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La Norvegia a un soffio dall’Eden: elettriche al 92,1%

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Norvegia elettriche

La Norvegia è a un passo dall’Eden: un mercato auto fatto solo di elettriche.

Sulle strade innevate della Norvegia spopolano le elettriche.

In dicembre Volkswagen ha venduto l’ultima ICE

Il governo di Oslo aveva fissato per il 2025 l’obiettivo di un mercato del nuovo 100% elettrico. A 20 mesi dalla scadenza, il “miracolo” è praticamente compiuto: in febbraio, i veicoli alla spina hanno occupato il 92,1% del mercato, rispetto al 90,1% dell’anno precedente. Quelli totalmente elettrici hanno toccato il 90%.

La rivista Time ha scritto che Volkswagen ha venduto la sua ultima automobile a gas in Norvegia lo scorso dicembre, e sembra probabile che altri marchi seguiranno.

norvegia elettriche
Colonnine a go go in Norvegia

Tesla Model Y spopola, e ora arrivano anche le prime cinesi…

La Tesla Model Y è stata di gran lunga il veicolo più venduto: ha venduto 1.749 unità, il 23,7% dell’intero mercato automobilistico. Insieme alla Model Y sul podio c’erano la Toyota bZ4x e la Volkswagen ID.4, seguite dalla nuova Volvo EX30 e da due vecchie glorie elettriche come la Nissan LEAF e la Hyundai Kona.

Il tutto in un quadro non roseo per il settore auto che tra crisi economica e alto costo del denaro ha totalizzato il mese scorso solo 7.380 immatricolazioni.

Il risultato avrebbe potuto essere anche migliore, spiegano gli analisti norvegesi, se fossero stati disponibili modelli più economici, entry level. Attualmente in Norvegia l’auto più economica fra le elettriche è la Nissan LEAF da 39 kWh, che parte da 232.600 corone norvegesi (circa 21.000 euro).

Per le strade di Oslo si cominciano a vedere anche veicoli elettrici cinesi, ma dei modelli oggi sul mercato solo la MG4 è entrata nella top 10 delle auto più vendute. E la più economica delle , ha debuttato solo il mese scorso.

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120 COMMENTI

  1. Per chi non lo ricordasse, guido un’ibrida, probabilmente da febbraio dell’anno prossimo passerò ad un’elettrica, non me ne frega assolutamente nulla di difendere i motori termici e non mi manca il cambio manuale perché, ormai da qualche anno, considero le auto di tutti i giorni alla stregua di elettrodomestici. Sono perciò l’utente ideale delle Bev, fatta eccezione per la frequente necessità di lunghi spostamenti in giornata che ancora un po’ cozzano con gli attuali tempi di ricarica.

    Non sono sempre stato così tranquillo ed ho avuto la mia fase giovanile e mica troppo giovanile in cui facevo tutte le curve di montagna in controsterzo o in derapata controllata sulle quattro ruote fumanti e con la testa a guardare fuori dal finestrino sinistro, ma è passata e, tutto sommato, certe cose si possono fare giusto alle 5 del mattino sui passi alpini, visto il traffico dei giorni nostri. Meglio e più sicuro affittare una pista, se proprio il testosterone spinge a correre.

    Ciò detto, fatico tremendamente ad orientarmi nei retropensieri sia di chi ha scritto l’articolo, che in quelli della maggioranza dei commentatori.

    In Norvegia, grazie alla politica fiscale, le auto elettriche costano mediamente assai meno delle auto termiche. In media il 15% in meno, ovvero 44.500 Euro contro gli oltre 53.000 Euro per una termica. Dati del 2021. Sfido che ne vendano di più! Anche se, in proporzione alla popolazione, in Norvegia si vendono molte meno vetture rispetto all’Italia (a prescindere dall’alimentazione).

    Se ne deduce altresì, ma già lo si sapeva, che i norvegesi sono ricchi, perché il prezzo medio delle 10 vetture più vendute in Italia era invece di soli 21.040 Euro nel 2023.

    E’ ovvio che parliamo di due mondi differenti e che là, ovvero in Norvegia, hanno dirottato le enormi finanze pubbliche (derivanti peraltro dagli idrocarburi) per favorire il passaggio all’elettrico. Peraltro anche il prezzo medio delle elettriche effettivamente vendute è elevato e vanno via le più costose, non le citycar, complici i redditi elevati degli acquirenti.

    Fatte le debite proporzioni, state sicuri che, se ci fossero elettriche serie al prezzo medio di 17.884 Euro (ovvero 21.040 meno il 15%) se ne venderebbero anche in Italia.

    E non venite a dirmi del vicino di casa che ha l’Audi cinquemila di cilindrata o del cugino che viaggia col diesel da 90.000 Euro o dell’amico che è un evasore totale e potrebbero tutti comprarsi una flottiglia di Tesla e farle girare da mane a sera tutte insieme con il FSD, ma preferiscono inquinare perché sono dei malvagi brum-brum come i Minions di Cattivissimo Me e fanno la grigliata di nutrie sul cofano bollente di vecchie Lancia Thema 832.

    Non se ne può più (almeno io non ne posso più) di questa assurda aneddottica sugli italiani che odiano le Bev o sono al soldo dell’idrocarburo. E’ tutto un fiorire di “piston head”, “primitivi”, “minus habens” (ah, al plurale fa habentes, almeno insultate rispettando la grammatica) rivolto agli italiani che non hanno un’elettrica o si permettono di esprimere dubbi, ma sono tutte valutazioni soggettive e quello che conta sono le statistiche di vendita dalle quali risulta che in Italia si vendono soprattutto scatolette da due soldi e, pertanto, è ad incentivare questo mercato di autovetture economiche che dovrebbero guardare il legislatore, Vaielettrico e chiunque desideri favorire il passaggio alle auto elettriche. Non al dollaroso Eden norvegese, perché è esattamente come dire ai poveri che non hanno il pane di mangiarsi le brioches (frase erroneamente attribuita a Maria Antonietta che ha sempre il suo perché).

    Poi si potrebbe osservare che, in un’ottica ecologica, sarebbe più urgente favorire il passaggio all’elettrico delle auto aziendali che percorrono molti chilometri, piuttosto che sostituire le city car che macinano 5.000 chilometri annui, ma mi rendo conto che non sarebbe un argomento popolare.

    • Mi spiace Luca, le tue considerazioni sono totalmente fuori luogo e travisanti. Tu mi stai dicendo che io che guido una BEV passo le giornate ad insultare chi guida una ICE, quando invece mi è stato dato gratuitamente in questo forum del “gonzo” da un difensore delle auto ICE, un utente che si riferiva evidentemente al mio iniziale commento, è il secondo originale in basso, ad inizio discussione. Quindi non accetto le tue critiche, a chi piace insultare, denigrare e offendere non siamo certo noi pochi guidatori di BEV, poveri sfigati, ma neanche tanto.

    • Caro Luca, cercherò di mettere ordine nel minestrone del suo commento.
      Per cominciare Vaielettrico ha sempre sostenuto che:
      a) l’elettrificazione del parco auto italiano dovrebbe partire dalle flotte aziendali
      b) che le particolarità del mercato auto italiano richiederebbero più modelli elettrici nei segmenti A e B a prezzi vicini a 20 mila euro e comunque inferiori a 25 mila (cosa che avverrà da quest’anno)
      In secondo luogo, nel segnalare l’esempio norvegese non abbiamo mai parlato di reddito medio, incentivi e via dicendo. Però il fatto che in quel paese il 92,1% del nuovo sia già elettrico dimostra:
      a) che non c’è nulla di impossibile nel passaggio alla mobilità elettrica
      b) che l’auto elettrica è perfettamente compatibile con un sistema elettrico prevalentemente decarbonizzato
      c) che le troppe bufale sull’auto elettrica (per esempio il problema del freddo o l’insufficiente autonomia extra urbana) sono appunto bufale.
      Infine trovo stucchevole il suo sarcasmo su atteggiamenti che Vaielettrico non ha mai avuto. Mentre ogni giorno deve subire gli attacchi di chi ci definisce fan boy o tifosi da stadio. Fan e tifosi stanno in platea: noi l’auto elettrica l’abbiamo comprata e l’usiamo tutti i giorni.

  2. Le rinnovabili sono il presente e il futuro dello sviluppo economico e tecnologico del pianeta, non usarle è stupido .

