hanno perso il posto prima di lui.
    O forse è corso ad acquistare lavatrici, tv, stereo, telefonini, auto, ciabatte, vestiario, accessori vari… direttamente su Alibaba sentendosi intelligente perchè risparmiava.

    In bocca al lupo per una pronta, nuova occupazione.

  6. Le aziende che chiudono ci sono sempre state, ne chiude una, ne apre un altra…. Si cambia lavoro, qual’è il problema? Ho 53 anni e ho cambiato almeno una quindicina di volte, per 15 anni sono stato anche in proprio, ho imparato tanti lavori, non sono mai stato disoccupato per più di una settimana…… Le aziende nel nordest non trovano dipendenti veramente competenti, o che abbiano voglia di fare…… Per piacere, basta con la solita lagna del “ho perso il lavoro per colpa di questo e quell’altro” ……che ormai non ci crede più nessuno

  7. Mi dispiace per chi ha perso il lavoro, non certo per l’azienda fallita che contribuiva indirettamente ad inondare l’aria dei peggiori veleni. Purtroppo per il povero dipendente VM non c’entrano minimamente le BEV, ma sarei stato felice del contrario, ovvero che a fare sparire i motori termici siano responsabili chi compra e promuove le BEV… Magari! Quindi la notizia mi conforta alquanto, il diesel deve sparire il prima possibile e la benzina subito dopo

    1. Più ancora degli imprenditori distratti, quelli che creano e creeranno maggior danno alle loro aziende e ai loro dipendenti sono quelli che credono che l’elettrico sia solo una bolla. E vi assicuro che nel nostro paese sono ancora in parecchi a vedere questo.

  8. Anch’io lavoro in una fabbrica. Noi producevamo oltre il 90% di PVC per imballo alimentare, ma a “causa” del cambiamento climatico e delle nuove regole europee il prodotto che facevamo era bandito. Siamo andati in crisi. Da oltre 110 dipendenti eravamo arrivati a meno di 50.
    Ma non abbiamo demorso. Ci stiamo reinventando, con difficoltà. Ma la colpa è solo nostra, che non abbiamo mai avuto il coraggio di reagire e reinventarci per tempo.
    Nel vostro caso è uguale. Se non sapete approfittare del cambiamento, ma piangete e basta, la colpa non è dell’auto ma solo vostra!

  9. Ma una domanda mi sovviene: la colpa all’auto elettrica per la chiusura della ditta ove lavora, sign. Leonetti, chi ve l’ha detta?
    Perché, da una parte le elettriche non si vendono, dall’altra è loro la colpa della perdita dei posti di lavoro.
    Eh, o l’una o l’altra, entrambe non stanno in piedi.
    Ma lei ha provato a ragionare con la sua testa? Perché le case europee sono in crisi profonda non per l’elettrico, bensì perché i grandi numeri che facevano in Cina, non li fanno più.
    Ed allora, pur di mantenere i loro ottimi utili, hanno alzato a dismisura i prezzi in Europa.
    La conseguenza, ovviamente, che anche di qua le vendite si contraggono.
    D’altronde, una panda che di listino è posizionata a 17000€ non è che invogli poi tanta gente ad acquistarla.
    Poi, De Meo, Renault, ha detto che la stessa Renault vende 1 milione di auto in meno all’anno ed ha utili come mai ha avuto in tutta la sua storia.
    Ed allora, cosa possono dire, per giustificare la chiusura di fornitori, fabbriche e licenziamenti?
    Forse che la colpa è loro che vogliono ugualmente utili faraonici, oppure cercare di scaricare la colpa su qualcun altro?
    Beh, in Italia la si fa facile, basta dare la colpa ad un altro; e quale bersaglio migliore dell’elettrico?
    Ormai è diventato il capro espiatorio per qualunque problema.

