
La Consulta è chiara sulla transizione energetica: non la può fermare una legge regionale. Nessuno stop alla decarbonizzazione. Neanche temporaneamente, neanche da parte di una regione autonoma come la Sardegna.
Questa non ha titolo, va contro la Costituzione, e non può rallentare gli obiettivi di conseguimento della neutralità climatica. Una sentenza che dovrebbe porre freno ai tanti movimenti contro le rinnovabili che stanno spuntando in tutta Italia.

Una moratoria completamente illegittima, violate le norme europee e nazionali
Vediamo nello specifico il percorso di questo iter legislativo che, come abbiamo anticipato, aveva un finale già scritto.
Cosi su Vaielettrico nel giugno scorso: «Il provvedimento, molto probabilmente, sarà bocciato dalla Consulta e finirà in un cestino. Un film già visto».
Questa la storia in sintesi. Dopo l’approvazione del Consiglio regionale, il 30 agosto 2024 il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, deposita il ricorso.
Si impugna l’articolo 3 della legge. Ci sono problemi in riferimento alla Costituzione – articolo 117, commi primo e terzo – e al decreto legislativo 2021, n. 199.
Ma non è finita qui perché sono altre le norme con cui la legge va in contrasto.
La Corte Costituzionale sottolinea: «La disposizione impugnata, nell’imporre un divieto alla realizzazione di nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili, introdurrebbe una deroga – seppur transitoria – rispetto alla disciplina statale».

L’autonomia regionale non può andare contro Costituzione, leggi statali, nazionali e obblighi internazionali
E’ utile fare chiarezza su questi temi perché si legge in giro troppa disinformazione sui poteri regionali che restano, in ogni caso, limitati.
La Corte chiarisce bene che la Regione ha «competenza legislativa concorrente in materia di “produzione e distribuzione dell’energia elettrica”».
Ma attenzione: «nei limiti fissati dall’articolo 3 dello statuto, ossia in armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico dello Stato e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali».
E la stessa legge successivamente approvata sulle aree idonee (la prima in Italia), che superava e annullava la moratoria, è stata impugnata dal Governo. Paradossalmente proprio dal ministro leghista Roberto Calderoli, paladino dell’autonomia differenziata.

La sentenza della Corte è importante anche per le altre regioni che devono ancora legiferare. «La giurisprudenza di questa Corte sarebbe costante nel ritenere costituzionalmente illegittime norme regionali volte a sancire, in via generale e astratta, la non idoneità di intere aree di territorio».
La Regione Sardegna ha ritenuto idoneo solo l’1% del territorio sardo. Ma non si possono «imporre, in maniera generalizzata ed aprioristica, limitazioni, perché ciò sarebbe in contrasto anche con il principio fondamentale di massima diffusione delle fonti di energia rinnovabili».
Vista questa sentenza sulla moratoria se ne aspetta una simile per la legge sulle aree idonee.
In attesa, però, di conoscere come si esprimerà il Tar del Lazio sul ricorso che chiede l’annullamento del decreto Pichetto Fratin. Appuntamento il 19 marzo.

Il centro destra sardo brinda sulla sentenza per la moratoria ma punta su una proposta di legge irrealizzabile
I paradossi del centro destra sardo. Da un lato plaude alla Consulta, ma poi propone di puntare sulla proposta di legge Pratobello.
Firmata da oltre 200mila sardi,alla luce della sentenza della Consulta pare già carta straccia. Completamente irrealizzabile.
Eppure Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia e segretario regionale di Forza Italia, la invoca, così come i cugini politici di Fratelli d’Italia.
Ma ci sono da rispettare gli impegni al 2030 ovvero costruire impianti fotovoltaici ed eolici e chiudere le centrali inquinanti a carbone.
Il processo di decarbonizzazione non può essere di certo fermato o rallentato da leggi regionali. E qui casca anche il centro sinistra che evoca la legge urbanistica, ma la questione energetica è ben più ampia.
