La foto del mese ce la manda via mail Luca Montanari, un ravennate in viaggio in Giordania. Ritrae un Supercharger Tesla là dove non ti apetteresti di trovarlo…
LA FOTO / “Siamo appena fuori dal deserto di Wadi rum”, segnala Luca
“Vi giro questa foto direttamente dalla Giordania, appena fuori dal deserto di Wadi rum“, ci scrive. E in effetti è abbastanza sorprendente vedere quanto sia estesa su tutto il globo la rete di ricarica voluta da Elon Musk.
Il personaggio è da sempre molto controverso e lo è ancora di più da quando ha decsio di scendere in politica a fianco di Donald Trump. Con posizioni estreme che, con ogni probabilità, stanno nuocendo anche a Tesla, come dimostrano anche gli ultimi dati dal mercato tedesco. Anche a noi il Musk politico lascia perplessi.
Ma quel che ha fatto per la mobilità elettrica è qualcosa di unico, che resta. Non solo ha dimostrato che creare un grande produttore di veicoli a batterie era possibile, costringendo tutto il mondo a inseguirlo. Ma ha anche creato una rete di ricarica mondiale, con un investimento colossale, un’impresa unica e inimmaginabile.
Una rete che trovi ovunque nel mondo, arrivata a 60 mila
Con oltre 60.000 Supercharger, Tesla oggi possiede e gestisce la più grande rete di ricarica rapida al mondo. Peraltro perfezionando un sistema di pagamento, plug&charge, senza le fastidiose complicazioni di app o tessere, ma con l’abilitazione automatica tramite il riconoscimento dell’auto che effettua l’operazione.
Anche qui anticipando la concorrenza. Poi ti capita di andare in Giordania, come è accaduto a Luca (che ringraziamo per la segnalazione) e ti trovi davanti un Supercharger. Su questo, tanto di cappello.
Leggevo che in Giordania le auto elettiche stanno avendo un certo successo. Sarebbe interessante farci un articolo, tantopiù che la Giordania è uno dei pochi paesi “stabili”, ben “stabiliti” e tutto sommato liberi di quelle zone. Peraltro con istituzioni e funzionari di livello più che dignitoso.
Insomma, ad avere un collaboratore libero, ho come l’impressione che potrebbbe riservare una piacevole soprpresa una mail all’ambasciata con su scritto “siamo Vaielettrico, facciamo questo e quest’altro. Vorremmo parlare della diffusione delle auto elettriche in Giordania, ci date una mano?”
Conoscendo la testa di quel furbone del loro re (non è ironia, è davvero bravissimo a “vendersi” e a promuovere il paese) sono capaci che vi invitano ad Amman un paio di giorni, sai che articolo che viene fuori? 🙂
Grazie del consiglio, Alessandro. Vedremo come farlo.