  10. Commenti sicuramente condivisibili, sono tante, troppe, le aziende italiane che non hanno potuto ma soprattutto voluto guardare avanti, prestando poca attenzione al mercato, facendo pochissima ricerca e innovazione, e questo anche causato dallo scarsissimo supporto dello Stato.
    Detto questo però chiedo al Sig. Leonetti, il suo abbigliamento é Made in Italy? E tutti i suoi device? E gli elettrodomestici, le suppellettili, e una infinita sfilza di oggetti che ha in casa?
    Molto probabilmente sono largamente Made in PRC o qualsivoglia altro paese del Far East, tutti articoli un tempo prodotti in Italia, questo ha provocato negli ultimi 2 o 3 decenni la chiusura di numerose filiere produttive italiane, con anche qui tantissime persone che hanno dovuto reinventarsi un posto di lavoro.
    Già, ma quando i problemi sono altrove i problemi per noi non ci sono

  11. I dati sul diesel 5% e benzina 14% letti sulla risposta di vaielettrico mi sembrano leggermente “sfasati” 😉

  12. Ho letto tutti i commenti (attualmente 19) e non ce n’è uno che, dopo aver espresso il proprio disopiacere, non abbia detto che l’errore è di chi gestisce la VM che non ha capito in tempo che sarebbe andato a finire così!

    Quando i primi computer personali cominciavano a mostrare le loro capacità, la Olivetti capì immediatamente che non avrebbe potuto più vendere nè le sue magnifiche macchine da scrivere e tantomeno continuare a produrre calcolatriuci meccaniche.

    La decisione fu presa per tempo e il risultato fu che accanto al PC dell’IBM nacque l’M24 che aveva anche delle caratteristiche superiori agli XT di IBM.

    Quindi oggi non c’è bisogno della “ZINGARA per capire che la componentistica delle auto termiche sarà sempre meno richiesta.

    C’è chi costruisce ancora pistoni, bielle, alberi motore e alberi di distribuzione, poi ci sono quelli che producono radiatori, marmitte di scarico, alternatori e tanti altri pezzi che non serviranno più quando tutte le auto saranno elettriche.

    Molti di queste fabbriche potrebbero chiudere a breve per gli stessi motivi di VM e dunque tutti dovrebbero PER TEMPO convertirsi e produrre batterie di trazione, raddrizzatori, inverter, motori elettrici progettati per le BEV e altri componenti che saranno sempre più richiesti.

    Basta reagire a tempo riconvertendosi alle nuove tecnologie e tutte quelle fabbriche non solo sopravviveranno, ma molto probabilmente vedranno crrescere giorno dopo giorno la vendita dei nuovi prodotti. C’è ancora abbastanza tempo per rinnovarsi perchè per fortuna le BEV aumenteranno in tempi lenti e sufficienti e compatibili con i cambiamenti.

    Solo Salvini può pensare che la soluzione a questo problema, che non è solo della VM, si ottiene frenando la crescita delle auto elettriche rallentando l’espansione delle BEV, e solo chi crede in lui può pensare che i pezzi meccanici debbano continuare a vendersi.

    VaiElettrico non ha nessuna colpa, direi anzi che tenendo informato il mercato sulla crescita inesorabile delle BEV, dovrebbe essere considerata una CAMPANA da apprezzare per la sua contribuzione a far capire a privati e IMPRENDITORI che devono adeguarsi per tempo convertendosi alle nuove necessità della tecnologia.

    Ripeto ancora che anche io sono dispiaciuto della chiusura di una fabbrica che dava loavoro a molti operai da molti anni, ma non posso non ricordare il proverbio che dice: CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE STESSO.

    franco@ffellico.com

  13. Be si, anche quelli che producevano bottiglie in vetro per il latte hanno chiuso quando sono arrivate quelle di plastica, e quindi?

  14. Ha ragione!
    Torniamo al cavallo e la carrozza! Io facevo paraocchi per cavalli ed ora ho perso il lavoro!

  15. In realtà un po’ di ragione il Sig. Giovanni ce l’ha: questo sito è gestito da Vaielettrico s.r.l. che, da visura camerale

    1. LA SOCIETA’ HA PER OGGETTO LA PROMOZIONE, IN ITALIA E ALL’ESTERO,
    DELL’INNOVAZIONE IN TUTTE LE SUE FORME, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’AMBITO DELLA MOBILITA’ ELETTRICA IN GENERALE, ATTRAVERSO L’ATTIVITA’ EDITORIALE,CONVEGNISTICA, CONSULENZIALE, STATISTICA, E IN GENERALE OGNI ALTRA ATTIVITA’ FINALIZZATA ALLO SFRUTTAMENTO ECONOMICO DI INIZIATIVE LEGATE AL TEMA DELLA INNOVAZIONE NEL CAMPO DELLA MOBILITA’ ELETTRICA

    1. Ma ha torto a pensare che la colpa della chiusura della sua azienda sia dell’auto elettrica. La crisi dei produttori di auto, o meglio del numero di auto vendute, va cercata in molte altre direzioni. Per esempio: è un dato di fatto che i prezzi delle auto sono saliti del 60% mentre gli stipendi degli italiani sono addirittura diminuiti… come si può dare la colpa all’auto elettrica???