    Quasi OT
    da qualche mese ..
    Google ha inaugurato la sua prima centrale geotermica in Nevada ,2 km di perforazione orizzontale ..
    forse messa così la notizia non dice nulla,
    ma se a questo si associa “intelligenza artificiale” che è molto energivora e lo diventerà sempre di più nel prossimo futuro ..
    nonostante questo Google dichiara “Energia a zero emissioni di CO2 24/7, entro il 2030”

    le hi-tech ci stanno già salvando dalla mediocrità e dall’ottusità di certi conservatori ..

    perché loro fanno profitto con l’innovazione ;
    ma anche nel contenimento dei costi energetici ..

    Il principe Piero Ginori Conti sarà contento che la sua idea
    sta avendo successo e sviluppo all’inizio del nuovo millennio
    in molti paesi avanzati
    meno per lo scetticismo e l’ottusità italiana peggiorata
    per la mediocrità della classe politica degli ultimi decenni

  3. “Credo sia un gioco di parole che richiama Santorre di Santarosa”…
    Grazie, Enzo.
    Un lampo di luce nel buio di questo blog, popolato da soggetti che si lambiccano il cervello con link, statistiche, grafici, tabelle, considerazioni a vanvera sull’universo mondo….e poi non mettono in fila quattro parole in italiano corrente.
    Che dire poi del moderatore, che dinanzi alla dicotomia della Norvegia (terzo esportatore di petrolio al modo e primo – forse – paese per parco BEV circolante, risponde con la favoletta sul sole la tintarella?!?!
    L’italico acquirente tipo del mercato BEV non è poi tanto diverso dai norvegesi…
    Finché a comprare elettrico c’è convenienza (incentivi statali, niente bollo, niente parcheggi) sono tutti ambientalisti….
    Quando la “zizzinella” (come si dice a Napoli) finisce, il mercato stranamente langue e tutti a dare addosso alla Meloni e al ministro Urso.
    Mi verrebbe da dire “che vergogna”, ma mi taccio…..

    • bene, allora potresti da domani pagare la benzina a prezzo pieno
      scalando la tuo quota parte di 18mld di sussidi statali:
      anche quella è zizzinella, no?

      circa la meloni, beh:
      https://www.youtube.com/watch?v=xYMUibdBoic

      il canale è quello ufficiale del suo partito peraltro: che ci dici?
      la benzina è a 1.850, altro che accise, ha tolto pure gl isconti di Draghi!
      ti taci anche in questo caso?

  4. Mix italiano 2023, comprese importazioni, se ho capito correttamente:

    – 37,6 % rinnovabili nazionali
    – 7 % rinnovabili importate (soprattutto idroelettrico)
    – 9 % nucleare importato
    – 46 % quota termo-elettrica nazionale

    il totale sono i circa 306 TWh sulla rete Terna,
    poi (?) andrebbero aggiunti altri 30 TWh di auto-consumo

    Energia importata: nucleare + idroelettrica
    nel 2023 abbiamo importato circa 1/6 dei nostri consumi:

    – 24 TWh da Svizzera
    – 21 TWh da Francia
    – 5 TWh da vari Paesi

    ed esportato circa 5 TWh

  5. Là ha senso producono almeno il 90% da fonti rinnovabili, da noi facciamo forse un 20% , per cui l anidride carbonica non la emette la macchina ma qualcuno la emette lo stesso… senza contare che un italiano tiene la a macchina almeno 10 anni e se la tecnologia va veloce come nell informatica, rischiamo di avere 40000 euro di macchina che dopo 5/6 é preistoria

      • Le sfugge il significato della parola media, faccia così, provi a installare sul suo smartphone l’app di terna e provi a capire con quel fonte energetica questa sera si è scaldato il piatto di minestrina.
        Sono sicuro che non le sfuggita Piu nulla.
        Saluti

          • Salve, continua a portare argomenti tutti incentrati sull’ansia climatica o ne ha trovati anche di razionali?

          • Bene vedo che sta cambiando argomento, altra tattica dialettica che dopo l’argomento fantoccio conferma che non ha poi così tanto da dire di interessante.
            Inoltre, è come se mi stesse chiedendo come funziona il GPS (cosa di cui mi sono anche occupato diversi anni fa) partendo dall’ ipotesi che la terra sia piatta.
            Forse se prova a smettere di fare interventi utilizzando argomenti fantoccio possiamo anche raccontarci qualcosa di interessante!?

          • Si figuri se nego il cambiamento climatico. Ripeto: l’ansia climatica (che è cosa seria che affligge molte persone) è cosa ben diversa. Ad ogni modo si svia l’argomento quando non si sa cosa rispondere (tecnica consolidata e incentivata), ripeto: si prenda l’app di terna e si guardi ieri sera il mix energetico, invece di citare a sproposito la media.

          • Franco, gentle reminder, riveda la sua posizione.
            Lei prende la fascia serale che è il caso peggiore come esempio, peccato che la fascia serale sono poche ore dove c’è il picco di domanda e il solare smette di produrre. La media è più importante in questo caso perché ci dice quanta energia effettiva abbiamo prodotto con rinnovabili rispetto ai consumi totali. Poi c’è il discorso sugli accumuli, su cui come Paese siamo indietro, ma che saranno inseriti nella rete man mano che la produzione da rinnovabili crescerà, su questo non ci sono dubbi e i piani di Terna lo prevedono. Siamo in piena transizione e siamo anche più lenti rispetto ai nostri concittadini europei, anche grazie alla mentalità di chi guarda “alla minestrina della sera” anziché all’ arrosto del pranzo.

          • Facendo appello a tutta la mia pazienza le rispondo un’ultima volta. Le fonti rinnovabili o a zero emissioni sono: fotovoltaico (solo ore diurne); eolico (diurno e notturno); idroelettrico (diurno e notturno); geotermico (diurno e notturno); biomasse (diurno e notturno); nucleare importato (solo ore notturne). Le basta a placare l’ansia da minestrina?

          • Mi ha convinto Leonardo, parliamo ci cose serie, osservando il mix energetico giornaliero in inverno, al di fuori di ogni slogan sulla media, si nota come le soli fonti rinnovabili non coprirebbero in nessun modo il fabbisogno.
            Ha presente la media di Trilussa, l’effetto è quello.

          • Certo, possiamo parlarne, se lei è altrettanto disposto a parlare del contrapposto eccesso di produzione in primavera, estate e autunno dove le rinnovabili ci darebbero per ben quasi tre stagioni intere prezzi bassi e energia da accumulare e perfino esportare. Tre stagioni contro una, nella quale sappiamo che possiamo impiegare diverse strategie, tra le quali sarebbe anche ora di aumentare la quota di eolico che oggi in Italia è troppo limitata, riducendo l’ uso dei fossili nell’ arco dell’ anno a percentuali a singola cifra (che mi rendo perfettamente conto essere il problema fondamentale di chi deve sostenere i fossili e la filiera associata).

          • Portogallo, tra Novembre e Marzo (pieno inverno), ha fatto varie settimane complete 100% rinnovabili, senza aiuti di energia importata

            Spagna sta girando in inverno a 60-80% di rinnovabili

            Austria a circa 80%, etc.

            ogni anno che passa gli esempi si moltiplicano e anche tra i non addetti dovrebbe passare il concetto che andare a 80-100% rinnovabili è una normalità

          • Ecco appunto, è solo questione di tempo, e il re sarà nudo per tutti.

          • Vorrei ricordare una volta per tutte che NESSUNA FONTE RINNOVABILE E’ A ZERO EMISSIONI.

            Giusto per capirci consiglio la lettura di questo documento di NREL (Ente Governativo Americano per le Energie Rinnovabili) che per gli addetti ai lavori è coniderato addirittura ottimistico riguardo alle rinnovabili e non aggiornato per quanto riguarda l’emissioni da powerplant a metano (in USA gli impianti combinati sono sicuramente meno evoluti come rendimento). Inoltre parliamo di emissioni alla fonte e non quelle disponibili alla rete, nè tanto meno quelle che ci ritroviamo in batteria (manca l’efficienza di ricarica).

            Life Cycle Greenhouse Gas Emissions from Electricity Generation: Update.
            https://www.nrel.gov/docs/fy21osti/80580.pdf

            Vorrei far notare, inoltre, che tali valori sono riferiti alla vita attesa in condizioni nominali e devono essere opportunamente corretti (con aumento inevitabile dell’emissione specifica di CO2) allorquando il fattore di utilizzo scenda per ragioni climatiche (assenza di vento, nuvolosità media o siccità). In altre parole, l’onere iniziale di produzione dell’impianto viene suddiviso per il valore di kWh massimo cumulato che ci si aspetta di produrre fino alla fine vita dell’impianto, ma questi raramente arrivano ad essere prodotti (è un fatto statistico).

