La Centoventi s’ha da fare, per la Fiat e per l’Italia. Lasciare che un bellissimo progetto di auto elettrica personalizzabile e modulare resti allo stato di show car sarebbe una grande occasione perduta. Per tutti.
Una concept che ha lasciato il segno
Di concept ai saloni dell’auto se ne vedono tanti. Ma pochi lasciando dietro di sé l’impressione che ha destato la Centoventi a Ginevra 2019. Non un semplice esercizio di stile, ma un’idea di automobile nuova, che può restituire alla Fiat l’immagine di un’azienda capace di guardare avanti, di anticipare i tempi.
E non solo di giocare in difesa come ha forzatamente fatto in questi due decenni, per l’esigenza di puntellare un bilancio traballante. Riservando le poche risorse alla “cugina” Jeep, molto più ambita negli anni in cui tutto il mondo sembra impazzire per i Suv. Ecco, in un’epoca così, in cui l’Italia dal punto di vista industriale sembra ridotto al rango di colonia incapace di dettare la rotta, un’auto di questo tipo rappresenta il colpo di coda che non t’aspetti. Ed è per questo che la Centoventi s’ha da fare. Prima che la facciano gli altri, magari copiandola nella sua filosofia.
Ci scrivono: fatela, intelligente e possibile
Ce lo scrivono anche i lettori che la Centoventi non deve finire in un angolo del Centro Storico Fiat, come quel che poteva essere e non è stato. Come Alberto, un architetto appassionato di mobilità sostenibile. Che la vede così: “…reinterpreta e reinventa il meglio di 120 anni di storia dell’automobile per il futuro dedicato a tutti e per tutti. Funzionale ed abitabile come una taxi car, figuriamoci se non può andar bene alle famiglie europee…La plancia Emmental, bucherellata per innestare vari accessori. I sedili modulari, facilmente rimuovibili o sostituibili per inserire il sedile per bambini…“.E ancora: “Caro mr. Manley non potete costruire una reputazione su ciò che avete intenzione di fare. Fatelo. Fate la Centoventi esattamente come è stata pensata e presentata. Aggiungete solo le celle fotovoltaiche sul tetto e sul cofano per ricaricare le batterie viaggiando e lasciando la vettura al sole e per farci risparmiare. Lasciate l’apertura delle porte tradizionale per aumentare la sicurezza e ridurre i costi di produzione e di vendita. La vogliamo così: intelligente e possibile”.
Con la Centoventi la Fiat ha pescato la carta giusta
Non siamo degli ingenui e sappiamo bene che il Gruppo FCA fa i quattrini con quel che è l’esatto opposto della Centoventi. Li fa con i bestioni della RAM, i pick-up assetati di benzina, gas-guzzler, di cui vanno pazzi gli americani. Roba che si fa tutto sommato con poco, ma che gli eredi di cow-boy sono disposti a pagare un bel mucchietto di dollari. Ma al qua dell’Oceano spira un’aria diversa, che sa di sostenibilità, di leggerezza, di voglia di nuovo. Da questo mazzo la Fiat ha pescato la carta giusta, quella che di nuovo può darle il ruolo di chi sa interpretare e anticipare i tempi. Invece di essere il fast-follower, l‘inseguitore di intuizioni altrui. È per questo che, secondo noi, la Centoventi s’ha da fare. Insistiamo. E secondo voi? Come la vedreste?
— Leggi anche: Fiat Centoventi e le sue sette sorelle, una storia iniziata nel 1972 —-
La centoventi è propio la macchina che rientra nella filosofia della Fiat in compagnia della panda punto uno, sono le macchine fatte per il popolo non per alcuni. E se vogliamo che il popolo diventi green la centoventi centra in pieno il bersaglio. Le altre case si cagano a dosso se viene realizzata.
Compreso la PSA che vuole approfittare del periodo non felice della Fiat per surclassarla.
