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La fine annunciata della BMW i3 e l’elettrico new normal

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BMW i3

La fine annunciata della BMW i3 apre l’era del new normal nell’elettrico. È stato il Financial Times (qui) a inizio settimana ad annunciare che la Casa di Monaco non darà seguiti alla sua prima vettura elettrica.

L’elettrico rientra nei ranghi, anche nel design

L’annuncio è venuto da Pieter Nota, direttore vendite & marketing: “Non c’è alcun piano specifico per un successore della i3“, ha detto, “stiamo portando l’elettrificazione ai modelli mainstream“. Ovvero: è finita l’epoca del ‘famolo strano‘ nelle vetture a batterie, che dovevano costituire un salto nel futuro anche come design. E avere un look completamente diverso dalla gamma tradizionale della BMW. È il tempo del new normal, perché l’elettrico diventa di massa ed è meglio tornare su forme più rassicuranti per i clienti. Come la Mini-e, appena presentata a Francoforte, del tutto simile al modello a benzina. E come la BMW iX3, il Suv che arriverà invece nel 2020.

BMW i3 fabbrica
La BMW i3 è in produzione dal 2013: finora ne sono state vendute circa 150 mila

Questo non significa che la iX3 uscirà di produzione: continuerà ad essere fabbricata ancora per diversi anni. Ma quando l’età comincerà ad essere anzianotta (è stata lanciata nel 2013 ) non sarà sostituita da un nuovo modello con nome e filosofia analoghi. Come invece accade alle auto mainstream, come Serie 1Serie 3, Serie 5 e tutti i Suv di Monaco.

Ne sono state vendute 150 mila

Diciamo che il suo compito la BMW i3 l’ha svolto egregiamente. Era stato lanciato per fare esperienza in un mondo nuovo. Con un format che in nessun modo potesse cannibalizzare i modelli esistenti. Una scommessa, un laboratorio in cui i tester, per una volta, sono stati i clienti. E i numeri sono stati piuttosto rassicuranti. In questi anni sono state vendute 150 mila i3, con numeri sempre in crescita (nel 2019 +21%), grazie al progressivo affermarsi dell’elettrico. Ma ora la BMW annuncia 13 nuovi modelli elettrici nei prossimi 4 anni, più un certo numero di ibridi plug-in.

Pieter Nota
Pieter Nota, direttore vendite&marketing  di BMW

E il nuovo presidente, Oliver Zipse, è sotto pressione per accelerare ulteriormente. Dopo che il suo predecessore, Harald Kruger, è stato giubilato proprio per il ritardo nel reagire alla sfida lanciata da costruttori come Tesla. La i3 ha funzionato (e funzionerà ancora) come veicolo di transizione, con cui testare nuovi motori, batterie e anche l’impiego di materiali leggeri nella scocca. La Mini-e, tanto per fare un esempio, ha ereditato praticamente lo stesso powertrain della i3. Il cui viaggio durerà ancora anche per contribuire ad abbassare le emissioni medie dei modelli BMW, nei limiti fissati dalla UE. Poi avrà un posto assicurato nel Museo BMW di Monaco. Un posto di riguardo.

SECONDO NOI. La fine annunciata della BMW i3 non è una buona notizia. Abbiamo creduto (e sperato) che l’elettrico fosse non solo legato alla sostituzione dei propulsori tradizionali con altri a emissioni zero. Ma fosse anche l’occasione per ripartire dal foglio bianco nel progettare gli spazi e il look delle auto. La i3, da questo punto di vista, è stata un’esperienza coraggiosa. Un’auto che ha saputo coniugare grande spazio interno con un design originale e coraggioso. Chissà che la BMW ci ripensi…

— Leggi anche: l’autonomia dichiarata della BMW i3 è di 310 km

 

 

 

 

 

 

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4 COMMENTI

    • È vero, però per una volta è una macchina coraggiosa, che sfrutta tutti gli spazi interni grazie al minor ingombro del motore elettrico. Sono sicuro che altri seguiranno la strada che BMW ha imboccato per prima e ora lascia per tornare al tradizionale. Tra l’altro conosco diverse persone che hanno la i3 e ne sono soddisfattissimi.