            Se queste sono zero emissioni…

            Saluti

          • Ogni attività umana emette CO2, anche scrivere commenti sotto un articolo sul web, e finanche respirare.
            Visto che ci tiene a fare la punta alla matita con le rinnovabili stiamo parlando di fonti a basse emissioni. Una delle più grandi differenze nasce dalla lunga durata degli impianti, dalla possibilità di riciclare i materiali, e dalla possibilità di produrre gli impianti utilizzando fonti a bassa emissione. Non mi azzarderei più di tanto a confrontare la produzione di fossili (non rinnovabili e con giacimenti sempre più remoti e quindi con EROEI in calo) con pannelli solari, impianti eolici, ecc. che al contrario saranno prodotti utilizzando fonti di energia a emissioni sempre più ridotte.
            Dopodiché si vedano tranquillamente i grandi piani di decarbonizzazione e le prospettive future previste dalla maggioranza degli Stati che neppure più gli arabi mettono in discussione (e quei pochi che lo hanno fatto recentemente alla fine hanno dovuto ritrattare le loro tesi insostenibili). Rimaniamo noi italiani, contro tutti e tutte le evidenze, nella nostra fortezza Bastiani come il sottotenente Drogo ad attendere che il nostro destino si compia mentre il resto del mondo avanza!?

          • EGR.Sig. Leonardo,
            Non mi sognerei mai di dire che le rinnovabili non debbano essere utilizzate. Ci sono 330 GW di capacità che attendono di essere approvate in Italia e che l’imprenditoria italiana (ed europea) non riesce ad installare a causa di una politica genuflessa ai voleri di sovraintendenze locali piene di nullafacenti, inetti e di mafiosi. Poi ci mettiamo i comitati NO TUTTO, che quelli si sono mossi da interessi di pagnotta… In Germania come in Spagna tutto questo non c’è. Ci sono zone che fanno a gara per aggiudicarsi la presenza di impianti utility scale. Da noi si pensa a concetti astratti di estetica e di paesaggio. Non abbiamo speranza….
            Mi consenta, però, in nome della neutralità tecnologica, di evidenziare che quelle non sono emissioni nulle. Il discorso del riciclo e dell’utilizzo di energia sempre più pulita è vero fino ad un certo punto, specialmente per certi processi industriali che prevedono l’utilizzo di calore a media ed alta temperatura. L’illusione che tutto questo valga zero un giorno non sento di poterla sottoscrivere. Sugli indici di efficienza economica e di ritorno, poi, il discorso si fa’ veramente difficile. Sfido chiunque a dimostrare il raggiungimento del Break Even Point per un impianto solare completo di storage in grado di assicurare indipendenza energetica ad una utenza in un tempo ragionevole (5/6 anni) senza incentivi.
            Il petrolio ed il gas costano ancora troppo poco per essere competitivi.

          • Caro Piero, il break even con lo storage domestico non c’è, perché le batterie costano ancora troppo, specialmente ai prezzi fatti oggi dagli installatori. La decisione di mettere le batterie negli impianti domestici oggi è una decisione di alcuni molto motivati a non voler dipendere da un mercato malato e quindi preferiscono fare un investimento iniziale importante e poi quasi dimenticarsi del contratto con i provider. Ne conosco alcuni in queste condizioni, ma io lavoro in un settore ad “alta tecnologia” e con ingegneri eclettici che hanno le capacità di gestire impianti complessi nel migliore dei modi. Dico questo perché ho l’ impressione da quel poco che ho visto in giro che gli installatori mettano le batterie in configurazioni poco sensate e certamente poco funzionali rispetto alla questione “indipendenza”, molto più banalmente ormai gli impianti solari hanno prezzi finali molto bassi e si cerca un po’ di remunerazione in più vendendo le batterie a clienti disposti a spendere, poi magari la configurazione “scelta” dall’ installatore fa sì che le batterie vengano usate pochissimo nonostante vengano installate a prezzi “premium”.
            Diverso è il caso delle batterie utilizzate negli impianti utility scale che si vedono ancora poco in Italia in quanto si preferisce ancora usare il gas perché siamo pieni di centrali, al contrario della tendenza che si sta vedendo già nei paesi che stanno aumentando le quote di rinnovabili per evitare che l’ energia prodotta in eccesso in alcuni momenti della giornata vada “sprecata”. A livello utility le batterie hanno sempre più senso e stanno sbattendo fuori velocemente la produzione da carbone, e poi lo faranno col gas (come al solito in Italia saremo più lenti per le ragioni che anche lei ha indicato). In ogni caso il processo è avviato e durerà magari qualche anno in più rispetto ad altri Paesi ma avverrà anche da noi.
            Sulle emissioni basta capirsi, ovviamente le rinnovabili sono a basse emissioni non a emissioni zero, certamente la riduzione sarà sempre più consistente man mano che utilizzeremo sempre più energia da rinnovabili, anche per i mezzi di trasporto, e anche per le macchine movimento terra, cosa che sta avvenendo ma che anch’essa richiede il tempo necessario al rinnovo delle stesse.
            Dall’ altra parte i produttori di idrocarburi stanno lavorando per tenere i prezzi abbastanza alti da non far crollare i guadagni e allo stesso tempo abbastanza bassi da non agevolare troppo la transizione e rischiare una sua accelerazione (è la loro strategia principale). L’ anello debole dei fossili in questo momento sembra essere la logistica: garantire i flussi è sempre più difficile in scenari di guerre regionali nelle quali abbiamo visto saltare infrastrutture importanti sul gas e problemi legati al trasporto via nave per blocchi delle vie migliori. In definitiva oggi in Europa, e in Italia specialmente, la politica più sensata è quella di una transizione verso fonti di energia rinnovabili perché sono le più sicure, relativamente economiche e con minore impatto ambientale rispetto alle altre opzioni ma ovviamente tale transizione è avversata da chi ha tutti gli interessi a mantenere in piedi le rendite di posizione nel settore petrolifero. Ma data la situazione il futuro del settore petrolifero lo vedo “appeso a un filo”, che è difficile dire quando si spezzerà ma potrebbe essere anche prima di quanto ci si potrebbe aspettare.

          • @Leonardo ma infatti non serve arrivare a “emissioni zero”, e dover leggere i soliti commenti che anche respirare emette CO2. La situazione è perfettamente gestibile “SE” riusciamo ad emettere una quantità massima di CO2 che il pianeta (tramite mari e piante) è in grado di assorbire e riciclare. Questo è il punto di pareggio che dobbiamo raggiungere.

            Il problema è che per un secolo abbiamo bruciato composti fossili che si sono generati dalla decomposizioni di alghe in milioni di anni, è la sproporzione assurda tra tempo di creazione e tempo di combustione che ha creato l’attuale situazione.

        • mah, sig. Franco, alla sera la minestrina in Italia la scaldo per larga parte col gas perché questo è il mix italiano energetico attuale, per la gioia di tanti sceicchi che si possono permettere di costruire città e stadi nel deserto per fare correre ragazzotti viziati dietro a un pallone.

          in Portogallo stasera scaldano in elettrico la minestrina quasi a gratis, mentre era sicuramente gratis il costo elettrico energetico a pranzo: potendolo fare, e possiamo tranquillamente farlo anche noi…
          chi è “pi.rla”?

          i norvegesi hanno idrocarburi…ma li vendono, oggi, per preservare l’ambiente e organizzare e mettere in atto la transizione energetica di domani mattina. noi abbiamo sole e vento e facciamo in modo di non farli usare a fondo (CER? dove sono finite?): chi è “pi.rla”?

          sicuramente aveva ragione Manzoni in quel quadro descrittivo che è I promessi sposi,
          in cui c’è la gente comune che è impotente anche per limiti e colpe sue, quando corre dietro alle grida, ci sono i potenti che spendono e spandono e depredano la gente comune (il gasolio costa 1,800, quando scende? mai?), e poi ci sono i bulletti che per le briciole del tavolo dei potenti vanno in giro a fare razzie e confusione (e oggi abbiamo i bulletti da tastiera)

          circa le medie: le medie le fa il sito al link che avevo riportato nell’altro commento, qualche minuto dopo…
          può fare click…e magia magia trova le medie settimanali, mensili, annue
          e trastullarcisi quanto vuole contento di pagare la corrente 30 VOLTE tanto…ma solo in certe ore della giornata!
          che fortuna eh?!

          • Oh finalmente ci è arrivato “mah, sig. Franco, alla sera la minestrina in Italia la scaldo per larga parte col gas perché questo è il mix italiano energetico attuale”
            Non ho altro da aggiungere vostro onore…ah dimenticavo, se la fa stare meglio può trasferirsi in Portogallo!

          • Io comunque ieri sera le salamelle le ho cotte sulla griglia elettrica, alimentata dopo il tramonto dalla batteria di accumulo, che ho caricato di giorno coi pannelli sul tetto. Oltre che ci ho scaldato casa e ricaricato l’auto. E abito ai piedi delle alpi, non in Sicilia.

