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La Microlino vista da vicino: una lunga storia (a lieto fine?)

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Slittano di altri 4-5 mesi le prime consegne del Microlino, ad aprile-maggio 2022.

La Microlino vista da vicino e raccontata da Elvio, un nostro lettore appassionato di micro car elettriche. Ha seguito in diretta streaming su youtube la presentazione ufficiale (qui sotto il video) e ci spiega come l’attesissimo veicolo prodotto a Torino debutterà in strada nelle tre versioni Urban, Dolce e Competizione.

                                                  di Elvio Leonardi

A 6 anni dal lancio del brand, con un video viene presentata la prima Microlino 2.0 sul mercato in versione Pioneer limited edition che vedrà la produzione di 999 esemplari.

La Microlino – il cui design riprende la celebre BMW Isetta, auto con radici italiane prodotta dalla casa tedesca tra gli anni ‘50 e ‘60 – è una creazione della Micro Mobility Systems, azienda svizzera nata per volere dell’imprenditore Wim Ouboter nel 1996 che produce principalmente monopattini e bici elettriche e che dal 2016 ha lanciato l’ambizioso progetto della Microlino.

 

La travagliata storia di Microlino

La storia della Microlino è piuttosto travagliata: nel 2018 infatti venne annunciato l’inizio della produzione in Germania attraverso l’azienda Artega, con un accordo che avrebbe portato alla produzione di 80 mila unità annue. Un anno dopo, nel 2019, l’azienda svizzera denunciò scarsa qualità nelle componenti della produzione e la cosa portò alla decisione dell’Artega di produrre la sua versione della Microlino, ovvero la Karolino. La faccenda finì in tribunale, dove il primo grado di giudizio diede ragione alla MMS che rivendicava la paternità del progetto originale, ma poi si risolse con un accordo stragiudiziale con il quale l’Artega ebbe il permesso di produrre la sua vettura (la Karo) e la Microlino decise di spostare la sua produzione in Italia, piu’ precisamente a Torino per mano dell’azienda Cecomp, in un capannone di oltre 3.000 mq alimentato a pannelli solari e che impiega piu’ di 30 lavoratori – destinati a diventare un centinaio entro il prossimo anno. A pieno regime produttivo riusciranno a sfornare una Microlino ogni 20 minuti.

Livani, da Bollorè alla corte di Ouboter

A capo del progetto di fabbricazione c’è Giuseppe Livani, uno che di esperienza nel campo ne ha da vendere: ha lavorato a Mirafiori prima e per Pininfarina poi, curando la produzione di veicoli come la Panda, la Punto e l’Alfa Brera. Negli ultimi anni si è dedicato alla produzione di veicoli elettrici in collaborazione con l’azienda francese Bolloré. A Luglio 2021 ha accettato la sfida di Microlino, e adesso punta a produrre 1500 vetture entro la fine dell’anno.

Nel corso di questi anni la Microlino ha raccolto migliaia di prenotazioni online, anche grazie alle varie presentazioni effettuate in teatri come il Salone di Monaco del 2021. A settembre 2022 le prenotazioni ricevute superavano le 20 mila unità, oggi si parla di oltre 30 mila.

La produzione effettiva del veicolo è iniziata da poco a causa di alcuni slittamenti legati principalmente alla famosa “crisi dei chip”. Ma il 12 maggio è stato effettuato il primo annuncio ufficiale della messa sul mercato di questa versione limitata in collaborazione con Pioneer.  Viene prodotta in soli 999 esemplari, cifra non casuale scelta per omaggiare l’anno di produzione del primo MicroScooter creato dall’azienda nel 1999.

Il lancio in diretta streaming

Il 24 maggio la vettura è stata lanciata in diretta streaming su YouTube. I primi ordini saranno evasi in Italia, Svizzera e Germania (per il resto d’Europa si aspetterà il 2023). Contestualmente alle prime consegne della versione limitata Pioneer è stata anche annunciata la possibilità di richiedere la “Pioneer Membership”, un particolare programma fedeltà con il quale si ha accesso a privilegi e servizi quali la consegna prioritaria del veicolo, la possibilità di visitare la fabbrica di produzione a Torino, il programma di manutenzione con assistenza a domicilio e anche sconti esclusivi su eventuali acquisti di optional o altri mezzi del gruppo MMS. La membership ha un costo di 1.999 euro una tantum se effettuata entro la fine del 2022. Dal 2023 il costo passerà a  1.000 euro all’anno.