  16. E i maniscalchi allora ? cosa dovrebbero dire ??
    CHe il signore è responsabile per aver lavorato per anni per una ditta che ha contribuito a distruggere il loro lavoro ?

  17. Lettera inviata più per frustrazione (comprensibile) che altro, dispiace che la miopia dei proprietari dell’azienda abbia portato a diversi licenziamenti – ma appunto questo è, difetto dell’imprenditore!

  18. Umanamente anche a me dispiace ma il diesel-gate è vecchio di 10 anni. Sono dieci anni che il diesel è in crollo e il mercato si sposta sulle ibride a benzina.

    Cosa dovremmo fare obbligare la gente comprare diesel?

    Fino a ieri le elettriche non si vendevano nemmeno con gli incentivi, oggi fanno chiudere le fabbriche.

    Restando ferma la solidarietà umana, non è che raccontandola come ci piace si cambia la realtà, il diesel NON arriva al 10%. Oggi lo si scopre?

  19. Anche il mio bisnonno è fallito, faceva il maniscalco. Però nessuno si sente in colpa quando le persone si ammalano di cancro per tutta la schifezza che respiriamo, nessun complice?

  20. Questa cosa è incredibile,il signore che si lamenta giustamente per la perdita del lavoro,ha sbagliato totalmente bersaglio,ci sono decine di casi in cui le aziende chiudono perché purtroppo non stanno al passo coi tempi, specialmente in Italia ed Europa,quanti dipendenti aveva nokia prima dell avvento di iPhone,che facciamo ritiriamo tutti gli smartphone solo perché hanno sostituito il vecchio cellulari, perché nokia, Eriksson ecc ,non si sono adeguate….tutte aziende europee che sono state soppiantate da asiatiche ed americane, purtroppo questo è solo un esempio

    1. Dovresti prendertela con i dirigenti della tua azienda che non hanno saputo innovare e trovare altri mercati disponibili. Le auto diesel, in ogni caso, continuano ad essere prodotte, quindi puoi dire ai tuoi dirigenti che se non sono capaci, possono cambiare mestiere.

    2. ciclicamente esce sempre qualcuno che cita Eriksson e Nokia a vanvera . Nokia fattura due miliardi e mezzo di euro, Eriksson più di cinque miliardi e mezzo. Queste sono aziende vive e vegete che dovrebbero essere prese ad esempio di riconversione virtuosa, quando hanno capito che il mercato dei cellulari sarebbe stato ormai esclusivamente cinese sono passati ad un campo molto più redditizio che conoscevano bene, quello delle infrastrutture per tlc. Stessa cosa che fece ai tempi Siemens. Mi spiace per i lavoratori ma la loro azienda non poteva pensare di produrre per sempre componenti per auto a gasolio

    1. Raffaele Di Donato

      Il problema non è l’elettrico, ne tantomeno le cinesi elettriche! In Italia si vendono il 3% di auto elettriche, di queste il 95% sono europee. Il problema sono i fantomatici “imprenditori” foraggiati dalla politica che hanno spremuto la mucca fino all’ultima goccia per aumentare il profitto a discapito degli operai! Guardi quanti utili ha fatto Stellantis! Poteva investire in Italia almeno la metà dei soldi, invece preferisce fare chiudere le aziende, produrre in Polonia ed in Marocco e lasciare la povera gente per strada! Elettrico o meno questa azienda avrebbe chiuso lo stesso. E la causa è sempre la cima della piramide, non la base

      1. Sbagli, e di grosso. Un imprenditore ragiona esattamente come un consumatore: compra (forza lavoro) al minor prezzo possibile a parità di qualità. E volendo ben vedere, ha molta più ragione di un consumatore a ragionare in questo modo, visto che deve stare sul mercato ed essere competitivo. Se il nostro costo (lordo) del lavoro è così alto la colpa non è della piramide, semmai della base (i milioni di pensionati a 57 anni, ad esempio).

        1. Chissà se in casa tua riuscite a vivere con “quel” costo del lavoro così alto.
          Ho conosciuto piccoli imprenditori che alla giovane età di 82 anni non potendo vivere con la pensione da 2500 € pretendeva dall’azienda (non più sua ma dai figli) altri 4000 € mese.
          Altri, sempre aziende piccoline con una decina di dipendenti, che per le necessità mensili si facevano bastare fra i 9 gli 11.000 €.
          Poi ci sono gli utili ma quelli sono altra storia.
          Ecco vada pure a dirlo ad operai ed impiegati in affitto con 1400/1800 € di stipendio.