Riprovo a scrivere la risposta ad Alberto Spriano sperando che non sparisca nuovamente.
Prima di tutto sarei curioso di sapere la ragione del fatto che mi ha linkato un articolo sulla durata delle celle fotovoltaiche. E già che c’è mi dice quante automobili ha tenuto per 35 anni? Se nell’edilizia quel tempo è più che normale nel settore automotive è un attimo più raro.
Nei link successivi mi presenta delle vetture che vanno dall’avere i pavvelli solari inadatti alla ricarica delle batteria (Nissan Leaf, basta leggere la descrizione) a quelle che con 6 ore di ricarica al giorno permettono di guidare anche per 4 (quattro, non quaranta ) Km a quelle che se va bene SARANNO prodotto in un prossimo futuro (Tra cui la Solo Motor che citava in un altro commento la cui previsione di produzione si parla per fine 2020)
Le segnalo un link di qualcuno dubbioso sulla reale efficienza di un sistema che proclama essenziale a questo tipo di vettura:
https://www.butta.org/2019/07/31/no-lauto-a-pannelli-solari-non-e-una-buona-idea/
Grazie per la segnalazione del tutto condivisibile.
L’efficienza delle auto elettriche come quella dei moduli fotovoltaici sono destinate ad aumentare. Inoltre non abbiamo dati certi, circa la loro durata e il grado di decadimento nel tempo.
Utilizziamo da circa 8 anni una Citroën C-Zero, una delle prime e devo ammettere che non ha mai accusato problemi o necessità di manutenzione. Non saprei dirLe quanti km o anni durerà, ma sono convinto che durerà molto più a lungo di altre vetture a combustione a parità di chilometraggio.
Così il decadimento dei moduli fotovoltaici che nel caso di una vettura potrebbero essere riciclati e reimpiegati staccandoli dal cofano o dal tetto. O addirittura riutilizzando il tetto fotovoltaico dell’abitacolo.
Piuttosto, il limite prestazionale sarà dato dal decadimento delle attuali batterie, da sostituire dopo una decina d’anni o forse più.
Per cui a mio avviso, le case devono ragionare in termini di decadimento di efficienza delle componenti della vettura elettrica ed offrire un servizio sostitutivo delle stesse.
Personalmente facendo pochi km al giorno per recarmi al lavoro, sono favorevole alla carrozzeria fotovoltaica e lasciando l’auto ferma il sabato e la domenica avrei un vantaggio non indifferente.
Oggi, dobbiamo però anche considerare che è in corso una sfida tecnologica e affascinante, basata sulla completa sostenibilità dei veicoli che autoproducono dal sole l’energia elettrica che serve nelle competizioni.
A leggere i risultati di Emilia 4, lo scorso anno, nella gara americana sulle strade delle Montagne Rocciose con i quattro ragazzi a bordo, si resta sbalorditi, così come del consumo energetico, paragonabile all’asciugacapelli di mia moglie.
E’ un campo di sperimentazione dove i risultati conseguiti presto potranno essere impiegati nelle auto destinate a noi. Non ha caso, stanno sviluppando la quattroposti Violet con tutti gli optional di una vettura convenzionale.
Nuove teorie, ricerche, sperimentazione e sviluppo proseguono nel mondo grazie ai giovani ingegneri impegnati a realizzare auto ad energia solare sempre più aerodinamiche e veloci ed alle industrie che credono nelle loro capacità, investendo risorse nelle corse più ecologiche e scientifiche al mondo: i World Solar Challenge.
Si percorrono migliaia di miglia per giorni e giorni fermandosi al tramonto, in mezzo al traffico anche pesante, con mille imprevisti, strade che sembrano non finire mai, in mezzo ai deserti tra polvere e fuoco, attraversando città e paesi, acclamati dalla popolazione che vede finalmente realizzarsi la speranza di una mobilità per tutti senza impatti ambientali.
