La colonna infame delle…colonnine. Ogni giorno da tutte Italia segnalazioni di colonnine inaccessibili o fuori uso: oggi Milano e Cogne. Più due commenti.

La colonna infame: nuove segnalazioni da Milano e Cogne
Lapidaria la segnalazione di Pierluigi Savino da Milano, accompagnata dalla foto in alto: “Due posti auto in meno da oltre un anno, in Corso Sempione 29, di fronte alla Guardia di Finanza, in attesa da oltre un anno di corrente“. E altrettanto lapidaria la mail di Enrico Sacco da Cogne, frazione Valnontey: “Difficile ricaricare ma funzionante...”. In effetti nella foto si vede una Enel X imprigionata in un cantiere e inaccessibile, ma questa sì funzionante. Stefano Mesina ci ha inviato invece questa amara riflessione: “Mi sono chiesto il motivo per cui le forze dell’ordine intervengono pochissimo sulle soste in spazi riservati alla ricarica elettrica. Mentre i legittimi utilizzatori (possessori di auto elettriche) vengono penalizzati se ritardano a scollegare l’auto a fine ricarica. Con tariffe esorbitanti (0,10 centesimi al minuto)“. Infine la riflessione di un altro lettore, Alex: “Quello delle colonnine indisponibili per i vari problemi che avete elencato è male comune in tutta Italia. L’unico motivo è perché siamo ITALIANI! Con la mentalità di chi, con un SUV rigorosamente tedesco da 50.000€ in su, pensa di avere il diritto di parcheggiare ovunque. P per donne incinte, disabili, elettriche e anche strisce pedonali….”.
Oltre al danno c’è sempre la beffa…
Risposta. Oltre al danno la beffa: al problema delle colonnine mai attivate, si aggiunge quello delle ricariche sì funzionanti, ma inaccessibili perché in zone transennate. Un fenomeno che abbiamo visto intensificarsi durante l’estate, per il proliferare di feste, sagre ed eventi sportivi che portano al transennamento di zone in cui si trovano le colonnine. Alex non ha torto: siamo italiani… Così come è comprensibile lo sconcerto di chi si vede sanzionare se ritarda a liberare la colonnina. Mentre resa regolarmente impunito chi usa gli stalli come parcheggio per ore e ore.
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Forse però se cambiasse il sistema di carica il problema non sarebbe tale. La ricarica si dovrebbe fare lenta a casa con la propria wall box mentre quelle esterne dovrebbero essere solo hpc molto veloci per fare in modo che il cliente ricarichi una quantità sufficiente anche solo in mezz’ora. Stazioni di ricarica tipo quelle dei carburanti, magari con annesso un bar dove aspettare comodamente. Se in futuro i tempi si ridurranno forse non ci saranno i problemi attuali
Le HPC sono fondamentali, ma ti posso assicurare che il 90% delle mie ricariche è alle AC, perché sono molto più comode delle HPC quando non si è in viaggio.
ci sono dc a partire da 20 kw
secondo me sono ideali fino a 50 kw in città
abbinate a fotovoltaico e accumulo nei parcheggi aziendali e supermercati
le versioni con alimentazioni ac da 30kw sono in vendita su aliexpress
a 4308 eur AFAX
quelle che immagino io non avrebbero bisogno della circuiteria AC/DC,
quindi costerebbero anche meno,
ma sarebbero alimentate direttamente in DC dall’accumulo tipo MegaPack
da 3 Megawatth in su
sarebbe il megapack il protagonista del sistema , si caricherebbe prioritariamente dalla pensilina fotovoltaica del parcheggio
o in caso di maltempo prolungato dalla rete stressandola il meno possibile in orari in cui è sottoutilizzata
sarebbero delle mini centrali intelligenti di qualche megawatt picco
che cederebbero energia alla rete quando sono in sovraproduzione e la batteria e carica
ma anche per brevi periodi per compensare i picchi in caso di necessità
mentre per il prelievo lo farebbe in maniera intelligente in certe fasce orarie o limiterebbe la potenza di ricarica alle auto
insomma il
Parking To Grid al posto del complesso e sprecone Vehicle To Grid
30kW ricaricano 15 kWh in mezz’ora l’ideale per i parcheggi dei supermercati o di un fast food
IMHO
Anche le colonnine AC “lente” hanno un loro ruolo, suvvia.
Ad esempio, per ricaricare mentre si è al lavoro, oppure al supermercato mentre si fa la spesa (quella “grossa” che ti tiene dentro anche più di un’ora), o al cinema (due ore sane sane), o in palestra (un altro paio d’ore come minimo), e così via.
Io una volta ho approfittato anche di una visita in ospedale per ricaricare anche nel parcheggio dell’ospedale.