          • @Franco
            che bella risposta cafona da manganellatore!
            complimenti!
            le faccio una richiesta:
            io ho pubblicato dei dati a sostegno della mia tesi (che stiamo dormendo come Paese e esportando euro italiani nei Paesi produttori di idrocarburi, impoverendoci)
            lei può fare altrettanto?

            perchè, vede, non serve che venga lei a dirmi e a dirci che usiamo il gas, tanto gas. e che molta parte dell’energia elettrica in uso in Italia è prodotta con il gas,
            lo vedo da me osservando i dati di Terna:
            è sufficiente un approccio scientifico alla questione,
            approccio che ha già dimostrato in lungo e in largo quanto fallaci siano le affermazioni sul nucleare di prossima generazione che non esiste ancora però, oppure quelle sull’idrogeno verde bianco e blu, oppure quelle sull’impossibilità di andare avanti a rinnovabili per larghissima parte della giornata, oppure che il Cambiamento Climatico non c’è e se c’è è poca roba e comunque non si può fare niente.
            Queste affermazioni fallaci vengono regolarmente smentite dai dati, da decenni, e pertanto conducono a conclusioni che non piacciono a tanta gente, anche legittimamente peraltro, ma il fatto che non piacciano a tanta gente non scalfisce di un millimetro la fallacia dell’affermazione iniziale e la conclusione sgradevole.

            Se poi tra questa “tanta gente” ci sono anche persone che invece traggono vantaggio economico dalla creazione di confusione su forum e social significa solamente che chi paga questa gente sta raschiando il fondo, con tanta più virulenza quanto più si avvicina il fondo e la fine.

            La virulenza è molto aumentata negli ultimi mesi, credo che i sondaggi non così rosei come qualche petrol head immaginava, uniti a dati climatici ogni giorno peggiori stiano agitando molto gli animi in certi consessi.

            Non sarà una transizione ecologica ordinata, per lo meno nel nostro Paese, e questa “gente prezzolata” avrà la sua parte di colpa. Anche per loro “verrà un giorno”, come dice fra’ Cristoforo nei citati Promessi Sposi.
            Tutti gli altri pagheranno l’ignoranza.

        • E’ un buon suggerimento, lo accolgo volentieri!
          dato il tenore dei suoi commenti
          mi raccomando, lo metta in pratica anche lei!
          Qualcuno è uscito dalla Crisi, qualcuno sta creando un futuro da terzo mondo d’Europa: che facciamo, tra qualche anno corriamo ai ripari come con il Secondo Conto Energia, con impianti fatti di corsa, male, e materiale importato?

          mi raccomando, metta in pratica anche lei il suo suggerimento!

        • @Franco
          peraltro, se guarda bene bene e con attenzione il link che ci ha gentilmente condiviso
          vedrà che 30 anni di berlusconismo, di deregulation, di olgettine, di capitani coraggiosi e di superbonus
          han generato un insieme di parametri in cui l’Italia è praticamente sempre sotto la media.

          Serve dare il colpo di grazia rendendo l’Italia l’hub mediterraneo del gas: geniale!

    • Nel 2023 il 38% dell’energia elettrica è stato prodotto in Italia con fonti rinnovabili. Un ulteriore 16% viene dai paesi confinanti che la producono in larga parte (per non dire completamente) con fonti rinnovabili. Siamo dunque a circa il 54%. Può controllare i dati sul sito di Terna.

          • Sei sicuro? Il nucleare è sicuramente a basse emissioni, ma definirlo rinnovabile mi pare un errore marchiano.

          • Per la tassonomia il nucleare è incluso nelle tecnologie sostenibili.
            Al contrario, le fonti di energia rinnovabili non includono il nucleare.

          • Peccato che il nucleare..anche di ultima generazione (“sicuro” e “pulito”) abbia costi complessivi insostenibili a paragone con FER…e che nessuno (specie noi italiani… Nimby 4 ever) lo vuole vicino a casa..in un territorio fragilissimo… soggetto a terremoti… inondazioni e “medicanes” (in futuro pure tratti di coste sommersi dall’ innalzamento del mare)…
            Facciamoci coraggio Leonardo… ne avremo da leggere di ******

    • Ciao Paolo,
      in Italia circa 1/3 della nostra corrente viene già da rinnovabili, a bassissime emissioni, e la quota a metano è abbastanza efficente

      l'”impronta carbonica” dell’elettricità non è alta; per produrre un kwh vengono emessi circa 300 gr di Co2, e questo valore scende ogni ogni anno

      facendo due conti, ricaricare una BEV in italia è già oggi 2-3 volte meno inquinante che fare gli stessi km bruciando petrolio nel motore

      PS: ..e si mandano meno soldi all’estero per comprare petrolio..

    • Là..come dice lei..lo fanno… Ma perché Qua…in Italia…non lo facciamo?
      Perché ci piace pagare 80% accise su carburanti pagati a stra-miliardari arabi e lobbysti?
      Questi è il motivo per il quale gli italiani tengono la vecchia carretta per oltre 10 anni… perché non hanno più soldi per cambiarle! (sennò tutti avrebbero una sovranistica Ferrari in garage).
      Per quanto riguarda poi l’evoluzione tecnologica delle BEV .. anche se tra 2 o 5 anni saranno tecnologicamente “superate”… basta che continuiamo a fare il loro solito ” lavoro ” magari con la “vecchia efficienza” attualmente al 96-97%… tenendo conto però che l’ energia elettrica necessaria…se prodotta sempre più da FER.. costerà sempre meno ..ed inquinerà niente.

  6. l’ha postata qualcuno qualche giorno fa, mi pare,
    ma metti mai che repetita iuvant…
    https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=IT&week=09&year=2024

    per capirci:
    questa settimana il prezzo spot dell’elettricità in italia è stato circa 85€/MWh,
    in Francia (nucleare) 66
    in Spagna e Portogallo (tante rinnovabili) meno di 5…

    se ai sostenitori tifosi del termico va bene che Cristiano Ronaldo guadagni 200mln l’anno per sgambettare a 40 anni su terreni sintetici con soldi che arrivano dal rifornimento gasolio e benzina…la strada è quella giusta!
    avanti Savoia allora!

  7. eh, sì, ho letto un po’ di commenti
    e… sì, una brutta botta, questa notizia, per chi diceva e dice “non si può fare”
    perché la rete non regge
    perché di inverno fa freddo e l’autonomia
    perché le colonnine non ci sono
    perché le auto costano troppo
    perché le elettriche prendono fuoco
    e amenità assortite

    poi quattro vichinghi sparsi su un territorio impervio e semi disabitato lo fanno…e come si fa, dopo, a dire che non è vero?

    e questa notizia fa il paio con i record da rinnovabili del Portogallo, che ricordo a tutti era la “P” di PIIGS, oggi dei PIIGS resta solo più IG, ma anche qui
    non si può fare
    la rete non reggerà
    e di notte poi non avrai corrente
    ecc ecc

    e poi arrivano quattro portoghesi, molto meno ricchi dei quattro vichinghi di prima, che lo fanno e ora fanno autarchia per davvero, non chiacchiere da bar e “orgoglio nazionale” e slogan da balcone

    mah!
    mica è tutto oro quel che luccica,
    ma ieri il PUN italiano era a 127€/MWh, 12,7¢€/kWh,
    quello portoghese a meno di 5, cioè 0,5¢€/kWh praticamente niente…

    ma continuiamo pure a massacrarci le pelotas con chiacchiere da bar e da balcone,
    e poi ci leccheremo un’altra volta le ferite.

    • La Norvegia ha 5 milioni di abitanti con il reddito pro capite fra i più alti del mondo e vendono appena 7400 auto nuove al mese tutte EV o quasi. l’Italia ha 58 milioni di abitanti con un reddito pari ad 1/3 di quello norvegese e qui si vendono 127000 auto nuove al mese, le EV sono trascurabili. Agli occhi appare la vera contraddizione: in Norvegia le leggi calate dall’alto obbligano i cittadini a comprare costose EV che pochi, pochissimi vogliono. Per reazione i norvegesi evitano gli obblighi imposti dalla legge e comprano soprattutto auto usate, tutte o quasi a combustione. Quindi il mercato ha deciso, se sono obbligato a comprare solo EV nuove preferisco le ICE vecchie ed evito l’obbligo. In questo modo quando in Norvegia si festeggerà per un mercato 100% EV vi accorgerete che le auto vendute nuove sono un numero semplicemente trascurabile, ancora peggio di oggi, che con 7400 auto in pratica la Norvegia è un mercato auto del tutto ininfluente.