Non è solo speranza: è innovazione.
La ricerca delle prestazioni nell’efficienza, nella leggerezza, nella resistenza e nella miglior forma dell’aerodinamica, utilizzando il sole.
Si ma quanto costa??????? E sopratutto è sicuro che inquina meno di una a benzina o diesel?
Quanto costa non si sa, perché al momento non si sa neppure se la faranno. Quanto all’inquinare, ormai è assodato che l’elettrico inquina molto meno di benzina e diesel, certificato da fonti come l’Agenzia europea per l’ambiente.
Credo che in Italia non si sia pronti ad osare; investire per un ritorno a lungo termine. Risulta difficile incamminarsi su un progetto ex novo invece di limitarsi ai semplici rinpasti e fusioni con quello che si ha a disposizione ottenendo il massimo tornaconto con la minima spesa. Purtroppo automibilisticanente parlando bisogna guardare ai gruppi tedeschi ed orientali per farne tesoro. Gruppi come Hyundai che sono partiti dal nulla ed hanno letteralmente cavalcato la tecnologia capaci di presentare modelli ibridi,elettrici innovativi ed ipergarantiti. FCA guarda, impara e agisci.
Elettrico subito? Allora vendiamo magneti Marelli . Tutti parlano le macchine elettriche non si vendono.
Ho avuto sempre Fiat….e tutti i miei familiari sempre Fiat….lavoro in una grande industria a 2 ruote e sono oltre 15 anni da quando ho “Osato” istallare sul tetto di casa i pannelli solari e cerco FORTEMENTE di improntare la mia vita Grenn…xchè oramai siamo in un momento di “Grave EMERGENZA Ambientale” direi che:
1) Cosa aspettiamo….da quando il Marchionne per nulla visionario nelle scelte Fiat disse…quando il mercato Californiano chiedeva Auto elettriche…..”Gli mandiamo le nostre 500 elettriche…ma x noi è solo una rimessa” questo mplti anni fà….e nn vi scordate che FCA ha portato a noi Italiani “solo” danni…..moltissimi “veri Italiani” hanno abbandonato Fiat a malinquore” grazie a Marchionne….quindi…
2) In questi 2 anni (io che seguo DA SEMPRE…l’evoluzione della mobilità elettrica) la ricerca in campo delle batterie….materiali leggeri…motori elettrici performanti….(vedi Tesla) …pannelli solari (dove da oltre 40 anni la famosa gara Australiana x autocecologiche ci insegna che la tecnologia è ampiamente avanti) e Fiat (che rifiuto di chiamare FCA) ha tecnologia….SE VUOLE ….da vendere …datto da chi lavora con centri ricerca Fiat…
3) Come da come anticipato dal buon Luigi….negli accessori…magari prevedere un modello con motore Ausiliario…che fà da generatore di corrente….x nn rimanere mai a piedi…in attesa che il nostro paese….installi colonnine a sufficienza x questo INEVITABILE passo verso la sostenibilità….
4) E caro Mauro T. tu che conosci a “Menadito” il mondo dell’auto sai benissimo che la 120 se nn viene prodotta nn è il motivo di scelta di mercato xchè troppo costosa….ma xchè in Fiat….ci sono ancora dei dirigenti Ottusi e poco visionari…..nn sono bastati Gli S.Jobs….o Aron Musk…o Bill Gates….ad aprirci gli occhi….l’industrializzazione ha portato ad abbassare i costi in ogni settore e Fiat ha ingeneri e personale che nn hanno da imparare da nessuno e poi siamo o nn siamo Italiani…un popolo di creativi….oggi con il freno a mano tirato…..putroppo…
120….quantoprima….anzi…è già tardi…i Cinesi, i Tedeschi e persino ….l’ultimo arrivato produttore di aspirapolveri….Dyson…sono già pronti ad invaderci….cosa aspettimo.
grazie
Alla base di tutto c’è il cosiddetto marketing che dipende sempre dal prodotto.
