“La Fiat Centoventi è un pozzo di idee, da non sprecare”

La Fiat Centoventi è la novità più importante tra le tante proposte del recente Salone di Ginevra 2019. Lo sostiene in questa analisi Carlo Ombello, ingegnere esperto di mobilità sostenibile. Ombello vive a Londra e collabora ai più importanti siti internazionali che seguono l’evoluzione dell’auto elettrica, come CleanTechnica, InsideEvs, OpportunityEnergy. 

                                       di Carlo Ombello

L’attesissimo Motor Show di Ginevra 2019 ha dato  dimostrazione dei progressi che la mobilità elettrica continua a fare nell’industria automobilistica. Non è necessario scavare troppo in profondità nelle news sul Salone per capire l’impatto che gli EV – modelli di produzione e concept- hanno avuto sulla maggior parte dei marchi. Le auto elettriche hanno letteralmente rubato la scena. Ma in tutto questo spettacolo di divinità elettriche, quale auto ha creato più scalpore?

Dall’Audi una grande dimostrazione di forza

Ipercar elettriche a parte (Pininfarina Battista, chi altri?), ci scuserete se siamo andati a  cercare tra le auto tedesche la migliore da scegliere. Va detto subito che alcuni dei  modelli in mostra erano piuttosto convincenti. Il gruppo Volkswagen – impegnato come sempre a lasciarsi alle spalle lo scandalo Dieselgate – ha particolarmente impressionato. Con l’Audi alla carica con quattro vetture completamente elettriche: la e-tron, la e-tron Sportback, la e-tron GT e la Q 4 e-tron.

L’Audi Q4 e-tron

La Q 4, in particolare, è un importante concept di SUV di medie dimensioni, al debutto mondiale, basato sulla nuova piattaforma MEB di VW. E la bellissima gamma EV di Audi – completamente già programmata per la produzione – offre prove concrete dello sforzo del marchio di guidare le Case di tradizione nella mobilità elettrica. Ma in quella che sembra una seria e diretta sfida a Tesla, forse è difficile trovare un nuovo approccio al dilemma dell’EV. Ovvero conquistare i mercato di massa. Con lusso e prestazioni in testa, Audi non ha certo la priorità di soddisfare la fascia medio-bassa della clientela

Ma il gioco vero sarà nelle elettriche compatte

Al Salone si sono viste altre interessanti anteprime EV di marchi premium. Tipo il Mercedes EQV, il primo furgone elettrico che vanta un impressionante pacco batterie da 100 kWh e un’autonomia di 400 km. O la Polestar 2 – la risposta di Volvo al Model 3 di Tesla con specifiche corrispondenti – tanto per citarne un paio.

La Polestar 2

Queste novità e altri concept di lusso Ev hanno dato grande valore alla vetrina elettrica di Ginevra, dato che sempre più modelli elettrici di fascia alta stanno facendo il loro debutto nel 2019. Ma dovrebbero essere i modelli  più compatti ad attirare l’attenzione di tutti,  perché saranno loro a spingere le EV nel mercato globale.

La el-Born può sfidare Zoe, Leaf, Kona e Niro

Un po’ a sorpresa, la Seat ha preso iniziativa per il gruppo VW, con il suo concept el-Born, basato sulla piattaforma MEB. La versione spagnola del prossimo modello VW, la  ID, in vendita dal 2020, vanta una notevole autonomia (420 km con il ciclo WLTP dalla batteria da 62 kWh) e una ricarica fino a 100 kW. Molto probabilmente si posizionerà nel segmento della fascia economica degli EV compatti, in competizione diretta con modelli consolidati come la Nissan Leaf, la Hyundai Kona Electric o la Kia Niro EV.

La Seat el-Born

Se la versione di produzione – come sembra – offrirà una scelta di pacchi-batteri includendo versioni più contenute (come del resto la ‘sorella’ VW ID), Seat potrebbe presto offrire un EV convincente ad un prezzo base ben inferiore a 30 mila euro (tasse incluse). Rubando la scena ad un best-seller europeo come la Renault Zoe. E non sarà l’unica: anche la Peugeot ha scelto Ginevra per il debutto della sua nuova e-208. Con 340 km di autonomia (WLTP) per una batteria da 50 kWh, è verosimile che anche la piccola francese avrà un prezzo competitivo, 25-30 mila euro. Insomma, la competizione è alta in un segmento che fino a poco tempo fa non era affollato.

