La carica dei nuovi marchi dell’elettrico continua: nomi sconosciuti, come Lupa o Gunsel, o ritorni come Fisker. Per ora sono annunci e promesse, vedremo se…
La carica… la Lupa promette prezzi imbattibili
Le ambizioni non mancano alla start-up dell’auto elettrica: c’è chi, come la catalana Lupa, progetta già fabbriche in Sud America, prima ancora di lanciare un solo modello. Modello che arriverà tra due anni, nel 2023, e si chiamerà E26, una due volumi con un prezzo strabiliante in rapporto ad autonomia e prestazioni. Lupa parla infatti di 17 mila euro per un’auto con batteria da 50 kW e autonomia fino a 350 km. Con possibilità di ricarica super-fast in 25 minuti. Potenza di 120 Cv e accelerazione da 0 a 100 km/h in 9 secondi.

Particolare curioso: la Lupa E26 si può acquistare (e già prenotare) anche senza il pacco-batterie. In questo caso il prezzo scende a 9.400 euro. Ma la gamma annunciata dall’azienda catalana non si ferma alla E26: in programma c’è un furgone elettrico chiamato E66. E anche due Suv, il SUV64 e il SUV42: la sigla fa riferimento alla capacità delle batterie. Vedremo.
La carica…Günsel, l’elettrica che arriva da Cipro
Il bello dell’elettrico, l’abbiamo scritto più volte, è che mette in gioco Paesi che non avevano mai giocato un ruolo nel mondo automotive. Un altro esempio viene dalla Günsel, una nuova marca 100% elettrica della Repubblica Turca di Cipro del Nord. La produzione in serie del primo modello dovrebbe partire già nel 2021, inizialmente solo per il mercato interno, poi in Turchia e quindi in Europa. La marca prende il nome dalla famiglia del fondatore, il prof. Suat Günsel, rettore della Near East University.
Il primo modello, la B9, è praticamente pronto: il look è quello di una citycar (per ora con con guida a destra). Quanto alle prestazioni, si parla di un’accelerazione da 0 a 100 km in 8 secondi con un motore elettrico da 120 kW (160 Cv). Non molto si sa invece, di batterie e autonomia, anche se l’utilizzo di compositi mira proprio a rendere l’auto più leggera e quindi più efficiente. Il simbolo della Günsel non poteva che essere il Muflone, che è anche il simbolo dei Cipro.
E Fisker dopo il Suv punta all’elettrico di massa
Non si può certo dire che Henrik Fisker sia un volto nuovo nel mondo automotive, avendo alle spalle il lancio di una delle prime auto sportive con propulsore ibrido plug-in. Quel tentativo non andò bene, ma da anni l’imprenditore e designer lavora con la marca che porta il suo nome, a partire da un Suv atteso l’anno prossimo. Ma anche Fisker guarda più in là e insieme settimana ha annunciato il progetto di veicolo elettrico di massa, realizzato in partnership su larga scala con uno dei principali fornitori di Apple, Foxconn. Si parla di un “nuovo segmento”, da esplorare con il progetto PEAR (Personal Electric Automotive Revolution).

L’auto sarà costruita da Foxconn per i mercati globali a partire dal quarto trimestre del 2023. L’obiettivo è un volume di produzione annuale di oltre 250.000 veicoli. Per il Suv in uscita nel 2022, invece, Fisker si è alleato con Magna, che costruirà l’Ocean (questo il nome scelto) nello stabilimento austriaco di Graz.
Anche regalate non le prenderei mai.
Un auto non è solo un telaio,quattro ruote,un motore ed una carrozzeria intorno quanto un ecosistema completo che fornisce concessionarie ed autofficine autorizzate su tutto il territorio nazionale,pezzi di ricambio facilmente reperibili,call center raggiungibili e servizi capaci di dare un aiuto quando serve.
Poiché un auto-anche il modello meno caro-viene comunque a costare un mucchio di denaro,non mi affiderei MAI al primo venuto.
Quello delle citycar è un segmento che le grandi case automobilistiche giudicano poco remunerativo, ed invece è quello che serve nelle grandi città e quello in cui l’elettrico può rappresentare la vera svolta.
Ben vengano quindi questi modelli, che dovrebbero avere più considerazione e pubblicità e facilità di omologazione.
Più attori, più concorrenza, più tecnologia, minori costi. Finché dura, fa verdura …
Tanti SUV, ma almeno qui si sente parlare di due volumi. Se servono nuovi marchi per tornare ad avere auto “piccole” benvengano tutti i nuovi costruttori