In Sardegna dovrebbero arrabbiarsi gli agricoltori, per contrastare il movimento mediatico pompato avverso,
e chiedere a gran voce di poter scegliere se installare pannelli per es. nella forma di agrivoltaico (e ancora meglio agrovoltaico a pannelli bassi)
come già scritto:
— 75 ettari di terreno agricolo del tipo “marginale” (= non coltivato perché economicamente sarebbe in perdità) non procuce cibo e non produce reddito
— 75 ettrari messi a coltura seminativa (se non c’è siccità) produce reddito per uno stipendio (e immagino valga anche per un terreno messo a pascolo)
— 75 ettari messi ad agri-voltaico ( pannelli + coltivazione o pascolo ) ospitano sia la coltivazione o ilpascolo, che 50 MW di fotovoltaico, e combattono la siccità e producono reddito per 20 (!) stipendi
c’è ne abbastanza per mantenere in salute le aziende agricole e non spopolare i territori e i paesini rurali (perchè se ci sono pochi lavoratori, ci sono anche poche scuole, farmacie, servizi, etc, e la gente si trasferisce in città)
Io però continuo a non capire la stupidità delle persone… abbiamo viadotti enormi che a volte non servono a nulla, coste cementificate che basta entrare 50m in mare e girarsi per vedere quanto fanno schifo in nome di uno sviluppo edilizio (anzi deturpamento) magari invocato dagli stessi che oggi si “scandalizzano” per 10 pale eoliche a 30km dalla costa o un paio di campi fotovoltaici costruiti nel nulla a fin di bene, perché è vero che qualcuno ci guadagnerà (da quando siamo nell’economia di mercato le regole le abbiamo accettate per tutto c’è chi guadagna sul pane il latte… sui medicinali….) ma santo cielo ci liberano dal vivere a fianco di una centrale a carbone, ci liberano dalla schiavitù energetica da Russia, USA… paesi arabi…. ci libera dal ricatto politico di che paesi esercitano quotidianamente sull’Europa, ci rende più ricchi e competitivi come nazione… ma NO… quattro pale eoliche che si intravedono appena all’orizzonte quelle NO. Io non so dare altri nomi se non stupidità.
Un discorso di buon senso purtroppo in Sardegna gli avvoltoi veri se la passano male, quelli umani godono di grande salute e lottano per regalarci anni aggiuntivi di centrali a carbone, progetti faraonici (spesso pagati da noi) e che ci rendono vassalli dall’estero, spesso le peggiori dittature e democrature. Raggiungere una buona produzione porterebbe – qui deve entrare in campo la politica nel chiedere prezzi equi per i cittadini e le imprese – a vantaggi economici e geopolitici importanti. Poi nella quotidianità le commissioni ministeriali già bocciano progetti ritenuti non idonei, c’è già un controllo per quello non serve una legge con troppe limitazioni.
I controlli sono indispensabili anche per impedire che vengano presentati progetti troppo grandi in rapporto ai territori interessati (e che magari hanno interesse paesaggistico e agricolo) e soprattutto da parte di società “fantoccio” con capitale sociale ridicolo…
leggevo esite un “commercio/rivendità” di progetti che hanno ottenuto l’autorizzazione, fatti da enti che in realtà non avrebbero accesso ai capitali per realizzarli
per il FTV le tariffe sarebbero di circa 80-140€ al KW potenza, a seconda del grado di avanzamento del proegtto con le autorizzazioni
significa che un impianto FTV utility che sarebbe costrato 560€ al KW, costerà quasi 700€ al KW, ancora buono, ma è un peccato che ci siano agenti immobiliari/intermediari anche in questo settore
il problema per assurdo nasce dalla difficoltà e lentezza degli iter di approvazione italiano
questo crea spazio per gli intermediari (oltre che per altri aumenti di spesa, es in spese legali o burocratioche) che tentano di avviare più progetti (intasando ulteriormente la coda autorizzativa) e quando dopo anni alcuni vengono autorizzati, li rivendono
Un po’ come certi ragazzi..bravi in informatica e un po’ furbi..che anni fa hanno fatto i soldi rivendendo i “domini” internet di ditte famose ..
L’importante è controllare che le aziende appaltatrici siano serie
è di questi giorni uno scandalo in Sicilia , dove un geometra con capitale sociale 2500 eur duemilacinquecento
ha preso un appalto per l’installazione di pale eoliche per un valore sopra il miliardo MILIARDO di eur
https://corrieredimaremma.it/news/cronaca/332481/un-geometra-foggiano-con-capitale-di-2-500-euro-dietro-il-progetto-del-maxi-parco-eolico-di-scansano.html
più che l’appalto, sembra abbia “solo” presentato i progetti per farli valutare e approvare..
potrebbe essere un caso di “mediatore/intermediario” come accennavo sopra, tentano presentando molti progetti, poi se dopo anni almeno alcuni vengono approvati (dopo le valutazioni ambientali e i ritardi che sappiamo), li rivendono a chi può realizzarli e non ha voglia di aspettare anni e tentare la fortuna per provare a farsi approvare un proprio progetto
.. è una distorsione dovuta alla lentezza con cui le autorizzazioni vengono negate o concesse, si crea spazio per i “bagarini”..