  8. ciao @Luca Dell’Oca
    no .. non mi riferivo a Northvolt … ma ad una mia “scommessa” … che i norvegesi non si faranno scappare l’affare del riciclo materiali per batterie … visto il parco auto che non può crescere più di tanto … ma potrebbero comunque creare la “filiera” … o partecipare finanziariamente a quelle di altri paesi più veloci nel realizzarle…

    da noi le nuove “miniere” son sempre guardate con sufficienza (I.A. , FER, etc).

    ciao.. e cmq grazie per l’intervento ..

  9. Solo per essere precisi.
    Parco circolante autoveicoli in Italia più di 40 milioni
    Percentuale veicoli elettrici in Italia 0,3% ( Fonte autoelettrica101 )
    Parco circolante autoveicoli in Norvegia circa 3 milioni ( Fonte Avvenire )
    Percentuale veicoli elettrici in Norvegia circa 24% ( Fonte autoelettrica101 )
    Facciamo due conti : 0,3% di 40 milioni fa 120000 veicoli elettrici in Italia , 24% di 3 milioni fa 720000.
    Popolazione italiana circa 60 milioni , norvegese circa 5,5 milioni .
    Sicuramente implementare una rete stradale per le ricariche è più semplice .
    Poi , dato molto importante , ricordiamoci sempre che sui carburanti ci sono le accise e almeno per l’Italia , il governo ci guadagna parecchio , all’opposto della Norvegia che ha meno di un decimo dei veicoli che abbiamo noi . Questa è macroeconomia. Da non tralasciare che la Norvegia toglierà tutti i bonus alle auto elettriche ( (no IVA, parcheggio, traghetto e autostrada gratis, ecc.) o quasi tutti.
    Le condizioni , come si vede sono completamente diverse.

    • Per essere precisi avere poca popolazione e territorio vasto è un bel problema perché la rete deve essere ubiqua e colonnine ovunque e bassa popolazione significa minore uso delle colonnine. Siamo avvantaggiati noi dal momento che le colonnine nei centri urbanizzati si ammortizzano meglio che non in larghe distese con poca popolazione.
      La macroeconomia, questa sconosciuta, ci dice anche che le accise si mettono preferibilmente sui prodotti importati a compensazione dell’ effetto negativo sulla bilancia dei pagamenti (e quindi l’ acquisto di tali prodotti ci impoverisce come Paese) e nel caso dei prodotti petroliferi anche a copertura dell’ incremento delle spese sanitarie.
      Però la macroeconomia si insegna poco nelle nostre scuole e purtroppo gli effetti sono palesi.

    • Carmine Testa, attualmente le condizioni sono diverse.
      Ma il tempo porta con se cambiamenti e da qui al 2050 la popolazione italiana dagli attuali circa circa 59 milioni dovrebbe passare ai circa 46 milioni. Visto che per una legge della natura dovranno morire per prima le persone con un’età anagrafica maggiore, che tra parentesi sono anche i proprietari della maggior parte dei 40 milioni di veicoli. Ne segue che il parco circolante con ogni probabilità scenderà di quasi 9 milioni di veicoli, visto che gli eredi con ogni probabilità si libereranno dei loro veicoli.
      Occhio che la riduzione della popolazione italiana sarà già visibile nel 2035 visto che ad oggi di persone da 70 anni e più sono circa 4,5 milioni e con ogni probabilità le auto a loro intestate saranno almeno 2 milioni.
      Da qui al 2035, se ad oggi il parco circolante composto da BEV è di 183.467 unità (ovvero lo 0,45%), è immaginabile che almeno 3 milioni di auto saranno elettriche (per essere pessimisti). Per quella data rappresenterebbero all’incirca l’8% del parco circolante, visto che quest’ultimo con ogni probabilità scenderà dagli attuali 40 milioni a circa 38 milioni o poco più.
      A questo punto entreranno in gioco le nuove regole per cui le auto o dovranno essere ICEV che bruceranno e-fuel/idrogeno (giusto per venire incontro ai motori Toyota che stanno sperimentando)/ammoniaca (altra sperimentazione), FCHEV o BEV.
      Quale motorizzazione prenderà il posto delle attuali ICEV che bruciano idrocarburi fossili? Una risposta ancora non lo possiamo dare. Ma attualmente quella più promettente è costituita dalle BEV e questo non perché ci daranno gli incentivi economici o facilitazioni nell’uso, ma semplicemente perché sono più efficiente e ci permetteranno di spendere meno usandole.
      Faccio notare che quando un sistema economico si avvicina al collasso (perché non più sostenibile), esso inizia a fibrillare ovvero ci sono sempre più scontri d’idee/poteri tra chi vuol cambiare e cercare nuove vie e chi si ostina a restare immobili. Alla fine il sistema crolla e tutti sono coinvolti, l’alternativa è che le forze rinnovatrici prendono il sopravvento prima che il sistema crolli in modo da creare una via di fuga.

    • Ho postato un calcolo sulle accise nei commenti a questo articolo:

      https://www.vaielettrico.it/la-manovra-urso-e-riuscita-italia-ultima-per-ev-vendute/#comments

      Spoleir: andando a elettricità c’è margine per non togliere introiti allo Stato e per pagare -40% di costo al km rispetto al benzina/diesel

      Se ti preoccupa la rete elettrica, ci sono i programmi di Terna, sulla evoluzioni della rete e dei mix energetici, scaricabili del loro sito; è il loro campo di lavoro

  10. …peccato che con la mano destra fanno circolare il 92% di auto elettriche, mentre con la sinistra appestano il resto del mondo esportando oceano di petrolio.
    E i gonzi pluto-finto-ambientalisti li guardano da lontano, con la lacrimuccia che scende e le margherite appassite in mano…..

    • Il gonzo è lei, che li riempie di soldi comprando il loro petrolio. E il suo sole, che è tre volte tanto, lo sfrutta solo per la tintarella in spiaggia.

      • D’altronde uno che fa il grammarnazi con altri utenti e poi si firma Ettorre (co du ere) proprio un genio non pare esserlo.

      • Serve una lezione di macroeconomia per capire quanto sia economicamente stupido utilizzare gli idrocarburi in tutte le applicazioni in cui possono essere sostituiti. Non professerei l’ autarchia energetica a tutti i costi, ma continuare ad impoverirci (questo dice la macroeconomia) per acquistare energia all’ estero quando esistono metodi più efficienti e con energia prodotta localmente è la cosa più stupida che possiamo fare.
        Non è un caso che i norvegesi diventino sempre più ricchi vendendo idrocarburi e noi sempre più poveri insistendo sulla strada del loro utilizzo incondizionato.

      • Classica risposta di chi non ha argomentazioni. Si passa al discredito personale. Poi la sparata del sole se la poteva evitare visto che l’elettricità in Norvegia la fanno con l’idroelettrico e non con il fotovoltaico; non capisco il nesso tra il sole che splende(si fa per dire) in Norvegia e la tintarella che si fa in Italia. Ci spieghi come mai una normalissima vettura segmento b è passata da poco più di 10000 euro nel 2020 a quasi 30000 euro del 2024 (se vuole gli faccio gli esempi ma lei li sa meglio di me)? Qui si sta togliendo la disponibilità dell’auto privata a grandi fasce di popolazione e vi state ancora a chiedere come mai i no-watt(come li chiamate voi) ce l’hanno tanto con l’auto elettrica. Adesso tutti quelli che avevano bisogno di una macchinetta tipo la lancia y che fanno… spendono 28000 euro per la nuova fiammante lancia y premium , oppure 35950 delle nuovissima 600e?. Avete anche il coraggio di dire che è tutto da dimostrare che il problema sociale in atto è stato causato dal ban all’auto termica, come mi ha scritto in un precedente commento. L’importante è che la Norvegia si avvicini all’Eden perchè ha il 92% di immatricolazioni di auto elettrrche non perchè ha un reddito pro-capite superiore a 100000 euro.

        • -Qui si sta togliendo la disponibilità dell’auto privata a grandi fasce di popolazione-

          Ho letto un po’ di cose interessanti (in inglese ovviamente) e le assicuro che su questo specifico punto stanno cominciando a farsi qualche domanda anche in Norvegia o chi per loro.

          Con la vettura più economica a 21.000 euro (la Leaf da 40 kw, quindi nemmeno il non plus ultra disponibile) e un mercato del nuovo che al di la della percentuale sta dando netti segnali di contrazione numerica, anche chi dell’argomento è giustamente convinto sembrerebbe che stia cominciando a farsi delle domande.

