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La mobilità elettrica all’italiana secondo Enel, Fiat…

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Una fase della presentazione on-line del rapporto curato da Symbola con Enel X.

La mobilità elettrica all’italiana secondo Enel, Fiat e tanti altri protagonisti, anche dal mondo delle due ruote. L’occasione è stata la presentazione della ricerca “100 Italian E-mobility Stories 2020”, alla 3° edizione. Tra le imprese descritte nel rapporto, realizzato da Fondazione Symbol con Enel Enel X,  c’è anche Vaielettrico.it. Ecco una sintesi dei principali interventi (qui il video completo).

La mobilità elettrica all’italiana – Starace (Enel Group): “A noi spetta la parte meno divertente…”

La mobilità elettrica all'italiana
Francesco Starace, n.1 di Enel Group

La mobilità elettrica sta portando un enorme cambiamento e l’Europa sta cercando di difendere il suo ruolo di protagonista nel mercato globale dell’auto. Noi come Paese in che modo partecipiamo? All’italiana, con tante aziende piccole e media che ora, fortunatamente, trovano un riferimento nel Gruppo Fca, nella Fiat e nel suo nuovo impegno. Noi come Enel ci occupiamo della parte meno divertente, ovvero assicurare un’infrastruttura che semplifichi la vita a chi usa l’auto elettrica. Abbiamo già fatto un grosso lavoro in Italia e in Spagna e ora stiamo cominciando in Romania. E come punti di ricarica privati, a casa, siamo i secondi al mondo. Ma non c’è solo l’auto. Noi come Enel, per esempio, stiamo faccendo una straordinaria esperienza in America Latina con la gestione di una grande flotta di autobus elettrici. È una soluzione che potrebbe essere portata da subito in Europa e in Italia, con un incredibile miglioramento della qualità della vita nelle città. E con un’incredibile convenienza sul piano economico”.

La mobilità elettrica all’italiana – Gorlier (FCA): “Evitare che resti privilegio di pochi. E ricaricare costa troppo”

la mobilità elettrica all'italiana
Pietro Gorlier, capo di FCA area Emea.

Quel che vogliamo evitare è che le macchine elettriche restino patrimonio di pochi. Non ce lo possiamo permettere, né lo vogliamo noi costruttori che dobbiamo centrare i limiti sulle emissioni. Non puntiamo solo sull’elettrico puro, ma su una gamma di prodotti elettrificati, che comprendono anche gli ibridi plug-in. Proprio in queste giorni sta partendo a Melfi la produzione delle Jeep ibride plug-in. E questo coincide con l’arrivo nello stabilimento lucano di un modello come la Compass che finora era prodotto in Messico.  Per affermarsi, comunque, l’elettrico avrà bisogno di un’adeguata rete di ricarica. Bisogna facilitare l’installazione delle wall-box, a casa, con lo Sportello Unico per le autorizzazioni. E le ricariche pubbliche non possono costare tre volte di più di quelle private”. 

Venturini (Enel X): “Penalizzato chi non ha il garage”

la mobilità elettrica all'italiana
Francesco Venturini di Enel X

La nostra mission è di far sì che l’automobilista italiano possa ricaricare facilmente in tutta Europa. Siamo già arrivati a circa 10 mila punti in Italia e abbiamo fatto accordi con altri operatori per consentire di rifornirsi ovunque anche all’estero. Quanto al prezzo della ricarica pubblica, la differenza con la ricarica privata è dovuta a un fato regolatorio. La seconda gode della tariffa domestica agevolata, quella pubblica rientra nella voce “Altri Consumi”, senza riduzioni. Questo rende il sistema anti-democratico, perché chi non ha un garage privato è molto svantaggiato nei costi di ricarica” .

la mobilità elettrica all'italiana
Ermete Realacci di Fondazione Symbola

Realacci: “Un errore l’incentivo alle auto tradizionali”

Mi sento di definire il Gruppo Fca un…figliol prodigo. Sergio Marchionne osteggiò a lungo l’auto elettrica, ma poi ritornò sui suoi passi e pronostico che per il 2025 sarebbe arrivata al 25% del mercato. E ora sta diventando una protagonista. Comunque l’Italia nell’elettrico c’è, con una filiera importante, che spesso realizza componenti fondamentali anche per i costruttori tedeschi. Capisco che siamo in un momento difficile, ma mi riesce difficile comprendere la decisione del governo di incentivare anche l’acquisto delle vetture tradizionali. Non a caso Germania e Francia hanno preso orientamenti diversi: sostengono il nuovo che avanza, pur avendo grandi industrie dell’auto“.