      • A mio avviso, BMW ha ben agito mettendo fuori produzione la i3.

        Qualsiasi progetto di vettura elettrica deve contemplare l’evoluzione delle batterie.

        Un’evoluzione che comporta diverse configurazioni, pesi ed ingombri dimensionali.

        Le batterie sono destinate a ridursi di peso e d’ingombro, oltre a prevedere diversi sistemi raffreddamento.

        Oggi è necessario progettare piattaforme flessibili in grado di accogliere l’evoluzione delle batterie nelle diverse forme modulari e dimensionali.

        La Fiat Centoventi introduce questo concetto, brevettato quest’anno da Kawasaki per una motocicletta elettrica con telaio a traliccio tubolare rapidamente scomponibile su un lato per estrarre con un cobot il modulo batteria e sostituirlo.

        Questo stesso concetto verrà brevettato nella Fuell Flow, la motocicletta elettrica di Erik Buell e Frederic Vasseur, team manager di Alfa Romeo Sauber.

        La Fuell Flow si ispira alla Centoventi di Fiat, infatti è stata progettata con criteri modulari per facilitare la sostituzione degli elementi della tecnologia elettrica, quando questi verranno sostituiti da nuovi sviluppi tecnici per avere un mezzo sempre aggiornato nelle prestazioni.

        Questa soluzione inedita in campo motociclistico elettrico, chiamata da Erik Buell: MonoStruct© Technology, verrà presto brevettata e allora sapremo meglio come funziona.

        Ovviamente, aspettiamo anche il brevetto della piattaforma della geniale Centoventi: la Fiat elettrica per tutti.

        Il sistema di Fiat, introdotto nella Centoventi: ADD-A-PACK Battery Sistem prevede i cassetti di alloggiamento delle batterie modulari, scorrevoli sotto la struttura dei sedili è innovativo in tale senso.

        Sono convinto che vedremo presto la Centoventi, ancora prima della discesa del costo delle batterie fissato per una diffusione di massa: 100 dollari/kWh con la sostituzione del cobalto e del nichel con i più economici fluoruri metallici e dell’avvento delle nuove batterie a stato solido con prestazioni inimmaginabili.

        Piattaforme ADD-A-PACK Battery Sistem per accogliere l’evoluzione delle batterie in forma modulare e motori elettrici anteriore e posteriore con le quattro ruote sterzanti.

        Questo sarà il layout elettrico del futuro imminente: avantreno e retrotreno uguali e sterzanti, infulcrati nella piattaforma ADD-A-PACK Battery e carrozzeria fotovoltaica.

        La i3 è consegnata definitivamente alla storia.

  1. Personalmente non ho mai capito perché BMW si è accaparrata del brand Mini ed ha realizzato la i3 in versione esclusivamente elettrica, quando anni addietro, nel lontano 1993, ci mostro’ la city car BMW del futuro: la Z13.

    La Z13 montava un motore posteriore, tre posti, posizione di guida centrale e un peso di 830 kg, grazie all’uso di materiali leggeri. Sotto il cofano, la BMW montava un motore a benzina da 1.200 cc, 82 CV prelevato dalla motocicletta K1100, trazione posteriore tramite una trasmissione CVT e un consumo di 19 km/l.

    Proprio come la BMW i3, lo Z13 Concept era un passo in avanti in termini di connettività di bordo. La Z13 disponeva di navigazione satellitare, telefono e fax.

    La Z13 venne inspiegabilmente consegnata all’oblio, in favore della nuova Mini BMW, predestinata a diventare la vettura compatta premium leader nel mondo, quando la Z13 avrebbe rappresentato un grande passo in avanti se fosse entrata in produzione.

    Io la trovo ancor oggi splendidamente adatta ad un nuovo ruolo: elettrico.

    https://www.motor1.com/news/226055/bmw-z13-concept-we-forgot/
    https://m.youtube.com/watch?v=S2PWxBuXI7E

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