          (cito da un articolo di cleantechnica, quindi non “vaiacarbone” : “If no more affordable options are offered, we will likely continue to see Norway’s BEV share creep up, but it will come at the expense of the ending of sales of truly affordable vehicles for working people — returning us to the elitist days of car ownership of the early 1900s.”)

          E’ un tema oggettivo e che è sul tavolo, e va affrontato con onestà intellettuale da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare.

          • Comunque non è da escludere che per il 2035 la guerra dei prezzi giunga in Europa (al momento è prerogativa di Cina e USA). E questo per una serie di motivi:
            – gli USA sono un terreno ostico per i cinesi, con la minaccia di Trump di piazzare i dazi al 100% (e anche se non vince adesso, potrebbe rivincere lui o uno come lui alle prox elezioni)
            – l’Europa è l’unico vero sbocco sicuro per i cinesi, a patto che costruiscano/assemblino le auto qui da noi. Siccome tante aziende cinesi hanno esplicitamente parlato di obiettivi ambiziosi come quote da raggiungere nei prossimi anni, non vedo come possano riuscirci senza una guerra dei prezzi
            – col costo delle batterie in picchiata, non c’è un componente dell’auto che giustifichi questi prezzi alti se non il ritorno di megainvestimenti (alcuni sbagliati, altri inutili secondo me).

            Chi è in una posizione di vantaggio oggi può sfruttarla per mandare fuori strada e fuori mercato chi è in difficoltà. Credo che i cinesi aspettino di avviare le fabbriche qui, mettersi in una posizione di sicurezza e poi avviare la loro strategia. Anche perché Musk ha confermato che la Model 2 la vuole costruire in Europa e che partirà da 25000 €.

          • se consideri il loro reddito, la Leaf citata equivarrebbe da noi a costare un’auto da 13.500 euro, e hanno pure molte BEV usate. non sono messi male

            allora la frase sulle “auto elitarie come nei primi del ‘900” è un pochetto retorica

            per il resto l’articolista fa gli stessi nostri discorsi, puntano a raggiungere 100% BEV, poi cita che le batterie sono scese di prezzo, e cita le auto cinesi e koreane, dice che le BEV già dovrebbero costare circa come le ICE (altri dicono che ci vorranno altri 2 anni)

            invoca l’arrivo di BEV utilitarie da “15.000 euro” ( non si sta lamentando dei prezzi delle ICE, che già ci sono a 15.000 euro, meglio scriverlo)

            PS: in inghilterra nuova Dacia Sping 17.500 euro, magari un altro annetto e a 15.000e ci siamo

        • in effetti in 3 anni abbiamo solo avuto queste robette:

          – pandemia e blocco lavorativo e sanitario
          – blocco economia e delle entrate fiscali
          – blocco logistica mondiale e prezzi impazziti
          – una guerra e relativa crisi delle forniture di metano
          – speculazioni sui prezzi energia
          – speculazione nei prezzi lavori di edilizia

          sono aumentati i prezzi dei cibi, dei servizi, dei muratori, delle auto, insomma si sono svaluati la moneta e i salari, che certo fa girare le scatole

          ma tu segui il politichino che ti ripete 200 volte che non centra quanto sopra, no, robetta, la svalutazione della moneta e dei salari è colpa invece di cose ben più gravi di guerre e pandemie monsiali:

          sarebbe una normativa sulle emissioni delle auto nuove in vendita nel 2035, oppure sarebbe un complotto contro gli automobilisti

          quindi se tra bolli, carburante e meccanico ti possono tosare, secondo te poi fanno un complotto per non farti guidare l’auto termica?

          che poi, se correggi con l’inflazione, un Pandino o un Sandero, ma anche una segmento B, costano come prima

          quelle che costano di più per ora sono le utilitarie elettiche, ma non ho capito se questo ti interessa

          • Sarebbe la normativa sulle emissioni delle auto nuove in vendita nel 2035 la causa dell’aumento indiscriminato dei prezzi delle auto? Risposta: SI!
            il rialzo è cominciato prima e si è esteso oltre i valori dell’inflazione reale ed il motivo è quello. E’ sotto gli occhi di tutti, solo chi non vuole vedere non lo vede.

          • Quando la benzina sarà a 3€/l vedrai che sarà colpa delle auto elettriche.
            Siamo ormai nella fase finale, dove le auto elettriche sono la causa di tutti i mali. E la cosa è ancora più singolare dato che non ne compriamo neppure tante. 🙆

        • Eh sì però lei non si incaxxa come una jena con i produttori per i prezzi (prezzi non costi) con i quali commercializzano le EV.
          No! va contro le EV e compra termico… esattamente cosa vogliono le Case ed i venditori di olio di pietra.
          Andate in concessionaria, chiedete EV, chiedetele a prezzi normali e poi uscite senza comprare nulla.
          Lo facessero in molti cambierebbe la situazione in breve tempo… invece avanti con i Formigli.

        • “Ci spieghi come mai una normalissima vettura segmento b è passata da poco più di 10000 euro nel 2020 a quasi 30000 euro del 2024 (se vuole gli faccio gli esempi ma lei li sa meglio di me)? Qui si sta togliendo la disponibilità dell’auto privata a grandi fasce di popolazione e vi state ancora a chiedere come mai i no-watt(come li chiamate voi) ce l’hanno tanto con l’auto elettrica.”

          Ma anche le ICE hanno avuto il medesimo incremento esagerato di prezzo! Anche questo e’ colpa delle BEV?
          Si ricorda quando il pirata Tavares dichiaro’ candido candido che nonostante avessero venduto meno auto gli utili erano comunque aumentati?
          Almeno le BEV hanno un vantaggio: costeranno sempre meno (salvo i “pirati” di cui prima…..) e, soprattutto, costano meno di manutenzione e quindi il maggior prezzo iniziale e’ compensato nel tempo

        • “…non capisco il nesso tra il sole che splende(si fa per dire) in Norvegia e la tintarella che si fa in Italia…”

          Evidentemente non ha capito.
          Il lettore ha definito “gonzi” coloro che ammirano quanto fatto in Norvegia, mentre gli è stato fatto osservare che è molto più “gonzo” il lettore (che si presume italiano e residente in Italia) ad acquistare il petrolio (anche) norvegese invece di sfruttare il sole italico (non norvegese…) per utilizzi migliori che non la tintarella estiva.

  11. Norvegia erastoricamente un paese povero, da quando ha scoperto gli idrocarburi (bruciati altrove) è ricchissimo.
    Forse per pulirsi la coscienza ha scelto questo percorso.
    Noto anche poco popoloso, essenzialmente sul mare con forti venti, con gente che per buona parte dell anno sta al chiuso, è tra i meno bisognosi di auto ellittiche.
    Opposto la pianura padana, una vasca che raccoglie fumi.

      • esattamente, ma non abbiamo idrocarburi.
        A parte che Norvegia non è propriamente UE, politiche comuni dovrebbero agire sui territori più critici.
        Non parlo per me che ho già cambiato aria

        • Lo sanno tutti che la Lombardia è nella notte più profonda 24h/24, che neanche un fotone giunge nelle terre del Manzoni per tutto l’anno e soprattutto che è più isolata dell’isola di Albione ed è ingegneristicamente impossibile tirare dei fili elettrici da zone più assolate, ad esempio da quel sud “zavorra” dal quale Matteo Diesel vuole rendersi indipendente nei suoi sogni bagnati.

    • buon giorno
      intanto i norvegesi il petrolio non lo bruciano in casa loro .. (se stanno attenti nell’estrazione e trasporto .. minimizzano il danno – che è grave comunque .. resta però il rischio).

      noi italiani (padani compresi) abbiamo a disposizione “solo 8000 km ” di coste dove poter installare impianti eolici off-shore: un po’ costosi, flottanti o fissi .. ma si può fare …e velocemente ! li realizzano in tante parti del mondo.. in oceani ben più tempestosi del nostro bel Mediterraneo.
      Tra Sicilia e Sardegna stanno realizzando le “dorsali” di trasporto … quindi .. a breve dovremmo poterli realizzare …
      Se poi, col “piano Mattei” si riescono a fare pure impianti nord-africani per idrogeno “verde” o magari anche e-fuels/bio-carburanti … saranno tutti contenti ed avremo pure la famosa neutralità tecnologica (e le ibride full/plug-in avranno la stessa “dignità” ecologica delle BEV … sempre che riescano a dimostrare la reale “pulizia” di questi nuovi carburanti ..)