La sottosegretaria Todde: “Dopo il Covid l’elettrico accelera ancora”

la mobilità elettrica all'italiana
Alessandra Todde (M5S), sottosegretaria allo Sviluppo Economico.

“Il dopo-Covid 19 vedrà un’accelerazione dell’auto elettrica e noi stiamo accompagnando questo trend. E non ci sono solo le auto: tra le crisi aziendali che seguo c’è quella della Industria Italiana Autobus, che farà appunto bus elettrici ripotando la produzione dalla Turchia all’Italia. Ma bisogna anche lavorare sulle città, adeguarle alla nuova mobilità, trasformarle in smart city, semplificare piattaforme e standard, uniformandoli. Stiamo lavorando per far sì che gli incentivi servano a colmare la differenza di prezzo che ancora c’è tra le auto tradizionali e le elettriche. Ma dobbiamo anche gestire il problema degli stock di invenduto delle auto endotermiche“.

Cevolini (Energica): “Stavamo correndo, poi il Covid…”

La mobilità elettrica all'italiana
Lidia Cevolini, n.1 di Energica

Stavamo correndo, in pochi anni il fatturato è salito da 500 mila euro a tre milioni nel 2019. E nei primi tre mesi del 2020 avevamo già ordini che superavano l’intero fatturato dello scorso anno. Poi il Covid-19 ha frenato un po’ tutto: è soprattutto un problema di consegne, perché la supply-chain ha molto rallentato. Noi dipendiamo per il 95% da fornitori italiani, ma c’è difficoltà un po’ ovunque a tenere il ritmo degli ordini”.

Silvia Bodoardo, Politecnico di  Torino

Bodoardo (Polimi): “Nella ricerca l’Italia c’è”

“L’Europa prevede lo sviluppo di 17 Gigafactory, di cui una in Italia. Noi siamo parte dei progetti finanziati dalla UE nel quadro della European Battery Allliance. E devo dire che l’Italia, tra Università e Centri di ricerca privati, sta svolgendo un ruolo molto attivo”.

Massimo Panzeri di Atala

Panzeri (Atala) “Dalle e-bike il 75% del fatturato

Con le bici a pedalata assistita siamo partiti nel 2008, guardando a quel che succedeva soprattutto in Olanda e Germania. Oggi il 75% del nostro fatturato viene dalle e-bike, siamo leader in Italia e finalmente cominciamo a dire la nostra anche in Europa. La bici era considerato un prodotto maturo, ma l’elettrificazione ha completamente ribaltato questa percezione. Abbiamo iniziato con motorini elettrici che davano 30 km di autonomia, oggi siamo ben oltre. E per alleggerire le e-bike usiamo l’alluminio, il carbonio…Siamo cresciuti in fatturato e dimensioni, assumendo diversi ingegneri per creare nuove professionalità tecniche che ci mancavano. Ma la chiave del successo, all’estero, è sempre il design italiano”.

Angori (Pininfarina): “Dobbiamo vestire la tecnologia”

Silvio Angori, ad di Pininfarina

“Il compito dei designer, come Pininfarina, è “vestire” la tecnologia: chi meglio di noi può farlo? Siamo stati precursori in questo campo, realizzando prototipi di auto elettriche con decenni di anticipo. Oggi siamo anche noi costruttori, con la potentissima “Battista”, realizzata in pochi esemplari. Ma vestiamo tutto l’ecosistema dell’elettrica, a cominciare dalla wall-box che abbiamo realizzato per un cliente”.

— Leggi anche / La mobilità elettrica all’italiana nel rapporto 2019 della Fondazione Symbola

 

 

 

 

 

 

 

 

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