E le trovo perfette per le mie gite domenicali: arrivo alla mia meta e, se la batteria è scesa troppo vicino al 50% o sotto di esso, ecco che metto l’auto in carica in una colonnina “lenta” e me ne vado a godermi la mia meta per un paio d’ore.
Oltretutto, caricando “lento” spendo anche parecchio meno rispetto al caricare “fast”, e anche installare le colonnine “lente” costa una frazione – anche come impatto sulla infrastruttura elettrica – rispetto a installare quelle “fast”.
E se proprio si vuole/si deve ricaricare in DC, sappiamo tutti dove andare, no? FreeToX in autostrada ormai ogni 60 km o meno (almeno fino a Roma, sperabilmente in ulteriore espansione), Supercharger Tesla appena fuori da tanti caselli, un po’ di Ionity qua e là…
Le colonnine HPC sono meno sostenibili rispetto alle colonnine AC. Mi spiego meglio: il carico sulla rete elettrica è parecchio più elevato sulle HPC , in termini di equilibrio della rete, più difficili da bilanciare (questo nel momento in cui ve ne saranno parecchie ed in funzione tutte insieme). Le HPC vorrebbero essere usafe per la maggior parte da viaggiatori in transito e meno da residenti.
Viene da chiedersi come mai il comune di Cogne abbia autorizzato l’uso di suolo pubblico come deposito di un cantiere proprio negli stalli della colonnina.
L’avrebbero fatto con un parcheggio disabili?
L’avrebbero autorizzato attorno ad un a pompa di benzina?
Ed è pure visibile tanto spazio vuoto utilizzabile. Invece no… dovevano piazzare il materiale da cantiere proprio li.
Un incentivo al turismo sostenibile: arrivare con l’auto elettrica silenziosa e pulita e non poterla ricaricare. Geniale.
Be’ che gli italiani non siano tanto svegli si sa da tempo. Anche Roma fu fondata dai greci, non da Romolo e Remo, come raccontano i libri di storia riscritti da quelli del movimento “Prima i romani”… 🙂
Che fossero autolesionisti si va delineando sempre più chiaramente nell’ultimo secolo.
Che siano orientati a un suicidio di massa, lo scopriranno da soli all’ultimo momento e il fatto non li terrorizzerà tanto quanto sapere che il governo di turno non potrà inserire un cavillo nel milleproroghe per salvarli.
Detto da un Edwin Abbott sa un po’ di razzista…
Non abbiamo letto Flatland, immagino… E ignoriamo chi sia E. Abbott.
Mentre ci siamo penserei anche a reintrodurre le stazioni di posta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Stazione_di_posta?wprov=sfla1
Panta rei
E pensare che, nonostante tutte queste segnalazioni, un amministratore di questo gruppo “non comprenda” come sia possibile che la gente senta la necessità di avere stazioni di rifornimento elettriche emulando la mobilità attuale. Ma si sosteniamo la giungla delle ricariche lente per strada anzi pubblicizziamo soluzioni ancora più lente (e inapplicabili in molti casi) come i lampioni
Insomma, il parere di chi usa l’auto elettrica lei proprio non lo considera.
Non é un argomento, non potendo ricaricare né vicino casa e nemmeno a lavoro finché non si avvera quanto detto sopra sarà impossibile passare all’elettrico. Già é difficile trovare posto figurarsi a dover pure trovare la colonnina. Se esistessero dei rifornimento invece… Ma a costi umani, con il costo attuale delle DC anche una mg4 (provata e preventivata in concessionaria) ha costi da v8
Non è un argomento il suo, se permette; è solo un caso personale. Le DC “ma a costi umani” non esistono: una colonnina HPC costa venti volte una quick.
La mia è una situazione comune a molti se non alla maggioranza degli italiani, basta vedere infatti i numeri che fanno le bev.
Che la maggioranze degli italiani sia nella sua condizione dovrebbe dimostrarcelo lei. Per esempio, dicendoci a che zona si riferisce. E non confonda la causa (scarsa diffusione delle Bev) con l’effetto (mancanza di infrastrutture).
La zona è il porto industriale di Ancona, ma potrei dire lo stesso del porto industriale di Ravenna o quello di Trieste che frequento abitualmente ( e i rispettivi centri storici dove si lascia l’auto di notte) e hanno in comune zero colonnine. Inoltre mi dispiace ma è lei ad invertire le cose visto che pochi sono disposti a complicarsi notevolmente la vita per avere vantaggi nulli (visto il costo attuale delle colonnine). Se ci fossero diffuse stazioni di rifornimento in DC con un costo non superiore ai 0,4 €/KWh allora se ne potrebbe parlare.