La Corea del Sud vuole che anche i traghetti siano elettrici. Già protagonista nel business delle batterie (con LG Chem, Samsung…) e negli EV (Hyundai-Kia), Seul ora vuol cavalcare l’onda dei collegamenti via mare.

La Corea del Sud mette in campo mezzi e centri di ricerca
In questo caso la spinta non arriva da uno dei colossi industriali, ma dal governo stesso. Con un piano che coinvolge enti di ricerca locali e stranieri. Tra questi, riferisce il sito Aju Business Daily, figura l’Università della Norvegia, a conferma del ruolo centrale che il know-how del Paese scandinavo sta assumendo. La regia è affidata al Ministero degli Oceani e della Pesca. L’investimento iniziale è di 26,8 miliardi di won (poco più di 20 milioni di euro) per studiare una traghetto elettrico leggero per il trasporto anche di auto. Obiettivo: metterlo in produzione entro il 2023. La nave potrà ospitare oltre 100 passeggeri, 20 veicoli e un carico di merci. Progressivamente questo tipo di navi dovrebbe soppiantare i 165 traghetti alimentati a gasolio attualmente in servizio lungo le coste coreane.
Si lavora anche alle strutture di ricarica
L’esperienza accumulata nel mondo automotive ha insegnato ai coreani che la mobilità elettrica, per terra o per mare, dev’essere assistita da un’adeguata struttura di ricarica. Insieme al traghetto, il Ministero svilupperà un sistema mobile di fornitura di energia in grado di ricarica le navi elettriche. E anche di assicurare energia alle piccole isole sparse nelle aree costiere occidentali e meridionali del paese. Governo e imprese in Corea sono tradizionalmente spinte da un forte spirito competitivo e anche in questo progetto hanno messo in campo il meglio del Paese. Il Korea Research Institute of Ships & Ocean Engineering, un centro di ricerca statale, guiderà un consorzio creato ad hoc con il Korea Electrotechnology Research Institute e altri gruppi. Il progetto coinvolge anche organismi universitari come il Korea Institute of Science and Technology.
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