però non è scontato che sia un mediatore, leggevo anche ditte grandi si trincerano dietro società di comodo con poco capitale sociale, una per ogni progetto, lo fanno per separare a livello fiscale i singoli progetti (comnprensibile), e/o forse per riservatezza
PS: l’articolo ci sta, poi secondo me è impreciso (un poco terroristico):
– sulll’adombrare paure sul fine vita degli impianti, mi pare che ormai i nuovi progetti devono attivare una fideiussione che copre i costi di smantellamento (che però in parte si ripagano giù dal recupero dei metalli) e anche di ripristino del sito a fino ciclo di vita degli impianti
– inoltre suona strano che vengano fatti impianti in sedi senza abbastanza vento, non riuscirebbero a ripagare l’investimento e chi ci deve mettere i soldi non è così sprovveduto da non verificare i calcoli;
forse sarebbe più corretto scrivere che oggi le aste pubbliche italiane pagano relatrivamente troppo l’elettricità da l’eolico ( mi sembra circa 7,5 cents a KW-h, quando c’è profittabilità anche per meno) e questo non permette di scremare i progetti solo dei siti più ventosi in assoluto
cioè, se paghi 7,5 cents, in Italia ci sono siti eolici che sarebbero renumerativi per circa 150-200 GW, mentre se paghi 5 censt, solo i siti più ventosi lo sarebbero, diciamo per (numeri imprecisi, dovrei ritrovare i dati esatti, che esitono) circa 75 GW
si torna di nuovo alla poca trasparenza e efficenza dell’iter autorizzativo, che non privilegia i progetto più efficenti e non è abbastanza rapido, e allora nella coda dei progetti da valutare ci si butta dentro di tutto di di più sperando che qualcosa venga approvato
Non sarà certo la Corte costituzionale a convincere i sardi della necessità e urgenza di impianti rinnovabili, hanno deciso che il loro territorio non è adatto a fv ed eolico, che vadano per la loro strada, pagando per l’energia il triplo di quello che sarebbe necessario, e condannando l’isola a campare solo di turismo, ammesso che sia possibile
Sarà ridimensionata anche la legge sulle aree idonee e si realizzeranno gli impianti
Guardi me lo auguro, per il benessere della Sardegna e dei sardi. Io posso capire che le rinnovabili siano molto impattanti visivamente, quindi gli impianti su terraferma andrebbero attentamente vagliati, ma dire no a prescindere a tutte le proposte di impianti off-shore e perfino al Tyrrenial link, ovvero una serie di cavi sotterranei, non lo trovo minimamente razionale e sensato. Tuttavia rispetto il loro pensiero e il loro territorio, augurandomi il meglio per loro, anche se temo che stiano gettando alle ortiche una grande e irripetibile opportunità
approfitto per ricordare che i cavi degli elettrodotti sottomnarini quando si avvicinano alla costa viaggiano interrati, vengono scavati dei tunnell sotterranei con la tecnica della “perforazione orizzonatale”, sulla spiaggia e di fronte ad essa non si vede niente di niente..
visibile c’è solo una sottostazione di trasformazione elettrica posta più all’interno del territorio, come siamo già abituati ad averne, dove i cavi riemergono dal sottosuolo e si collegano alla rete
In Puglia ci sono letteralmente comitati per chiedere di approvare tutti i progetti di eolico off-shore presentati per la regione.. e con meno clamore, vale anche per la Sicilia.. chi avrà ragione ? 😉
spoiler:
lavoro qualificato per costruirli e muntenzionarli, indotto per le imprese, trasferimento sul luogo di soldi e risorse per miliardi, energia a basso costo, parchi che diventano riserve di ripopolazione ittica, etc
e nel caso del FTV, reddito diretto e importante all’azienda agricola
E’ quello che dovrebbe succedere con i prezzi zonali, ormai non esiste più un prezzo unico nazionale ma l’italia è divisa in più Zone e la Sardegna è una zona singola.
Con i prezzi zonali ogni regione ha un prezzo dipendente dalla quantità di rinnovabili che accoglie, tuttavia per evitare “grane” questo sistema è già stato castrato con un meccanismo di armonizzazione progressivo. Con il tempo, se dovessero rimanere con il carbone, potrebbero arrivare ad avere un prezzo dell’energia molto più alto che in puglia ad esempio.