Durante la diretta, i fondatori Oliver e Merlin Ouboter (i figli di Wim) hanno espresso molto chiaramente le loro intenzioni: creare una microcar realmente sostenibile, che garantisca quindi un ciclo di vita elevato grazie a una qualità costruttiva eccelsa. Anche per questo motivo le Microlino montano una scocca portante in acciaio. E’ tipica delle auto, ma unica nel settore delle microcar che per contenere i costi solitamente fa affidamento su un telaio con struttura tubolare. Una soluzione, però, che non garantisce elevati standard di sicurezza. La Microlino 1.0 aveva proprio questo telaio, e anche per questo motivo sono nate le discussioni con Artega che hanno portato al divorzio.

Le caratteristiche della Microlino

Parliamo adesso piu’ nel dettaglio di questa vettura. La versione limitata annunciata sarà dotata di una batteria di 10,5 kWh che garantirà fino a 177 km di autonomia. Raggiungibile i 90 km/h grazie a una potenza di 12,5 kW con 89 Nm di coppia. Questo garantisce uno scatto da 0 a 50 km/h in 5 secondi. Sarà disponibile in due colorazioni: Atlantis Blue e Torino Aluminium. Il prezzo di partenza è di 12.500 euro.

la microlino

Successivamente le versioni sul mercato saranno 3: si tratta della Urban, della Dolce e della Competizione. Le differenze riguarderanno principalmente le batterie in dotazione e l’estetica del veicolo.

La Urban – che verrà lanciata nel corso del 2023 – sarà disponibile in due colori (Santorini White ed Amsterdam Orange). Monterà esclusivamente la batteria da 6 kWh che garantisce 90 km di autonomia.

La Dolce è invece una versione con un tocco retrò che aggiunge ai due colori della Urban anche il Paris Mint, il Milano Red e lo Zurich Blue integrando il tetto apribile di serie. Potrà disporre, oltre alla batteria da 6 kWh, anche di quelle da 10,5 e 14 kWh con autonomie rispettivamente di 177 e 230 km.

Infine la Competizione – disponibile solo nelle versioni da 10,5 e 14 kWh – presenterà dei dettagli cromati e la carrozzeria avrà colorazioni opache (Gotham Antracite, London Green e Torino Aluminium). Sarà consegnata tra fine 2022 e inizio 2023, esattamente come la Dolce con la quale condivide anche il tetto apribile.

Grazie al lancio del configuratore sul sito ufficiale del brand – effettuato il 9 giugno – si ha la possibilità di personalizzare totalmente la minicar, con 290 varianti selezionabili dal cliente e realizzate su misura dal reparto di customizzazione.

Com’è fatta la Microlino

L’estetica del veicolo è praticamente unica. Come detto ricorda la BMW Isetta da cui riprende l’ingresso tramite portellone unico frontale. Qui troviamo una fascia luminosa orizzontale riproposta anche nella parte posteriore del veicolo.

Lunga poco più di 2519 mm, la Microlino monta i fanali sugli specchietti retrovisori, mentre gli interni sono decisamente minimal. Troviamo infatti un unico divanetto per guidatore e passeggero. Può essere spostato avanti e indietro, mentre la strumentazione presenta un piccolo display centrale per la gestione dell’aria e un ulteriore display dietro il volante che mostra informazioni come autonomia residua e velocità di marcia. Non è presente un tunnel centrale. Il selettore delle marce è posizionato sul pannello laterale del guidatore così come il tasto di attivazione della modalità Sport.

La Microlino entra quindi finalmente nel panorama delle minicar elettriche, un mercato finora dominato – almeno in Italia – dalla Citroen Ami. Le differenze tra i due veicoli sono però sostanziali, e non riguardano soltanto il prezzo. La Microlino ha infatti un motore elettrico piu’ performante e un’estetica piu’ curata e ricercata, per lo meno negli esterni, rispetto alla minicar del gruppo Stellantis. Come sottolineato dall’azienda, poi, batte le principali concorrenti anche nella capacità di carico.

Ora non resta che aspettare di vedere la Microlino in giro per le nostre strade.