Poter dire che il tuo prodotto è più competitivo, più facile da usare degli altri, che ha una tecnologia più avanzata, è più potente, performante, è unico, sta alla base di tutta l’attività di promozione del prodotto stesso.
Fare marketing vuol dire creare un prodotto per un pubblico che vorrà sicuramente comprarlo.
E’ vero, oggi le vetture elettriche, anche con gli incentivi costano troppo.
Non appena ridurranno il costo degli accumulatori a 100 dollari per kWh, saranno immediatamente competitive e chi avrà già acquistato un’auto elettrica si mangerà le dita.
Gli accumulatori vengono prodotti da player mondiali che non sono riferiti ai produttori automotive anche se la tendenza sta cambiando.
FCA a mio avviso, deve aspettare per entrare nel momento giusto.
Nel frattempo progetti la piattaforma modulare, le sospensioni e sterzo, il design e il cervello della vettura elettrica che è l’inverter.
Per i motori elettrici ad induzione c’è un’evoluzione continua, come per le batterie.
Il pioniere che si è assunto tutti i rischi è stata Tesla e per tale ragione, attualmente è maggiormente accreditata. Ma non sarà più così tra qualche anno, a meno che Musk presenti la prossima gamma Tesla con innovazioni tecnologiche oggi impensabili.
Prima di creare qualsiasi prodotto devi fare i conti con il mercato, i concorrenti ed i loro prodotti.
Fra gli svantaggi di entrare per ultimi in un mercato, c’è il vantaggio di conoscere la storia di quel mercato, individuarne i punti deboli e risolverli con un prodotto innovativo e dirompente.
Le idee alla base della Centoventi sono dirompenti e si possono applicare anche ad altre vetture elettrica dei brand FCA.
Inoltre, la vettura piace, piace e piace. Non tanto agli italiani quanto agli europei.
Ma oggi, in questo momento è meglio stare ancora alla finestra e aspettare il ribasso del costo degli accumulatori e i nuovi motori elettrici che elimineranno differenziali, cambio e convertitori, brevettando le buone idee già definite.
FCA ha un potenziale legato al design ed alla telaistica, il cosiddetto handling, che altri non hanno ancora raggiunto, come nel caso delle sospensioni multilink e dello sterzo della Giulia Quadrifoglio per fare un esempio.
Volkswagen venderà ad ottobre la I.D.3 sottocosto, dai 3.000 ai 3.600 euro. Ma quest’azione in perdita, è prevista nella sua strategia di marketing per attestarsi nel mercato, sotto Tesla.
“Beati gli ultimi perché saranno i primi”.
…con quello che stanno facendo le concorrenti ci si stà pure ha pensarci sopra? Da pazzi! In linea però con le politiche scellerate percorse in questi anni dal Gruppo! È in bel progetto sulla falsariga dell’ultima 500 che tanto successo ha avuto,per cui, avanti senza esitazioni e lo dico da dipendente diventato ex da poco,buena suerte al Gruppo e ai miei ex colleghi
Al posto dei pannelli solari vedrei bene un generatore a metano per la ricarica
I pannelli solari (sempre che ci saranno) non saranno minimamente utilizzabili per la ricarica delle batterie. Già sopra hanno scritto che i pannelli produrranno 50 Watt (non KW) assolutamente insufficienti a ricaricare una batteria automobilistica convenzionale al piombo, figuriamoci a ricaricare una batteria per la trazione.
Se la, fanno la compro!
Voglio vedere quante ne vedono, queste macchine vanno Bellissimo ce devi girare attorno a casa, costano tanto e basta. Voglio vedere quanti pirla se le comprano, tutti poi a cercare di ricaricare sti zavagli. Ci vogliono macchine reali ,per l’elettrico siamo ancora alla preistoria.