          Poi ci sono quelli che vengono a farti un lavoretto da 4/6, magari ti cambiano un caldaia e gli lasci 3300 €… e la caldaia ne costa non più 6/800.
          Speriamo non lavorino sempre tutti i mesi… altrimenti almeno una pizzetta non gliela leva nessuno.
          Scusate il sarcasmo ma certe cose nel 2025… anche basta.

          1. Avessi capito una sola delle tue obiezioni potrei rispondere. Io parlo di costo (lordo), tu di stipendi (netti). Nel merito, sullo scandalo di un Paese che conta 60mln di cittadini e 24mln di occupati, hai qualcosa da commentare? Perché questa sì, è una cosa che nel 2025 chi mantiene gli attuali pensionati non vorrebbe più sentire…

          2. P.S. io vivo di stipendio, non di utili, visto che sono un dipendente e non un imprenditore. Ma ovviamente hai dovuto spostarla sul personale, supponendo erroneamente che, se non me la prendo con gli imprenditori, debba appartenere alla categoria. E invece no: per non dare la colpa della febbre al termometro, non è obbligatorio essere né sani né malati, basta un po’ di logica.

  21. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Ogni posto di lavoro perso è sempre un problema , ma il problema molto spesso è di Manico , management e visione .
    Kodad ,Blockbuster Nokia , i maniscalchi dei cavalli sono andati male in quanto non hanno visto arrivare il futuro o addirittura hanno cercato di frenarlo .
    Voglio fare un esempio di una azienda del comasco che produceva avvolgimenti ad alta tensione per alimentare i nostri vecchi TV a tubo catodico . L avvento dei nuovi TV LCD avrebbe portato alla fine dell azienda . Il management ha valutato possibili alternative e oggi sono uno dei più grandi produttori mondiali di Pencil coil , la bobina ad alta tensione che alimenta le candele delle nostre auto a benzina .
    Un secondo esempio , una azienda del vicentino produceve 80 milioni di pompette Acqua per le lavatrici , azienda padronale , valutato arrivo dei Turki e cinesi nel mondo delle lavatrici si sono messi a progettare e produrre scooter elettrici e oggi sono una realtà interessante .
    Per cui , Senza bacchetta magica , magari passare dai manicotti ad alta pressione per i motori diesel ai manicotti ad alta pressione per le pompe di calore richieste dai veicoli elettrici, magari potrebbe essere interessante da valutare.
    Non bisogna essere follower me LEADER

    1. Avendo lavorato per quella azienda del comasco, posso aggiungere che vedendo l’avvento dell’elettrico la proprietà ha ulteriormente differenziato, utilizzando il know how di produzione di bobine per produrre componenti per l’elettronica di potenza a bordo veicolo. Quella divisione è stata poi comprata da uno dei giganti Tier1 nell’automotive, e i posti di lavoro nella zona sono stati mantenuti perché c’erano capacità valide da poter utilizzare!

  22. Buongiorno, mi sento di commentare per due motivi: primo, sono proprio di Cento e posso confermare che le crisi della VM (gruppo Stellantis, e ho detto tutto) sono state diverse e cicliche e mi ricordo agitazioni ben precedenti alle cosiddette preoccupazioni per l’avvento dell’elettrico. Ma AMMETTIAMO ANCHE CHE SIA VERO e che l’azienda dello sfortunato lettore stia chiudendo perché nessuno in Norvegia o in Cina compra più auto diesel con motori VM che contengono i loro manicotti (ovviamente non è così, dato che in Italia l’elettrico è marginale e tra l’altro VM si è concentrata anche sui motori marini). Di chi è dunque la colpa? A mio parere di chi non ha saputo adattarsi all’inevitabile. Ed e qui che entra il secondo motivo, perché ho fatto la stessa fine in un altro settore, quello dei servizi di traduzione. Avevo una micro agenzia che funzionava bene. Poi è arrivata l’IA e i nostri clienti hanno iniziato a sfruttarne massicciamente le potenzialità. Le invenzioni, si sa, non si possono disinventare. Ho cambiato mestiere perché i volumi e i prezzi sono crollati. Uno dei miei migliori ex collaboratori ora guida gli autobus. Di chi è la colpa? Dell’IA? No, mia e solo mia, che quando ho iniziato a vedere che google traduttore e altri motori iniziavano a produrre risultati davvero strabilianti ho scelto di rimanere nella mia bolla e non adattarmi e sfruttare i vantaggi dell’IA invece di subirli. Quindi, provocatoriamente dico al lettore, di chiedersi: cosa ha fatto la dirigenza della sua azienda quando ha visto, e lo ha visto, che le cose stavano cambiando? Probabilmente niente perché loro il paracadute ce l’avevano. I dipendenti, hanno fatto pressione sulla dirigenza per capire che intenzioni aveva? Sicuramente non è da un giorno all’altro che la produzione è calata e le prospettive si sono fatte fosche. Poi non sono un esperto ma il parallelismo mi pare calzante. Lascio a voi ulteriori considerazioni e commenti se vorrete. Un sincero in bocca al lupo al lettore.

