La cinese NIO vuole la fabbrica Audi di Bruxelles, per produrre in Europa ed evitare i dazi UE. L’impianto è a rischio chiusura, per i tagli di VW Group.
La cinese NIO è già pronta a presentare un’offerta
Altro che Italia: i gruppi cinesi continuano a guardare altrove per produrre in Europa e uno dei marchi più in vista, NIO, punta all’impianto belga di VW Group. Fino a poco tempo fa era considerata una fabbrica-modello, in cui Audi produceva alcuni modelli tra i più prestigiosi. Ma il vento di ristrutturazione che ha investito il colosso tedesco, dopo una prima parte di 2024 in calo, ha indotto i vertici di Wolfsburg a considerare l’ipotesi di una chiusura. O di una cessione, anche se una vendita a un concorrente cinese avrebbe risvolti economici e politici tutti da considerare. Il gruppo Volkswagen sta rallentando gli investimenti sull’elettrico, con nuovi modelli rinviati e in alcuni casi addirittura annullati. Mentre i cinesi vanno avanti senza esitazioni. E secondo la testata belga De Tijd, i rappresentanti di NIO avrebbero già visitato la fabbrica e sarebbero pronti a presentare un’offerta.
Il dilemma VW: meglio chiudere o vendere a un concorrente scomodo?
In ballo ci sono 3 mila posti di lavoro, in un impianto di cui era stata programmata la chiusura con la fine-produzione dell’Audi Q8 e-tron, nel 2025. Non è chiaro quanti di questi addetti salverebbero il posto in caso di cessione ai cinesi. E anche a quali condizioni contrattuali, rispetto al trattamento piuttosto favorevole che il gruppo Audi-Volkswagen ha sempre assicurato ai suoi di dipendenti. Meglio chiudere o vendere a un concorrente scomodo come un produttore di Pechino? È dal 1988 che il colosso tedesco non dismette una fabbrica, da quando fu scritta la parola fine per la fabbrica americana di Westmoreland, in Pensylvania. E qui vanno messi in conto le inevitabili pressioni delle autorità belghe, che faranno di tutto per evitare una chiusura. In tutto questo l’Italia sta a guardare: da tempo il ministro Adolfo Urso parla di un gruppo cinese interessato a produrre da noi, ma nulla di concreto appare all’orizzonte.
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Gli abbiamo regalato il mercato dell’auto
Gli regaliamo anche le fabbriche
E ora i nodi vengono al pettine. I cinesi che hanno investito sulla tecnologia elettrica la possono produrre ovunque, anzi beffardamente proprio dove i vecchi carrozzoni europei lasciano per manifesta incapacità.
Situazione complicata… anzi, classico dilemma dove ogni possibile soluzione è comunque sbagliata.
Se si aiuta VW si darà la stura a un finanziamento generale sull’automotive che, vista la lungimiranza dimostrata, servirà solo ad allungare l’agonia mentre aumenta il gap tecnologico.
Se non si aiuta VW e si vende sul mercato, l’Europa si mette in casa un concorrente potenzialmente devastante (e sarebbe solo il primo)
Come si sarebbe potuta evitare la situazione? Investendo in ricerca di base e seguendo anzi anticipando alcuni trend, invece di spendere (poco) in marketing per massimizzare i profitti istantanei, per trovarsi con un parco produttivo superato e nemmeno concorrenziale in termini di costi assoluti.
se vogliono c’è lo stabilimento Maserati libero
Già… io lavoro vicino al “Maserati Labs” di Modena, e fa male al cuore vedere che ora, invece delle centinaia di auto dei dipendenti solitamente parcheggiate davanti e nelle vie circostanti, c’è un vuoto cosmico… 😢
Sinceramente mi stupirebbe se davvero Nio alla fine acquistasse la fabbrica Audi, staremo a vedere.
E chissà se c’ho preso. E’ appena arrivata fresca fresca la smentita del ceo CEO William Li, cito “Nio has no plans to take over the Audi plant, and the company is cautious about investing in fixed assets […] How can Nio afford a factory that Audi can’t afford? (The rumors) are groundless”.
Questi sono i motivi per cui mi sembrava molto strano che Nio potesse comprare la fabbrica di Audi:
– Nio ha vendite basse in Europa, il brand in quella fascia di prezzo non è competitivo
– le vendite di elettriche in Europa ristagnano
– Cina e Europa si stanno già accordando per abolire i dazi, quindi non ci sarebbe una reale necessità di produrre le auto qui. E anche se fossero confermati, Nio ha avuto gli aumenti più contenuti (escludendo Tesla), solo 20.8%.