      • risponde a me? ho scritto che non lo bruciano e poi non so cosa ha inteso. Facevo notare che in N le elttriche mi sembrano sprecate mentre sarebbero più utili nelle ns zone a bassa ventilazione, certo alimentate da risorse non inquinanti

        • salve sig. Barbieri … mi son “agganciato” al tema da lei indicato .. della necessità in Italia, e specialmente in val Padana, di aver fonti di energia pulita ..
          (cit. Norvegia era storicamente un paese povero, da quando ha scoperto gli idrocarburi (bruciati altrove) è ricchissimo.
          Forse per pulirsi la coscienza ha scelto questo percorso.
          Noto anche poco popoloso, essenzialmente sul mare con forti venti, con gente che per buona parte dell anno sta al chiuso, è tra i meno bisognosi di auto ellittiche. Opposto la pianura padana, una vasca che raccoglie fumi”)
          volevo segnalare appunto che “loro” stanno approfittando delle ricchezze da lei citate per farsi un parco auto (e non solo) pulito “a casa loro”.
          noi siamo da sempre il “paese del sole” e “del mare” (ed anche “del vento” , specie nelle isole e coste … quindi abbiamo il Nostro “Petrolio pulito” da sfruttare … ma non lo facciamo …
          Ci ha superato la Spagna (paese che fino a pochi anni fa era molto dietro l’operosa Italia … 5/6 paese manifatturiero mondiale quando ero giovane) ..
          le segnalo : https://www.vaielettrico.it/se-solo-avessimo-le-tariffe-di-ricarica-spagnole/

          In Norvegia sono più pragmatici, hanno scelto la motorizzazione migliore per le loro necessità … e l’elettrico lo è visti i vantaggi che dà anche in climi freddi (ricarica e riscaldamento programmabile, non si gela il carburante, estrema precisione nell’erogazione della potenza.. spesso auto dual-motor… quindi 4×4..e, in ultimo, non inquina e non fa rumore nelle trafficate città)

          Bisogna comunque ricordarsi che dobbiamo anche fare,fare,fare per abbattere il surriscaldamento del pianeta… non solo con le auto elettriche (ci migliorano l’aria delle città .. e della pianura Padana) ma dobbiamo esigere interventi rapidi anche in altri ambiti, soprattutto industriali, soprattutto nei casi di inquinamento ambientale o grande consumo di energia, che deve provenire da F.E.R. il più possibile… ne beneficerà anche l’economia (sennò andremo “fuori mercato” rispetto a chi ha scelto quella via), il lavoro/reddito disponibile … se l’argomento “futuro dei nostri figli/nipoti” non è condiviso…

          (ps. sto per partire – con BEV, caricata con FV .. se mi scrive .. le rispondo appena posso… Saluti e buon weekend)

          • è almeno la 4′ persona che mi risponde come se io fossi contrario all’elettrico. Lei pure mi cita ma poi mi fa la ramanzina.
            Lo capite l’italiano o date una occhiata e procedete per barlumi?
            Questo sito dovrebbe per onestà ricordare in ogni pagina il principio che ho sentito dal ministro Cingolani: UN’AUTO TERMICA HA IMPATTO AMBIENTALE QUANDO LA SI USA, UNA ELETTRICA QUANDO LA SI COSTRUISCE.
            Per cui vai di elettrico se usi molto l’auto, abiti in zona ad alta densità umana e industriale e dove il vento non aiuta a pulire l’aria.
            Sostituire interamente un parco auto a spese delle miniere in asia o dei boschi della germania pelati per la fabbrica di tesla, non è una grande idea.
            Andate in bici che è meglio

          • Accidenti!? Bisognerebbe dirlo ai fenomeni che invece sostengono che le auto elettriche devono essere le citycar che fanno pochi chilometri.
            Inoltre non c’è obbligo di sostituzione specialmente in zone a bassa densità e dove c’è vento. 🤷

          • Buongiorno a lei…
            Mi sa che sta fraintendendo parecchio…
            Intanto..non Le ho fatto alcuna “ramanzina “…
            Ho fatto solo considerazioni sull’opportunità volte dai norvegesi…e da quelle che abbiamo in Italia (altrettanto valide) e non sfruttiamo..con danni all’ economia nazionale…personale…la salute e l’ ambiente.
            Molti altri qui su VaiElettrico potranno rispondere in merito all’ impatto ambientale delle BEV (tenga conto che quando una batteria non è più idonea all’ uso autotrazione…prende attualmente 2 strade che ne aumentano la vita utile a dismisura: 1) ri-uso nei pack di accumulo (sia domestico che industriale); 2) terminata pure questa seconda “vita” viene tranquillamente riciclata al 97% con cicli a bassa emissione … Tutte le attività (private e industriali) basate su idrocarburi..oltre allo scempio dei territori di estrazione -lavorazione+incidenti nei trasporti…continui- perdite in atmosfera (flaring) ed infine combustione e inquinamento tossico in loco… quelle secondo lei vanno bene? si possono continuare? Non hanno disboscato? Inquinato?

            Le fabbriche (di Tesla o no) in Germania o altrove .. vanno giustamente realizzate con le giuste salvaguardie per ambiente naturale e delle persone.. È qui che la società deve imporre ai governi di legiferare bene , controllare..ed eventualmente sanzionare.
            Il fatto di abitare in zona ventosa o no…non esime dal non inquinare .. visto che l’ inquinamento va solo da un’ altra parte…non è che sparisce magicamente!
            O anche lei è di quelle persone che buttano rifiuti in fiumi e ruscelli..tanto l’ acqua “porta via tutto” ? ! !

            Un ultima cosa…io vado in bici (ora piedi) ogni giorno ed ogni volta che non serve l’auto….(anche se elettrica e caricata col sole)… ho fatto sacrifici per poter arrivare a farlo.. così pure per scaldare casa in elettrico (PdC).. non ho nemmeno beneficiato del 110%..qui di ho la coscienza di non aver neppure gravato sulla società.

            Se ha bisogno di sfogare frustrazioni… c’è il bonus psicologico..si informi ..

          • Gianni ma l’argomento di CingolENI è palesemente sbagliato! L’auto termica inquina ANCHE quando la si produce, oltre che quando la si usa. Altrimenti passa l’idea scorretta (se non addirittura fatta in mala fede) che le auto crescono sugli alberi e i carburanti sgorgano già raffinati dalla sorgenti montane. No.
            Se una BEV inquina 100 per essere prodotta, una ICEV sarà 70, non 0. E quel gap di 30 viene recuperato in esercizio, anche da una city car. Si parla di un pareggio a circa 30.000 km, che saranno fatti in meno di un anno da chi l’auto la usa per lavoro, ma in 4-5-6 anni anche da chi la usa in città per spostarsi di pochi km all’anno. E man mano che il mix energetico migliora, il punto di pareggio è più vicino.

          • Cingolani non è affatto uno stupido ma è un genio del male.
            La sua osservazione di partenza è corretta, ma è usata come argomento fantoccio per instillare in chi lo ascolta la convinzione che le auto elettriche non permettono di ridurre le emissioni se sono utilizzate per pochi chilometri e che quindi IN GENERALE sia meglio acquistare le auto termiche.
            In molti abboccano allo stratagemma verbale come si può facilmente appurare da alcuni commenti che atterrano anche su questo sito nonostante il fatto che tratti di mobilità elettrica e sia frequentato maggiormente da persone realmente interessate all’ argomento.
            Il problema del governo italiano (sia il precedente che quello attuale e anche i futuri) è che non esiste un modo “pulito” per gestire ENI in uno scenario di riduzione dell’ uso degli idrocarburi. Al momento gli investimenti nella transizione sono poca cosa rispetto al resto, e secondo me ENI rischia veramente di essere un gigante dai piedi d’argilla, anche perché il suo fatturato non dipende soltanto dai consumi italiani, per cui è relativamente facile passare dagli attuali alti profitti al collasso dei fatturati nel giro di pochi anni. Il problema è capire quando questo accadrà e se saranno pronti a fare la transizione (così a occhio mi pare che siano pronti come EnelX è stata pronta a favorire la mobilità elettrica, e scusatemi per il sarcasmo in questa ultima considerazione)

  12. /// la rivista Time ha scritto che Volkswagen ha venduto la sua ultima automobile a gas in Norvegia lo scorso dicembre \\\ Auto a gas o a benzina ? In ogni caso, secondo me l’articolo riassume bene le cause del boom elettrico in Norvegia e ne evidenzia il quasi contraddittorio rapporto con l’auto in generale dovuto allo sprawling urbanistico

    • Forse “gas” è l’abbreviazione di “gasoline”, versione americana della “fuel” britannica

  13. È già, che invidia… ma che invidia per la Norvegia che è riuscita ad avere il suo parco circolante di auto al 92% elettrico. Ma bisogna stappare una bottiglia!
    Ma vi rendete conto che una nazione grande come l’Italia e con una popolazione di circa 5.550.203 abitanti ( praticamente meno di Roma e provincia) è riuscita nell’ambizioso obiettivo di avere il suo parco circolante di circa 2,8 milioni di veicoli in elettrico?
    Ecco, onestamente, quando si leggono questi numeri le cose assumono un peso diverso.
    Quello che va dato atto alla Norvegia è che non hanno solo dato fondi a perdere per le auto elettriche ma hanno attuato un piano di infrastrutture e soluzioni atte a supportare e diffondere l’uso di mezzi ecologici.
    Da noi invece è tutto molto più complesso perché quando si parla di un parco circolante di circa 50 milioni di veicoli ovvero oltre 15 volte quello Norvegese ci si rende conto di quanto i numeri facciano la differenza anche in termini di consumo di energia.