Corrado, solo una domanda: lei ha mai provato un’auto elettrica? Si rende conto che tutto il mondo sta andando verso quella che Lei chiama “preistoria”? Dai…
In estrema sintesi dal punto di vista meramente tecnico, Le dico con non c’è confronto in termini di rendimento, di essenzialita’ e di efficienza nel funzionamento del motore elettrico.
Perchè adoro la genialità del motore ad induzione elettrica?
Semplice: basta confrontare le trasformazioni dei movimenti cinetico del motore endotermico alternato, dove i pistoni scorrono producendo attrito nei cilindri, spinti dall’esplosione di energia chimica e dove le bielle girano su manovelle per originare un movimento rotativo che dall’albero motore arriva agli ingranaggi del cambio e alla trasmissione secondaria.
Immediatamente ci si rende conto dell’assurda complicazione che comporta, delle perdite di energia, dell’attrito, del calore e delle emissioni per combustione.
Dal puinto di vista termodinamico guidiamo una stufa, mafari con il cavallino rampante sul cofano, ma sembre una stufa è.
Il trend è la mobilità elettrica.
300 bilioni di dollari di investimenti sono rivolti alla ricerca ed alla produzione degli accumulatori, degli inverter e dei motori elettrici a induzione. Lo afferma Reuters.
Le case automobilistiche stanno investendo una parte significativa dei loro budge per lo sviluppo e l’approvvigionamento di batterie destinate a veicoli elettrici nei prossimi 5 anni.
Gran parte degli investimenti sono destinati alla Cina. L’analisi di Reuters si è avvalsa dei dati pubblici rilasciati dalle società.
I piani di investimento sono determinati da preoccupazioni ambientali e politiche governative, e supportati da rapidi progressi tecnologici che hanno diminuito il costo della batteria, l’autonomia e il tempo di ricarica.
Il rapporto economico sugli investimenti sull’EV di ogni gruppo industriale, è stato redatto da Reuters, questi i riferimenti: “A Reuters analysis of 29 global automakers found that they are investing at least $300 billion in electric vehicles, with more than 45 percent of that earmarked for China.
By Paul Lienert and Christine Chan
PUBLISHED JAN. 10, 2019 | UPDATED APRIL 4, 2019”
Rispondo sinteticamente alla Sua domanda implicita:
“Quando sarà inevitabile l’auto elettrica?”
Le rispondo cosa ne penso con 5 cifre:
100$ 97% 400 Wh/kg cx 0,24 +60 km
Vale a dire:
1 – Quanto 1 KWh di batteria costerà 100 dollari;
2 – Quanto le batterie saranno interamente riciclabile al 97%;
3 – Quando le batterie avranno una densità energetica di 400 Wh/kg;
4 – Quando la carrozzeria aerodinamica presenterà un cx – coefficiente di forma inferiore a 0,24:
5 – Quando le superfici fotovoltaiche della carrozzeria assicureranno un’autonomia aggiuntiva di 50 – 60 km nelle 24 ore di utilizzo e/o di sosta.
Non siamo molto lontani.
2022 – 2023?
Ragazzi bisogna osare! Il progetto della 120 mi sembra una buona base di partenza , ma bisogna immaginare di poterlo modificare all’occorrenza : deve essere modulare riprendere l’idea di fondo della prima multipla quella del 1998 che era a gpl , a metano, a benzina diesel e persiso Ibrida!!.. nel 1998 !! Ergo bisogna osare ! Quindi forza 120!!!
Da fare assolutamente e io ci aggiungerei a richiesta un piccolo bicilindrico da 250/500 cc a metano o GPL che serve per ricaricare le batterie . In Italia dove non tutti hanno garage o box con la presa di corrente potrebbe essere molto utile.
Da fare,da fare,da fare.Recupero di immagine clamoroso e conferma che Fca e’ davanti a tutti per innovazione. Giancarlo Moro
D’accordo anch’io con Antonio, mi pare un’ottima occasione per emergere in un momento in cui tutti fanno auto che non si distinguono una dall’altra. Questa auto mi ha conquistato appena l’ho vista.