    1. Apprezzabile per sincerita’ ed obiettivita’.

      Che il business intorno al diesel nell’automotive sia stato incredibile per 15 anni, intoccabile all’inerno delle aziende. Io lavoravo sui benzina e me lo ricordo bene. Pero’ i cicli finiscono, e quello del diesel era una nicchia molto europea la cui crisi si e’ vista arrivare con chiari segnali, semplicemente ignorati.

      Aggiungo che la crisi di FCA e del settore in Italia era evidente nel 2010/2012, ben prima di Stellantis, quando in molti decidemmo di cambiare aria con non poche difficolta’. Ostinarsi a restare nella comfort zone non paga quasi mai.

  23. Avendo vissuto un licenziamento a 52 anni e 2 anni senza lavoro capisco la frustrazione. Sopratutto l’impotenza nel poter incidere sulle politiche aziendali del proprio datore di lavoro. Spesso l’inerzia nel rimanere nella confort zone, o la lettura errata o semplicemente l’impossibilità ad investire in direzioni diverse impediscono di intraprendere direzioni diverse alle aziende che si troveranno come la rana bollita. La rabbia e la frustrazione saranno ancora maggiori quando non ci saranno più margini di conversione e verrete accusati di non aver fatto niente…

    1. Daniele Sacilotto

      Dispiace per chi ha perso il posto di lavoro, anche se ricordo che in Italia nell’industria metalmeccanica l’offerta ad oggi è superiore alla domanda e non poco.
      Ma ciò che mi chiedo è: quando nel 2019, subito dopo il dieselgate, le case automobilistiche europee firmavano un accordo INSIEME all’Europa che prevedeva lo stop al 2035 delle emissioni allo scarico su tutti i veicoli, il suo titolare dov’era? Secondo me, almeno con la testa, già in pensione.

      1. Con la testa in pensione, sì, a voler pernsare piuttosto bene… sicuramente non sarà il caso dell’azienda del lettore, ma quanti imprenditori furbetti hanno iniziato a distrarre fondi dall’azienda con società di comodo e si sono “fatti” la pensione d’oro? Suggerirei al lettore di andare a scavare nei bilanci… se così è stato, non fare proprio niente di niente per riposizionarsi o reinventarsi è quantomeno sospetto….

      2. vero, ma quando si è vissuta una vita lavorativa, magari mietendo successi in un certo contesto, è quasi impossibile pensare in termini diversi. Sopratutto se viene riconosciuta capacità di visione. I nostri “manicotti” era il software ai tempi del mainframe e l’IBM la veritas. I soldi giravano, finché…. tutti a casa, Chi si ricorda del mainframe oggi ?

  24. gabric1953@gmail.com

    Le auto elettriche e il loro avvento è una notizia di molti anni. Non è di oggi. Un imprenditore ha avuto il tempo per trovare una produzione alternativa ad una che si sarebbe contratta nel futuro. La colpa è del pensiero che questa evoluzione non sarebbe avvenuta così presto.

    1. La colpa peggiore a questo punto è chi fa di tutto per tentar di rallentare l’evoluzione all’elettrico… perché creerà molte migliaia di casi simili a questo signore disperato.
      Politici che non regolamentano, imprenditori che non studiano e non programmano guardando al futuro.. ma anche i dipendenti che stanno fermi ad aspettare l’onda di tsunami …. senza guardarsi attorno a tempo… prima di essere in troppi a cercar nuove occupazioni…
      Sono tanti i “complici” a creare situazioni simili…

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