    • È tutto assolutamente relativo, il problema fondamentale è politico.
      Il nostro governo vuole salvare i dividendi di ENI & co.
      Sul medio/lungo periodo finirà male. Confido soltanto nella nostra innata capacità italica di recuperare quando avremo l’ acqua alla gola.

    • Remo, notiziona!!! Prima ancora di iniziare abbiamo già rimosso dalle strade 11 milioni di veicoli inquinanti! Siamo lanciatissimi!
      Eh si perchè il parco auto italiano è 39 milioni, non 50.

      E se fossero tutti elettrici, energeticamente ci converrebbe eccome, perchè avendo un efficienza da 3 a 5 volte maggiore di una termica, ridurrebbero il consumo di energia del nostro Paese che lei stesso cita, e nemmeno di poco.

      • eliminando il consumo energetico delle raffinerie petrolifere rimaste in Italia … scommetto pure che ci sarebbe da subito l’energia necessaria per alimentare almeno 1/3 del parco auto italiano (considerando le percorrenze medie …. ed i diversi “momenti di ricarica” …).

        ** intanto i Moratti (SARAS) han venduto a svizzeri-olandesi la raffineria di Sarroch (CA) …

      • Anche a 40M siamo lontani anni luce dall’ideologia Norvegese di avere un parco circolante al 90% elettrico.
        Norvegia che poi non ha nessuna tradizione motoristica a parte forse la Zyrus e che di pari non ha nessuna predilezione particolare visto che importa a prescindere.
        L’idea, sbagliata, che se con uno schiocco di dita tutto il parco circolante italiano fosse elettrico non ci sarebbero problemi ce lo avete solo voi! Perché se ho la voglia di mettermi una piastra ad induzione dentro casa devi farmi un contratto da 6KW!
        Quindi tutta questa propaganda dell’energia elettrica a prezzi stracciati al momento non esiste.
        La transizione richiede pianificazione e strutture idonee ed il pensiero di affidarsi ad un’unica e sola tecnologia per la mobilità mondiale è già di per se un’idiozia.
        L’elettrico è un business come un altro che al momento però sta concentrando le dipendenze verso un unico paese produttore e non solo per le batterie.
        Se per la nostra idea green, che deve essere replicata a livello mondiale e non solo in Europa, dobbiamo smantellare il nostro sistema economico e sociale ed indebitarci per ristrutturare una casa o per viaggiare su auto elettriche la mia risposta è no grazie!

        • Scusi, ma il problema è mettere 6kw in casa? Io faccio fatica a comprendere l’esatto opposto, con le tecnologie attuali come si fa a vivere con soli 3kw di potenza, anche avendo fuochi e riscaldamento a gas. Casa mia è trifase e no-gas ed è stata accatastata nel 1830, quindi non provi a dire che queste cose si possono fare solo con le nuove abitazioni.

          Per il resto, io confido che la pianificazione c’è già, è in atto ed è fatta da gente compentente. Se non la si capisce, non è che è sbagliata la pianificazione.

        • “L’elettrico è un business come un altro che al momento però sta concentrando le dipendenze verso un unico paese produttore e non solo per le batterie.”

          mi spiace sig. @Remo

          sono 150 (centocinquanta) anni che ci siamo affidati alla dipendenza continua dei ricchissimi paesi produttori di petrolio … stravolgendo il clima di un intero pianeta e portandolo (consapevolmente) ai limiti di vivibilità degli attuali ecosistemi, di cui anche noi umani facciamo (tristemente) parte …

          se lei mette 80€ di idrocarburi ogni mese nella sua auto .. quasi 50€ se ne vanno in atmosfera… visto il rendimento termico medio del motore ICE

          Intanto cerchiamo in Italia di sfruttare autarchicamente il sole, il vento, le maree e le correnti sottomarine (abbiamo tante sperimentazioni che non hanno seguito per mancanza di incentivazioni sufficienti).
          Saremmo economicamente più autosufficienti, magari pure un po’ più ricchi … sicuramente con ambienti terrestri e marini più puliti…

          e magari saremo d’esempio a tutti gli altri paesi nel mondo …

          (magari non ci seguiranno per ideologia green .. ma per propria convenienza … ma sarà comunque un bel successo).

  14. Ma le elettriche non erano quelle che col freddo non funzionavano? Chi glielo dice agli pseudoesperti youtuber anti EV?

    • A parte la corrente come viene prodotta , qualcuno che è così elettrico se corrisponde al vero che come scritto da diverse fonti il governo norvegese è nei guai x gli mancano gli introiti delle accuse e adesso fa pagare bollo e assicurazione particolare x recuperare i soldi ? Secondo qualcuno di voi sa quanto costa sostituire il pacco batteria di preciso ?

  15. Buongiorno mi chiamo Paolo, non conosco la situazione energetica della Norvegia,mi piacerebbe capire come produce l’energia elettrica sufficiente per poter alimentare una così ampia mobilità elettrica e non solo

    • Basta chiederlo all’ IA…. Soprattutto idroelettrico e eolico.
      56% da fonti rinnovabili.
      Il mio paese da sogni….un silenzio sulle strade…
      Adesso 25% di tutta la flotte esistente è già elettrica. Basta fare un giro ad Oslo e le strade sono piene di EV. Che bello….una beffa per i “no-Watt” che verranno con tutte le spiegazioni più mirabolanti….

      • qui dicono 111% di rinnovabile (esportano pure elettricità rinnovabile), questa è una mappa delle quota di rinnovabili dell’anno 2023 dei paesi europei:

        https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share_map/chart.htm?l=it&c=ALL&year=2023&interval=year

        a dx puoi anche selezionare “anno 2024” per vedere la media parziale del 2024

        in realtà la Norvegia (così come Austria) non è un esempio tipico, hanno molto idroelettrico, anche se stanno comunque installando anche eolico

        noi in italia potremmo guardare di più come “esempio imitabile” ai nostri cugini latini, Spagna e Portogallo, nelle settimane recenti hanno avuto spesso esubero di corrente da fonti rinnovabili e prezzi all’ingrosso del kwh stracciati, persino meno della Norvegia

        anche Germania e Inghilterra non scherzano; questi ed altri paesi in europa stanno aggiungendo +3% +4% nel mix di rinnovabili ogni anno, come velocità di installazioni stanno facendo a gara industriale con i Cinesi, e penso hanno ragione, sono palanche su palanche che risparmieranno

  16. Paese visitato tanto tempo, li ricordo accoglienti e più calorosi e informali dei cugini svedesi; per un po’ di nostalgia nel 2014 avevo visto un film ambientato in Norvegia e fatto con un po’ loro humor nero:

    In ordine di sparizione (Kraftidioten)

    il “cattivo” del film invece di un classico BMW o simili, guidava un macchinone elettrico (forse una Tesla S), ma all’epoca non ci avevo dato peso, cioè poteva sembrare una cosa eccentrica, invece era una tendenza, a saperla leggere

  17. Sento di invidiare profondamente i cittadini di un paese con il 92% di auto a basse emissioni vendute.

  18. attendiamo il primo commento delirante dove si dice che in Norvegia, paese esportatore netto di petrolio e gas, sono tutti milionari.

      • Si tutti, lo stato ha un immenso fondo che continua a comprare proprietà e titoli in tutto il mondo per il benessere delle future generazioni

        • e tra qualche anno (e col 95% di vendite BEV) si ritroveranno pure una bella filiera di recupero, riciclaggio e re-immissione in commercio di tutte le componenti necessarie a fare altre batterie da autotrazione o accumulo …. quindi … pure le “miniere di litio” ed altri componenti preziosi (e lavoro !!) si ritroveranno in casa …

          • A 7300 macchine vendute al mese, la vedo difficile fare una filiera di riciclaggio che sia remunerativa

          • loro son “furbi” e più istruiti di noi …. si faranno inviare da loro le batterie che gli altri non sanno come riciclare …(un po’ come da anni fanno i cinesi )

          • @damiano se ti riferisci a Northvolt però è svedese, non norvegese.

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