Speriamo la facciano davvero! e coi pannelli solari poi sarebbe proprio il massimo! Ritroverai la voglia di avere una macchina italiana che purtroppo con FCA avevo perso.
concordo pienamente con voi che c’è bisogno di un prodotto innovativo e all’avanguardia, la 120 è l’auto elettrica stilisticamente più interessante, mi auguro che il prezzo di vendita sia equilibrato.
Tanti anni fa la Fiat rifiutò il progetto della Smart pensando fosse destinato a fallire, certi manager sono miopi o troppo prudenti. La 120 è bella , razionale e sarebbe sicuramente un successo.
La smart è 1 buco nero. Non ha mai generato utili e tuttora non capisco come mai sia ancora prodotta.
Da fare, spingete e parlatene! Continuate a parlarne ??
Intelligente personalizzabile e suscettibile di evoluzione, io personalmente l’avrei vista meglio se dotata di ruota-motore elettrico e possibilità così di essere dotabile di due o quattro ruote motrici regolate da software ad hoc
Da farsi comunque
Purtroppo, aggiungere i motori elettrici alle ruote vuol dire aumentare il peso delle masse non sospese con i relativi deleteri effetti dinamici.
Se fosse un veicolo da 25-30 km/h per la consegna della posta o adibito alla raccolta differenziata porta a porta, potrebbe essere una soluzione valida, ma se deve raggiungere altre velocità prossime ai limiti autostradali, 15 – 18 kg. in più su ogni ruota sono da evitare assolutamente per gli effetti dinamici negativi che comporterebbero.
Più le masse non sospese sono leggere, più le sospensioni rispondono efficacia e gli pneumatici riescono a mantenere il contatto e l’aderenza con il terreno. Oltre all’effetto giroscopico nei cambi di direzione.
La domanda ovvia sulla Centoventi è:
La piattaforma con le batterie modulari, sostituibili nei service Fiat, sarà la stessa a quella della 500 Elettra?
In quel caso, avremo due scenari:
– aumento delle dimensioni della intoccabile 500 di Roberto Giolito;
– diminuzione delle dimensioni della Centoventi di Klaus Busse (le dimensioni del concept sono oltre il segmento B).
Delle due l’una.
Cosa faranno, visto e considerato che Mr. Manley proprio la scorsa settimana ha annunciato per il prossimo anno sia la 500 che la Centoventi.
Questo è il dilemma che FCA avrà ovviamente già dipanato.
Sinceramente preferirei una Centoventi più piccola, ma nelle stesse proporzioni e una 500 più ampia.
Ma poi ci sarà il problema del confronto diretto, nelle vetrine dei concessionari con la 500 Family e le 500 tante a combustione che apparirebbero più piccole nei confronti della privilegiata Elettra.
https://www.clubalfa.it/69840-fiat-tutti-i-nuovi-modelli-in-arrivo-nel-2020
Sono veramente e completamente concorde con l’architetto. Qualche piccolo aggiustamento per la produzione di serie e soprattutto l’introduzione dei pannelli solari sul tetto e sul cofano, sarebbe l’auto del futuro configurabile all’occorrenza.
Si ma i costi rischiano di diventare proibitivi per la maggior parte delle famiglie
Il tema della semplificazione e della riduzione dei costi nell’elettrico è il più sentito.
È stato recentemente presentato un motore elettrico che funziona come una trasmissione elettronica consentendo al motore di aumentare la velocità senza modificare i livelli di frequenza, tensione o corrente, eliminando così la scatola di riduzione del differenziale, necessaria nella trasmissione della coppia motrice e i convertitori DC-DC che convertono una sorgente di corrente continua da una tensione a un’altra. Quindi minori costi e peso.
