
La Ferrari BEV, solo elettrica, si farà. A spiazzar gli ultimi dubbi ha provveduto l’ad Jean Louis Camilleri nella conference call con gli analisti del 3 agosto.
Gli americani la vogliono, nel 2023 l’avranno
Ovviamente non si chiamerà BEV, che è solo la sigla che sta per Battery Electric Vehicle. E non arriverà prima di fine 2023 o, più verosimilmente, l’inizio del 2024. Ma il dado è tratto e il lavoro di sviluppo è iniziato. Camilleri ha spiegato che gli americani amano molto le supercar elettriche e non offrire una Ferrari elettrica al suo primo mercato al mondo sarebbe un peccato mortale.

Anche perché entro un paio d’anni arriva la nuova supercar firmata Tesla, quel Roadster che promette prestazioni da capogiro. Tipo: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,1 secondi e velocità di punta di 400 km/h (qui il sito ufficiale). Si può azzardare che una mano la potrà dare uno che di Ferrari e di motori elettrici se ne intende parecchio. Ovvero quell’Amedeo Felisa che, dopo essere stato a lungo l’ad del Cavallino, si è buttato anima e corpo in un’azienda toscana che produce statori e rotori per motori elettrici (guarda l’articolo), l’ATOP di Barberino Val d’Elsa.
C’è la Porsche e ci sono le hypercar: in mezzo…
Ma come si potrebbe collocare la nuova Ferrari elettrica? E in che fascia di prezzo? Diciamo che al momento il mercato delle auto sportive a emissioni zero sembra essere spaccato in due. C’è la fascia più bassa (si fa per dire…), che finora è stata presidiata dalle versioni più potenti della Tesla Model S. E che presto vedrà l’ingresso in forze della Porsche con la sua prima elettrica, la Taycan. Di cui Stoccarda annuncia un primo successo: 30 mila prenotazioni con caparra versata. E la conseguente necessità di assumere 1.200 persone per sostenere l’aumento della capacità produttiva di un modello che andrà in consegna solo a partire dal nuovo anno.

Ma questo sembra più un segmento da Maserati, l’altro marchio modenese, che da tempo ha annunciato di volere lanciare la versione elettrica dell’Alfieri (guarda l’articolo). E poi ci sono le hypercar, roba che costa fino a un paio di milioni di euro. Tutta roba a tiratura limitata, come la Rimac, la Pininfarina Battista, la Lotus Evjia…
Prima l’ibrida plug-in della Ferrari BEV
Forse lo spazio ideale per la Ferrari BEV sarebbe in un modello che costi attorno ai 200 mila euro. E che apra un’epoca nuova anche nel design del Cavallino, sempre meraviglioso, ma ultimamente considerato un po’ conservativo. C’è chi dice che la Ferrari elettrica avrà bisogno di una nuova fabbrica, dato che l’attuale stabilimento di Maranello è ormai vicina alla saturazione, arrivando quest’anno a produrre più di 10 mila macchine.

Nuova fabbrica, nuovo personale e nuova mission: sarebbe il modo migliore per festeggiare l’ingresso in un’epoca nuova. Intanto arriva l’antipasto, con la prima Ferrari “alla spina”, la SF90 Stradale, un’ibrida plug-in con un pacco-batterie da 7,9 kWh di capacità, che garantisce un’autonomia fino a 25 km. Oltre a mille cavalli di potenza, accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi, velocità massima di 340 km/h. E con tre motori elettrici (due sull’anteriore), in grado di sviluppare 220 cavalli.