– Nio è già in gran ritardo in Europa, i suoi piani di espansione e di costruzione della rete di battery swap sono in ritardo
– Nio (quasi) certamente è in forte perdita in Europa dove ha una fabbrica in Ungheria di costruzione di stazioni di battery swap, centri aperti in 4 stati, centri di ricerca e sviluppo, servizi di assistenza evoluta e alla fine vende 4 auto l’anno
– Nio è una realtà sotto attacco da parte degli speculatori. Quando nacque avrebbe dovuto rivaleggiare con Tesla per competenze e numeri, la prima cosa è successa la seconda no e Nio è in rosso da tanto. Per fortuna gli ultimi 3 mesi sono stati molto positivi e promettenti, quindi Nio può essere definita una società che giusto in tempo è riuscita a riemergere da quello che poteva essere un buco nero, riuscendo in extremis a schivare gli attacchi ribassisti da parte degli speculatori (con tanto di denunce e arresti per le fake news che questi ultimi diffondevano sui conti di Nio)
– al momento Nio sta investendo il 1000% delle sue risorse in Onvo e Firefly (2 subbrand), con la Onvo L60 presentata ieri in Cina e chiaramente tutti gli sforzi sono concentrati lì. Non credo abbia liquidità sufficiente per venire in Europa a fare acquisti
Se anche Audi regalasse la fabbrica a Nio, non credo che Nio possa permettersi di mantenerla e di mantenere gli operai. I cinesi non ragionano come gli europei, non fanno acquisti “per immagine”, sono molto pragmatici e attentissimi a come spendono i loro soldi e la scommessa di Nio in Europa è già stato un pessimo azzardo, figuriamoci acquistando la fabbrica di Audi.
Staremo a vedere ma io resto scettico.
anche io ho letto la smentita …. NIO ho idea che sia inguaiata pure sul suo mercato interno… perché il sistema di cambio batterie (sull’auto e le stazioni) comunque porta con sé costi importanti e vantaggi sempre più risicati col progredire degli accumulatori … la concorrenza (cinese) non ha certo dormito… le fabbriche di batterie (cinesi) vengono aperte pure in USA..
Ed il governo cinese forse sarà restio a compromettere troppo un bagaglio tecnologico accumulato in 15 anni e consegnarlo troppo velocemente agli europei (che, diciamolo, proprio corretti e coerenti non sono spesso).
Comunque… i cinesi stanno “sulla sponda del fiume” e aspettano gli sviluppi in Europa….. e noi con loro…
Nì. Il sistema di scambio interno è usatissimo (ad agosto Nio ha raggiunto il traguardo di BEN 50.000.000 di swap e gli ultimi 20.000.000 milioni li ha fatti negli ultimi 10 mesi !!!) e addirittura scelto da oltre il 70% della clientela cinese (percentuale in crescita, un tempo era al 55%). Funziona molto bene e dà 2 vantaggi:
– la Onvo L60 e tutte le Nio fanno il pieno di energia in 2 minuti e mezzo orologio alla mano nelle stazioni battery swap V4 ma possono caricare anche presso le normali colonnine
– consente a Nio/Onvo di offrire un ridotto prezzo di acquisto a fronte di una batteria non di proprietà (opzione che, ribadisco, è scelta dalla stragrande maggioranza della clientela). Esempio: la Onvo L60 base (che è migliore in tutto rispetto alla Model Y) costa 21000 dollari senza batteria di proprietà, 29000 con batteria di proprietà
E’ però vero che costa tanto costruire la rete di battery swap e che ad oggi l’attività è in grossa perdita, ma va vista come un investimento e a funzionare funziona. Non lo dico io ma CATL. Che ha deciso di costruire in Cina una rete oltre 4 volte più grande di quella attuale di Nio (che è già immensa, quasi 2500 stazioni) perché ha deciso di darsi al battery swap. 10.000 stazioni di battery swap (ovviamente in qualche anno, non domani mattina). CATL, non pizza-e-fichi, ACC o Silk Faw.
P.s.: comunque son l’unico a non aver abboccato al rumor dell’acquisto della fabbrica da parte di Nio … non sta bene vantarsene però … 😀 😀 😀 😀 😀
Bravo Enzo…a prova di 🐟 d’aprile anticipato 🤣
Però…quante volte certi affari son stati smentiti fino all’ ultimo?
I cinesi poi… sono famosi per essere poco trasparenti..
PS .. se ti capita…oltre al numero di cambi batterie…vedi se scopri se il servizio è in perdita o in linea col piano di ammortamento dell’ investimento…😉
Io, che sono ignorante in motori, confesso che ogni tanto mi sorprendi…e, a pensarci, questa soluzione può far parte del prossimo futuro…immagino di poter caricare comodamente a casa e avere questa possibilità in lungo viaggio… ma anche e soprattutto x chi non può caricare ( città/condominio)…perché no?
@damiano: Il servizio è in linea con i costi preventivati ma i volumi di vendita di Nio, fino a poco fa, sono stati inferiori alle stime. Ora però, da un po’ di mesi, va meglio ma di fatto il battery swap continua a essere un macigno sui conti di Nio, peso destinato però a ridursi gradualmente negli anni
@Iorio: occhio che il fatto che il battery swap funzioni in Cina non significa che funziona automaticamente anche qui in Europa … Incidono tanti fattori …
È una fabbrica particolarmente specializzata…. patrimonio prezioso per chi vuole seriamente insediarsi con una propria produzione europea.
(tra l’ altro ci lavorano tanti oriundi italiani )
NIO ha già iniziato a colonizzazione con le proprie auto e stazioni batteryswap il nord Europa (Norvegia..se non ricordo male ..ma difficile pensare che non sia il loro mercato ottimale).
Sicuramente una grande opportunità per NIO… soprattutto se completerà l’ acquisizione con una estesa rete di concessionarie con punti assistenza…ove sarebbe ottimale posizionare le stazioni di cambio batteria…da usare più che altro per adeguare capacità batterie (e peso auto) alle reali necessità…o in caso di efficienza dubbia del pacco batterie a bordo … Visto che in nord Europa la rete di ricarica è già a buon punto.
Beh, una fabbrica cinese nella stessa città dell’europarlamento avrebbe il sapore del contrappasso dantesco.