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Apri commenti

20 COMMENTI

  1. Rispondo a “Marco Pi 15 Giugno 2022 at 19:36” che afferma:
    “Di pretestuoso la risposta di Provolini non ha nulla. Spiega un concetto molto chiaro: se le dimensioni, ad oggi sicuramente esagerate) delle cosidette autovetture, si riducesse in base a logica di uso ed efficienza energetica, di conseguenza i quadricicli diventerebbero più sicuri. Non è il quadriciclo quello sbagliato. Lo sbaglio è il SUV e simili”.
    Faccio presente che nel mio commento non avevo mai parlato di SUV, nei confronti dei quali nutro pochissima simpatia (anzi, mi sono cordialmente antipatici) per vari motivi (peso, aerodinamica, utilizzo di materie prime per la loro produzione e conseguente impatto ambientale), anzi era stata mia cura confrontare il Microlino con un mezzo relativamente simile per dimensioni ed anch’esso elettrico come la Smart. Rpeto che al confronto della Smart il Microlino mi sembra una vera e propria “ciofeca” insomma soldi spesi male. Staremo poi a vedere le vendite

  2. Questo deve essere il futuro della mobilità cittadina: un mezzo di qualità, per spostamenti brevi (ma poi neanche tanto se arrivo a 230 km di autonomia) con una velocità adeguata (90 orari sono più che sufficienti) e soprattutto con una richiesta di energia minima rispetto a mezzi che devono portarsi dietro il doppio del peso (parlando di citycar). Non costa poco ma se i termini di paragone sono Ami e Yoyo che sono bei progetti ma di qualità costruttiva del tutto scadente, oppure la twizy che dal 2011 non è mai cambiata ma mantiene un prezzo assurdo per quello che offre nel 2022, allora ben venga la Microlino: fatta per durare, poco ingombrante ma con uno spazio minimo interno che la rende usabile (la Ami e la Twizy il bagagliaio se lo sognano) e standard di sicurezza che per la categoria sono interessanti (telaio unibody in acciaio anzichè tubolare). Secondo me ottimo prodotto

    • “Standard di sicurezza che per la categoria sono interessati”. Quali ? Come sono stati verificati? Vorrei vedere in uno scontro frontale tra Microlino e Smart quale avrebbe la peggio.

      • > Vorrei vedere in uno scontro frontale tra Microlino e Smart quale avrebbe la peggio.

        Non mi pare un confronto sensato, sono categorie di veicoli diversi.

        E’ come dire “fra una Smart e un SUV chi avrebbe la peggio?”

        Dobbiamo fare in modo che le strade siano sicure per chi vuole muoversi in questi mezzi, cosi’ come su automobili convenzionali, su bici e monopattini e anche a piedi.

        Se ci facciamo prendere dalla corsa agli armamenti, ci ritroviamo tutti a viaggiare su carri armati come gli americani… E purtroppo c’e’ gia’ una certa tendenza in questo senso.

        Ma come societa’ nell’insieme ci rimettiamo, perche’ un SUV fa piu’ danni di una microcar, che fa piu’ danni di un pedone.

        • Gentile sig. Provolini, la sua obiezione mi sembra pretestuosa. Ho appositamente utilizzato la Smart come metro di paragone in quanto in quanto si tratta di un mezzo ad uso pressochè esclusivamente urbano, paragonabile come dimensioni al Microlino (è lunga cm 274) e, pur con i suoi limiti, dimostra che è possibile costruire una vettura per uso urbano con caratteristiche di sicurezza accettabili. Microlino ricorda tanto le microvetture che nel secondo dopoguerra vennero proposte, quasi sempre con scarsa fortuna a causa rapporti costi/contenuti ben poco soddisfacenti, in Italia, Germania, Francia e Regno Unito. Se fosse proposto al prezzo di Ami si potrebbe sorvolare sulle sue rilevanti deficienze, ma a quel prezzo si può e si deve pretendere di meglio, sotto tutti gli aspetti. Comunque il mercato è sovrano: potremo parlarne serenamente tra due o tre anni, alla luce dei dati di vendita

          • Di pretestuoso la risposta di Provolini non ha nulla. Spiega un concetto molto chiaro: se le dimensioni, ad oggi sicuramente esagerate) delle cosidette autovetture, si riducesse in base a logica di uso ed efficienza energetica, di conseguenza i quadricicli diventerebbero più sicuri. Non è il quadriciclo quello sbagliato. Lo sbaglio è il SUV e simili.
            Casomai bisogna intervenire nelle leggi che consentono ad un quadriciclo di non avere airbag e abs.
            Ese ci tiene alla sicurezza allora non vale neanche il discorso del prezzo. La sicurezza è la sicurezza a prescindere.