La vera sorpresa allora? La Fiat Centoventi

Ma la partita vera sarà nelle elettriche entry-level, da 20 mila euro, che segnerebbero un vero terremoto nella clientela. E qui a sorpresa ha fatto irruzione la Fiat Centoventi, un Ev di ispirazione retrò delle dimensioni di una Panda e carica di idee intelligenti. Dai gadget 3D stampabili, ai sedili intercambiabili, ai pannelli del corpo personalizzabili, questa mini-macchina (solo 3,68 m di lunghezza) vanta anche la disposizione della batteria più modulare mai immaginata da una Casa auto. Col sistema che la Fiat chiama “Add-a-pack”.

Si va da un modello di base a un solo modulo da 100 km fino a una versione da cinque moduli da 500 km, con incrementi di 100 km. Possono essere montati sul fondo dell’auto fino a quattro moduli, nel tipico stile EV. Meno tipico è il fatto che ognuno di questi moduli potrebbe essere acquistato o affittato come e quando richiesto. Creando così  l’opzione di una citycar economica che può trasformarsi occasionalmente in veicolo long- range. Per una maggiore flessibilità, la quinta batteria verrebbe invece montata sotto i sedili anteriori. E potrebbe essere facilmente rimossa e utilizzata da qualsiasi altra parte, inclusa l’alimentazione stazionaria.

Torino è in ritardo, ma questa è un’idea vincente

Semplici idee con un design intelligente, ad un prezzo che potrebbe partire da un minimo di 15 mila euro. Come si può non amarla? La Fiat Centoventi sarebbe, come dice la Casa, una “tela bianca pronta per essere equipaggiata“. E mentre i gadget e i pannelli consentono una personalizzazione per attirare diversi acquirenti con diversi budget, l’ingegnoso sistema di batterie, introdotto in un’auto di produzione, potrebbe introdurre un nuovo modello di business che finalmente porta gli EV alle masse.

La Fiat è in ritardo, ma è convinta di poter produrre la macchina elettrica meno costosa sul mercato. A Ginevra ha portato questo progetto sulla prossima generazione di auto a batterie: modulari, aggiornabili, personalizzabili. Ma la cosa più importante è che è fattibile economicamente. Per quanto possa sembrare improbabile, questo nuovo approccio dal basso verso l’alto potrebbe non solo segnare l’ingresso con successo di Fiat nella produzione di EV di massa. Ma diventare anche quello che gli altri seguiranno.

— LEGGI ANCHE: la Fiat e l’elettrico, un matrimonio tardivo

Visualizza commenti (6)
  1. E’ una bella idea la batteria modulare, per aumentare autonomia con relativamente poche e veloci operazioni, tra l’altro aprendo il mercato dell’interscambio batterie da appositi distributori-(addirittura self-service?) ben organizzati nel terrritorio.
    Ma il problema è che con l’attuale densità energetica delle batterie al litio (200wh/kg), ogni modulo peserebbe, calcolando il consumo medio di 150Wh/km dell’auto, ossia 15Kwh a modulo di capacità energetica, circa 75kg. Quindi, per ora, la batteria autocomponibile e sostituibile con poche e “leggere” operazioni, non è ancora attuabile per un automobile.

  2. La batteria modulare è veramente un’idea che potrebbe fare la differenza, sperando che non si perda per strada nel percorso dal “concept” alla realtà.

    1. Il potenziale c’è tutto, e in più un sacco di tecnologia e idee utili e originali. Semmai il rischio è che qualcun altro prenda nota e li anticipi sul mercato?

      1. Beh, è già successo con la tecnologia common rail per i motori diesel. Ma in quel caso fu la Fiat stessa a non sentirsela di portare fino in fondo il progetto e a cedere il brevetto alla Bosch.

        1. Forse stavolta sono carte da giocare nella loro prevedibile alleanza con Peugeot o altri sulle piattaforme elettriche. Vedremo! Sono relativamente ottimista…

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