Toyota e Hyundai hanno avviato il processo di integrazione fotovoltaica nella carrozzeria, come peraltro aveva annunciato Solo Motor per l’utilitaria elettrica Sion in grado (al nord Europa) di generare fino a 34 chilometri al giorno con l’energia solare per poter essere autonomi su brevi distanze. Nel mio caso nel tragitto casa ufficio due volte al giorno, avrei un surplus energetico solo con l’energia solare.
Per cui questa sarà la tendenza futura a cui pochi rinunceranno, potendo anche risparmiare su di una percentuale di ricarica che consentirà di prolungare l’autonomia giornaliera.
Prima di dire che Toyota, Hyundai e Solo possano lanciare sul mercato una vettura in grado di ricaricare le batterie col sole, spero di vederne una.
Un impianto fotovoltaico servono da 7 a 11 metri quadri per produrre 1 KW di potenza. Un’autovettura (lunga dai 3,5 a 5 metri e larga 2) ha una superficie di 10 metri quadri tenendoci larghi. Calcolando che per produrre elettricità deve necessariamente essere al sole, per cui non venitemi a calcolare entrambe le fiancate visto che se un lato è al sole l’altro lato è in ombra, lasciando la vettura ferma per 10/12 ore potrebbe produrre 12 KWh.
Tanto per fare un confronto il motore della panda ha una potenza di 66 KW. Facendo i conti della serva viaggerebbe per 1 ora a 20 Km/h? Siamo sicuri che l’aumento di costo delle celle fotovoltaiche giustifichino il risparmio?
Sulla durata ed efficienza del fotovoltaico i confederati tra i primi ad installarli, oggi dopo 35 anni hanno qualcosa da dire:
COME INVECCHIA IL FOTOVOLTAICO?
“I pannelli solari hanno 35 anni, ma sono come nuovi”
https://www.swissinfo.ch/ita/come-invecchia-il-fotovoltaico-pannelli-solari-svizzera/45116672
Alcuni casi automotive:
https://evbite.com/solar-panel-car-roofs/
https://www.bbc.com/news/technology-49249884
https://www.carscoops.com/2019/07/toyota-covers-prius-prime-with-solar-panels-that-also-charge-battery-on-the-move/
https://en.businesstimes.cn/articles/113985/20190620/fisker-electric-suv-to-have-first-ever-full-length-solar-roof-in-the-world.htm
@ Alberti Spriano.
Mi spiace che non si possa replicare direttamente a lei ma spero possa leggere queste mie considerazioni.
Cominciamo dal primo link. Sarei curioso di sapere il perché mi ha linkato un articolo sulla durata delle celle fotovoltaiche. Mi fa estremamente piacere che possano durare 35 anni. Ma le pongo lo stesso un quesito: Quante auto ha posseduto per 35 anni? Se per un edificio la durata di 35 anni è quasi la normalità, nel settore automotive mezzi con quell’età passano tra le auto storiche.
Nel secondo link mi presenta una serie di vetture che usano le celle sul tettuccio.
Nissan Leaf in cui “olar panel was too small to contribute to the charging range of the Leaf”
Toyota Prius Prime in cui “The solar cells on the roof would not contribute to the hybrid’s battery”
La Karma Revero in cui “Karma states that the solar panel is good for 500-1000 miles of range in a given year, or 1.37-2.74 miles per day” traducendo in Km da 2.2 a 4,4 al giorno.
Hyundai Sonata Hibryd “This equates to about 2.21 miles per day”
Traduco: lasciandola al sole per 6 ore al giorno permete di percorrere 3,56 Km
La Sono Sion, che avrebbe una certa autonomia, ma la produzione è prevista per la seconda metà del 2020 (aspetto di vederla per poterla criticare ma anche per poterne parlare bene) https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2019/04/17/sono_motors_sion_verra_prodotta_negli_ex_stabilimenti_della_saab.html
Lightyear One di cui si parla per il 2021, stesse considerazioni di cui sopra.
https://www.quattroruote.it/news/nuovi-modelli/2019/06/25/lightyear_one_debutta_in_olanda_una_elettrica_alimentata_a_energia_solare.html
e la Solar Future di cui non ho trovato recensioni per cui mi astengo.