  3. E’ vero che ormai tutti i prezzi stanno crescendo in maniera esponenziale, ovviamente anche le termiche vengono vendute a prezzi gonfiati, dopotutto i produttori avranno fatto 2 calcoli e pensato che visto che c’è gente disposta a pagare veicoli elettrici a prezzi folli, le loro termiche che hanno piu’ autonomia, nessun problema di ricarica, che non si buttano dopo 7-8 anni a causa delle batterie esauste (leggi permettendo), e che aggiungerei, non frenano da sole, possono essere sicuramente aumentate di prezzo.

    Ma questa Microlino le batte tutte, un triciclo da 90km/h e 170 di autonomia che reali saranno un centinaio venduta a 15000 Euro nella versione base è assolutamente pazzesco.

    Penso che ormai è venuto meno anche il senso del pudore, la cosa più preoccupante è che vedo anche da parte di alcuni commentatori una accettazione a questa follia, mi aspetterei una presa di posizione netta e totale almeno su questo obrobrio, fino a un paio di anni fa a queste cifre compravi una macchina vera, una buona media, adesso con che faccia ti propinano questo triciclo indecente?

    Sono sempre piu’ convinto che i veicoli elettrici stanno rovinando l’intero mercato dell’automotive, sono veicoli con poche qualità, ancora acerbe e molto spesso progettate male con prezzi altissimi e ingiustificati, ma spinte nelle vendite da un legiferare folle accompagnato da un ridicolo ambientalismo che punta il dito contro le termiche. Chiaramente chi ancora vende macchine VERE (si avete capito bene parlo delle termiche) ha tutto il diritto di allinearsi con i prezzi verso l’alto.

    • ” che non si buttano dopo 7-8 anni a causa delle batterie esauste ”
      dopo 7-8 commenti così non butto via il mio tempo rispondendole: non è in garanzia.

  4. Carina,a mi tengo la Twingo elettrica: non costa poi tanto di più della Pioneer, ha 4 posti veri, il doppio di batterie, va in tangenziale, a parcheggio siamo lì e tre casse di birra ci stanno lo stesso. Ma molto, molto più comode 😄

  5. Per 10 – 15 anni di prezzi popolari non si parlerà, sempre che la guerra passi in secondo piano negli interessi dei grandi stati.
    Mi fa piacere sia un’ auto italiana per moltissimi aspetti. Troppo poco per dare un lavoro a molti…

  6. Sulla carta è bella, ma è un “giocattolo” adatto ad un uso solo urbano per ricchi, probabilmente omologata come quadriciclo e con standard di sicurezza aleatori (anche a 30 km/h una collisione contro un muro può essere fatale in assenza di cinture di sicurezza ed altri presidi). Tutto il contrario, mi si perdoni, di quello che dovrebbe essere un BEV adatto ad una diffusione di massa

    • Ma infatti.
      Intendiamoci: sempre meglio che andare a piedi. Ma se questo deve essere il futuro della mobilità… e nemmeno tanto a buon mercato…
      🙄

      • Mah, cara, è cara.

        Però se avesse un prezzo un po’ più vicino alla concorrente francese, sarebbe un veicolo interessante.

        In realtà sia questa che la Ami sarebbero buoni sostituti per un’auto cittadina, specialmente una seconda macchina: questa è come se fosse uno scooter “con patente B” coperto (con un minimo di aspirazione di viaggi fuoriporta), la Ami come se fosse un cinquantino (principalmente legata all’ambito urbano) . E fra i risparmi di gestione e sull’acquisto, le volte che serve fare viaggi lunghi e’ come avere il treno o il noleggio pagato (rispetto a un’auto elettrica più convenzionale).

        Se anche un 20%-30% delle auto cittadine fossero sostituite daezzi del genere, ci sarebbero miglioramenti sia sul consumo energetico, che del suolo non indifferente.

        E la pericolosità dei mezzi piccoli è soprattutto dovuta al gigantismo che si sta imponendo attualmente.

        Se questi mezzi prenderanno piede, dove hanno senso, ne trarremo tutti vantaggi.

        Non è da trascurare il fatto che con la batteria di un’auto convenzionale si possono fare 10-12 batterie per mezzi come questi. E anche i consumi mi sembrano interessanti.

        La realtà è che l’auto è sovradimensionata per l’uso principale per cui la si usa: il tragitto casa-lavoro. ci facvciamo tutti prendere dal panico, cercando di comprare un’auto che copra tutti i possibili usi comuni, e magari anche qualche uso che è talmente raro che non andrebbe considferato: ma la realtà è che normalmente usiamu un’auto per fare una trentina di chilometri, al massimo per 300 giorni all’anno, e magari in due settimane ne facciamo magari 1000-2000. Per chi fa così converrebbe ottimizzare per il 90% di uso piuttosto che per il 10%, e con il risparmio, risolvere il 10% mancante.

        • -Però se avesse un prezzo un po’ più vicino alla concorrente francese, sarebbe un veicolo interessante-

          E grazie mille, e certo che se costasse come una AMI (che peraltro va la metà… quando va, visto che parrebbe avere una difettosità non invidiabile) la giudicheremmo in maniera completamente diversa. Ma se parliamo di un quadriciclo che manco può vedere la tangenziale venduto nelle sue versioni più accessoriate allo stesso prezzo con cui cercando si può trovare una Twingo… poi oh, magari quello che ha torto sono io. 😉

          • vai sulla twingo elettrica, è fantastica, mi ci trovo troppo bene:) senza togliere nulla al mocrolino, che si è carino, ma più sfizio che altro, a mio (inutile) parere 😀

  7. Io non riesco a trovare quella a 12.500. Andando sul sito di Microlino e selezionando Italia [ https://microlino-car.com/en/choose-edition ] io leggo questi prezzi:

    Urban: 14.990 euro
    Dolce: 16.390 euro
    Competizione: 18.590 euro
    Pioneer: 20.990 euro

    Parliamo di prezzi base. P.s.: c’è un supplemento di prezzo sulla Urban se si sceglie l’arancione anziché il bianco, si vede che la vernice bianca dal ferramenta era in offerta …

    Finora Microlino conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che l’auto elettrica non è ancora per tutte le tasche. C’è un bell’articolo che ho letto oggi (ma non ricordo dove) che diceva che con l’avvento delle auto elettriche molti dovranno rassegnarsi a non possedere più un’auto ma a noleggiarla all’occorrenza. Spero ancora non sia così e che i cinesi riescano a salvarci.

    Premium, premium, premium, premium, premium.

    • /// c’è un supplemento di prezzo sulla Urban se si sceglie l’arancione anziché il bianco, si vede che la vernice bianca dal ferramenta era in offerta \\\ Da quello che so il bianco è sempre stato “gratis”, nel caso della Microlino – vista la particolaritá del modello – direi che lo propongono pro forma ben sapendo che la maggioranza dei clienti sceglierá l’arancione..

      • In realtà no, ad esempio per la Kia Picanto di mia madre il colore gratuito è un celeste vomito mentre per la Giulietta il colore gratuito era il bellissimo rosso Alfa. Ogni casa fa come gli pare ma onestamente offrire solo 2 colori sulla versione base di cui uno dei 2 a pagamento mette molta tristezza…

        • La domanda a questo punto è: ma cosa diavolo mangi per vomitare celeste? I puffi? Sei gargamella? 😂😂😂😂

    • Concordo in toto, ennesimo giocattolo per ricchi, o per i soliti figli di papà che invece dello scooter ai tempi della scuola si compravano la microcar.
      Bene che sia per il traffico cittadino, non posso pensare che un possessore di Panda/Y/i10 o simile, vada a spendere 20k per sto trabiccolo e quindi il traffico rimarrà tale.

      Una cosa signor Enzo non trovo corretta nel suo pensiero, la speranza delle ev cinesi come “salvatrici”…. il problema è la manutenzione/assistenza, perchè come si può ben vedere con altri prodotti analoghi (bici e monopattini, per stare sull’elettrico), magari comprando lo “Jin feng dong” invece di quello più famoso e diffuso , al primo guasto… ciaone.
      Come i cellulari….ora gli Xiaomi si son diffusi e il prezzo è pure salito, ma potrei sempre comprarmi un Cubot, un Dogee… il problema è che di centri assistenza Xiaomi ne ho anche in Italia, ma per gli altri ? Usa e getta.

      Per il resto, senza infrastrutture adeguate tutte ste “speranze” sono semplicemente inutili

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