Il risultato del primo link non è incoraggioante.
Nel secondo link mi porta la Hyundai di cui ho già scritto sopra.
Nel Terzo mi parla della Toyota Prius prime, anche questa ne ho già scritto sopra.
Nell’ultimo link mi parla del Fisker Electric SUV, che cercando in rete se ne parla per il 2021.
Come ho detto prima prima voglio vederle.
Ma visto che le piace linkare articoli glie ne linko anche uno io. Si tratta di un articolo di un professore, ingegnere elettrico, dell’università di Praga, fortemente dubbioso della realizzabilità delle auto a energia solare.
https://www.butta.org/2019/07/31/no-lauto-a-pannelli-solari-non-e-una-buona-idea/
https://www.butta.org/2019/07/31/no-lauto-a-pannelli-solari-non-e-una-buona-idea/
Sperando che almeno questo commento si possa pubblicare.
Gentile Antonio, grazie per l’interesse mostrato. In realtà Fiat ha già immaginato per la Centoventi l’adozione di un pannello solare sul tetto dell’automobile, a dimostrazione della bontà del progetto. Dovrebbe produrre 50 Watt, permettendo la ventilazione dell’ambiente interno o il funzionamento del display sul portellone posteriore.
per l’Italia? Poi magari la produrranno in Polonia?
speriamo di no. La 500 elettrica la fanno a Mirafiori, noi speriamo che anche articoli e post come questi, nel loro piccolo, servano per dare una spinta a chi di dovere. Del resto io ricordo bene quando la 500 attuale fu esposta al Salone di Ginevra come concept, ma i dirigenti dell’epoca ci spiegavano che non l’avrebbero fatta perché finanziariamente non stava in piedi. C’è voluta la follia visionaria di Lapo Elkann per convincere i boss a produrre il nuovo Cinquino, che è tuttora un grande successo a 12 anni dal lancio. Anche nel mondo dell’auto, come nella vita, ogni tanto bisogna osare…
La 500 ha evoluto il «Made in Italy» in «Made in the World».
Tuttavia una critica bisogna farla proprio per questa ragione e in rapporto al prezzo della vettura.
Solo i prodotti manifatturieri di valore internazionale abbandonano progressivamente le loro etichette «Made in Italy» diventando «Made in the World». Una strategia che permette di moltiplicare gli scambi, ma che può anche escludere paesi più poveri dall’acquisto di quel prodotto, come la Polonia dove viene assemblata la 500.
Il fenomeno della globalizzazione non può essere fermato. I prodotti di successo hanno eliminato le frontiere geografiche.
In altre parole, la 500 può essere fabbricata per parti ovunque ed assemblata dove conviene economicamente, in rapporto anche alla vicinanza dei mercati e ai dazi.
Secondo questo principio, un paese si occupa ad esempio della ricerca, un altro della concezione e del design, un altro ancora della fabbricazione dei componenti e un quarto dell’imballaggio.
Questi prodotti di successo internazionale, ideati e fabbricati nel mondo intero, formano le cosiddette catene del valore mondiali (CVM) e rappresentano il sistema dell’economia mondiale globalizzata.
Ciò nonostante la 500, oggi non è alla portata di tutti, tantomeno nei paesi in cui viene costruita.
La Centoventi dovrà avere un costo accessibile a tutti per rappresentare quello che è stat la 600 negli anni del boom economico e non la quasi macchina Panda o la sfiziosa 500 per signore e signorine.
Con la Centoventi Fiat si gioca il suo futuro.
Da mettere assolutamente in produzione….Speriamo
Il centoventi